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mercoledì 27 marzo 2013

UNA SCUOLA AMICA DEI RAGAZZI


Maxima debetur puero reverentia
(Giovenale  I° secolo dopo Cristo)

 Ascolto, partecipazione, protagonismo  degli alunni   
http://youtu.be/zNy--DWa-mQ  (UNA BUONA PRATICA)

                                                           
Al convegno organizzato dal  Comitato  UNICEF a Vicenza, il 14 /03/2013 intitolato  Insieme  Verso una scuola amica dei bambini e dei ragazzi: Partecipazione, Accoglienza, Solidarietà, Patto Formativo ..." le scuole  della provincia, che avevano ricevuto nel 2011 l’attestato di scuola Amica secondo il programma  dettato dall’UNICEF, sono state chiamate a confrontare le esperienze  attuate per condividerle .   
                                                                       
   In qualità di dirigente scolastica della allora scuola media Giuriolo di Arzignano, "Scuola amica dei ragazzi "
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/12/una-scuola-arzignanese-nel-mito-di.html)
   ho avuto  il compito di esplicitare la esperienza  didattica condotta in siffatta scuola. 

L'ho sintetizzata nel video sotto riportato.  
http://youtu.be/zNy--DWa-mQ 

Riassumo il significato delle immagini proiettate. 
Il percorso formativo  attuato dalla scuola media Giuriolo di Arzignano dal 2002 al 2012 ,  rinforzato negli ultimi anni  dalla partecipazione al  progetto  di “Verso una Scuola amica dei ragazzi”, si è  incentrato sull’ascolto, sulla partecipazione attiva, sul protagonismo dei ragazzi 
Si riteneva con tale modalità  di aprire agli allievi  la  strada all’assunzione di responsabilità, alla capacità di gestire la res publica come valore collettivo (partendo dalla scuola che essi frequentavano), alla democrazia ( scelte discusse e condivise).
Siffatta modalità di azione si coniugava e intersecava con un ambiente (la scuola) che doveva essere accogliente, gratificante, sicuro, valoriale (scuola di don Milan: non uno di meno), in cui gli studenti potessero con orgoglio identificarsi .

L’ascolto è stato la ‘molla’ della scuola per capire le necessità e i bisogni dei ragazzi , per accoglierli, abbracciarli,  valorizzarli.
Gli strumenti utilizzati sono stati molteplici : lo  sportello di ascolto (per risolvere situazioni di disagio singole o collettive),  il forum  ragazzi organizzato dalla Scuola con la supervisione di SOS Infanzia Onlus di Vicenza per due  anni consecutivi, le bacheche murali in ogni plesso , le  cassettine di posta , la  disponibilità  settimanale  offerta dal dirigente, i percorsi emotivi relazionali,  le  assemblee di classe e di istituto. 
Tutti i processi di ‘ascolto’ si sono caratterizzati  per:
- trasparenza e chiarezza sulle modalità dell’ascolto ( referente insegnanti  -
   contenuti …); 
- volontarietà (i ragazzi non erano mai  forzati ad esprimere le loro opinioni);
- rilevanza (le questioni sulle quali i ragazzi erano chiamati ad esprimere le
   loro opinioni dovevano essere a loro misura);  
- affidabilità ( i ragazzi erano stati  informati su come  le loro opinioni erano prese in considerazione dalla scuola )

L'ascolto’empatico’ ( si veda la pubblicazione da me curata “Le richieste silenziose dei preadolescenti " ) ha favorito la partecipazione reale  degli alunni  alla  vita scolastica, il senso di responsabilità  nonché il loro protagonismo.

L'ascolto ha fatto anche di più: ha cambiato il destino di una alunna indiana, salvandola   
http://donataalbiero.blogspot.it/2013/03/saper-ascoltare-una-allieva-puo.html


                                                                          
La  politica della scuola ha comportato per un decennio un curricolo ‘implicito’ e trasversale alle discipline  che faceva ricorso alle Nuove Educazioni,(educazione allo sviluppo, educazione interculturale, ed alla mondialità, alla pace, all’ambiente).                                   

