RESOCONTO DI UN ANNO SCOLASTICO IN PIENA EMERGENZA COVID
La prima politica è l'educazione civica, la cittadinanza
attiva, il “sentirsi parte dell’incipit di un processo sociale, di un progetto
collettivo”.
È la politica vera (nulla da spartire con i partiti) che
riprende la dignità della sua origine, il suo desiderio: consegnare un mondo
migliore. A partire dalla scuola.
È il desiderio che anima noi del gruppo educativo Zero Pfas
impegnati nelle scuole del Veneto.
Quando entriamo negli istituti scolastici, per affrontare la drammatica questione dell’inquinamento da Pfas (ma potrebbe essere qualsiasi altra tematica riguardante il Territorio e il Pianeta in cui viviamo) sappiamo che il nostro compito è quello di innescare negli studenti un processo di autocoscienza e di consapevolezza, necessario alla crescita dell’autonomia intellettuale.
Solo quest’ultima dà loro strumenti
critici per confrontarsi con una concezione di vita distruttiva
per l’uomo e per l’ambiente, oggi dominante, subordinata al solo Profitto e al Mercato, espressa
dal cosiddetto Pensiero unico.
Un ambiente insalubre, oltraggiato, desertificato e depredato difficilmente consente lo sviluppo dell’uomo; al
contrario, compromette la stessa sopravvivenza della specie umana, basata su
presupposti ambientali che sempre più vengono meno.
Cemento e consumo del suolo avanzano, colline e montagne urlano ferite laceranti mentre polveri sottili, invisibili come fantasmi, imprevedibili e impalpabili si espandono nell’aria.
I fiumi sono invasi da colori plumbei e
odori nauseabondi, il mare è inquinato dal petrolio e dalla plastica, il suolo
marcisce nei fanghi e nei pesticidi, l’acqua dai rubinetti diffonde il veleno
pfas.
In un quadro così sconfortante, le pratiche di cittadinanza
attiva, che proponiamo, diventano l’antidoto necessario.
Il desiderio di reagire allo
scempio si manifesta in una nuova volontà di agire. L’importante è partire,
fare “il primo passo”, per riportare i
comportamenti umani su un piano di compatibilità con la bellezza della natura
che l’uomo sta distruggendo.
Si tratta di mettere in gioco se stessi, come nella canzone “Cento passi”, rendersi conto che bisogna percorrerli tutti questi passi, uno alla volta, consapevoli che da soli non si va da nessuna parte.
Di qui il nostro percorso collettivo,
partendo dalla scuola, per difendere il diritto primario alla salute.
Qui sotto, il link con i risultati ottenuti che ci riempiono di... speranza
A volte i ragazzi prestano più attenzione degli adulti ai veri problemi che investono la vita di questa regione. La diffusione, sempre più capillare e massiva della contaminazione dei PFAS sembra archiviata, oscurata dal rumore di fondo della pandemia Covid e dalla incessante propaganda politica di chi governa a Roma e a Venezia. Le scuole dove il Movimento "NO PFAS" ha portato i suoi esperti hanno interloquito con estremo interesse con medici ed esperti del territorio. Sanno che il problema dei PFAS li riguarda in prima persona mentre ormai la notizia che queste molecole sono state trovate negli spermatozoi dei ragazzi della zona rossa non scompone più di tanto gli adulti. L'assuefazione al processo incessante di autodistruzione del genere umano determina un clima di banalizzazione della vita pubblica. I ragazzi invece no: sanno che questi veleni li riguardano eccome e osservano con sgomento lo scioglimento dei ghiacciaia e gli incendi delle foreste. Si accorgono che il pianeta sta morendo e temono di non avere più le opportunità di cui hanno goduto i loro genitori. I ragazzi rappresentano l'ultima speranza per una umanità che sogna il PIL e la crescita infinita in un mondo che affonda nella spazzatura.
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