IL MALE PEGGIORE DEL
NOSTRO TEMPO E’ L’NDIFFERENZA
Il malcontento è indistinto, abbondante e diffuso… anzi, generalizzato.
La tendenza culturale dominante, ha sottolineato Alain Goussot docente
di pedagogia speciale Università di Bologna, nella società e anche nel
mondo della scuola è quella di sottolineare le negatività, quello che non va e
soprattutto di pensare che non possiamo fare nulla e
cambiare nulla. L’essere spettatori,
consumatori sfrenati e ansiosi perché con sempre meno risorse a disposizione
porta ad un atteggiamento rassegnato, di chi subisce quello che sembra
un destino ineluttabile .
Nell’analisi della situazione che viviamo e
che riteniamo ingiusta socialmente, da un’altra prospettiva ci fa riflettere
Gustavo Esteva, intellettuale attivista sociale:
“La minaccia
principale viene dall’alto: governo e classi politiche agiscono come
imprenditori della spoliazione, della violenza, della corruzione e
dell’impunità.
C’è un crescente consenso sulla necessità di resistere alle loro politiche e alle loro azioni.
Ma ci divide la forma della risposta.
Alcuni guardano verso il basso, altri verso l’alto.
Alcuni si fanno carico di cambiamenti profondi, che vedono come l’unica forma efficace di resistere, mentre altri continuano a chiedere a quelli che stanno in alto alcuni cambiamenti cosmetici e alimentano la fantasiosa idea secondo la quale la soluzione arriverà quando potranno sostituirli con altri che si suppone siano migliori.”
C’è un crescente consenso sulla necessità di resistere alle loro politiche e alle loro azioni.
Ma ci divide la forma della risposta.
Alcuni guardano verso il basso, altri verso l’alto.
Alcuni si fanno carico di cambiamenti profondi, che vedono come l’unica forma efficace di resistere, mentre altri continuano a chiedere a quelli che stanno in alto alcuni cambiamenti cosmetici e alimentano la fantasiosa idea secondo la quale la soluzione arriverà quando potranno sostituirli con altri che si suppone siano migliori.”
E allora? Che
dobbiamo fare noi comuni mortali?
Da anni non credo nei cambiamenti magici della società. Credo che le innovazioni, le rivoluzioni siano graduali, profonde, associate alla vita quotidiana e determinate dalla cittadinanza attiva . Devono infatti radicarsi in tutti gli spazi delle società, nelle famiglie, nelle relazioni personali, nei più piccoli, nei vicinati, in tutto ciò che in fin dei conti definisce la forma del potere.
Da anni non credo nei cambiamenti magici della società. Credo che le innovazioni, le rivoluzioni siano graduali, profonde, associate alla vita quotidiana e determinate dalla cittadinanza attiva . Devono infatti radicarsi in tutti gli spazi delle società, nelle famiglie, nelle relazioni personali, nei più piccoli, nei vicinati, in tutto ciò che in fin dei conti definisce la forma del potere.
E’ stato il costante messaggio fornito alla comunità
scolastica a cominciare dagli studenti, in anni e anni e anni di dirigenza
scolastica, conclusosi per la scuola media ANTONIO
GIURIOLO di Arzignano con l’onorificienza ottenuta dall’ Organizzazione
Internazionale UNICEF “ SCUOLA AMICA dei bambini e ragazzi”, grazie al lavoro dei
professionisti docenti, ai loro progetti tesi tutti a rendere gli studenti protagonisti
attivi del vivere civile.
Credo nel movimento, piccolo, locale, del
mio quartiere, del mio paese. La storia non si trasforma partendo dalle piazze
piene o dalle moltitudini indignate, ma piuttosto… iniziando dalla coscienza organizzata
di gruppi e collettivi che si conoscono e si riconoscono reciprocamente, in
basso e costruiscono un’altra politica.
Organizziamoci in gruppi e collettivi
che possano farci crescere mutuamente nella pratica di azioni effettivamente
trasformatrici, per affrontare con efficacia le minacce terribili che
pesano su di noi e convertire la situazione nell’opportunità di cambiamento che
da tanto desideriamo.
In fondo, il mio è un “elogio della speranza”, per dirla con Alain Goussot
In fondo, il mio è un “elogio della speranza”, per dirla con Alain Goussot
Ci sono cose che non dipendono da me e sulle quali non posso agire (i fenomeni naturali, le malattie, le catastrofe improvvise, la morte) ma ci sono cose che dipendono da me, dal mio modo di essere con l’altro e me stesso come le relazioni affettive, sociali, le decisioni di fronte alle piccole questioni della vita (che spesso sono quelle più importanti come la lealtà, la coerenza, il prendersi cura dell’altro, l’ascolto, l’accoglienza…).
