QUANDO LA SCUOLA SI ARMA DI BADILI E ZAPPE
Quando l’orto va a scuola https://youtu.be/aZWfzXWfXuk
Bambini della Rinnovata al lavoro
(Fotogramma)
L’orto come strumento educativo
mette radici nelle scuole del nostro Paese.
Una didattica
antica, basata sul contatto con la natura, che torna alla ribalta.
Era il 1927
quando la rivoluzionaria educatrice milanese Giuseppina Pizzigoni aprì la nuova
sede della sua scuola (La Rinnovata), con le aule aperte sul giardino e il
giardino e i campi che si fanno aula.
Ho fatto un
esame universitario di Pedagogia
quarant’anni fa sul suo
rivoluzionario metodo da lei stessa
riassunto così “ Scopo il vero, tempio la natura, metodo l’esperienza…Scuola è il mondo, Maestro ogni fatto naturale ed ogni uomo.
Non si insegni: si esperimenti “
“ Da allora, scrive Carola Traverso Saibante in un articolo del 16 marzo 2015 su Corriere
della sera , i
piccoli allievi non hanno mai smesso di
coltivare l’orto; la Rinnovata Pizzigoni è tutt’ oggi una scuola che
sembra più una cascina, 22mila mq di parco con piante, animali, orti, serre,
boschetti, cortili, laboratori. Qui si crede profondamente che coltivare la
terra sia un fattore determinante nel percorso educativo di ogni bambino.
Una
convinzione che, a distanza di quasi un secolo, si rinnova e si fa strada
sempre più tra gli istituti e i percorsi scolastici del territorio. «L’orto
come strumento didattico» è oggi usato in varie scuole pubbliche di Milano
anche con progetti sostenuti dal Comune.”
Moderno cuore degli sviluppi ortofrutticoli in
aula è, più che mai, l’educazione alimentare.
Pioniere della diffusione di questa didattica
nelle classi italiane è stato non a caso il progetto «Orto in condotta» di Slowfood, attivo da oltre
10 anni, che forma insegnanti, allievi e genitori e mette in rete le scuole a
livello nazionale e internazionale. «La particolarità della nostra offerta è che
nell’orto affrontiamo tutte le materie scolastiche curricolari (geografia,
storia, matematica etc) in modo che l’orto diventi una vera aula a cielo aperto
– spiega Annalisa D’Onorio, responsabile del progetto – Chiediamo agli insegnanti (formati da
professionisti Slow Food e supportati dai volontari locali dell’associazione) di cambiare la loro didattica, la loro metodologia
in funzione di questo approccio”
Attualmente in Italia gli “ Orti
in condotta “ orti sono poco più di 500, rigosamente bio.
Perché
sottolineo come aspetto positivo il “rigorosamente bio”?
Lo studio conclude indicando che “il modo più semplice per ridurre le
sostanze chimiche a carico dei bambini è far consumare loro prodotti biologici”.
Una ricerca congiunta del Department of Environmental and Occupational Health (Emory University, Georgia, USA), del Department of Environmental and Occupational Health Sciences, dell’University of Washington (Washington, USA) e del National Center for Environmental Health, Centers for Disease Control and Prevention (Georgia, USA) pubblicata nel 2006 fornisce “una dimostrazione convincente della capacità di una dieta biologica di ridurre l’esposizione dei bambini ai pesticidi e ai rischi sanitari correlati. Questa riduzione è drammatica e immediata per gli insetticidi organofosforati malathion e chlorpyrifos. La ricerca conferma che l’assunzione alimentare è la maggior fonte di esposizione ai pesticidi per i bambini”.
Una ricerca congiunta del Department of Environmental and Occupational Health (Emory University, Georgia, USA), del Department of Environmental and Occupational Health Sciences, dell’University of Washington (Washington, USA) e del National Center for Environmental Health, Centers for Disease Control and Prevention (Georgia, USA) pubblicata nel 2006 fornisce “una dimostrazione convincente della capacità di una dieta biologica di ridurre l’esposizione dei bambini ai pesticidi e ai rischi sanitari correlati. Questa riduzione è drammatica e immediata per gli insetticidi organofosforati malathion e chlorpyrifos. La ricerca conferma che l’assunzione alimentare è la maggior fonte di esposizione ai pesticidi per i bambini”.
Uno studio clinico condotta del
Centro di alimentazione infantile per la prevenzione delle malattie dell’adulto
dell’ospedale pediatrico
Macedonio Melloni di Milano sullo
svezzamento con prodotti biologici, conclude che “si sono dimostrati sicuri, efficaci e ben tollerati. Il
divezzamento biologico ha portato ad una crescita staturo-ponderale ottimale
nel primo anno di vita, con una compliance completa e senza effetti
collaterali. I vantaggi che si possono ottenere nei bambini con un utilizzo
regolare e costante nel tempo dei prodotti biologici sono sicuramente enormi”.
