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lunedì 24 settembre 2012

DIFENDO LA SCUOLA PUBBLICA


QUARANTA ANNI DI MILITANZA ATTIVA A SCUOLA  

sassolini da togliere


Paolo Poli  legge Pinocchio per la scuola pubblica
http://youtu.be/2lG5GSmCt1k


Negli ultimi anni il  mondo della scuola  (pubblica) è cambiato  e non certo in meglio.  
                                   
Parlo per esperienza diretta, 40 anni di servizio attivo. 


 




Riforme e controriforme in atto, penuria di fondi, una modalità diversa e  aggressiva  di rapportarsi dei genitori con i docenti, la fragilità psicologica sempre più palpabile degli alunni l’hanno messa, per così dire, in ginocchio.
Considero la scuola pubblica il microcosmo più fedele della società, il banco di prova di ogni ipotesi di comunità, il luogo in cui si creano le condizioni della integrazione, dello scambio culturale, della formazione e della costruzione di speranza, della acquisizione di senso esistenziale.

Di conseguenza, mi ha fatto riflettere la lettera, apparsa in una rivista, di Luigi Del Prete, vecchio precario della scuola di Palermo:
 Non esiste altro luogo oltre la scuola pubblica in cui le questioni fondamentali del nostro tempo (migranti, senza casa, disagio giovanile, sperequazione sociale, periferie, legalità, convivenza civile) sono tutte presenti in una spiazzante contemporaneità e allo stesso tempo desolante. A scuola ogni giorno si incontrano alunni, docenti, genitori; è il luogo in cui si mescolano 'fisicamente' tutte le 'marginalità costrette' del nostro tempo, in cui la legalità può essere non insegnata ma acquisita, in cui la rabbia per la nostra terra violentata può diventare conoscenza e non rassegnazione...


Ho sempre difeso la scuola pubblica come genitore, docente, dirigente, perché mi riconosco nei
valori sanciti dalla Costituzione:  
art.3: La scuola è aperta a tutti.
art.33: Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La realtà è diversa.
Le scuole private ricevono finanziamenti dallo Stato, da tempo, a scapito della scuola pubblica che ne ha  sempre meno; in compenso per quest’ultima aumenta il n° alunni per classe (classi pollaio),si riorganizzano orari (settimana corta), in barba ai  tempi psicologici dell'apprendimento. 

Vogliamo continuare ?
Il recentissimo Rapporto su sicurezza, qualità degli edifici scolastici presentato da Cittadinanzattiva  a Roma riporta: 
"L'impressione generale che emerge dallo studio è che i servizi didattici siano considerato come meri accessori, cioè' di essi gli studenti devono farne tristemente a meno.
Il 46% degli edifici monitorati infatti non ha una palestra al proprio interno, in un terzo dei casi i cortili sono usati come parcheggio, un terzo delle scuole non è dotato di aule computer e quasi la metà è priva di laboratori didattici.
Quanto alle mense sono presenti solo in una scuola su tre. 
Palestre e cortili, laddove ci sono, poi, risultano in cattive condizioni. Le palestre presentano  nel 17 % dei casi segni di fatiscenza,  distacchi di intonaco nel 7%, sono senza spogliatoi nel 18%, hanno attrezzature danneggiate nel 13%, mancano di cassetta di pronto soccorso in un caso su tre (34%).  
 I cortili hanno pavimentazione sconnessa nel 44% dei casi, rifiuti non rimossi nel 12% e nella stessa    percentuale presentano barriere architettoniche".

Avete preso nota?

I cambiamenti peggiorativi nella scuola hanno segnato il mio 'vissuto' lavorativo.
Ho incominciato a insegnare a 19 anni (sono stata fortunata rispetto ai miei figli ora). Correva l'anno 1971; nel 1974  si sono introdotti gli organi collegiali.
Ho visto con entusiasmo la riforma dei decreti delegati perché ho sempre creduto, come credo  tuttora, nella attiva partecipazione dei genitori, nella trasparenza della scuola, nella corresponsabilità educativa ,  nella chiarezza dei criteri valutativi .


