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lunedì 27 giugno 2022

IUS SCHOLAE E CITTADINANZA ITALIANA

 

  TENTATIVO DI SUPERARE LA LEGGE SULLA CITTADINANZA ITALIANA  FERMA AL 1992

   Studentesse della scuola Giuriolo di Arzignano e del CTP (Centro Territoriale permanente) a. 2007

Una battaglia che conduco da decenni, quando ancora ero in servizio nella scuola e che ora ritorna alla ribalta.

La legge sulla cittadinanza italiana del 1992 non è esattamente un capolavoro di modernità.          Ora si tenta di riformarne la legge con lo “ius scholae",                                                                        

Della proposta Ius Scholae da discutere in parlamento il 29 giugno 2022  il 62% degli italiani non sa in cosa consiste. Sono i dati che emergono dal sondaggio realizzato da Quorum/Youtrend per ActionAid. Interrogati su quale sia la difficoltà più grande per queste persone, gli intervistati non hanno dubbi: per il 64,9% è l’impossibilità di sentirsi riconosciuti in un Paese in cui vivono fin da bambini e il timore di non potervi restare per difficoltà lavorative dei genitori. Secondo la ricerca, una volta conosciuti i dettagli della riforma, circa 6 italiani su 10 sono a favore della attuale proposta Ius Scholae: in totale il 37,6% degli intervistati è colpito positivamente. Il consenso oltrepassa le appartenenze partitiche.


Il provvedimento prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana ai ragazzi nati o arrivati in Italia entro il dodicesimo anno di età che abbiamo concluso cinque anni di un percorso scolastico. 
In tutto sono 877.000 gli studenti minorenni senza cittadinaza che frequentano la scuola italiana.

Il meccanismo dello ius scholae si avvicina  a quello che viene comunemente definito “ius culturae”, con l’intento di promuovere un’idea di cittadinanza attiva e radicata nella socializzazione. Ad oggi, uno dei principali dubbi rimane la scarsità di casi simili in altri paesi simili, essendo ius sanguinis e ius soli temperato (cittadinanza acquisita se nati in Italia con prerequisiti variabili a seconda della nazione) i sistemi prevalenti nel resto del panorama europeo.                                                            

Ciò che ancora una volta, non stupisce, è l’inadeguatezza della classe politica nell’affrontare un tema delicato ed importante per centinaia di migliaia di persone, appiattendosi invece su ottuse logiche di partito ed egoistiche manovre elettorali.

Intanto preme la società civile.                                                                                                         

La Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d'odio saluta con soddisfazione l’approdo in Aula della Camera della proposta di riforma della cittadinanza.

La calendarizzazione è un primo necessario passo affinché l’attuale legge in materia di cittadinanza, ormai vecchia di 30 anni, giunga a un percorso di riforma. Un passo fondamentale e urgente che chiediamo alle nostre rappresentanze parlamentari di compiere con responsabilità, dando un riscontro legislativo e istituzionale al cambiamento già avvenuto nella società e nella demografia italiana - si legge in una nota -. Un cambiamento che ha inizio e compimento proprio nella scuola: luogo di arricchimento e crescita per eccellenza, laboratorio di comunità dove ragazze e ragazzi si sentono parte di un ‘noi’ più grande, porta di accesso all’essere cittadine e cittadini di domani".

 


Il provvedimento, che lega l’acquisizione della cittadinanza al percorso scolastico, ha ricevuto parere favorevole dai pedagogisti del Siped, il gruppo Intercultura della Società Italiana di Pedagogia (Siped), che riunisce i docenti di Pedagogia delle università italiane.


Il mondo scolastico  è compatto nell’appoggiare lo Ius Scholae. 

 Un sondaggio realizzato da ScuolaZoo parla chiaro: l’85% di studenti e studentesse è a favore del provvedimento e in generale di un meccanismo di cittadinanza più inclusivo.

Ogni giorno nuovi gruppi, attivisti e associazioni vogliono partecipare alla campagna; c’è lo slancio per costruire un grande percorso di mobilitazione che porti a questo risultato.


Una riforma della cittadinanza ormai non può più essere disattesa dalla POLITICA.


E io tifo per lo IUS SCHOLAE.

 Donata Albiero            27 giugno 2022

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