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martedì 13 gennaio 2015

ALT ASSESSORE DONAZZAN !

CONTRO LA STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA DELLA SCUOLA 

  IL MIO NOME E' " MAI PIU' "   http://youtu.be/XlFgkB8jCcY

                                                              
Non è una novità per me che sono stata alla dirigenza della scuola pubblica per 31 anni  assistere , soprattutto in periodi elettorali,  agli interventi, spesso inopportuni, su questioni educative,  degli assessori della Regione Veneto, ma sicuramente si sta ora  superando ogni limite.

Una circolare firmata dall'assessore veneto all'Istruzione, Elena Donazzan,  auspica che le famiglie degli studenti musulmani condannino apertamente gli attentati terroristici avvenuti a Parigi, a partire dalla strage presso il settimanale "Charlie Hebdo"
 Nel suo messaggio Elena Donazzan afferma, riferendosi agli atti criminosi di Parigi "… Dobbiamo parlarne e dobbiamo farlo soprattutto nelle nostre scuole, condannando fermamente senza se e senza ma, senza alibi ideologici o assoluzioni autoconsolatorie quanto accaduto ed una cultura che predica l'odio verso la nostra di cultura, la nostra mentalità, il nostro stile di vita fino ad arrivare all'estremo gesto terroristico".


Sarebbe interessante conoscere a quali " alibi ideologici o assoluzioni autoconsolatorie" si riferisce l'assessore. Non ci sembra che qualcuno abbia bisogno di alibi o che in questi giorni ci siano state assoluzioni, tanto meno "autoconsolatorie", come testimoniano le oceaniche manifestazioni di condanna del crimine cui hanno partecipato in tutta Europa e in Italia anche  i membri delle comunità mussulmane residenti. 
In frangenti drammatici come questi  le dichiarazioni dei politici, e ancor di più di chi governa la regione,  dovrebbero essere estremamente diretti ed espliciti per non confondere l'ideologia del terrorismo integralista con il credo religioso di miliardi di individui (quando condanniamo i delitti di mafia non consideriamo tutti i siciliani mafiosi).
Giusto quindi condannare " una cultura che predica l'odio verso la nostra di cultura, la nostra mentalità, il nostro stile di vita fino ad arrivare all'estremo gesto terroristico" ma stiamo attenti a non considerare tale una religione di quasi due miliardi di persone nel pianeta, né, tanto meno, si può assimilare, di fatto,  quanto accaduto  a Parigi con un generico atto di violenza avvenuto in Veneto (atto esecrabile quanto si voglia ma estraneo alla matrice terroristica)  solo perché compiuto da un ragazzo magrebino.
In tal modo si potrebbe ingenerare l'assioma che tutti i magrebini sono islamici e quindi terroristi, cosa che non è e suonerebbe molto ingiusta alle orecchie di bambini che ci sono stati affidati per essere istruiti ed educati e che si sentirebbero colpevolizzati per atti di cui non conoscono quasi nulla e di cui non sono responsabili né loro né le loro famiglie.


Asserire poi  che "tutti i terroristi sono islamici" è inesatto e fuorviante.                                     Anche se in questa fase storica il terrorismo integralista che si rifà all'islam è prevalente , ci sono Naziskin che bruciano le sinagoghe e brigatisti che sparano a giuslavoristi . Ci sono integralisti Indù che massacrano inermi cittadini di religione islamica o sette giapponesi che avvelenano le metropolitane. In Italia abbiamo conosciuto il terrorismo delle brigate rosse e nell'Ulster il terrorismo cattolico si è scontrato in
modo cruento per più di cinquant'anni con quello protestante. Con ciò non abbiamo mai accusato il papa per quello che i cattolici facevano in Irlanda. Infatti,  non è corretto fare di ogni erba un fascio ed estendere gli atti di gruppi criminali a chi non ne fa parte e non li condivide.    
Non ci sembra corretto da parte dell'assessore  asserire che "abbiamo visto fallire un modello di integrazione" e , soprattutto,  non sappiamo quale modello di integrazione abbia in testa la signora Donazzan:   forse quello  attuato  a Montecchio Maggiore in questi ultimi anni, o  quello da lei tanto esaltato  ad Arzignano,   di quest'anno scolastico,  dove i figli di immigrati, in entrambi  i casi, sono stati confinati in classi (ghetto!?) per soli stranieri ?   
Modelli certamente non rispecchianti il lavoro di decenni delle scuole di zona che ho, per esperienza diretta, meticolosamente illustrato nel post APARTHEID AD ARZIGNANO?  http://donataalbiero.blogspot.it/2014/11/apartheid-ad-arzignano.html
 Ci spieghi l'assessore in qual modo e quando questi bambini ‘separati’ a scuola  ( ricordiamoci che stiamo parlando di bambini) incontreranno  i loro coetanei figli di residenti italiani per convivere pacificamente .
Per fortuna non la pensano come lei la Rete degli studenti medi del Veneto  (in facebook  le loro dichiarazioni che condivido)  né tutti quegli insegnanti che per anni si sono spesi  per una cultura dell'inclusione, per la ricchezza di patrimoni culturali specifici di cui i ragazzi sono portatori.    




