SCELTE ALIMENTARI NON AUTORIZZATE https://youtu.be/P-7i2lYO6Js
Macchinette presenti in una scuola dell'obbligo di Arzignano
Così come si insegna a salutare con cortesia, a ringraziare o a spegnere le luci, bisognerebbe - dicono gli esperti - attrezzare i nostri figli a compiere le giuste scelte alimentari. Fornendo un buon esempio nella vita quotidiana e proponendo con varietà e fantasia cibi che associno un buon apporto di nutrienti alla giusta quantità di calorie: quella che serve per svolgere le loro attività.
Cosa succede a scuola?
A ricreazione ormai
migliaia di studenti italiani scendono negli spazi comuni della scuola e magari
si prendono qualcosa alle celebri "macchinette", i distributori
automatici pieni di snack e rinfreschi: merendine,
tramezzini, e bibite. Questa insana abitudine, di lasciar liberi gli studenti di ingurgitare tutto e di più senza alcun controllo, con l’aiuto degli insegnanti e di validi rappresentanti dei genitori l’ho sempre combattuta sia nella direzione didattica del 2 circolo di Arzignano ancora trent’anni fa, nel primo circolo di Montecchio vent’anni fa, nella scuola media Giuriolo 10 anni fa anche se avevo presente nell’istituto un pubblico adulto rappresentato dal CTP (Centro territoriale permanente).
Corsi
di formazione con i medici della ULSS, ci avevano convinto della dannosità di certe
merendine eccessivamente zuccherate, snack non salutari e bibite gassate, portandoci
ad avviare contestualmente progetti
speciali per introdurre il latte, lo
yogurt, l’acqua minerale in bottiglie di
vetro, la frutta biologica (mitiche in tal senso le iniziative della scuola
elementare don Milani e della materna
Andersen a Montecchio Maggiore). Avevamo bandito le merendine preconfezionate, le
bibite gassate per i minori, lasciando alla scuola media Giuriolo solo le
macchinette per il caffè, il tè per i docenti o le bottigliette di acqua per
tutti
Quanti
incontri con i genitori per condividere insieme il menù dietetico nella SCUOLA MATERNA, per controllare insieme igienicità e qualità
dei prodotti somministrati; quanti altri
per verificare i cibi della mensa
allestita nei rientri POMERIDIANI alle ELEMENTARI;
quanti ancora altri per aiutare i ragazzi preadolescenti dell’istituto
Giuriolo (plessi Motterle, Zanella di Arzignano e Beltrame di Montorso) ad acquisire delle sane abitudini alimentari
prevedendo una abbondante colazione energetica a casa prima di incominciare le
lezioni scolastiche e un piccolo spuntino a metà mattina giusto per staccare la spina senza ‘appesantire’ troppo lo stomaco.
Mi
chiedo se oggi in queste stesse scuole persista il sano controllo di famiglie /scuola
o se tutto sia cambiato.
Mi
riferiscono che durante le ricreazioni, in alcune scuole medie della nostra zona, girino, prelevate dalle macchinette
colorate, a suon di monetine (ravviso, tra l’altro, nell’uso delle stesse,
anche una modalità discriminatoria tra ragazzi che posseggono denaro e ragazzi
privi), pseudo panini con olio di palma, olio di cocco, salumi vari, merendine
al cioccolato, patatine in sacchetto, bevande gassate. Mi stupisco che i genitori così attenti alla salute e al benessere dei loro figli non si siano mai posti l’interrogativo di che cosa ingurgitano i loro figli a scuola.
Si sa, non si può predicare una cosa e praticarne un’altra.
I bambini vivono quel che vedono e l’esempio dell’ adulto, è essenziale.
Forse i genitori, oggi, ad Arzignano, forse gli stessi educatori, non sanno che della salute dei bambini si è occupato persino il CODACONS (associazione consumatori), quando ha lanciato nel 2007 un appello “NO MERENDINE IN DISTRIBUTORI SCUOLE”.
Lo mostrai a suo tempo al consiglio di istituto e forse sarebbe bene mostrarlo anche ora.
“ L`alimentazione dei minori è una
questione delicata afferma il Codacons per questo sarebbe un
importante passo avanti introdurre la frutta nei distributori automatici
presenti nelle scuole. Non vogliamo demonizzare il mondo dei dolciumi prosegue
l`associazione ma riteniamo che nella fascia di età della scuola elementare e
media, sia meglio guidare il minore verso una alimentazione sana ed equilibrata, delegando ai genitori
il controllo sull`assunzione di merendine e dolci vari`.