 Il   percorso  della scuola ha  incoraggiato  gli studenti a partecipare, come  cittadini attivi, alla vita della  comunità  attraverso
·  la  cultura delle regole e responsabilità: adotto il mio banco con patto formativo
·  la  difesa della scuola e del suo decoro: tinteggiature, pulizia locali  
·   la  cura dell’ambiente scolastico: raccolta differenziata, concorso aule   pulite
·  il  protagonismo dei ragazzi: interviste, giornalini, teatro, lezioni tra pari,  costruzione della meridiana, orto botanico, marce,  feste su tematiche specifiche, lavori e mostre per la difesa dei diritti umani e\o per  raccolta di
 fondi all’insegna della solidarietà  
 ·   le  prove  di democrazia a scuola:   esercizio voto su questioni ritenute rilevanti (compreso il diritto di cittadinanza agli alunni stranieri, nomina  baby sindaci, incontri con le amministrazioni, assemblee propositive).

Gli obiettivi posti e monitorati sono stati 
• la costruzione dell’autostima, della fiducia in se stessi e del senso di identità
  il rispetto delle differenti culture e della diversità
la consapevolezza che i diritti portano anche responsabilità e che i diritti degli
   altri, come di  se stessi, devono essere difesi e promossi
  lo sviluppo di abilità comunicative e cooperative
• lo sviluppo di momenti assembleari,  e di ricerca
• lo  sviluppo della solidarietà come impegno quotidiano e nelle emergenze  


                                     
 L’ adesione  al progetto di scuola amica dei bambini e ragazzi MUR/UNICEF nel 2009  è servito alla scuola per migliorare il percorso:
·      monitorando le azioni
·      riflettendo sui suoi punti forti e su quegli deboli,
·      ritarando  le azioni,
·      coinvolgendo meglio i ragazzi nella difesa dei diritti umani  con la
 conoscenza della Convenzione internazionale sui Diritti dell’infanzia e nelle conseguenti  azioni di solidarietà, anche utilizzando incontri /testimonianze
       di bambini del terzo mondo (progetto "Giovani a confronto"), 
·      offrendo strumenti di rinforzo ai docenti che quella strada avevano  intrapreso da anni (rispetto ad altri colleghi),
·       dando lustro alla scuola che voleva essere amica dei propri studenti, che
        voleva   insegnare loro  a ‘vivere’.
                                                               
E’ l’appello con cui si conclude una canzone che i ragazzi  hanno dedicato ai loro professori nel 2007 (canzone scritta dalla prof.ssa Laura Piazza, musicata dal professore Paolo Gioco, eseguita dal coro di ragazzi) 
“Caro  prof insegnaci a vivere“
  
Altre scuole "AMICHE dei BAMBINI e RAGAZZI" della provincia,  hanno  illustrato le loro esperienze  meravigliose (I. C. Roncalli di Rosà, I.C.4  Barolini di Vicenza, I.C3 di Bassano), 
ravvivate prima dai saluti degli alunni di 2 scuole Ambasciatrici dell'Unicef 
 "P. Scalcerle di Thiene, "Don Muraro di Pilastro,   
impreziosite dai coinvolgenti interventi di apertura del dott Franco Venturella (ex dirigente UST di Vicenza)   e di Manuel Remonato (a nome della consulta  studentesca) 

Chiedo venia se parlando della scuola  Giuriolo pecco , per così dire, di conflitto d'interesse, essendovi stata alla sua guida per i dieci anni di attività e quindi   identificandomi  in essa. 

Onorificienza alla scuola Giuriolo
dal prefetto

Ma parlano i fatti. 
L'attestato di Scuola amica dei ragazzi c'è stato, erogato da  ...  ente 'VALUTATORE' esterno (commissione Unicef /Miur).
  La scuola media Giuriolo di Arzignano, quindi,  ha lasciato la sua eredità.
Ai due nuovi  istituti comprensivi di Arzignano spetta la decisione se proseguire o meno il cammino di Scuola  Amica dei bambini e dei ragazzi”.   

