Ci sono bambole che hanno tutto e bambine che non hanno niente.
Bambini e bambole https://youtu.be/RszrHwog_lg
Gianni Rodari, scrittore, poeta, giornalista e pedagogista
italiano ha riempito di parole, rime e contenuti educativi l’infanzia dei miei figli, e la crescita
culturale di bambini nelle scuole dove ho operato.
L’ho sempre considerato un innovatore, un cantastorie
moderno, che ha saputo rinnovare la letteratura per ragazzi.
L'ho portato a scuola, da insegnante, nelle elementari e nelle medie; ho riempito, da dirigente, le biblioteche scolastiche, in coerenza con la vision che avevo, attenzione alla centralità dell'alunno, futuro cittadino del mondo, come studente e come persona e con la conseguente mission, favorire un apprendimento attivo, critico ed efficace in relazione ai continui cambiamenti nella società, seguendo l'esperienza di Barbiana, “I
care” di Don Milani
Mi piacevano di Rodari le
tematiche della lotta di classe, degli
emarginati e gli ultimi della società, contro la guerra e per la pace.
Scoprivo
giorno dopo giorno quell’intima affinità tra il suo insegnamento e quello di
don Milani che i critici sottolineavano. Anche per Rodari, infatti, l’uso della
parola fa la differenza, la capacità di capire e di farsi capire, la
possibilità di comunicare che non appartiene allo stesso modo a tutte le classi
sociali. A partire dalla poetica degli ultimi, che concentra l’attenzione sui
poveri, gli emigrati, i diversi, gli umili a cui si lega la critica sociale con
una decisa derisione dei potenti.
Ed ecco le sue sono filastrocche: semplici e politiche, sempre attente agli ultimi, sempre contro ogni disuguaglianza che
era/è il principio di ogni guerra.
Insegnava che “la pace scalda più del sole”, ci ricordava amaramente che “ci sono bambole che hanno tutto e bambini che non hanno niente”, e in giorni speciali entrando in classe i si chiedeva, chiedeva ai bambini: “Dove sono i bambini che non hanno l’albero di Natale con la neve d’argento, i lumini e i frutti di cioccolata?”
Insegnava che “la pace scalda più del sole”, ci ricordava amaramente che “ci sono bambole che hanno tutto e bambini che non hanno niente”, e in giorni speciali entrando in classe i si chiedeva, chiedeva ai bambini: “Dove sono i bambini che non hanno l’albero di Natale con la neve d’argento, i lumini e i frutti di cioccolata?”
Non è un caso se come mamma sono
riuscita a farlo amare dai miei due figli; se come volontaria di una ONG non
governativa che si occupa dell’infanzia nel mondo, entrando nelle scuole, per
alcuni anni, da esterna, introducessi le
filastrocche e le poesie di Rodari per far riflettere sul dramma dell'infanzia
"negata" a molti bambini...
Non è un caso se a scuola i piccoli allievi imparavano a recitare "Bambine
e bambole"
La mia bambina ha una
bambola,
e la sua bambola ha tutto:
il letto, la carrozzina, i mobili da cucina,
e chicchere, e posate, e scodelle,
e un armadio con i vestiti sulle stampelle, in folla,
e un’automobile a molla
con la quale passeggia per il corridoio
quando le scarpe le fanno male.
La mia bambina ha una bambola,
e la sua bambola ha tutto,
perfino altre bamboline più piccoline,
anche loro con le loro scodelline,
chiccherine e posatine.
e la sua bambola ha tutto:
il letto, la carrozzina, i mobili da cucina,
e chicchere, e posate, e scodelle,
e un armadio con i vestiti sulle stampelle, in folla,
e un’automobile a molla
con la quale passeggia per il corridoio
quando le scarpe le fanno male.
La mia bambina ha una bambola,
e la sua bambola ha tutto,
perfino altre bamboline più piccoline,
anche loro con le loro scodelline,
chiccherine e posatine.
E questa è una storiella divertente,
ma solo un poco,
perché ci sono bambole che hanno tutto
e bambine che non hanno niente.
Riconoscevano i bambini la frase
più importante e più riflessiva, la parte finale, dove si affronta il problema della povertà e della condizione del
bambino nel mondo.
Diventava naturale, immediato e semplice poi discutere insieme il tema dei diritti dei bambini da
rispettare.
Ripensando ai miei incontri con i bambini e ragazzi delle scuole, al mio
stesso rapporto educativo di madre con i figli
tramite Rodari, credo che una ragione della sua incisività in quel che
raccontava fosse il tessuto ludico della
narrazione (nella poesia o nel racconto) che agganciava
i temi etici e civili, e lo
faceva senza alcun moralismo, perché si
trattava di creare sensibilità,
d’interpretare bisogni e attese e di mostrarli come portatori del bene comune e
di una convivenza pacifica universale, almeno possibile. Ma, in quanto
possibile, da realizzare. Anche e
soprattutto a partire dal bambino.
E’ comune ritrovare ‘sue frasi’, oggi come ieri, nel quotidiano del far
scuola.
Abbiamo bisogno di
esempi positivi, e Rodari lo è ancora, per noi e per i bambini che, come
educatori cerchiamo di far crescere, “andando a cercare
insieme, le parole per pensare”
Donata Albiero
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