Il Veneto non è l'Alabama  e lo hanno dimostrato le nostre scuole pubbliche , luoghi laici  di confronto, di educazione multiculturale ed interculturale, educazione collettiva capace
di rispondere con  la valorizzazione positiva della diversità  all’odio xenofobo e al razzismo. 
                                                     
  Assessore Donazzan , sia chiaro, "...ad avere una cultura dannosa per la convivenza civile non sono solo i terroristi islamici, ma anche quella destra legata ancora a degli schemi inaccettabili, quella destra che si scandalizza se si smette di fare la messa di fine anno in una scuola a Udine oppure si lascia da parte un presepe in un’altra a Bergamo, ma rifiuta senza discussioni le moschee nelle proprie città….. Quella destra che, dunque, subordina qualsiasi altra cultura a quella propria, rientrando nello stesso ordine di idee di un qualsiasi fondamentalista"(l'Unione degli Studenti )“      
                                                  

Ciò detto, respingendo ogni suggestione lepenista,  riaffermiamo, come educatori, i diritti della nostra carta costituzionale che non discrimina i cittadini e sancisce, tra le altre,  la libertà di opinione e di religione.   
Anche noi, come i milioni di persone che manifestano in tutto il mondo, affermiamo  "Ie suis Charlie" e ci impegniamo  contro ogni forma di violenza, compresa quella militare, contro ogni razzismo e contro ogni integralismo per una società libera e giusta che, grazie alla rivoluzione francese e al pensiero illuminista, si è liberata dalle scorie medioevali  della intolleranza religiosa.

Mi auguro  che i responsabili delle Istituzioni scolastiche abbiano respinto e respingano la circolare dell’assessore Donazzan;  colgano l’occasione di farsi,  invece,   portatori di una richiesta alla Regione Veneto affinché metta in atto politiche educative e culturali che superino steccati ideologici e fondamentalismi di ogni genere.                                 



Siamo contro l'apartheid .
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/11/apartheid-ad-arzignano.html

L'integralismo si combatte con la  cooperazione, diffondendo politiche di pace, convivenza e  difesa dei diritti.

Donata Albiero

Approfondimento
 NELLA SCUOLA BISOGNA RECUPERARE I VALORI  DELLA DEMOCRAZIA 


lunedì 5 gennaio 2015

UN SOGNO : MUSICA PER TUTTI NELLA SCUOLA

SOLTANTO CHI SOGNA RAGGIUNGE L'IMPOSSIBILE

Una sfida: il metodo  ABREU  
Dedicato all’’Indirizzo musicale di Arzignano istituito  nella scuola Giuriolo di Arzignano  il primo settembre 2007,  affinché lo spirito con cui era nato,  di integrazione e amore per  tutti i ragazzi che volevano suonare (nessuno escluso) ,  non abbia mai a venire meno 



 Due film documentario
TOCAR Y LUCHAR (Suonare e lottare) di Alberto Arvelo, Venezuela 2007   http://youtu.be/oIGUXapsI-I  

e  EL SISTEMA (Il Sistema )  http://youtu.be/EehQecHpgSQ
diretto da Paul Smaczy e Maria Stodmaier del 2009,

 indicano e spiegano,  in modo coinvolgente e commovente, il modello didattico musicale utilizzato in Venezuela dal  1975, ideato dal musicista e attivista Josè Antonio Abreu , ex ministro della cutlura del governo venezuelano, di origini italiane un metodo di insegnamento  della musica ai giovani, grazie al quale, negli ultimi quarant’anni, sono stati formati alcuni dei più talentuosi musicisti provenienti tutti dall’America Latina, strappandoli letteralmente alla strada e alla criminalità.