Intanto, a dicembre 2012,  la  dirigente della scuola media Giuriolo ha passato...  le 'consegne' della 'solidarietà'.      
     http://youtu.be/XecQlPWxeHc

Una consegna che si è esplicata alcuni mesi dopo con un concerto di note e d'amore per i bambini del mondo 
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/12/arzignano-natale-unicef.html
          

Donata Albiero                                             
                                    
APPROFONDIMENTI    
                                  
LETTERA  APERTA 
                                                                                          Agli allievi e ai loro genitori
                                                                                         
OGG : riconoscimento ottenuto dalla scuola Giuriolo “SCUOLA AMICA DEI RAGAZZI”

 Carissimi ragazzi, carissimi genitori,
il 30 novembre 2011 la scuola ha ricevuto il titolo di SCUOLA AMICA per conto dell’Unicef  e del Miur (Ministero istruzione)
La scuola Amica è una scuola dove la Convenzione sui diritti dell´Infanzia e della Adolescenza è conosciuta nei suoi contenuti, ma soprattutto viene attuata e vissuta quotidianamente e per questo bambini e ragazzi ne diventano protagonisti
Per intraprendere il percorso completo sono stati individuati nove  passi ; sei previsti per l’a.s. 2011/12
1. La “Scuola Amica” è una scuola che promuove e valorizza la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza .
2. La “Scuola Amica” è una scuola che valorizza le diversità: accoglienza e qualità delle relazioni sono al centro della vita scolastica.
3. La “Scuola Amica” è una scuola che pratica attivamente la solidarietà con aiuti concreti per garantire i diritti a tutti i bambini in ogni parte del mondo.
4. La “Scuola Amica” è una scuola che ascolta le opinioni degli studenti, ne promuove la partecipazione e il protagonismo e li coinvolge direttamente nella gestione dell’Istituto e nei processi di apprendimento.
5. La “Scuola Amica” è una scuola che costruisce il “Patto Educativo di Corresponsabilità” con la collaborazione di tutte le componenti scolastiche e con il coinvolgimento della più ampia comunità territoriale.
6. La “Scuola Amica” è una scuola che progetta spazi e tempi funzionali all’apprendimento e allo sviluppo della relazionalità.

La nostra scuola ha raggiunto il primo traguardo , i sei passi previsti, conseguendo un punteggio pari a 145 punti su un massimo di 156.
 Il diploma non rappresenta la conclusione del progetto, ma un nuovo inizio .
La scuola ha ricevuto altresì il logo che può inserire nella sua carta intestata

Soddisfazione della delegazione che ha ritirato il premio all ‘UST di Vicenza (Provveditorato)
A noi che dirigiamo la scuola GIURIOLO la gratificazione di siffatto riconoscimento si aggiunge a quella di luglio scorso quando la nostra scuola è stata segnalata al Ministero, unica della provincia , per il suo impegno civile e democratico con i ragazzi e alla gratificazione avuta nel ricevere la targa di MERITO a giugno 2011  dal Prefetto di Vicenza 

 La dirigente
Dott.ssa Donata Albiero                   

Il programma UNICEF    www.unicef.it
 L'UNICEF è da sempre una presenza importante nella scuola italiana.
 Insegnanti, dirigenti scolastici, genitori e alunni sanno di poter sempre trovare nell'UNICEF un valido supporto nel loro impegno quotidiano per costruire una scuola amica dei bambini e dei ragazzi

A misura di bambino è la scuola che valorizza le differenze, promuove l’ascolto e la partecipazione dei bambini e dei ragazzi in quanto soggetti di diritti e protagonisti del proprio processo formativo.
La Scuola amica è una scuola in cui la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza viene attuata e vissuta quotidianamente dai bambini e dai ragazzi.
Per intraprendere questo percorso sono stati individuati "Nove Passi verso una Scuola amica delle bambine e dei bambini” che mirano a tradurre in pratica, nell'ambito scolastico, i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
9 Passi per l'azione
1. Accoglienza e qualità delle relazioni
2. Partecipazione
3. Protagonismo dei bambini/ragazzi
4. Lo spazio organizzato a misura di bambino
5. Patto formativo con le famiglie e le componenti scolastiche
6. Strategia cittadina in coordinamento con il Programma “Città Amiche dei Bambini e degli
   Adolescenti”
7. Progettazione
8. Protocollo di Scuola Amica
9. Auto-valutazione




























