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domenica 21 ottobre 2012

STUDENTI IN PIAZZA, IMPARIAMO DA LORO

"E questa maledetta notte dovrà pur finire .... perché la riempiremo noi di musica e di parole" 


   CHIAMAMI ANCORA AMORE
(dedico la canzone agli studenti in piazza )
Quello che cambia il nostro pianeta è la coscienza.  Ciò che crea la coscienza è l' educazione. 
    
Hanno ragione i giovani a indignarsi  per la scuola pubblica che non va.
 
"Le scuole sono le chiese della laicità moderna.  Sono i luoghi sacri del vivere civile.  
E' l'indifferenza con cui le stanno facendo sgretolare , nel silenzio, nella ignoranza dei problemi, nella superficialità distratta dei provvedimenti di emergenza, ... la dice lunga sulla assenza del sacro e del civile a cui vogliono condannare le nuove generazioni
afferma Franco Arminio in un articolo su  Il Manifesto del 12 ottobre 2012

Bravo il giornalista, come non dargli ragione?
La scuola per i governi italiani è una faccenda di spese da ridurre, non è nient’altro che questo.
Quello che i governanti , gli amministratori non capiscono è che l’Italia ha bisogno di più scuola.

Bisognerebbe tenere aperte le aule anche di pomeriggio e di sera
 (ricorrendo, se non è progettualità diretta della scuola,  a personale esterno, comunale, provinciale,  a comitati,  associazioni, cooperative, volontari) . 

E’ stata la battaglia che ho sempre condotto nel territorio, puntando su tempi più lunghi per gli studenti. 
Invece, ora, addirittura, la questione si risolve nella scelta di ridurre i giorni scolastici a cinque settimanali, con la 'risibile' motivazione che i bambini delle  scuole primarie avrebbero il diritto di passare più tempo in famiglia.
Siamo seri, non prendiamoci in giro.
Non c'è nulla di male nella opzione 5 giorni di lezione e il sabato tutti a casa ma diciamolo pubblicamente che si tratta, prioritariamente, per le scuole, di un problema organizzativo  (diminuzione del numero di 'bidelli', sostituzione docenti più facile se effettuata in meno giorni settimanali di scuola), o di risparmio per il comune (riscaldamento, illuminazione, trasporti).
Che ne è, però, del rispetto dei ritmi fisiologici, psicologici di apprendimento  dei minori?  
Come è possibile 'compensare' il sabato libero con giornate scolastiche più pesanti nel monte ore?                                                                 Mettiamo veramente al primo posto la qualità di vita dei bambini? 
Informiamo adeguatamente  i genitori sui processi di attenzione dei loro piccoli  figli?  

 La scuola, io non la vedo come un insieme di uffici; è arte, politica, religione, cultura, è compagnia, è lavoro, è gioia, è futuro.
La scuola dovrebbe essere la meta dell’agenda  di ogni Governo, di ogni Regione, di ogni Provincia, di ogni Comune.




La politica deve curare l’istruzione e i suoi scolari.
 Il giorno in cui caddero le torri il presidente americano era in visita in una scuola elementare. In Italia dentro un’aula è difficile portare anche i sindaci. I politici sono imbarazzati davanti ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, anche se esistono le eccezioni (come  dirigente ad Arzignano Montorso  ho avuto due sindaci che hanno fatto lezione in classe .
 A scuola non c’è spazio per sperimentare; non solo mancano le risorse, manca l’attenzione della società.

La scuola è la prima forma della politica, è il primo esercizio di cittadinanza e invece è ridotta a un parcheggio dove chi sta avanti non può andare più avanti e chi sta indietro non viene aiutato a farsi avanti. Un meccanismo bloccato, una macchina senza ruote.

Conclude Arminio il suo articolo:  
“L’Italia ha rottamato la pubblica istruzione e si è affidata alla televisione, fino ad eleggere a capo del governo il padrone dell’etere. Ora è tempo di rottamare la televisione e di rimettere al centro la scuola.  Ci vuole una vera e propria rivoluzione ed è più urgente del risanamento del debito”.

Il   Post "In difesa della scuola pubblica " evidenzia la mia posizione .   
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/09/difendo-la-scuola-pubblica.html

Ringrazio quindi gli studenti  perché combattono per i loro diritti, cercando di salvaguardare la scuola pubblica, perché non rassegnandosi, non desistendo, difendendo  le classi, i banchi, le sedie, una buona istruzione, difendono la nostra stessa  identità.        
Questa  maledetta notte dovrà pur finire ... 


Donata Albiero                                              

CILIEGINA SULLA TORTA   
 Nel disegno di legge di Stabilità, approdato tra mille polemiche in Parlamento, ritorna  il finanziamento alle scuole paritarie: ben 223 milioni.          
Tale finanziamento aggiuntivo rappresenterebbe la 'promessa' restituzione del
taglio operato dal governo precedente al finanziamento di 500 milioni previsto per le scuole non statali. Ma che, in questo momento di crisi, dove si taglia su tutto rappresenta anche una beffa per la scuola statale che non si è vista affatto "restituire" neppure un centesimo dei 3 miliardi tagliati  sempre dal precedente  governo.
Impariamo dai  giovani che hanno protestato in piazza e difendiamo la scuola pubblica.       
"Chiediamo che quei 223 milioni SIANO spostati sul fondo per le borse di studio, insufficiente a coprire tutti i capaci e meritevoli", dichiara l'Unione degli studenti.
                                                                               
  RICHESTE LEGITTIME DEGLI STUDENTI IN PIAZZA 
 - "Servizi per gli studenti, investimenti: vogliamo una legge quadro che stabilisca i livelli essenziali che devono essere garantiti in ogni regione, vogliamo che il percorso di ingresso all'università, dopo la scuola superiore, non abbia più le restrizioni che si sono sommate negli anni. Vogliamo un accesso al futuro libero da ogni blocco"
 "Vogliamo l'anagrafe degli edifici scolastici, nuovi fondi per la manutenzione. Vogliamo una politica chiara che programmi gli investimenti e che metta la parola fine"
- "Vogliamo programmi nuovi, sistemi di apprendimento innovativi, vogliamo una Scuola che ci insegni prima di tutto ad essere cittadini. Vogliamo una scuola che non subisca semplicemente i mutamenti che vede intorno a sè, ma che sappia valorizzare tutte le innovazioni per la crescita consapevole e critica degli studenti"
- "Vogliamo un sistema di valutazione che superi la situazione attuale e metta al centro gli studenti"
- "Vogliamo una scuola che ci dia realmente modo di esprimerci per quello che siamo e ci dia modo di scegliere le materie da approfondire. Vogliamo un biennio unitario che dia modo agli studenti di avere due anni, all'ingresso alle superiori, per scegliere al meglio il proprio percorso di formazione".  
- "Vogliamo che tutti abbiano le stesse possibilità di apprendere e di arrivare al successo formativo, solo così si potrà realmente ottenere un merito reale nelle scuole".    
- "Vogliamo che le nostre scuole siano pubbliche, vogliamo che le nostre scuole siano dei luoghi di Democrazia e partecipazione.











































































                                
           
  

2 commenti:

  1. Bene, giustissimo tutto quello che ho letto qui sopra

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    1. Grazie.

      E' un mio modestissimo parere sul significato positivo e democratico della lotta studentesca oggi; so che altri la pensano diversamente.
      In ogni caso, noi adulti, con rispetto, dobbiamo ascoltare i giovani, sicuramente possiamo imparare.

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