Purtroppo, i decreti delegati si sono rivelati una scatola vuota; da una parte l’incidenza nella vita della scuola è diventata da parte dei genitori invadenza in ambiti didattici non di propria competenza, dall’altra l’esasperato garantismo sindacale per il personale ha  appiattito i meriti e non ha focalizzato quello che è la scuola, un servizio per gli alunni .


 Ho iniziato la mia carriera come maestra unica; pochi anni ma sufficienti per capire che lavorare con altri colleghi era più produttivo per i miei alunni: la soluzione adottata è stata la sperimentazione delle ‘classi aperte’(io offrivo la mia 'passione' per canto, teatro, ginnastica; in cambio chiedevo per i miei alunni supporto per discipline che non amavo quali disegno e attività manuali ) .

Sono stata professoressa di lettere alla scuola media  di Montorso, nelle sezioni a tempo prolungato. 
Ho condiviso positivamente con gli alunni esperienze di  danza, giornalino scolastico e ho portato avanti le battaglie per il sostegno al tempo pieno, con una minoranza di insegnanti (ironia della sorte, quindici anni dopo dirigevo quella stessa scuola perdendo, per 'tagli all'organico assegnato', nel corso degli anni il tempo prolungato) .

Sono diventata , a 29 anni, nel 1981, superando il concorso nazionale (oggi è regionale), direttrice didattica nel secondo circolo di Arzignano.
Quattro anni dopo, nell'anno 1985 l’avvio nella scuola elementare dei nuovi programmi ha  introdotto la formula organizzativa del team (gruppo di tre ) al posto di un solo  docente.   
Ho accolto con convinzione la cosiddetta formula; a Montecchio Maggiore 1 circolo dove mi sono trasferita (dal 1989 al 2002 ) ho realizzato i più bei progetti nazionali, europei, proprio con il gruppo di docenti della scuola elementare e materna  (adesso si chiamano scuola primaria e scuola d'infanzia) )         
                                                      
  Pubblicazione presentata pubblicamente  nel 2001 a Montecchio  Maggiore
 Ho sempre esaltato le competenze dei docenti per cui non potevo non vedere gli aspetti positivi di una  equipe di lavoro.
              
Ecco perché il ritorno al passato, ora, per risparmiare organici, non ‘regge’ dal punto di vista qualitativo del servizio scuola .

 Ho vissuto il passaggio alla scuola autonoma nel 2000, illudendomi che la scuola pubblica potesse
veramente diventare soggetto propositivo, non mero esecutore di leggi e circolari spesso retrograde. C'è stato tuttavia il disincanto (riforme 'targate'  Moratti e  Gelmini).
 La riduzione degli organici (non  quelli di religione cattolica) con la ridefinizione dei criteri di dimensionamento delle scuole, la trasformazione dell’orario di insegnamento e razionalizzazione delle classi di concorso, la diminuzione degli insegnanti specialisti per le lingue straniere nelle elementari... così come sono state impostate sono state, a nostro parere, solo misure dettate per ridurre la spesa nella scuola  pubblica, non per aumentare la qualità. 
Ogni scuola così ha dovuto inventare nuove strade e nuove strategie in una logica non di miglioramento ma di sussistenza e sopravvivenza.

E’ una scuola in  sofferenza oggi, demotivata, una scuola piena di assilli  burocratici che si sta avvitando su se stessa, sommersa da ludi cartacei, tra sofismi e bizantinismi che ne imprigionano  l'anima.

Ho  vissuto il cambiamento dei rapporti tra scuola  e famiglie  e lo stesso cambiamento dei ragazzi  
La nostra società soffre di un deficit educativo. 
Le famiglie sono sempre più in difficoltà relazionale con i figli .
I ragazzi, per la maggior parte, vivono un tempo vuoto di relazioni e pieno di tecnologica, si dedicano a svaghi solitari, a rapporti virtuali, sovraccarichi di oggetti ma privi di attenzione e dialogo.
Insomma , come ho scritto più dettagliatamente in un altro post , abbiamo lasciato intere generazioni senza padri né maestri

http://donataalbiero.blogspot.it/2012/08/httpyoutu.html


Per questo, siamo ora tutti chiamati, ad assumerci le
responsabilità, ciascuno secondo le modalità proprie: la famiglia, la scuola, le istituzioni educative. 