La ricerca condotta dall’Istituto Nazionale per la Dieta Mediterranea e la Nutrigenomica dell’Università Tor Vergata, pubblicata su European Review Medical Pharmacological Science, dichiara che i risultati delle indagini “indicano un diverso effetto sull’organismo dei prodotti di origine biologica rispetto ai convenzionali; apportando una maggiore quantità di principi antiossidanti e migliorando lo stato infiammatorio dei consumatori, una dieta basata esclusivamente su prodotti biologici, inserita in uno stile di vita salutare, può garantire un’efficace azione antiossidante, utile per favorire una buona attività metabolica e rallentare i processi infiammatori e cronico-degenerativi”.
La ricerca condotta dall’Istituto Nazionale per la Dieta Mediterranea e la Nutrigenomica dell’Università Tor Vergata, pubblicata su European Review Medical Pharmacological Science, dichiara che i risultati delle indagini “indicano un diverso effetto sull’organismo dei prodotti di origine biologica rispetto ai convenzionali; apportando una maggiore quantità di principi antiossidanti e migliorando lo stato infiammatorio dei consumatori, una dieta basata esclusivamente su prodotti biologici, inserita in uno stile di vita salutare, può garantire un’efficace azione antiossidante, utile per favorire una buona attività metabolica e rallentare i processi infiammatori e cronico-degenerativi”.
Ritorniamo all’...orto scolastico.
E’ decisamente un percorso impegnativo, ma che dà i suoi frutti.
La coltivazione dell’orto porta a una maggiore conoscenza e sensibilità sui temi di sostenibilità e alimentazione; non solo, insegna anche l’ecologia, la salute e la solidarietà.
E cioè, non sprecare il cibo da una parte, proteggere la natura e il territorio dall’altra.
Poi, lavorare la terra insieme creando un senso d’appartenenza e di comunità.
E’ decisamente un percorso impegnativo, ma che dà i suoi frutti.
La coltivazione dell’orto porta a una maggiore conoscenza e sensibilità sui temi di sostenibilità e alimentazione; non solo, insegna anche l’ecologia, la salute e la solidarietà.
E cioè, non sprecare il cibo da una parte, proteggere la natura e il territorio dall’altra.
Poi, lavorare la terra insieme creando un senso d’appartenenza e di comunità.
La sintesi educativa che
auspico dappertutto è la realizzazione in
ogni scuola sia dell’ orto sia della a mensa biologica , magari con gli stessi prodotti dai suoi allievi coltivati e raccolti.
Lo fa da anni l’I.C. statale G.Binotti di Pergola (Urbino).
ogni scuola sia dell’ orto sia della a mensa biologica , magari con gli stessi prodotti dai suoi allievi coltivati e raccolti.
Lo fa da anni l’I.C. statale G.Binotti di Pergola (Urbino).
E dall’esperienza dell’orto in classe è già
uscito un libro di racconti scritti dai bambini - «L’insalata era giù l’orto» e due video che hanno partecipato e
vinto vari concorsi e festival.
A Bergamo il progetto sviluppato dall’Orto Botanico
Lorenzo Rota in collaborazione con l’ufficio scolastico territoriale coinvolge
27 scuole e 90 classi, e punta molto sull’orto come luogo d’inclusione
scolastica e culturale.
A Bari gli orti urbani nelle scuole tentano di
coinvolgere il resto della cittadinanza, affinché in orari extrascolastici
quegli spazi verdi possano continuare a esser gestiti, magari da disoccupati
che possano così godere di contributi comunali.
E in Sardegna, chiusi i progetti che puntavano sul
biologico, gli orti adesso hanno a che fare anche con il recupero
dell’abbandono scolastico.
Che dire? C’è molto da imparare e da applicare.
Donata Albiero Che dire? C’è molto da imparare e da applicare.
A quando nell’Ovest Vicentino?
A quando ad Arzignano ?
Nella ex Scuola Giuriolo , plesso Motterle , anno 2010 , la prof.ssa di tecnologia Stefania Garzotto ha coordinato il progetto Bioalimenta, aiutata dal collega di matematica Claudio Muraro: un orto poi distrutto ... per far posto alle scale di sicurezza esterne
Plastico delle fasi di lavoro
Plastico delle fasi di lavoro
Per approfondire
Per un Manuale di Pedagogia della Natura e Didattica della Terra
di Francesca Sgobio
«Creare delle esperienze gioiose per i bambini è una caratteristica importante della nostra pedagogia; confidiamo che farlo quando gli studenti sono in giovane età permetterà loro di affrontare meglio i problemi nel mondo quando saranno più grandi.»
(Fritjof Capra – Ecoalfabeto. L’orto dei bambini)
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