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mercoledì 29 luglio 2020

LA SCUOLA E’ A SCUOLA


Quando il rientro a scuola è ancora un rebus


 

Un intervento a Vicenza 

 https://youtu.be/gnNXcBIEFhI


“Il livello più basso che una comunità può giungere a toccare è quando la formazione delle giovani generazioni non è più una priorità” scrive Giovanni Fioravanti. Come dargli torto?

 E’ quanto sta accadendo ora, vicino a noi, forse neppure avendone consapevolezza. Dai figli cresciuti davanti al televisore siamo giunti ai bambini e ai ragazzi istruiti “vis a vis” con il monitor di un pc, del tablet e dello smartphone.

In tempo di covid   tutto è stato accettato come una ineluttabile necessità. Ora però che l’emergenza sta passando, permettendoci di prendere le distanze dalla paura, sarebbe buona cosa soffermarci a riflettere su cosa sia la scuola pubblica, la scuola della costituzione.

Priorità scuola, insomma. La prima preoccupazione dovrebbe essere per le bambine e i bambini, i ragazzi e le ragazze della nostra comunità, dimenticati in questi mesi di isolamento e quanto serve loro e al Paese: investimenti, assunzioni, diminuzioni del numero di alunni per classe, messa a norma degli edifici, spazi adeguati; in altri termini, risanamento ambientale, umanizzazione e democratizzazione del sistema.   

Ma penso che non ci sia una idea di scuola ai piani alti del Ministero.


 Niente fondi aggiuntivi, vaghezza sulla prevenzione e sulla sicurezza sanitaria, nessun personale aggiuntivo; smembramento e rimescolamento delle classi, rottura delle discipline e riaccorpamento a caso con una spruzzatina di educazione civica. Le ore di 60 minuti Ora durano di meno, E poi sussidiarietà a gogò e patti di corresponsabilità educativa con la famiglia. Familismo invece che libertà d’insegnamento. Sulle singole scuole e sui territori ricadono oneri e responsabilità: che se la sbrighino loro!”

In compenso, c’è una parola d’ordine che alimenta il dibattito: banchi nuovi, monouso, a rotelline, panacea di tutti i mali.

 Sono basita.

Lo sa pure un bambino che senza un'idea di scuola anche i banchi più belli e colorati non servono a niente


E allora,  manca poco più di un mese dalla riapertura scuola e tremo alla  prospettiva che il prossimo anno scolastico dei nostri giovani si riduca a uno zabaglione di insegnamento in presenza e di insegnamento a distanza, a una scuola che abdica alle sue funzioni oggi fondanti di socializzazione, inclusione, confronto e partecipazione per ridursi a un unico compito, il più tradizionale ed antico, quello trasmissivo, quello della lezione frontale che resta tale anche se lanciata da una piattaforma web o se utilizza i materiali messi a disposizione dalla rete e da Rai scuola(Fioravanti) .


Le soluzioni non sono nelle parole dell’adulto, come non sono nello schermo di un device; ognuno se le costruisce, ciascuno se le conquista a modo suo se intorno c’è una vita che si agita, capace di proporre relazioni, scambi, conflitti e mediazioni.

E allora lo sforzo in questo momento è l’uscire fuori, riscoprendo il territorio, con una alleanza tra famiglie, amministrazione scolastica e amministrazione comunale per utilizzare tutte le risorse di spazi e di persone che si possono reperire e attivare.

Il territorio... una grande aula in cui promuovere esperienze e incontri sotto la regia dei docenti.

 Donata Albiero                      29 luglio 2020 

 


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