 
 





venerdì 15 marzo 2013

LA PACE E LA SOLIDARIETA' RISCRIVONO IL FUTURO

Non c’è pace senza solidarietà e senza difesa dei diritti umani

Laboratorio dei diritti a. s. 2012/2013 Pl. Beltrame IC2 di Arzignano
http://youtu.be/_HBDyn_0Idw

 

   Concorso per le scuole del Veneto anno 2011

"I Giovani e l’Arte” si intitolava il concorso nell’ambito  dello Stage –Meeting internazionale “L’Europa dei Giovani? Un’Europa di Pace.  Tema - Europa di Pace : dialogo tra le culture e interazione tra i popoli .

 La Classe 2A (a.s. 2010 /2011) Istituto  GIuriolo di Arzignano  si è aggiudicata  il   terzo posto tra le scuole secondare partecipanti   (medie e superiori)  

Performance. Dapprima una città  dove tutto era  divertente: festa e balli. Poi  la guerra:  una marcia funebre ( Chopin).  Infine  una poesia si leva dalle macerie e invoglia la gente a non ricercare la soluzione dei conflitti con le armi ma… con le PAROLE .
    
I have a dream”  diceva Martin Luther King: aveva il sogno di una società dove bianchi e neri convivessero pacificamente e si rispettassero a vicenda come figli dello stesso padre. Il suo sogno in gran parte è stato realizzato. Oggi c'è un presidente di colore, evento impensabile anche fino a trenta anni fa.
Allora, mi chiedo,  – prendendo  lo spunto da un articolo di Claudia Galimberti - posso sperare anch’io  nel mio sogno di   un'umanità che viva in concordia e in pace?
Stage della classe 2 A  


Chiariamoci . Io non intendo ‘ pace’  soltanto come assenza di guerre ma anche giustizia, riconoscimento di diritti, relazioni solidali,  educazione e promozione.  Io intendo la pace  opposizione ad ogni guerra, ad ogni ingiustizia, ad ogni discriminazione. La pace per me esige  comportamento accogliente, rispettoso degli altri, sempre, nella nostra quotidianità.



Avevo queste idee  quando mi sono presentata a parlare con i giovani dell’istituto conciario di Arzignano  l’8 marzo 2013 al Teatro Mattarello  per rispondere al titolo provocatorio della loro assemblea Bambini, futuro  del mondo?”  o con le  terze dell’IC 2 di Arzignano alcuni giorni dopo , volendomi confrontare con loro su tema  Solidarietà per la pace nel mondo“ .

Nella  “fratellanza dei popoli”, nell’ essere cittadini del mondo, nell’invocare la pace e la solidarietà, si riassumono molte delle scelte urgenti che dobbiamo fare per superare la crisi che stiamo vivendo: riscoprire la nostra umanità, mettere le persone al centro dell’economia e non più il contrario, riconoscere i diritti dei più poveri e dei più deboli e non continuare a calpestarli, gestire l’accoglienza e non i respingimenti, batterci contro le povertà e le disuguaglianze sociali e non più aumentarle, investire sui giovani e non disperdere la nostra principale ricchezza, ridare piena dignità ai lavoratori di tutto il mondo e non peggiorare le loro condizioni, investire sull’educazione, sulla cultura, e non tagliare le opportunità del nostro futuro, difendere il pluralismo, il diritto e la libertà d’informazione, cambiare i nostri consumi, gli stili di vita personali e collettivi smettendo di distruggere e sprecare i beni comuni.
E ancora: ripudiare davvero la guerra e la sua preparazione, tagliare le spese militari, costruire l’Europa dei cittadini, mettere fine al traffico delle armi e impegnarci a costruire la pace in Medio Oriente, nel Mediterraneo, in Africa e nel resto del mondo, fermare il cambiamento climatico, rompere la schiavitù dai combustibili fossili e proteggere l’ambiente, costruire le città dei diritti umani e non le cittadelle dell’odio e dell’esclusione, investire sulla società civile e sul volontariato,  sulla cooperazione a tutti i livelli anziché sulla competizione selvaggia, promuovere la globalizzazione dei diritti umani, della democrazia,  della solidarietà contro la violenza, le guerre, le mafie, la corruzione, la censura,  il razzismo e la paura.
"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.      Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza" (art.1 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani)

Avevo una consapevolezza quando mi rapportavo con  gli studenti :  solidarieta’,  cooperazione,  pace sono   parole  che implicano azioni.
Come  trasferirle in vissuti quotidiani ai giovani ?  

