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sabato 12 novembre 2016

AULE A CIELO APERTO

QUANDO LA SCUOLA SI ARMA DI BADILI E ZAPPE 


Quando l’orto va a scuola    https://youtu.be/aZWfzXWfXuk
Bambini della Rinnovata al lavoro (Fotogramma)
L’orto come strumento educativo mette radici nelle scuole del nostro Paese.
Una didattica antica, basata sul contatto con la natura, che torna alla ribalta.
Era il 1927 quando la rivoluzionaria educatrice milanese Giuseppina Pizzigoni aprì la nuova sede della sua scuola (La Rinnovata), con le aule aperte sul giardino e il giardino e i campi che si fanno aula.
Ho fatto un esame universitario di Pedagogia  quarant’anni fa  sul suo rivoluzionario metodo da lei stessa  riassunto così “ Scopo il vero, tempio la natura, metodo l’esperienza…Scuola è il mondo, Maestro ogni fatto naturale ed ogni uomo. 
Non si insegni: si esperimenti “

 “ Da allora,  scrive   Carola Traverso Saibante  in un articolo del 16 marzo 2015 su Corriere della  sera ,  i piccoli allievi  non hanno mai smesso di coltivare l’orto; la  Rinnovata Pizzigoni è tutt’ oggi una scuola che sembra più una cascina, 22mila mq di parco con piante, animali, orti, serre, boschetti, cortili, laboratori. Qui si crede profondamente che coltivare la terra sia un fattore determinante nel percorso educativo di ogni bambino. 
Una convinzione che, a distanza di quasi un secolo, si rinnova e si fa strada sempre più tra gli istituti e i percorsi scolastici del territorio. «L’orto come strumento didattico» è oggi usato in varie scuole pubbliche di Milano anche con progetti sostenuti dal Comune.”  

Non è certo solo Milano.... Sono sempre più numerose negli ultimi anni , le scuole che 
scelgono di offrire il prezioso percorso educativo che cresce in un orto, appoggiate dal  MIUR e MIPAAF, e si sono moltiplicate , quasi sempre grazie alla collaborazione tra scuole e associazioni – locali o nazionali – competenti nella materia.

 Moderno cuore degli sviluppi ortofrutticoli in aula è, più che mai, l’educazione alimentare.    

 Pioniere della diffusione di questa didattica nelle classi italiane è stato non a caso il progetto «Orto in condotta» di Slowfood, attivo da oltre 10 anni, che forma insegnanti, allievi e genitori e mette in rete le scuole a livello nazionale e internazionale.                   «La particolarità della nostra offerta è che nell’orto affrontiamo tutte le materie scolastiche curricolari (geografia, storia, matematica etc) in modo che l’orto diventi una vera aula a cielo aperto – spiega Annalisa D’Onorio, responsabile del progetto – Chiediamo agli insegnanti (formati da professionisti Slow Food e supportati dai volontari locali dell’associazione) di cambiare la loro didattica, la loro metodologia in funzione di questo approccio”
Attualmente  in Italia gli “ Orti in condotta “ orti sono poco più di 500,  rigosamente bio.

Perché sottolineo come aspetto positivo il “rigorosamente bio”?

Uno studio dell’Università di Washington ha rilevato che nelle orine di bambini che consumano frutta e verdura convenzionale sono presenti residui di pesticidi organofosforati (sostanze con effetti nocivi sul sistema nervoso), assenti in quelle dei bambini che consumano gli stessi prodotti di origine biologica.




