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giovedì 23 maggio 2013

UNA PALLOTTOLA IN TESTA CONTRO IL DIRITTO ALL'ISTRUZIONE

Il diritto allo studio è un bene assoluto, da proteggere sempre e comunque.

 "I have to go to school"
http://youtu.be/661Dc2f9qoY
Malala  "Voglio andare a scuola"

 Malala,  una ragazzina  pakistana quindicenne della regione dello Swat, è diventata  un simbolo della ribellione delle ragazze .
La sua voce coraggiosa si è levata  per rivendicare il diritto allo studio negato alle bambine, conquistando un'eco internazionale.


       E' diventata una icona della resistenza all'ingiustizia, affermava un diritto negato per il quale i talebani le hanno sparato alla testa e al
collo nell'ottobre scorso perché ... diffondeva idee laiche e occidentali, quindi oscene .                               
Idee come queste: ” Dateci penne oppure i terroristi metteranno in mano alla mia generazione le armi".

Malala non è morta; si è salvata.
La sua storia mi ha imposto  una riflessione, la stessa che ho indirizzato agli studenti  dell’ITIS di Arzignano l’8 marzo 2013,  nella  giornata  dedicata alle donne.

A volte non apprezziamo adeguatamente ciò che abbiamo,  ci sembra scontato.
Suscita sgomento l’idea che qualcuno possa essere ucciso perché afferma l’importanza della scuola al di là della differenza di genere, ma a questo sentimento occorre far seguire la riflessione.


La storia di Malala ci dice innanzitutto quanto sia ancora negato, in molte parti del mondo, l’accesso dei bambini all’istruzione.
Si tratta di un fenomeno ancora molto vasto. Secondo l’Unesco sono almeno 67 milioni i minori che non vanno a scuola, e per 28 milioni di essi, la causa principale è lo stato di guerra. Vi sono ragazzi che desidererebbero studiare ma sono arruolati per combattere; vi sono ragazze costrette a stare a casa per il timore che nel tragitto per andare a scuola siano oggetto di violenze e di sevizie.
Ci dice anche quanto non sia affatto scontata l’accettazione dell’accesso universale all’istruzione, che non a caso è una conquista recente dell’umanità.

La scuola è una risorsa  potente, che plasma le menti degli allievi, che promuove competenze, che può aiutare a pensare, che può spingere verso l’autonoma personale.
Per questo chi nega la libertà  la colpisce. La formazione, come ci insegnano molte vicende storiche passate e attuali, può anche fare paura.

Ecco allora che le storie drammatiche degli altri  possono insegnare ai ragazzi,
ai giovani, innanzitutto  ad apprezzare il bene prezioso di cui dispongono.  
La  considerazione  dello sfruttamento minorile nel mondo
http://donataalbiero.blogspot.it/2013/04/guardami-negli-occhi.html  
e  la conoscenza  delle esperienze dei loro coetanei che  lottano per l’istruzione
possono essere uno stimolo  per farli  valorizzare la scuola e lo studio. 
Possono aiutarli  a concepire i diritti dell’infanzia non solo come una proprietà da custodire, ma come un bene fragile da conoscere meglio e da promuovere.

La  scuola può salvare il destino dei bambini del mondo  
http://donataalbiero.blogspot.it/2013/03/saper-ascoltare-una-allieva-puo.html

 Malala ha mostrato al mondo che cambiare si può;  ha acceso un motore che ha fatto girare in avanti la storia.

Allo stesso modo hanno agito oggi,  23 maggio,  gli  studenti d’Italia  che hanno affollato le strade di Palermo nella giornata della legalità affermando  i valori e le speranze delle nuove generazioni.
Sono i giovani  che, come Malala,  non intendono accettare incondizionatamente la realtà,  rifiutano le ingiustizie, lottano contro la mafia,  esercitano la cittadinanza  attiva e responsabile.


D’altronde non è il sistema che costruisce noi, ma l’esatto contrario.

I giovani  - l'ho sottolineato in un precedente post-  se vogliono avere un futuro devono essere gli agenti del cambiamento, i portatori di un nuovo 
messaggio culturale fondato sul rispetto delle persone, della legalità,
sulla difesa dei diritti umani.  




Bisogna solo avere la voglia di cambiare.


 


Malala voleva studiare e ci è riuscita.
Prendiamo appunti .






Donata Albiero       
                                                                                                 




martedì 7 maggio 2013

EDUCHIAMO I GIOVANI A VOLARE ALTO

BASTA STEREOTIPI   
Impegno e cultura al primo posto   
· Non c’è responsabilità più sacra di quella che il mondo ha verso i bambini  Kofi Annan
· Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere                                Gandhi
· Sii gentile con la Terra                                                                           Dalai Lama
· Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare il mondo dentro di me  Bono  Vox

 http://youtu.be/POwtVM4m-rw
(Valori fondanti  per i nostri giovani: diritti umani, pace, rispetto delle diversità , rispetto per l'ambiente) 


                          La  dirigente scolastica Carla Vertuani introduce  i lavori

 Ballarò, trasmissione televisiva, ci presenta, settimanalmente, immagini di giovani che riflettono la nullità e il qualunquismo di luoghi che frequentano: sale da giochi, discoteche,  panchine.
La realtà dei giovani nel nostro Paese è  diversa: basta cercarli nei luoghi appropriati: nelle assemblee studentesche, davanti alle fabbriche chiuse, alle manifestazioni degli insegnanti precari e in difesa della scuola pubblica,  nei cortei  a sostegno dei diritti umani e della democrazia ,  nel volontariato…
Sono i  ragazzi e i giovani che abbiamo incontrato nei luoghi del confronto