Si tratta di una  scommessa.


La scuola deve dare le chiavi di comprensione del reale ai ragazzi: dalla testa piena alla testa ben fatta.


In una lettera aperta inviata agli amministratori comunali "La scuola  di tutti”, li invito  all'esigenza di esperire modalità e attori per garantire il recupero dei casi difficili 'extra moenia'
                        
"Riteniamo di non poter abbandonare tanti  ragazzi all’assenteismo delle famiglie o alla loro incapacità educativa ...

 Non possiamo lasciar soli i docenti  in questo  difficile compito di recupero; senza un eguale impegno  all’esterno della scuola da parte delle altre Istituzioni tale lavoro è  destinato al fallimento. 
 E‘ pertanto necessario uno sforzo comune di tutti gli Enti territoriali che affianchino la Scuola..., al di fuori delle ore scolastiche, per recuperare alla dignità di cittadino chi marcia verso la emarginazione e la devianza. E' un compito difficile, ma necessario, che riguarda alunni stranieri e italiani, per i quali la semplice repressione non è altro che un acceleratore verso la loro definitiva uscita dal consorzio civile “.

 Naturalmente ognuno di noi  deve dare il suo contributo attivo e responsabile

Così ritengo di aver agito.
La targa di merito alla scuola Giuriolo  consegnata nel 2011 dal Prefetto di Vicenza, la medaglia simbolica donatami dall’Unicef nel 2012, le attestazioni di stima della direzione regionale del Veneto e dell'Ufficio provinciale di Vicenza sono la risposta professionale agli attacchi politici, esclusivamente all’insegna di partito, ricevuti  due anni fa ad Arzignano, quale  dirigente buonista” per la quale si sarebbe dovuto esercitare “tolleranza zero”. 
Il mio torto? Aver protetto, nella loro privacy, ragazzi additati, tra l’altro senza prove, quali delinquenti e/o bulli, contro ogni qualunquismo e  giustizialismo.   
Non mi sono mai piegata ai politici di turno: ritengo  che il compito della scuola sia quello di educare e  formare ogni alunno che accoglie, non quello di punire e cacciare. 
Agli inquirenti...i compiti giudiziari.  

Ora il mio impegno è il volontariato nell'UNICEF
Con tale organizzazione internazionale che difende i diritti dei minori nel mondo, ho collaborato  come dirigente scolastica e la media G. di Arzignano ha ricevuto l'attestato di ‘scuola amica’.          
Delegata per la scuola dal Comitato  di VI,  porterò avanti i progetti con  Scuole e Comuni della zona
 disponibili . 


Un rammarico nella mia carriera professionale: non essere riuscita a far diventare la scuola Giuriolo 'Ente Accreditato per la Formazione' dalla Regione Veneto. E’ mancato il requisito primo per poter aspirare a tale traguardo: edificio a norma di sicurezza. Un problema la cui risoluzione tocca , per legge, al comune; un problema sollevato anche con la amministrazione precedente nel 2004, un problema ancora persistente.  

Ciò rimanda a quello che accade a livello nazionale … ultimo mio sassolino da togliere.
 Il 30% degli edifici scolastici non ha la  certificazione di agibilità statica ed è a rischio di crollo.
Una trasmissione di qualche anno fa, La scuola fallita di Riccardo Iacona, ci diede conto visivamente dello stato di degrado inaccettabile in cui versano molti edifici pubblici .
Da allora le cose non sono cambiate:  si è spostata l’attenzione su altro,  meno impegnativo e di maggiore impatto mediatico (scuola digitale, registri elettronici, lim),  in attesa della prossima (macabra) documentazione dell’incuria nei confronti di chi sta crescendo . 

Alla prossima ondata di indignazione  collettiva e passeggera, dunque.

Intanto, come cittadina, insieme a chi si riconosce,  mi impegno per una città vivibile, a misura dei bambini.
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/09/a-muso-duro.html

Donata Albiero                   


Approfondimenti


Studenti in piazza, impariamo da loro
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/10/studenti-in-piazza-impariamo-da-loro.html
 
  
Quando  il tempo era disteso
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/10/quando-il-tempo-scuola-era-disteso.html










 





 


      



       



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