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lunedì 12 settembre 2016

ELMETTI E MOSCHETTI IN CLASSE? GRAZIE, PREFERISCO DI NO

"Libro e moschetto fascista perfetto"

 Ci sono cose da fare ogni giorno: lavarsi, studiare, giocare, preparare la tavola, a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte: chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da sognare, orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra
Gianni Rodari, Promemoria

https://youtu.be/KJZI02bdVWI   La  scuola ripudia la guerra

La Buona Scuola  si sta configurando , a mio parere,   sempre più militare e militarizzata.

 Lezioni di Costituzione affidate a generali e ammiragli, concorsi spaziali con tanto di premi offerti dalle aziende produttrici di sistemi di morte, seminari e conferenze sulle missioni “umanitarie” delle forze armate italiane in Afghanistan, Iraq, Somalia, Libano e nei Balcani; visite guidate di intere scolaresche a caserme, aeroporti e porti
militari, installazioni radar, poligoni e industrie belliche.

Per fortuna contro tale impostazione si sta sempre più diffondendo la  Campagna “Scuole Smilitarizzate” iniziata nel 2013 .

Hanno scritto i giovani di PAX Christi nel presentarla:
“La scuola deve educare alla nonviolenza e alla pace come espressione di quella cittadinanza attiva sempre presente nelle indicazioni ministeriali, per formare costruttori di pace, tessitori di dialogo e di relazioni tra i popoli, nella ricerca di risoluzioni autenticamente pacifiche dei conflitti.
Al contrario, quando nella realtà formativa dei ragazzi entrano le attività promozionali dell'Esercito italiano, della Marina militare e dell'Aeronautica militare, si promuove un militarismo che educa all'arte della guerra piuttosto che alla costruzione della pace con mezzi pacifici e attraverso il rispetto per l'altro.
Riteniamo sia grave responsabilità la contaminazione dell'attività didattica con la promozione di una cultura di guerra in cui il soldato è proposto come colui che diffonde la pace e sacrifica la sua vita, sorvolando sul fatto che lo fa armi in pugno, imparando ad eliminare l'altro. Su questo crinale degenerativo dell'altissimo compito formativo della scuola, la patria è proposta non più come bene comune da proteggere, ma astrazione da difendere con l'uso della forza militare. Si indicano scelte di morte e di violenza
laddove si dovrebbero aprire i ragazzi ad un futuro di responsabilità, al dono di sé, piuttosto che alla considerazione dell'altro come possibile nemico…”
La Campagna Scuole smilitarizzate non richiede di aggiungere impegnative attività all'orario scolastico né alcun impegno economico, ma una presa di coscienza aperta ad una conseguente integrazione degli attuali programmi educativi-didattici nelle tematiche della pace.


Tre documenti possono essere di riflessione per ogni operatore della scuola prima di partire con qualsiasi tipo di programmazione:   

Manifesto di una scuola smilitarizzata

Quando l’esercito entra a scuola    

La pace si studia. La pace si impara.   

Se si ritengono condivisibili, si deve agire.  

La firma a una petizione on line per portare percorsi di educazione alla pace nelle scuole primarie e medie e abbandonare la prassi di armare la mano dei bambini (...non è una metafora) come purtroppo accade nel corso delle “gite scolastiche” che spesso vengono promosse per le scolaresche in particolare in occasione della festa dalle Forze Armate, se la fate, sancisce la convinzione per una scuola che condanna tout court la guerra e la cultura alla guerra.

Dalle parole si passa ai fatti   

Si aderisce come scuola (o classe) alla grande iniziativa di educazione alla pace, ai diritti umani e alla cittadinanza responsabile In marcia da Perugia ad Assisi” il 9 ottobre,  che vede come protagonisti della Marcia  scuole,  studenti, insegnanti  dirigenti scolastici impegnati nei tanti percorsi di educazione alla cittadinanza (italiana, europea, globale) e alla Costituzione, alla pace e ai diritti umani, alla legalità, al dialogo interculturale e all’ambiente sostenibile.

Ecco un modo concreto per dare avvio al nuovo anno scolastico all’insegna dell’educazione alla cittadinanza responsabile; consentire agli studenti di essere protagonisti di una grande iniziativa per la pace e la fraternità; sostenere quanti cercano di trasformare la scuola in un luogo dove si studia e s’impara la pace, dove si vive e si cresce in pace nel riconoscimento e nel rispetto dei diritti umani.









Io lo spero, per i nostri ragazzi, per noi tutti .

Donata Albiero  

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