Confronto tra studenti e genitori http://youtu.be/gN4ZiKVtje0
L’educazione ai piccoli e ai giovani deve tenere conto dei diversi ambiti in cui si estrinseca quotidianamente la vita degli stessi: la scuola, la famiglia, il mondo del lavoro, i luoghi, le modalità del tempo libero e della vita religiosa.
Ogni Istituzione è chiamata a svolgere la propria parte, senza
deleghe o confusione di ruoli: la famiglia, la comunità civile, sociale e
religiosa, le associazioni, tutti i soggetti che esercitano una funzione formativa
nei confronti dei minori.
I bambini e i ragazzi con cui si confrontano, scontrano, incontrano le nostre scuole non sono immaginari, descritti dai manuali o dai rotocalchi; sono soggetti in carne ed ossa che
sperimentano le fatiche e le fragilità proprie del mondo di oggi.
Hanno difficoltà a concentrarsi, a reggere lunghi impegni, a sintonizzarsi con il linguaggio degli adulti, a trovare slancio degli adulti, a trovare motivazione nel seguire proposte culturali di spessore, spesso lontane dalla loro sensibilità e, per motivarli, occorre dare ragioni di senso ad una fatica che va finalizzata .
La scuola deve essere attenta e concentrata «sullo studente-persona».
SCUOLA AMICA
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/08/bambini-ragazzi-giovani-soggetti-attivi.html
Ma su di essa non si può riversare tutta la responsabilità educativa.
L’intera
comunità è chiamata a «un patto
educativo comune», con un grande obiettivo: trasmettere valori ai nostri
ragazzi, partendo dal fatto di viverli in prima persona.
Va da sé che quanto più la scuola, nel
suo complesso, è capace di configurarsi come agenzia educante, in grado di
relazionarsi positivamente con le famiglie, con gli altri enti
formativi, tanto più l’azione educativa
risulta efficace, in quanto
si fonda su valori condivisi.
Un clima ricco di stimoli può costituire un agente moltiplicatore di rinforzo delle positive dinamiche che favoriscono i processi di apprendimento.
Di
tali concetti mi sono fatta portavoce
nelle scuole da me dirette, con i
collegi dei docenti che hanno costruito
, in più decenni, significative attività per
segnare il percorso di
maturazione degli alunni e negli ultimi anni le loro competenze .
Tutto ruotava
allora ma deve anche oggi, ruotare intorno ad alcuni concetti
attiva”.
Si tratta, infatti, di dare senso, positività ai rapporti che i ragazzi intrecciano, ogni giorno, con la realtà circostante; di includere le figure di riferimento degli adulti che costellano la giornata: il docente, il dirigente, nei loro difficili ruoli di autorità, di trasmissione delle conoscenze e di punto di riferimento umano nello stesso momento; i genitori, che li affiancano; le varie figure adulte che vanno a costituire l’immaginario dei ragazzi , dai custodi, ai segretari, volti noti di ogni giorno.
Si tratta, infatti, di dare senso, positività ai rapporti che i ragazzi intrecciano, ogni giorno, con la realtà circostante; di includere le figure di riferimento degli adulti che costellano la giornata: il docente, il dirigente, nei loro difficili ruoli di autorità, di trasmissione delle conoscenze e di punto di riferimento umano nello stesso momento; i genitori, che li affiancano; le varie figure adulte che vanno a costituire l’immaginario dei ragazzi , dai custodi, ai segretari, volti noti di ogni giorno.
Vivere nella scuola
corresponsabilmente significa valorizzare gli alunni , migliorare e far migliorare i loro rapporti con i coetanei;
farli riflettere sui litigi,
renderli consapevoli dell’importanza del
confronto con l’altro, del senso della amicizia e appartenenza ad un
gruppo, ad una classe, alla scuola,
microcosmo che diventa simbolo di
quel macrocosmo che è la società.
In tale ottica, l “educazione alla convivenza civile”, deve sganciarsi dal suo essere un puro concetto e investire tutta la sfera di crescita degli alunni.
Formare il “cittadino”, inteso come colui che
concorre alla costruzione della realtà, della
comunità in cui co-esiste, è
uno degli impegni prioritari: far capire ai ragazzi cosa significa essere
cittadini nel vissuto scolastico prima
di tutto, cosa significa la coesione
sociale a scuola nel rispetto delle regole.
I docenti, con cui mi sono confrontata sempre organizzando
corsi specifici di formazione aggiornamento,
non tutti ma sicuramente i più accorti e sensibili, sapevano che
il senso civico, la legalità non sono nozioni da insegnarsi “ex cathedra” ma
rappresentano uno stile di vita trasmesso agli studenti attraverso l’esempio prima di tutto.
I giovani hanno bisogno di testimoni coraggiosi, di docenti appassionati che mostrino ad essi concretamente cosa significhi “avere a cuore l’altro”, “impegnarsi ogni giorno”, “non arrendersi di fronte alle difficoltà”, “preoccuparsi del bene comune”.
La
scuola, ieri come oggi, deve sempre
puntare a degli
studenti non con una testa ‘ben
piena’ ma con una testa ‘ben fatta’, capaci di
spendersi per la legalità, la giustizia, in grado di confrontarsi
senza barriere ideologiche .
In questi tempi di smarrimento, occorre avere il coraggio della speranza e la capacità di guardare avanti con fiducia.
Si tratta di un compito, di una responsabilità.
Donata Albiero
Approfondimento
* Compiti si o compiti no
http://donataalbiero.blogspot.it/2015/03/in-crisi-i-compiti-casa.html
* Insegnare la responsabilità ai minori significa essere i loro 'capitani' , dare con il quotidiano esempio di impegno nella solidarietà
Sognando http://donataalbiero.blogspot.it/2015/01/action-2015-sognando.html
* il patto educativo si sviluppa quando ci si identifica TUTTI nei valori di una scuola
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/12/una-scuola-arzignanese-nel-mito-di.html
Grazie Donata per le tue riflessioni sempre puntuali.
RispondiEliminaLa scuola ha bisogno di una narrazione che inventi emotivamente una realtà contrapposta al cinismo consumistico debordante dalle televisioni e dai social network.
Confrontiamoci con il pseudoprotagonismo dei selfy , epigrafi statiche di una vita senza contenuti;cogliamolo come anelito alla comunicazione . Creiamo insieme favolisticamente i contenuti e il racconto di ogni esistenza. Inventiamo la vita dove essa viene negata, inventiamo il presente come futuro. Apriamoci al grande gioco che smaschera l'ipocrisia delle parole vuote e delle lingue biforcute. E' ora di cominciare a sognare la vita.
Calderon docet.