Lo studio conclude indicando che il modo più semplice per ridurre le sostanze chimiche a carico dei bambini è far consumare loro prodotti biologici”.
Una ricerca congiunta del Department of Environmental and Occupational Health (Emory University, Georgia, USA), del Department of Environmental and Occupational Health Sciences, dell’University of Washington (Washington, USA) e del National Center for Environmental Health, Centers for Disease Control and Prevention (Georgia, USA) pubblicata nel 2006 fornisce “una dimostrazione convincente della capacità di una dieta biologica di ridurre l’esposizione dei bambini ai pesticidi e ai rischi sanitari correlati. Questa riduzione è drammatica e immediata per gli insetticidi organofosforati malathion e chlorpyrifos. La ricerca conferma che l’assunzione alimentare è la maggior fonte di esposizione ai pesticidi per i bambini
”.
Uno studio clinico condotta del Centro di alimentazione infantile per la prevenzione delle malattie dell’adulto dell’ospedale pediatrico Macedonio Melloni di Milano sullo svezzamento con prodotti biologici, conclude che “si sono dimostrati sicuri, efficaci e ben tollerati. Il divezzamento biologico ha portato ad una crescita staturo-ponderale ottimale nel primo anno di vita, con una compliance completa e senza effetti collaterali. I vantaggi che si possono ottenere nei bambini con un utilizzo regolare e costante nel tempo dei prodotti biologici sono sicuramente enormi”.
La ricerca condotta dall’Istituto Nazionale per la Dieta Mediterranea e la Nutrigenomica dell’Università Tor Vergata, pubblicata su European Review Medical Pharmacological Science, dichiara che i risultati delle indagini “indicano un diverso effetto sull’organismo dei prodotti di origine biologica rispetto ai convenzionali; apportando una maggiore quantità di principi antiossidanti e migliorando lo stato infiammatorio dei consumatori, una dieta basata esclusivamente su prodotti biologici, inserita in uno stile di vita salutare, può garantire un’efficace azione antiossidante, utile per favorire una buona attività metabolica e rallentare i processi infiammatori e cronico-degenerativi”.

Ritorniamo all’...orto scolastico.

E’ decisamente un percorso impegnativo, ma che dà i suoi frutti.  

La coltivazione dell’orto porta a una maggiore conoscenza e sensibilità sui temi di sostenibilità e alimentazione; non solo, insegna anche l’ecologia, la salute  e la solidarietà
E cioè, non sprecare il cibo da una parte, proteggere la natura e il territorio dall’altra. 
Poi, lavorare la terra insieme creando un senso d’appartenenza e di comunità.


La sintesi educativa che auspico dappertutto è la realizzazione in
ogni scuola sia dell’ orto sia della a mensa biologica , magari con gli stessi prodotti  dai suoi allievi coltivati e raccolti.

Lo fa da anni l’I.C. statale G.Binotti di Pergola (Urbino).
  Un orto certificato biologico i cui prodotti passano direttamente alla mensa scolastica (o al vicino mulino bio, dato che vi si coltivano anche cereali autoctoni). «Non c’è una ora di orto: l’impegno è variabile a seconda della richiesta della terra.   
  E dall’esperienza dell’orto in classe è già uscito un libro di racconti scritti dai bambini - «L’insalata era giù l’orto» e due video che hanno partecipato e vinto vari concorsi e festival.

Le buone pratiche non mancano, dunque, né per le scuole né per le amministrazioni comunali. 
Bergamo il progetto sviluppato dall’Orto Botanico Lorenzo Rota in collaborazione con l’ufficio scolastico territoriale coinvolge 27 scuole e 90 classi, e punta molto sull’orto come luogo d’inclusione scolastica e culturale.
Bari gli orti urbani nelle scuole tentano di coinvolgere il resto della cittadinanza, affinché in orari extrascolastici quegli spazi verdi possano continuare a esser gestiti, magari da disoccupati che possano così godere di contributi comunali.
E in Sardegna, chiusi i progetti che puntavano sul biologico, gli orti adesso hanno a che fare anche con il recupero dell’abbandono scolastico.

Che dire?  C’è molto da imparare e da applicare.
A quando nell’Ovest Vicentino?
A quando ad Arzignano ?
 Nella ex Scuola Giuriolo , plesso Motterle , anno 2010 , la prof.ssa di tecnologia Stefania Garzotto ha coordinato  il progetto Bioalimenta, aiutata dal collega di matematica Claudio Muraro: un orto poi distrutto  ... per far posto alle scale di sicurezza esterne 

     
Plastico delle fasi di lavoro 


Donata Albiero 

Per approfondire 

Per un Manuale di Pedagogia della Natura e Didattica della Terra 
di Francesca Sgobio 

«Creare delle esperienze gioiose per i bambini è una caratteristica importante della nostra pedagogia; confidiamo che farlo quando gli studenti sono in giovane età permetterà loro di affrontare meglio i problemi nel mondo quando saranno più grandi.»
(Fritjof Capra – Ecoalfabeto. L’orto dei bambini)

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