Si tratta di agire: partecipazione è proprio il contrario d’indifferenza, quella che molto
spesso “anestetizza i
cuori – sostiene don Luigi Ciotti
– e addomestica le
coscienze, che parte dal livello individuale e , via via, si allarga a livello istituzionale, politico, per giungere all’indifferenza nei confronti dell’ambiente.
Ognuno di noi deve vincere l’indifferenza, il grande male del nostro tempo, messaggio anche di papa Francesco nella
giornata mondiale della pace, l'1 gennaio 2016
“Il mondo non è minacciato dalle persone che fanno il male, ma da quelle che
lo tollerano” evidenziava il grande Albert Einstein
Come
non ricordare, poi, Antonio Gramsci e il suo monito “Odio gli indifferenti”. Per lui, l'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è
vita; i l'indifferenza strozza l'intelligenza. Auspicava da parte di ognuno di noi una
domanda: “Se avessi fatto
anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe
successo ciò che è successo?“
Auspico per tutti noi di essere:
gente che vibra,
che non ha bisogno di essere spinta,
gente che ha il senso della giustizia,
che lotta contro le avversità,
gente capace di assumersi le conseguenze delle proprie azioni,
gente che non sparisce quando si tratta di raggiungere obiettivi,
gente che cerca soluzioni, gente fedele e persistente,
gente che aiuta generosamente senza sperare niente in cambio.
gente che vibra,
che non ha bisogno di essere spinta,
gente che ha il senso della giustizia,
che lotta contro le avversità,
gente capace di assumersi le conseguenze delle proprie azioni,
gente che non sparisce quando si tratta di raggiungere obiettivi,
gente che cerca soluzioni, gente fedele e persistente,
gente che aiuta generosamente senza sperare niente in cambio.
Due sono gli auguri speciali
per il 2016
Il primo, alla mia scuola pubblica, organo di stato che voglio vicina agli studenti, coinvolgente, moderna, efficiente, inclusiva, emozionante, di tutti e per tutti, laica, democratica, solidale e non azienda, fondata sulla competitività, sottoposta ai finanziamenti dei privati, mercantilistica, servile al Potere.
Il primo, alla mia scuola pubblica, organo di stato che voglio vicina agli studenti, coinvolgente, moderna, efficiente, inclusiva, emozionante, di tutti e per tutti, laica, democratica, solidale e non azienda, fondata sulla competitività, sottoposta ai finanziamenti dei privati, mercantilistica, servile al Potere.
Darò il mio
contributo nel percorso referendario
contro la legge 107/2015, la cosiddetta Buona
Scuola, con il Comitato LIP.
Il secondo, alla mia associazione locale ambientalista, CiLLSA.
Il secondo, alla mia associazione locale ambientalista, CiLLSA.
Non rinunci mai al suo ruolo di informare i
cittadini e di lottare per la difesa della salute degli stessi: contro la ventilata
costruzione del gassificatore, l’inquinamento delle falde acquifere, l’inutile
costruzione di un nuovo ospedale a pochi chilometri dall ‘esistente con
dispendio di soldi pubblici, la cementificazione di strade, la distruzione del
verde.
Continuerà
la mia presenza attiva. Rimango del parere che chi vuole fare qualcosa trova sempre una strada, chi non vuole fare niente trova sempre un pretesto.
Credo nella solidarietà, nella cooperazione, nei diritti umani, nella capacità degli uomini
di cambiare il proprio destino, nel diritto di ribellarsi alle angherie, da
qualunque parte esse provengano.
Credo ancora che le lotte, anche le più estreme, vadano condotte senza violenza.
E’ il nostro impegno che fa la differenza.
Credo ancora che le lotte, anche le più estreme, vadano condotte senza violenza.
E’ il nostro impegno che fa la differenza.
Avanti, sempre
Donata Albiero
Carissimi, Come conoscete l' esimio Professor Alain Goussot ?
RispondiEliminaCara Donata, mi piace moltissimo l'idea che "alcuni guardano in basso, altri guardano in alto".
RispondiEliminaHo scritto un articolo su temi analoghi sul mio blog, vorrei linkare il tuo, che ne dici?
Dagli un'occhiata, lo trovi qui http://www.elenaferro.it/la-mia-generazione-deve-smettere-di-tacere/