NEWS ISDE 2 AGOSTO 2025
Il Gruppo operativo PFAS nasce nel 2018 su iniziativa del Movimento No PFAS Veneto, con l’intento di dare voce, soprattutto nelle scuole, a una delle più gravi emergenze ambientali e sanitarie della nostra regione: la contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS).
Fin dall’inizio l’obiettivo è stato chiaro: portare informazioni corrette ai giovani, principali vittime degli effetti di queste sostanze tossiche e, al tempo stesso, bersaglio di una comunicazione istituzionale spesso rassicurante o incompleta. Da qui la scelta di affiancare alla denuncia l’impegno educativo, costruendo un percorso capace di stimolare conoscenza, senso critico e responsabilità civile.
Una squadra multidisciplinare
Il gruppo è formato da medici ISDE (Medici per l’Ambiente), geologi, docenti universitari, ex tecnici ARPAV, esperti territoriali, insegnanti ed esponenti del movimento No PFAS. Un “arcipelago” di competenze che lavora secondo l’approccio One Health, la visione che lega inscindibilmente la salute umana a quella degli ecosistemi.
La metodologia adottata non si limita a semplici lezioni frontali: ogni percorso parte da un questionario rivolto agli studenti per conoscere aspettative e bisogni, prosegue con incontri e attività di apprendimento attivo, e si conclude con un test di valutazione e soprattutto con azioni concrete di cittadinanza attiva, ideate e portate avanti dagli stessi ragazzi.
Numeri e risultati
Dal 2018 a oggi il Gruppo operativo ha incontrato più di 10.000 studenti in 46 scuole tra primo e secondo grado, attraversando cinque province venete. Sono stati coinvolti anche circa 2.000 genitori e insegnanti in incontri pubblici di informazione e confronto.
I risultati, documentati nei report finali delle attività scolastiche 2024-2025, dimostrano la forza del progetto: gli studenti acquisiscono conoscenze aggiornate sugli effetti dei PFAS e delle microplastiche, sviluppano coscienza critica, si sentono parte attiva della comunità. Molti percorsi si sono conclusi con campagne di sensibilizzazione interne alle scuole, attività di monitoraggio ambientale, azioni di comunicazione rivolte al territorio.
Un percorso che segue la storia
Il lavoro educativo si è intrecciato con il lungo processo penale contro la multinazionale Miteni, responsabile dell’inquinamento delle falde venete. Dal 2021 fino alla sentenza storica del giugno 2025 – che per la prima volta in Italia ha riconosciuto responsabilità penali per l’inquinamento da PFAS – il gruppo ha seguito e raccontato nelle classi ogni fase, trasformandola in occasione di educazione civica e ambientale.
Quella sentenza, una vittoria epocale per le comunità colpite, non viene presentata come un punto di arrivo, ma come un passaggio che rafforza la consapevolezza della necessità di un cambiamento culturale: mettere al primo posto la salute e i beni comuni, prima del profitto di pochi.
Cultura che diventa azione
«Trasformiamo la cultura in azione»: così sintetizza la missione la coordinatrice del gruppo, Donata Albiero. Portare questi temi nelle scuole significa infatti colmare un vuoto informativo, ridare ai giovani il diritto di sapere, e allo stesso tempo stimolare partecipazione e responsabilità.
Per l’anno scolastico 2025-2026 il programma aggiornato porta il titolo “One Health. Quando la chimica è contro la vita. Cittadinanza attiva per bandire PFAS e microplastiche”: un itinerario che amplia lo sguardo, collegando la questione PFAS al problema globale delle microplastiche.
Uno sguardo al futuro
Il Gruppo operativo PFAS continuerà il suo lavoro, nella convinzione che i giovani, se messi nelle condizioni di conoscere e capire, possano diventare custodi consapevoli del territorio, cittadini capaci di difendere i beni comuni e promotori di un futuro più giusto e sostenibile.
Un percorso che unisce scienza, educazione e impegno civile: perché solo così è possibile affrontare la complessità delle crisi ambientali e sociali del nostro tempo.
Per chi vuole approfondire:
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