 Il suggerimento mi è stato offerto da due  ragazzine ‘straniere’ , di 15 / 16 anni, che,  al termine  dell'incontro con gli  studenti delle superiori, mi hanno avvicinato volendo sapere come poter diventare volontarie nella  organizzazione che io rappresentavo. Una di  loro ha sentito  l’impulso di  spiegarmi che da grande voleva diventare medico per aiutare il mondo; nel frattempo, poichè mancavano tanti anni,  riteneva di poter  coronare il suo sogno di 'dare agli altri' … attraverso il volontariato.

Una lezione magistrale la sua . 
Un impegno etico per la vita comporta la responsabilità dello studio nella scuola  per raggiungere l’obiettivo; lo stesso impegno   rende cosciente il ragazzo della necessità di agire da subito perché la sofferenza degli altri non può aspettare. L’’importante allora nella scuola è che si ragioni, pensando di offrire opportunità al ragazzo attraverso le quali sia possibile "crescere" nella
conoscenza, ma soprattutto nella capacità critica, nel mettersi in discussione, nel relazionarsi verso l’altro, verso il mondo e il sociale in modo altruistico .

La  solidarietà  è una scelta da fare assieme:  insegnanti, ragazzi, personale non docente, genitori. Una scuola può fare atti di solidarietà visibili e "riconosciuti" (pensiamo alle raccolte fondi, alle prese in carico di scuole "lontane"), ma può anche diventare 'scuola solidale'  nel momento in cui, per esempio, affronta il disagio nascosto dei suoi allievi in modo comunitario , oppure si apre a sperimentare attività di "inclusione sociale".  
 E’ scuola solidale laddove favorisce l’aiuto reciproco tra studenti.
In questo modo,  attraverso dei gesti,  si testimonia un’apertura, una volontà di essere presenti nel proprio territorio e una disponibilità al dialogo che sono proprie della solidarietà.  Tanto più questi gesti sono condivisi, discussi all’interno della scuola, tanto più si fa educazione alla solidarietà; il gesto non è più la "buona azione", nel momento in cui diventa condiviso diventa progetto culturale ed operativo.

(video UNICEF nelle scuole dell'Ovest Vicentino anno 2012)
http://youtu.be/xrFjdr-frbw

Si può fare; nello spirito di una scuola che voglia riscrivere il futuro con i suoi ragazzi .

Donata Albiero                    

martedì 5 marzo 2013

SAPER ASCOLTARE UNA ALLIEVA PUO’ SALVARLE LA VITA


CONTRO LA DISCRIMINAZIONE DI GENERE
       
      spot           http://youtu.be/AFugywvJso4



IL DESTINO DI UNA ALUNNA INDIANA CAMBIATO GRAZIE ALL'INTERVENTO DELLA SCUOLA 












I fatti risalgono ad alcuni anni fa, in una delle scuole che dirigevo, quando una nostra alunna indiana di 14 anni  svolse un  compito di italiano sul tema della 
 'adolescenza'.




Leggendolo, all’insegnante  si prospettò, all’improvviso,  la realtà dolorosa e difficile di una dolce ragazzina che nutriva le speranze e i desideri tipici di tutti i ragazzi della sua età . 
Voleva uscire con le sue amiche, studiare con loro in biblioteca, fare un giro in piazza , partecipare ad una festa, ma tutto ciò le era precluso dal padre. 
 Viveva sotto la scure repressiva ; le era  vietata ogni forma di libertà, a partire dall’espressione del suo pensiero fino all’imposizione legata al rispetto degli abiti tradizionali da indossare rigorosamente appena tornata da scuola, unico luogo in cui le era permesso di vestire all’occidentale.
 Ogni sua forma di ribellione veniva punita con la violenza fisica, la stessa riservata alla madre; ogni sua legittima richiesta  era un’impossibile conquista, ogni suo movimento era soggetto al controllo...


