Visualizzazioni totali

lunedì 1 ottobre 2012

UNITI PER I BAMBINI


I BAMBINI  CHE NASCONO SONO DEGLI INVITATI . 
Noi li abbiamo chiamati, noi li dobbiamo accogliere con affetto e tutelare 
      
 WE ARE THE WORLD       
  

       
Di  corsi di aggiornamento ne ho fatti tanti in vita mia; questo seminario a Roma, a cui partecipavo il 14-15-16 settembre 2012, era uno in più sulla SCUOLA, sia pure da una prospettiva diversa, esterna (in qualità di volontaria, delegata Unicef per il comitato della provincia di Vicenza).    
Sola e assonnata, meditavo, in treno nell’andata, sui tre giorni residenziali che mi attendevano. Vi avevo condensato le mie aspettative per continuare l’impegno con e per i ragazzi,  dopo la mia dipartita dalla scuola.
Sapevo di aver scelto di stare in una organizzazione  internazionale, non confessionale,  ONLUS (mi  considero  cittadina del Mondo e penso che la solidarietà non debba e non possa tradursi in  interessi privati).
Tuttavia, non mi bastava avere acquisito determinate consapevolezze sull’’UNICEF: unica agenzia delle Nazioni Unite dedita all'infanzia,  opera in oltre 150 paesi per garantire la sopravvivenza e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti,  è  il più grande fornitore al mondo di vaccini per i paesi in via di sviluppo,  sostiene la salute e la nutrizione infantile, fornisce acqua e servizi igienico-sanitari, istruzione di base di qualità per tutti  ragazze /  ragazzi  e protezione di bambini da violenza, sfruttamento e AIDS. 
Temevo (con se stessi non si  bleffa) di scoprire, al termine del viaggio, che  la mia adesione era in realtà un riempitivo delle mie giornate,  fino a ieri intensissime con i ragazzi a scuola.  Beninteso, non  ci sarebbe stato nulla di male prenderne atto, ma mi conosco. Per  ‘agire’ con passione e entusiasmo, senza cedimenti, devo essere convinta  della giustezza della causa per cui mi ‘spendo’  al 100%
La verità stava …, dunque,  a Roma , nel seminario , in quel che avrei sentito sui progetti da portare a scuola e nella comunità.  Non osavo nemmeno ipotizzare  quel che sarebbe successo  se fossi rimasta  delusa.  Come sarei ritornata a casa ?

E’ stata una folgorazione, pari, mi si perdoni il confronto,  a  quella  ‘religiosa’  di San Paolo sulla via di Damasco  quando si convertì al cristianesimo.

Ho accolto con emozione ragionamenti, proposte, interventi che avevano tutti come stella polare la Convenzione dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza, la prospettiva dell’infanzia vista come risorsa per l’umanità: rigorosa e attenta  analisi della situazione internazionale (non si risolve un problema se non lo si conosce), scelte concrete nel mondo in risposta alle diverse esigenze e emergenze, coinvolgimento delle
popolazioni locali per ottenere i risultati programmati,
ruolo essenziale della scuola nel favorire il processo di cambiamento della società. Mi sono ritrovata nel mio vissuto di operatore scolastico, nelle battaglie a favore dei bambini e ragazzi protagonisti attivi del loro processo educativo. (testa ben fatta).  
Non  perdevo la mia identità , la mia professionalità , semplicemente la  dilatavo nello   spazio e nel tempo oltre la scuola,  rinforzando  i miei ideali  per un modo giusto e sostenibile.   

 Mi conquistava  l'idea di una organizzazione internazionale che aveva  nel rapporto con le istituzioni un punto fermo della sua azione, orientata non solo alla raccolta di fondi per sostenere i progetti nei Paesi in via di sviluppo (l’attività maggiormente percepita dalla opinione pubblica italiana), ma anche ad un’azione di promozione culturale, con il coinvolgimento di scuole, sindaci, amministrazioni, presupposto di una nuova cultura dell’infanzia?

Per inciso, anche  l’Italia  sta vivendo un momento in cui  i temi dell’infanzia stanno assumendo grande rilevanza e si stanno verificando  nuove emergenze sociali riguardanti, in particolare, i bambini e i ragazzi stranieri, rispetto alle quali l’UNICEF vuole offrire il proprio contributo.  
 