Ne consiglio la visione  alle scuole di ogni ordine e grado.
 
 Tocar y Luchar è il film-documentario di Alberto Arvelo, regista che da ragazzo ha partecipato a sua volta al progetto Abreu, che rende onore al merito di chi ha intuito che la musica con il suo linguaggio universale fosse l’unica in grado di rivoluzionare non solo la mentalità ma anche il profilo sociologico di un PAESE.
                                           




 EL Sistema è un  documentario per scoprire come la musica può diventare un'ancora di salvezza. "Suona ma con il cuore, non con la testa." Con questa frase uno dei giovani protagonisti del documentario riassume l'insegnamento ricevuto dai propri docenti di musica.

Ma in che cosa consiste il metodo ?  Esistono in tutto il Venezuela 90 nuclei di base, formati a loro volta da 2 o 3 orchestre suddivise per fasce d’età, chiamate orchestre infantili e giovanili.

Al vertice c’è l’orchestra Simon Bolivar, formata da musicisti professionisti che si esibisce in concerti di respiro internazionale.
Ci sono poi alcune orchestre speciali, pensate per quanti hanno disabilità fisiche o psichiche; è il caso del Coro de las manos blancas, che si rivolge a persone non udenti e stravolge il principio per cui per fare musica ci vuole «orecchio».
I membri del coro sono bambini sordomuti e indossano guanti bianchi: attraverso il movimento delle loro mani e la gestualità animano la musica

 
L’orchestra è la rappresentazione in miniatura di una comunità i cui componenti sono interdipendenti e in cui i più grandi fanno da guida ai più piccoli.  
Il concetto è rivoluzionario, come spiega lo stesso Abreu: « Una volta la musica era fatta da una ristretta minoranza perché ne usufruisse una minoranza, poi da una minoranza che suona per la maggioranza; ma l’arte non può essere elitaria e il vero obiettivo deve essere quello di una musica fatta dalla maggioranza per la maggioranza».

«Solitamente i programmi sociali sono rivolti a procurare cibo, medicinali ed altri generi di prima necessità», racconta Abreu.
«A pochi viene in mente, invece, che l’uomo è anche anima, e che la musica e l’arte possono nutrire e guarire il suo spirito».
 
"Suonare e lottare... soltanto chi sogna raggiunge l'impossibile".








Un "miracolo musicale"questo  programma di educazione musicale portato avanti dal governo venezuelano che, grazie all'intervento dell'Unicef e Unesco, è riuscito a creare nel paese un sistema di cui fanno parte quindicimila insegnanti e trecento orchestre e cori giovanili. I ragazzi e bambini coinvolti sono oltre duecentoquarantamila, il novanta  per cento dei quali di estrazione poverissima, raccolti dalla strada dove all'ordine del giorno vivono situazioni di droga e delinquenza e che hanno trovato nella musica una possibilità di riscatto.

Il maestro Abbado  da sempre un appassionato sostenitore dei ragazzi della Simon Bolivar (l’orchestra musicale ) ebbe a dire in una  sua intervista a Repubblica della primavera 2005:

 "In Italia, in un paese così ricco di cultura, ma certo non fra i meglio organizzati, l´educazione musicale latita. Non è una novità purtroppo. ..  la musica non è riconosciuta come uno dei fondamenti della vita culturale del nostro paese.
In Venezuela, invece, dove ho passato gli ultimi mesi a lavorare con l´Orchestra Giovanile Simon Bolivar, tutto ciò che qui manca è possibile. È una realtà, tangibile, non un´utopia, come a qualcuno potrebbe venire facile pensare.
Il Venezuela è un paese considerato da molti Terzo Mondo, ma può vantare un sistema orchestrale, dal quale noi occidentali abbiamo soltanto da imparare, nel quale sono coinvolti qualcosa come 240 mila giovani! In Venezuela la musica ha una valenza sociale fortissima, che non ho riscontrato da nessun´altra parte, in nessun altro paese. Tutto questo è stato, ed è tuttora, possibile grazie al Maestro Antonio Abreu, che  ha dato vita a un sistema musicale che salva i giovani dalla strada, dalla criminalità, dalla droga, offre loro l´opportunità - gratuita - di farsi una cultura, il che, in
ultima analisi, significa, farsi una vita. In Venezuela, grazie a Antonio Abreu, ci sono 100 orchestre giovanili, 90 orchestre infantili, soltanto a Caracas ne esistono una quindicina.
La formazione parte dal basso. Ci sono scuole di musica sparse per tutto il paese, scuole di ogni tipo, scuole anche per portatori di handicap (ho visto un incredibile concerto dei Mano Blanca, un gruppo di bambini sordomuti, che crea bellissime coreografie con le mani, seguendo la musica cantata da un coro! Commovente!), scuole di liuteria, che insegnano un mestiere ai ragazzi strappati alla povertà dei quartieri di una città come Caracas, dove è molto facile inciampare nella criminalità, nei facili guadagni.
Caracas è una città pericolosa, con tanta criminalità, una città piena di miseria, con enormi e visibilissimi contrasti fra ricchezza e povertà, un città dove purtroppo non si può nemmeno girare tranquillamente di sera. È proprio per questo motivo che, a mio avviso, il sistema socio-musicale dell´amico Antonio Abreu lo si può considerare ancora più forte”

   Non ci sono commenti ulteriori da fare. 
 Abreu  ha voluto  insegnare la musica ai bambini perché musicista, e non gli  piaceva che la musica fosse ridotta a un passatempo per le minoranze, fosse diventata qualcosa d'elite.

All'inizio il suo  era soltanto un progetto sociale per i bambini poveri, ma l'entusiasmo con il quale è stato accolto lo ha spinto a farlo diventare un vero e proprio progetto musicale.
 Ben meritato, dunque, il suo ricevere nel 2006 all'Auditorium della musica di Roma il Premio Unicef - Dalla Parte dei Bambini                  "
Per aver dedicato tutta la sua vita alla tutela dell'infanzia e dell'adolescenza e per essersi distinto nelle attività di recupero, attraverso la musica, di ragazzi in situazioni di grave disagio".

Mentre gli economisti di tutto il mondo si stanno domandando se davvero gli aiuti stanziati negli anni siano serviti allo sviluppo dei Paesi più poveri, e se i complicati progetti delle organizzazioni internazionali abbiano mai prodotto un qualche risultato, il sistema Abreu fa tornare in mente un antico detto cinese:  
 "Se dai un pesce ad un uomo, si nutrirà una volta.
Se gli insegni a pescare, mangerà tutta la vita. Se i tuoi progetti valgono un anno, semina il grano. Se valgono cent'anni, istruisci le persone".

Istruirle, farle diventare "persone di valore". 
Abreu era partito con l'idea di riscattare i giovani del suo Paese e in ultima analisi il futuro stesso del Venezuela, ma la 'Fundaciòn del Estado para el Sistema de Orquesta Juvenile e Infantil de Venezuela' è diventata molto di più, un modello per l'intero Sudamerica e in ultima analisi per tutti i Paesi, anche quelli 'ricchi' dell'Occidente.
                                                                                                      SOL e  ERNESTO 

A fronte del crescente disinteresse nei confronti della musica, l'entusiasmo dei giovani venezuelani, la loro bravura, costituisce un'indicazione luminosa.

I politici nostri imparino !
Le  nostre scuole imparino ..
 
 Io intanto continuo a sognare,
sentendo l'Hinno Nacional de Venezuela con Gustavo Dudamel , uno dei più brillanti direttori d' orchestra mondiali che si è formato con  "El Sistema"   

CLICCATE E SOGNERETE ANCHE VOI                 
http://youtu.be/DCGh2zsQsfU                                                    

Donata Albiero
 

SOGNANDO UN MONDO MIGLIORE

SOGNANDO UN ANNO STRACOLMO DI DIRITTI PER TUTTI  


"IMAGINE"   http://www.touchcast.com/imagine 
Il celebre inno alla pace di John Lennon eseguito nella notte di Capodanno in varie parti del mondo, con un video globale per celebrare l'arrivo del 2015, anno cruciale per lo sviluppo e per l'infanzia



 Era appena il duemila, quando la comunità internazionale si propose  obiettivi ambiziosi , da veder realizzati entro il 2015. I Millennium Development Goals erano obiettivi di sviluppo condivisi, tanto che il programma era stato sottoscritto da tutti i 189 Paesi membri dell'Onu.