Fu così che Amarjit (nome di fantasia), il cui profitto a scuola era  insufficiente ma la cui presenza era costante (mai un giorno di assenza), si immerse nel mondo della lettura.
La frequenza scolastica e la lettura divennero  il suo personale espediente per sfuggire all’inferno quotidiano che viveva in casa dove, di notte e di giorno, assisteva alle frequenti liti tra il padre e la madre, scontri durante i quali lei utilizzava il proprio corpo per difendere la madre dalla furia paterna.

La scuola era il suo porto sicuro e le vacanze, attese con ansia dai compagni, erano dalla ragazza vissute come un lutto poiché avrebbero prolungato la sua lenta agonia. Viveva tutto ciò con estrema rassegnazione e nel più totale silenzio e come se non bastasse era certa che presto sarebbe stata destinata dal padre in sposa ad un uomo sconosciuto e che non amava. Era  l’ineluttabile destino delle ragazze indiane come lei, di fronte al quale nessuno l’avrebbe potuta aiutare.

Ma di fronte alla traccia di un tema che le chiedeva di parlare di sé, dei suoi desideri, della sua vita, dei suoi sogni di adolescente A.  prese il coraggio a due mani e rivelò la sua condizione di ragazza segregata in casa  Era il suo modo di chiedere aiuto nella speranza che qualcuno, in tal caso l’insegnante, poi le autorità preposte, si mobilitassero.

Da qui la prima segnalazione dell’insegnante a me  Dirigente scolastico,  poi a mia volta alla tutela minori, magistratura …
La scrittura  e la denuncia furono le sue armi; affidò la sua vita  alla forza della parola e alla fiducia nei suoi insegnanti (italiano e matematica) ai quali, prima di allora, non aveva rivelato nulla
In un secondo tema sulla condizione della donna ( si avvicinava  l’8 marzo ) argomento affrontato in classe dalla docente di italiano,  continuò a denunciare la mancanza  di diritti delle donne del suo Paese al punto da chiedersi come si potesse chiamare “padre” il suo, un uomo di fede islamica che pregava cinque volte al giorno, che seguiva i dettami del suo dio ma che utilizzava la violenza su di lei e su sua madre.

L’ennesima 'riflessione ' scritta mi fu consegnata e , tramite me,  agli organi preposti, che,  nel frattempo, si accertavano  dei fatti emersi .
La goccia che fece traboccare il vaso fu la confessione che A. fece alla madre, rivelandole di essersi innamorata di un ragazzo.
La donna, succube del marito, riferì a quest'ultimo tutto; ciò spinse il padre, in piena notte, a picchiare violentemente la ragazza che il giorno dopo arrivò a scuola terrorizzata per quanto aveva subito.
A.   si confidò con delle amiche che contattarono immediatamente l’insegnante di italiano, di fronte alla quale la ragazzina  minimizzò l’accaduto,  impaurita dei risvolti di una sua ennesima confessione fino, poi,  ad ammettere tutto.
Il magistrato che seguiva il caso fu messo al corrente e nel giro di pochi giorni fu organizzato a scuola un interrogatorio protetto. Al cospetto di una psicologa mai incontrata, la ragazza raccontò la triste storia della sua vita perché si era resa conto che era quello l’unico modo per conquistare la libertà negatale. Rivelò anche l'esistenza di un diario segreto,  affidato, per paura della famiglia,  a un’amica e  ritrovato dagli inquirenti (prova),  dove aveva annotato episodi e riflessioni amare sul senso della sua vita.
Lo stesso giorno dell’interrogatorio, senza nemmeno ritornare a casa, A.     fu allontanata dalla sua famiglia.

Ora  si trova in una struttura protetta.Ha sostenuto gli esami di licenza media e frequenta la scuola superiore, con la voglia di riscattarsi attraverso l’istruzione e riappropriarsi della sua vita.
Nel giugno successivo ha contattato le insegnanti e la dirigente che l’hanno aiutata nella sua corsa verso la libertà, per ringraziarle  e con la speranza di non essere da loro dimenticata.

