"Libro e moschetto
fascista perfetto"
Ci sono cose da fare di
notte: chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da
sognare, orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai, né di
giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra
La Buona Scuola si sta configurando , a mio parere,
sempre più militare e militarizzata.
Lezioni di Costituzione affidate a generali e
ammiragli, concorsi spaziali con tanto di premi offerti dalle aziende
produttrici di sistemi di morte, seminari e conferenze sulle missioni
“umanitarie” delle forze armate italiane in Afghanistan, Iraq, Somalia, Libano
e nei Balcani; visite guidate di intere scolaresche a caserme, aeroporti e porti
militari,
installazioni radar, poligoni e industrie belliche.
Per
fortuna contro tale impostazione si sta sempre più diffondendo la Campagna “Scuole Smilitarizzate” iniziata
nel 2013 .
Hanno scritto i
giovani di PAX Christi nel presentarla:
“La scuola deve educare alla nonviolenza
e alla pace come espressione di quella cittadinanza attiva sempre presente
nelle indicazioni ministeriali, per formare costruttori di pace, tessitori di dialogo
e di relazioni tra i popoli, nella ricerca di risoluzioni autenticamente
pacifiche dei conflitti.
Al contrario, quando nella realtà
formativa dei ragazzi entrano le attività promozionali dell'Esercito italiano,
della Marina militare e dell'Aeronautica militare, si promuove un militarismo
che educa all'arte della guerra piuttosto che alla costruzione della pace con mezzi
pacifici e attraverso il rispetto per l'altro.
Riteniamo sia grave responsabilità la contaminazione
dell'attività didattica con la promozione di una cultura di guerra in cui il
soldato è proposto come colui che diffonde la pace e sacrifica la sua vita,
sorvolando sul fatto che lo fa armi in pugno, imparando ad eliminare l'altro.
Su questo crinale degenerativo dell'altissimo compito formativo della scuola,
la patria è proposta non più come bene comune da proteggere, ma astrazione da
difendere con l'uso della forza militare. Si indicano scelte di morte e di
violenza
laddove si dovrebbero aprire i ragazzi ad
un futuro di responsabilità, al dono di sé, piuttosto che alla considerazione
dell'altro come possibile nemico…”
La Campagna Scuole smilitarizzate non
richiede di aggiungere impegnative attività all'orario scolastico né alcun
impegno economico, ma una presa di coscienza aperta ad una conseguente integrazione
degli attuali programmi educativi-didattici nelle tematiche della pace.
Tre
documenti possono essere di riflessione per ogni operatore della scuola prima
di partire con qualsiasi tipo di programmazione:
Manifesto
di una scuola smilitarizzata
Quando
l’esercito entra a scuola
La pace
si studia. La pace si impara.
Se si
ritengono condivisibili, si deve agire.
La firma
a una petizione on line per portare percorsi di educazione alla pace nelle scuole primarie e medie
e abbandonare la prassi di armare la mano dei bambini (...non è una metafora)
come purtroppo accade nel corso delle “gite scolastiche” che spesso vengono
promosse per le scolaresche in particolare in occasione della festa dalle Forze
Armate, se la fate, sancisce la convinzione per una scuola che condanna tout
court la guerra e la cultura alla guerra.
Dalle parole si passa ai fatti
Si aderisce come scuola (o classe) alla grande iniziativa di
educazione alla pace, ai diritti umani e alla cittadinanza responsabile “ In marcia da Perugia
ad Assisi” il 9 ottobre, che
vede come protagonisti
della Marcia scuole, studenti, insegnanti dirigenti scolastici impegnati nei tanti
percorsi di educazione alla cittadinanza (italiana, europea, globale) e alla Costituzione, alla pace e ai
diritti umani, alla legalità, al dialogo interculturale e all’ambiente
sostenibile.
Ecco
un modo concreto per dare avvio al nuovo anno scolastico all’insegna dell’educazione
alla cittadinanza responsabile; consentire agli studenti di essere
protagonisti di una grande iniziativa per la pace e la fraternità; sostenere
quanti cercano di trasformare la scuola in un luogo dove si studia e s’impara
la pace, dove si vive e si cresce in pace nel riconoscimento e nel rispetto
dei diritti umani.
Io lo spero, per i nostri ragazzi, per noi tutti .
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