A distanza di 15 anni ,
 
Giampaolo CADALANU fa in un suo brillante articolo –mi si perdoni non ricordo in quale giornale -  l’analisi dei risultati di tali propositi ambiziosi:
*Sulla povertà: nei Paesi in via di sviluppo era circa la metà della popolazione a vivere nel 1990 con meno di 1,25 dollari al giorno. Nel 2010 erano "solo" il 22 per cento: comunque sia, ben 700 milioni. Ancora troppi, sicuramente.

* La fame vera e propria continua a diminuire, la  percentuale di persone denutrite nelle regioni povere è passata dal 24 per cento degli anni Novanta al 14 nel periodo 2011-2013. Ma l'obiettivo di dimezzare le cifre entro il 2015 sembra fuori portata.

  * La malnutrizione colpisce ancora un bambino su quattro: erano il 40 per cento negli anni Novanta. È un dato positivo, ma sempre drammatico, perché in cifre assolute vuol dire che sono sottonutriti 162 milioni di minori.

* Progressi significativi in tema di mortalità infantile: è scesa del 50 per cento, anche se resta fra le principali cause di morte.

* Segni positivi anche nella tendenza dell'istruzione: 90 bambini su cento nei paesi in via di sviluppo vanno a scuola (erano l'83 per cento nel 2000). Ma fuori dalle scuole restano ancora 58 milioni di bambini.

    * Qualche progresso anche in campo medico: la lotta alla malaria ha salvato 3,3 milioni di persone fra 2000 e 2012, soprattutto bambini dell'Africa sub-sahariana. Altri 22 milioni di esseri umani sono stati sottratti alla Tbc. In tema Aids, i progressi vengono dal maggior accesso ai farmaci antiretrovirali, che dal 1996 ha salvato 6,6 milioni di vite.

  * Rispetto al 1990, è migliorata la disponibilità di servizi igienico sanitari (+ 2 miliardi di persone), ma un miliardo ne resta totalmente escluso.

  * In calo è anche la mortalità per parto: ma ancora nel 2013 sono morte quasi 300 mila donne.

  * Il ruolo delle donne diventa più importante anche nella politica, con ministeri di rilievo (Difesa, Esteri, Ambiente), ma ancora 46 Paesi registrano di non avere alcun parlamentare donna. Nelle scuole invece la disparità di genere sembra superata del tutto           

* L'assistenza ai paesi in via di sviluppo è in crescita, ma il fardello del debito resta elevato. 
                                                                       
     
  * Segnali negativi in tema di ambiente, con le emissioni di anidride carbonica in rialzo e milioni di ettari di foresta persi ogni anno. Aumentano le specie estinte.

Ora siamo nel  2015.

A fine anno la campagna ripartirà:  si  riproporranno  gli obiettivi per l'umanità. Ma stavolta devono essere più condivisi.  Perché l'idea di rendere il mondo più vivibile per tutti è un sogno a portata di buona volontà.
 Io lo  voglio pensare come un sogno a portata di mano … anche se  la realtà non è per niente confortante .

 Il 2014 è stato un anno da dimenticare, un anno di orrore, paura e disperazione per milioni di bambini, esposti a violenze estreme, reclutati con la forza o individuati deliberatamente come obiettivi da gruppi combattenti. E molte di queste crisi nemmeno catturano più l’attenzione del mondo. 
L’appello di Anthony Lake direttore dell’UNICEF mi ha colpito:
«Questo è stato un anno devastante per milioni di bambini. Bambini sono stati uccisi mentre erano nelle loro aule a studiare o mentre dormivano nei loro letti. Bambini sono rimasti orfani, sono stati rapiti, torturati, arruolati, violentati e perfino venduti come schiavi. Mai nella storia recente così tanti bambini sono stati soggetti a brutalità così orribili…
 Le violenze e i traumi non soltanto danneggiano il singolo bambino, ma minano anche la forza della società. Il mondo può e deve fare di più per rendere il 2015 un anno migliore per l'infanzia. Perché ogni bambino che cresce forte, sano, in salute e istruito, è un bambino che potrà dare un contributo positivo al proprio futuro, a quello della sua famiglia, della sua comunità, del suo paese e, infine, al nostro futuro comune»