 Ecco la lettera ricevuta inaspettatamente
La trascrivo fedelmente 
“Gentile dirigente...io non sono italiana e non parlare bene italiano, ma con quello che so volevo ringraziarla per avermi salvato la vita...il mio futuro. 
Sono ……… (nome di alunna frequentante la scuola)   
Se non mi aiutavate voi, la prof.ssa di italiano (nome riportato) , la prof.ssa di matematica (nome riportato)  io adesso sarei stata al mio paese sposata con qualcuno essendo anche minorenne....ma io ho capito che la mia vita non doveva finire li...io devo fare qualcosa per trovare il mio posto vero nel mondo...
E se riusciro un giorno a fare qualcosa per gli altri e per me sara solo grazie a voi....
Secondo me le mie insegnanti. la mia scuola e la migliore al mondo...e sono contenta di averla frequentata...sono fiera della mia scuola,delle mie care prof.sse,che mi hanno sempre aiutato senza pensare che sono straniera.
 Farò di tutto per avere ancora di piu la fiducia,l'amore che le mie insegnanti  gia mi hanno dato...e le vorro sempre bene.
Non la dimentichero mai..
 Lei mi ha aiutata tanto...mi ricordero di lei come un ottima dirigente”
Firma ( nuovo nome acquisito)

 Le risposi brevemente
“Carissima ,
 il  tuo messaggio mi commuove e mi rende orgogliosa  dei professori che ti sono stati vicini e ti hanno voluto bene .
Avere un brava ragazza che può ancora sperare nel suo futuro  è quanto noi vogliamo.
Noi non dobbiamo mai dimenticare che dietro un volto, di qualsiasi colore, ci sono esseri umani che a volte, molto spesso, si portano dietro un bagaglio di dolore e rinunce.
Tu hai vissuto in prima persona il tormentato scontro tra le diverse culture , la tua e quello del Pese in cui stai l’Italia . 
Mi auguro che quanto fatto per te e il  tuo ringraziamento ci sproni  sempre come educatori  ad aiutare  i giovani, di qualsiasi estrazione, a transitare in modo meno tribolato verso un futuro più equilibrato.
Consegnerò questa tua lettera alle due insegnanti che saranno felici di avere tue notizie
Ciao 
La tua dirigente


Invito ad adottare  lo slogan  "La mia vita, il mio diritto, la fine dei matrimoni precoci"  che si sta diffondendo in tutto il mondo, incoraggiando azioni che richiamano l'attenzione sul tema delle spose bambine .


 Donata Albiero                                                                   
 
QUALCHE CIFRA
Dove le bambine si sposano di più
 Secondo i dati più recenti si stima che nei Paesi in via di sviluppo (Cina esclusa) oltre un terzo di tutte le donne (circa 70 milioni) tra i 20 e i 24 anni si sono sposate – o hanno iniziato a convivere – prima dei 18 anni, e un terzo di esse addirittura prima dei 15 anni.
I 10 Paesi dove è palta la percentuale di donne tra i 20 e i 24 anni che si sono spostate o hanno iniziato a convivere - prima dei 18 anni.
Niger                                        75%
Repubblica Centrafricana        68%
Ciad                                         68%
Bangladesh                             66%
Guinea                                    63%
Mozambico                              56%
Mali                                         55%
Burkina Faso                          52%
India                                       47%
Eritrea                                    47%
Fonte: Dati UNICEF 2013

Il tassi più alti di matrimoni precoci si registrano in Asia meridionale con il 46% e nell'Africa subsahariana con il 37%.
Se la tendenza attuale proseguirà, entro il 2020 142 milioni di bambine si sposeranno prima di aver compiuto 18 anni.
Ciò si traduce in 14,2 milioni di bambine sposate ogni anno, cioè 37.000 bambine sposate ogni giorno


L' istruzione femminile è base dell'emancipazione

L’UNICEF, con le organizzazioni partner, promuove l'istruzione come migliore strategia per proteggere le bambine dai matrimoni precoci, così come dal lavoro minorile e da tutte le forme di violenza e abuso.

 http://youtu.be/AFugywvJso4