Come potevo non condividere la politica del 
  Vogliamo zero”?               
 Il rapporto 2012  parla di una diminuzione nella mortalità infantile.
"L'UNICEF Italia -ha dichiarato il presidente- accoglie
con speranza questi nuovi dati a dimostrazione di quanto importante  sia il lavoro che portiamo avanti ogni giorno anche grazie all'impegno di tanti volontari, donatori, aziende, scuole che credono, come noi, che arrivare ad azzerare il numero di morti prevedibili sia possibile.  Perché nessun numero è accettabile quando si parla di bambini che muoiono.
Noi vogliamo arrivare a zero.
Siamo sulla strada giusta perché sappiamo come salvare vite, lo abbiamo fatto e possiamo continuare a farlo, con l'impegno di tutti"
La  vendita delle orchidee nelle piazze d'Italia il 6 e 7 ottobre (anche ad Arzignano) è finalizzata a tale campagna

 Come potevo non essere d’accordo su una Agenzia che si configura non come Ente assistenziale, di solidarietà ma AGENTE di cambiamento 
La maniera più efficace per garantire il benessere dell’infanzia è, infatti,  lavorare con un approccio globale al fine di trasformare giorno dopo giorno la vita di milioni di bambini,  delle loro famiglie e delle loro comunità. Ecco perché, tra l’altro, essa non utilizza la formula dell’adozione a distanza di un bambino (concettualmente discriminante) ma l’adozione di un Ambiente, di un Villaggio, di un Programma.
Migliorare la vita di un bambino (permettergli di andare a scuola, di essere sano, protetto da violenza, sfruttamento e abusi), significa produrre dei cambiamenti strutturali che coinvolgono la sua famiglia, la sua comunità (programmi integrati)  
 Mi ha piacevolmente  colpito  l’immagine metaforica dell' Unicef con  ‘VISTA STRABICA’ perché si pone nell’ottica di  guardare  lontano con l’occhio vicino”: ci sono, sicuramente i diritti primari dei minori da tutelare nei paesi sottosviluppati del mondo ma ci anche i diritti 'di terza generazione', poco conosciuti che le cosiddette società avanzate, tra cui la nostra, disconoscono: ascolto, partecipazione  e si giocano a scuola .
Scuola come un interlocutore privilegiato. Di qui l’accordo Unicef con il MIUR (Ministero Istruzione )per  il progetto “Verso una scuola amica dei bambini e dei ragazzi”, in cui gli alunni sperimentano i diritti  dalla Convenzione Internazionale, quotidianamente. 

Il mio pensiero si perdeva  ….  verificando la traccia concreta di siffatti ragionamenti nel percorso educativo della ex scuola Giuriolo di Arzignano, documentato in sue pubblicazioni:  
*‘Un patto di corresponsabilità scuola famiglia’, 
*‘Una Barbiana per nuovi Italiani‘(alunni stranieri),
*'Villaggio Adolescenza' (alunni cittadini attivi); 

 







un percorso additato come buona pratica e coronato da premi a livello nazionale (Concorso ‘La  memoria genera speranza’), provinciale (Prefetto di Vicenza),
da un primo riconoscimento di "Scuola amica dei bambini e degli adolescenti “ (Progetto pilota MIUR-UNICEF) nell’a s 2011 /2012.


Oggi, la  campagna Unicef IO COME TU (contro ogni discriminazione) rispecchia quella che sempre è stata la mia sensibilità sulla  pari dignità di tutti, così il progetto  di scuole amiche, di città amiche dei minori.
Il tasso di civiltà e di sviluppo di un Paese non si misura solo con il Prodotto Interno Lordo, o con il livello di competitività, ma soprattutto con la capacità di tutela dei più deboli; perché 'ogni bambino escluso rappresenta una opportunità  perduta'.



 Sto, perciò, con l’UNICEF, riconoscendo tuttavia a tante altre Associazioni  il merito di occuparsi di bambini, dei ragazzi e di lavorare con l'obiettivo comune di rendere migliore il loro futuro .

 L'importante è di non restare con le mani in tasca     
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/08/bambini-ragazzi-giovani-soggetti-attivi.html



Nessun commento:

Posta un commento