Visualizzazioni totali

domenica 9 settembre 2012

LA STORIA SIAMO NOI


“... ATTENZIONE, 
nessuno si senta escluso.. siamo noi che abbiamo tutto da vincere o tutto da perdere" 


 La storia siamo noi  http://youtu.be/xMXi9ftO4kI


Il mondo è cambiato. Eccome.

"Con la rivoluzione di internet, con le paure ancestrali del diverso, con le crisi economiche. Spiega Dominique Moisi, in un bellissimo saggio, dal 12.9.2011 (caduta delle TORRI GEMELLE ) viviamo in un mondo che si fonda sullo scontro tra emozioni.
La geopolitica delle emozioni è dominata della cultura della paura incarnata nel nostro mondo occidentale, dal senso di umiliazione che muove la rabbia del mondo musulmano e della speranza nel futuro caratteristica, oggi, della parte asiatica del mondo.
Tre spinte, tre forze contrapposte che sono troppe per un pianeta solo, che peraltro si fonda su un altro grande e dirompente principio dinamico: quello, unidirezionale, del Nord del pianeta che spinge, purtroppo non accompagnando ma sfruttando e schiacciando, il Sud del mondo".

La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.. siamo noi che abbiamo tutto da vincere o tutto da perdere” cantava De Gregori.

Bisogna scommettere sull'educazione; essa è il futuro , la speranza di ....un futuro. 

La scuola Giuriolo, anni e anni,  ha marciato con i suoi studenti a  Barbiana ...per non dimenticare l'insegnamento di un prete scomodo che voleva una scuola di tutti e per tutti .



Il sindaco di Vicchio,   Elettra Lorini , è venuto a Arzignano per la  presentazione del libro della scuola  "Una Barbiana per nuovi Italiani " dedicato a don Milani.    
   
 'I  CARE'  ( MI IMPORTA )  
                                                                    fu il motto che la scuola Giuriolo ha  attuato con i  suoi studenti  


 Nella prefazione alla pubblicazione, datata 2007, “ Le richieste silenziose dei preadolescenti”,  il dott. Franco  Venturella, dirigente dell'USP di Vicenza, ricordava, che il  Rapporto della Commissione Delors  'Nell’educazione, un tesoro', invitava a scommettere sull’educativo, perché ritenuto l’investimento più importante per una società che pensa al suo futuro.

Non è stato così. 
"Il ruolo della famiglia -sostiene Venturella (ed io confermo) - è sempre più indebolito, a causa di una fragilità connessa ai rapporti di coppia e alla difficoltà di essere genitori, dal momento che genitori non si nasce, ma si diventa.
Ma anche le altre agenzie educative attraversano una crisi alimentata dalla precarietà e da un disagio sociale sempre più pervasivo.
Da qui la necessità di ricostruire una rete di rapporti intergenerazionali e tra istituzioni educative.

Intere generazioni sono state lasciate 'senza padri né maestri', anzi in balia della televisione 'cattiva maestra' e dall’esposizione eccessiva ad internet; o alla solitudine di rapporti virtuali e impersonali, che non costruiscono relazioni vere e significative.

Tra scuola, famiglia, parrocchia, associazionismo, realtà sociali vi è l’esigenza di stringere un patto educativo capace di dispiegare un orizzonte di valori condivisi e modalità di accompagnamento di ragazzi e adolescenti, che ripiegati sul presente in una difficile navigazione a vista, non riescono a trovare mappe di orientamento che diano senso e direzione di marcia all’esistenza.
Vi è una grande fatica da parte delle Istituzioni a mettersi in dialogo: ma vi è la consapevolezza che solo da una efficace collaborazione è possibile incidere positivamente nell’orientare le scelte. 
Oggi, da parte degli educatori si chiede un supplemento d’impegno per riuscire a comprendere il mondo degli adolescenti, sempre più difficile da esplorare: vi è una difficoltà nel decifrarne i linguaggi e gli stili di vita, spesso legati all’onda delle emozioni momentanee. 
 In fondo, gli adolescenti, attraverso il loro disagio, ci inviano segnali inquietanti di attenzione: vi è la paura di non contare, di non esistere veramente, di non essere amati abbastanza
Come adulti abbiamo rubato il futuro, distruggiamo sadicamente i sogni, li sovraccarichiamo di oggetti e di beni materiali per coprire il vuoto generato dalla mancanza di attenzione, di dialogo".

Qui sta la questione, secondo me.

Non c’è tempo per stare insieme, non c’è disponibilità a mettersi in gioco, nella vana rincorsa di un benessere materiale che rende sempre più poveri di relazioni autentiche.

Per questo, siamo tutti chiamati, anche dalla nostra cattiva coscienza, ad assumerci i nostri compiti e le nostre responsabilità, ciascuno secondo le modalità proprie: la famiglia, la scuola, le istituzioni educative e le varie forme dell’associazionismo.
Insieme, è possibile ricostruire un tessuto e una trama di relazioni per rigenerare quell’orizzonte valoriale che sta a fondamento della crescita individuale e sociale: il rispetto della persona, l’accoglienza dell’altro, la ricerca del bene comune, l’attenzione ai più deboli, l’amore per giustizia e la verità, l’edificazione di una convivenza pacifica e  solidale...
Valori presenti nella nostra Costituzione, che tutti dobbiamo contribuire a realizzare nella vita di ogni giorno, ma soprattutto radicare nella coscienza di ogni persona . 

Colgo l'occasione, perciò, di ringraziare  attraverso questo post di riflessione , tutta  la comunità scolastica della scuola Giuriolo di Arzignano che  ha saputo muoversi in tal senso promuovendo e incoraggiando nei  ragazzi il senso dell'umanità e della solidarietà     

http://donataalbiero.blogspot.it/2012/08/un-ponte-per-la-solidarieta-a.html

http://donataalbiero.blogspot.it/2012/10/arzignano-i-ragazzi-in-prima-linea-per.html



Noi ci siamo identificati nella scuola media che abbiamo guidato per dieci intensi anni, fin dall'inizio quando l'abbiamo intitolata un concittadino illustre (Antonio Giuriolo), recuperando i valori che quel concittadino incarnava, per le nuove  generazioni che deducavamo, valori profondi educativi e formativi, appunto: libertà , democrazia da esplicarsi quotidianamente  nella pace e solidarietà    



 Donata Albiero            

 
 A MUSO DURO continuerò a sostenere l' importanza di una scuola che sappia ascoltare i suoi alunni 



   

Nessun commento:

Posta un commento