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A quell' appello hanno risposto molte scuole
dal nord al sud. Oggi, iniziative attive stanno coinvolgendo decine di
migliaia di studenti trentini , partecipanti al programma europeo “Frutta
nelle scuole” gestito dal ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali, con l’ obiettivo di promuovere il consumo dei
prodotti ortofrutticoli, favorire abitudini alimentari più corrette, una
nutrizione maggiormente equilibrata.
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Cerco di indovinare quale sia stata la motivazione ( non didattica), dei consigli di istituto in alcune scuole della nostra zona, per accettare tout court i distributori di merendine a scuola. Hanno, genitori e docenti , dato un’occhiata alle etichette, si sono resi conto che sono un cocktail di zuccheri raffinati, grassi idrogenati, conservanti, additivi, aromi artificiali? Hanno visto le bevande? Gassate, zuccherate, con percentuali irrisorie di frutta. E’ il cosiddetto “cibo spazzatura”, solitamente erogato dai distributori automatici. |
Come
concilia allora la distribuzione delle tipologie di prodotti sopra riportati con
le “Linee Guida per l’Educazione Alimentare nella Scuola Italiana” redatte dal
Ministero dell’Istruzione della Università e della Ricerca nel settembre 2012?
Coerenza ci vuole nelle scelte educative.
Le scuole trentine per fare un esempio
hanno adottato provvedimenti in tal senso, introducendo nei distributori
automatici solo prodotti bio e a chilometro zero [clicca qui].Macchinetta presente nelle varie scuole del trentino
Noi siamo, lo ripeto, ciò che mangiamo.
E’ una verità che va al di là della mera constatazione che l’aumento dei trigliceridi, dei grassi saturi, l’abuso degli zuccheri per citare alcuni elementi possono determinare gravi modificazioni del nostro organismo e conseguente della nostra vita psichica e sociale.
L’alimentazione da sempre è cultura, segna il rapporto millenario dei popoli con i cicli della natura, una integrazione all’insegna del rispetto delle sue regole e della frugalità.
Già
Petronius Arbiter criticava con salace ironia la smodatezza dei ricchi nella
cena di Trimalcione e Orazio ci tramanda quei versi in cui dice “Me pascunt
olivae, me pascit amara cicoria“ in una
celebrazione della frugalità e del buon gusto di chi si accostava ai doni della
natura più semplici. Epicuro
raccomandava uno stile di vita sobrio rispetto alla alimentazione. Oggi
nell’era dell’ ”abbondanza alimentare”creata dalle multinazionali (le
cosiddette big green ) il cibo mercificato non più compatibile con i cicli
della natura, avvelenato da diserbanti, antibiotici, insetticidi, modificato
geneticamente, altera in maniera
drastica il rapporto millenario degli uomini con il cibo.
E’ il
concetto del cibo inteso come merce (una ragione per cui ho contestato l’expo) che stravolge il nostro
rapporto con la natura, cioè con la nostra radice biologica e culturale (trasformandoci
in polli da allevamento). Si introduce nella nostra mente il concetto di una umanità costituita da consumatori, cresce l’abulimia e l’accaparramento, la ricerca del dolce come droga indispensabile, che cancella i criteri della sete della fame e dell’appetito.
Siamo di fronte a una mutazione antropologica che da soggetti pensanti ci trasforma in oggetti di una economia consumistica, cancellando giorno dopo giorno il significato della nostra umanità intesa come rapporto storico interattivo con la natura e l’ambiente
Sono questi
i motivi fondamentali, oltre quelli indiscutibili dell’igiene e della salute,
per cui la cultura dell’alimentazione non solo deve vivere nelle scuole ma deve
necessariamente escludere al loro interno drasticamente ogni forma di
mercificazione, in quanto diventa una negazione della mission formativa della scuola, peraltro da
evidenziare sempre alle famiglie.
Le
classi dei nostri ragazzi non sono pollai industriali: nessuna giustificazione, tanto meno se fosse di tipo economico (contratti tra scuola e distributori), può giustificare la
rivendita di prodotti alimentari incongrui.
Donata Albiero 6 dicembre 2015
educazione alimentare .Ma la facciamo davvero a scuola ?
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