        Studenti del Galilei di Arzignano al Teatro Mattarello, l'8 marzo 2013

 L’otto marzo 2013, gli studenti , più di 450 , dell’ITIS GALILEI di Arzignano,   al teatro Mattarello,  si sono confrontati tra loro e con me. 
 Bambini, futuro del mondo”? è stato l'inquietante interrogativo all'interno
della tematica incentrata sulla solidarietà.
 Due  sono state le questioni che, in qualità di relatrice, ho ritenuto di affrontare:  il ruolo dei giovani  e il  ruolo della scuola per dare risposta alla domanda: “Quale futuro è riservato ai bambini del mondo ? “ 

    I  rappresentanti  degli studenti       
  
Ho dovuto  ammettere che non c’è equità nel nostro Pianeta :  il ‘futuro’ di ogni  bimbo  dipende dal luogo in cui  nasce e nascerà , nonché  dalle condizioni economiche in cui ciò accade e accadrà .

 Entro il 2025 la popolazione mondiale, che attualmente è composta da sette miliardi di persone, ammonterà ad otto miliardi. Il nuovo miliardo di abitanti della terra saranno bambini, il 90 per cento dei quali nati nei paesi meno sviluppati.  Allo stesso tempo però diminuiranno le risorse destinabili alla cura dei più piccoli e aumenterà proprio nei paesi più popolosi a basso reddito la mortalità infantile che già adesso è doppia rispetto a quella dei paesi più sviluppati. 
 I giovani  sono direttamente interessati alle sorti del pianeta in cui devono  vivere. 

 La realtà non è confortante . Non viviamo un bel momento storico.
http://donataalbiero.blogspot.it/2013/04/guardami-negli-occhi.html
                                                       
E’ un mondo in declino sotto molti punti di vista :  inquinato , con una grave crisi economica mondiale,  devastato  da emergenze e calamità. 
E’ un mondo che non  saputo dare prospettive di lavoro a tutti, nemmeno ai giovani, che offende i diritti umani con atteggiamenti di intolleranza, discriminazione, razzismo;  un mondo in cui si sono determinate le  divisioni  tra paesi ricchi e paesi sempre più poveri, che all’interno degli stessi paesi ricchi crea le ingiustizie sociali a svantaggio soprattutto delle fasce deboli. 





I giovani,  se vogliono  avere un futuro  devono essere gli agenti del cambiamento,  i portatori di un nuovo messaggio culturale fondato sull'etica,   sul rispetto delle persone,  dell’ ’ambiente,  sullo sviluppo sostenibile
               
Ogni nazione, del resto, non può permettersi di sprecare le proprie risorse.   Il coinvolgimento  dei  giovani  è la più elevata forma di investimento che uno Stato possa fare per raggiungere il benessere al suo interno.  La partecipazione apre la strada all’assunzione di responsabilità, alla capacità di gestire la res  pubblica come valore collettivo, alla democrazia.
La battaglia fondamentale per un  mondo migliore, contro lo sfruttamento, la povertà , per un ambiente  sostenibile, contro l’intolleranza  ideologica , per  la   solidarietà, si  sviluppa  sul fronte  culturale.   
                                    
 Entra prepotentemente in causa l’istruzione.                                   

Sono ancora oltre 120 milioni i bambini ai quali è negato il fondamentale diritto all'istruzione di base.
Avere accesso alla scuola primaria è molto più che imparare a leggere, scrivere e far di conto. In un paese a basso reddito e con alti tassi di incremento demografico, le nuove generazioni rappresentano la ricchezza più importante e la migliore speranza di spezzare la catena che collega ignoranza, povertà, sfruttamento e sottosviluppo.                                                  
Non commento nemmeno  la battuta infelice  che,  mi pare nel 2010, varando la nuova Finanziaria, il ministro Tremonti ebbe a dire a proposito della cultura. Non è chiaro se le esatte parole che ha pronunciato siano «Con la cultura non si mangia», «La gente non mangia cultura» o «La cultura non dà da mangiare». In ogni caso, il senso è lo stesso: la cultura, nella visione del ministro, non produce benefici materiali, ma rappresenta un costo   .

La storia insegna che nessuna società è mai uscita dal sottosviluppo senza un cospicuo investimento nel proprio capitale umano.

Per questo l'istruzione è considerato un diritto umano fondamentale e uno dei più importanti fra gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio sanciti nel 2000 dall'Assemblea Generale dell'ONU.
Garantire a tutti i bambini e  bambine la possibilità di frequentare per intero almeno il ciclo dell'istruzione primaria e ricevere insegnamenti di qualità è il modo più efficace per conseguire anche gli altri traguardi quali l'eliminazione della fame, della povertà e degli ostacoli che frenano uno sviluppo umano sostenibile per tutti gli abitanti del pianeta.

L’istruzione  va, dunque,    difesa , protetta , potenziata.
Lo sa la giovane pakistana di 14 anni, Malala Yousafzai,  che lotta per i diritti dei fanciulli  nel suo Paese. 

Un Paese che non si rinnova con la cultura, è un Paese destinato al declino; un Paese che ignora e rifugge l’importanza dell’istruzione  è un paese destinato a morire, un Paese  senza futuro.                                          


Gli studenti italiani lo hanno capito: per questo si sono mobilitati, si mobilitano tuttora  e manifestano democraticamente  nelle piazze...
     Alla POLITICA spetta dare una risposta adeguata.

  Donata Albiero                                                         


P.S .  QUNADO L'IMPEGNO NON CESSA MAI
          C'E' UN MONDO CHE SI MUOVE
  http://donataalbiero.blogspot.it/2014/09/c-e-un-mondo-che-si-muove.html