Devo far qualcosa anch’io; non certo da sola ma  insieme ad altri che come me vogliono  porre fine alla povertà, disuguaglianze e difendere l’ambiente  contro  il cambiamento climatico.
A fine 2015  i leader mondiali terranno due vertici importantissimi sia per le persone sia per il pianeta:
un summit a settembre che si tradurrà in nuovi obiettivi mondiali per porre fine a tutte le firme di povertà , discriminazioni, disuguaglianze;
un  vertice a dicembre che fisserà nuovi obiettivi Climate Action - un passo fondamentale verso un pianeta più sicuro.
 So che   persone di ogni regione del mondo stanno arrivando insieme come Action/2015. 
 Si tratta di  un  movimento  composto da tanti individui, organizzazioni, gruppi diversi che si uniscono nella convinzione che le decisioni prese dagli STATI  nel 2015 siano  fondamentali per il nostro futuro . Insieme, è la convinzione di codesto  movimento globale di cittadini, si puo’ oggi  alzare la  voce per le generazioni di domani

Localmente,   come associazione ambientalista CiLLSA (Cittadini per il Lavoro, la Legalità, la Salute e l'Ambiente), cerchiamo di tradurre gli obiettivi mondiali in azioni legate alla realtà del territorio.

Due manifestazioni, in questo senso, hanno coronato la nostra attività nel 2014:  il 21 settembre con AVAAZ per il clima, con proposte per le nostre amministrazioni sulla energia rinnovabile;   il  23 novembre per i diritti dei bambini, in particolare per la  salute dei piccoli nel nostro territorio . Ovviamente, il suo impegno non si esaurisce con l’anno appena passato

Il 2015 è arrivato. 
 L’augurio che faccio a tutti noi è di essere: 
 gente che vibra, che non ha bisogno di essere spinta,
 gente che ha il senso della giustizia, che lotta contro le avversità,

 gente capace di assumersi le conseguenze delle proprie azioni,
 gente che non sparisce quando si tratta di raggiungere obiettivi e idee,

 gente che cerca soluzioni,  gente fedele e persistente,
gente che aiuta generosamente senza sperare niente in cambio.


Auguriamoci  un anno  stracolmo di diritti per tutti e lottiamo, se necessario, per ottenerli .


Un augurio speciale a tutti i bambini del mondo che continuano ad avere  fiducia in noi.    



Un augurio al volontariato.               Per disegnare la società del domani  i valori di solidarietà ed equità sono essenziali.                                                                                                            Un augurio alla scuola che sia vicina agli studenti, coinvolgente, moderna, efficiente ,   inclusiva, emozionante, una scuola che creda nei valori ,
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/12/una-scuola-arzignanese-nel-mito-di.html
 insomma una scuola che sappia far sognare: da costruire insieme.   

 Un augurio particolare  alla  nostra associazione  CiLLSA:  non rinunci mai  al suo ruolo di informare i cittadini, anche, se necessario,  contro tutto e tutti.    
 


Ognuno di noi,  può  dare un contributo  per contrastare le situazioni che riteniamo inique, magari semplicemente firmando una petizione, partecipando a un dibattito, facendo circolare volantini, opinioni, esigendo un confronto costruttivo con gli amministratori del territorio.

Chi vuole fare qualcosa , trova sempre una strada; chi non vuole fare niente, trova sempre un pretesto.


E’ dunque il nostro impegno che fa la differenza.


Donata Albiero

Approfondimenti 
 
La città ha bisogno di voi
http://www.jazzblueseindignazione.com/2015/01/la-citta-ha-bisogno-di-voi.html

C'è un mondo che si muove
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/09/c-e-un-mondo-che-si-muove.html