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mercoledì 22 dicembre 2021

ANNO 2021 QUALE NATALE?

 

Un Natale vero   

https://youtu.be/zAINayy4H8o

"Finché l'uomo sfrutterà l'uomo, finché l'umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo...è qui" (Pier Paolo Pasolini)

 

ph Nino Fezza 

Impotente, assisto a un dramma globale che imperversa da due anni. Constato che il killer silenzioso (Sars Covid) che si aggira nel Pianeta e che ha sconvolto le nostre vite, oltre al dramma dell’emergenza sanitaria, ha portato tragiche conseguenze sul piano sociale e politico, con l’acuirsi delle diseguaglianze in tutto il mondo: chi gode di una posizione favorevole sotto il profilo sociale e politico vede questa posizione rafforzarsi, mentre chi viveva situazioni di fragilità vede questa fragilità aumentare, sia nel Nord che nel Sud del mondo, sebbene con diversi impatti nella popolazione.

 


Ci sono otto milioni di bambini nel mondo per cui il Natale non esiste. Per loro poter avere cibo, acqua potabile, istruzione e cure adeguate sarebbe un vero regalo. Sono i più indifesi tra gli indifesi. Di loro ci si accorge solo quando vediamo in prima pagina una foto che strappa lacrime. Lacrime di coccodrillo per un bambino siriano, o yemenita, o palestinese morto per fame, sotto le bombe o affogato nel Mediterraneo. In tutto il mondo milioni di bambini costretti a fuggire dalle proprie case e ad attraversare confini a causa di fame, conflitti, violenze, effetto dei cambiamenti climatici.


Succede ogni giorno, succede nella indifferenza del mondo. La parola solidarietà sembra scomparsa dal nostro vocabolario. La solidarietà è un valore che si costruisce giorno per giorno, in grado di unire le persone e colmare le distanze  che rendono difficile la costruzione di un mondo più giusto ed equo. Ma quanti tra noi la adottiamo?  

Tutti festeggiano il Natale, anch’io, da laica, con la mia famiglia e i miei quattro nipotini. Ho bisogno di calore vero, di affetti sinceri.


E mi sento, però, in colpa.                                                                                                                            
Penso alla tradizione cattolica che vuole il bambinello Gesù nascere in una grotta. Se potesse parlarci sicuramente direbbe: “Io ero un bambino palestinese, i romani che occupavano il mio Paese volevano uccidermi come tutti gli altri bambini. Oggi voi festeggiate il Santo Natale in mio onore. Ma io mi riconosco solo in uno dei tanti bambini che muoiono annegati perché scappano dalla loro terra per non morire di fame. E voi li rifiutate. Il buon Natale non ve lo dovete augurare a voi stessi mentre mangiate e bevete. Ma a loro aiutandoli a non morire di fame” (web)

 Allora auguro, senza false retoriche, buon Natale vero, ispirato a  un bambino, dei tanti nel Mondo, nato in una stalla. Lo auguro a tutti gli uomini di buona volontà affinché non la smarriscano per strada.

Donata Albiero                 22 /12/ 2021 

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