BUON 2021
Un Concetto espresso 65 anni fa, ancora attuale in questo terribile 2020 che volge, per fortuna, al termine. Lo rimugino da giorni cercando, dopo aver camminato in un tunnel al buio da quasi un anno, di guardare avanti per trovare la luce. La pandemia, meglio la sindemia da covid -19, in particolare il lockdown, mi ha costretto a cambiare le consolidate abitudini, togliendomi alcune certezze e rendendomi più vulnerabile. Allo stesso tempo però l'emergenza sanitaria mi ha dato la possibilità di riflettere su cosa è davvero importante ed essenziale nella vita e cosa è superfluo.
"…Un organismo invisibile e invincibile ha messo a nudo la nostra fragilità, ci ha costretti a riflettere sugli errori compiuti, sull’egoismo e lo scarso senso del bene comune che troppo spesso ispirano o accompagnano le nostre azioni 91; ci ha brutalmente fatto intendere che l’uomo non è padrone della natura, né è in grado di dominare e vincere ogni sfida, che il benessere conquistato non è perpetuo, che la crescita e lo sviluppo non sono fattori ineluttabili: dovremmo, insomma, avere imparato che limiti esistono e non vanno varcati. Altro che avvertimento. È una lezione di vita quella che il coronavirus ci ha impartito”.
L’obiettivo unico a cui tendere è indicato, forte e chiaro: uno sviluppo sostenibile per superare la logica tutta individualista che ha caratterizzato gli ultimi decenni e per collocarla dentro un percorso che abbia al centro il benessere e la qualità della vita delle persone, oltre la ristretta dimensione economicistica. Ci sarà pure qualcuno che ne farà tesoro, che si scoprirà emancipato dalla ‘normalità’ precedente ed impegnato nella consapevole e matura accoglienza di una nuova ‘normalità’, nel quotidiano vivere e, in ogni campo, nell’economia, nella politica, nella società? E che altri seguano l’esempio? Sarebbe un piccolo grande passo avanti per l’umanità.
Niente può essere come prima.
Da laica, trovo rifugio nelle parole illuminanti di Papa Francesco:
«La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruitole nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità. Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella(benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli».
Lo strumento più potente che abbiamo, noi tutti, per superare la crisi è la nostra capacità di sostenerci a vicenda, di cooperare e remare tutti nella stessa direzione. Lo strumento più potente come genere umano è il mutuo appoggio, l’aiuto reciproco, la solidarietà.
Mi ritorna in mente la canzone struggente di Mannoia “Combattente”, una strofa in particolare “chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso”.
Ognuno di noi, ogni giorno, si trova a confrontarsi con dei limiti: i propri o quelli che ci impongono o circondano. È il nostro atteggiamento che ne determina la natura: possono essere degli ostacoli insormontabili che ci indicano un percorso da seguire, o delle sfide che ci permettono di travalicare le nostre possibilità’, rendendo possibile anche ciò che pensavamo che fosse impossibile.
La pandemia, intanto, ha squarciato il velo e mostrato in modo definitivo una tara di sistema della nostra società e delle istituzioni che la governano: l’incapacità di mettere al centro la “cura” intesa non solo in senso sanitario, ma come sistema integrato di politiche imperniate sui diritti individuali, collettivi, ambientali (cambio di paradigma): i cittadini e il loro diritto alla salute al primo posto.
Ho aderito da poco alla Società della Cura, un percorso di convergenza di centinaia tra organizzazioni sociali, movimenti e gruppi locali che ha come obiettivo un cambiamento radicale a livello economico e sociale. Nel suo Manifesto ‘di visione’, che nel 2021 dovrà diventare una piattaforma di rivendicazioni condivise tra associazioni e comitati aderenti, descrive la società a cui tendere e che anch’io vorrei: diritti per tutte e tutti, transizione ecologica e sociale, democrazia partecipata, scuola e sanità pubbliche, una vera e propria inversione di rotta rispetto alle politiche neoliberiste degli ultimi anni. Trattasi di un percorso permanente di convergenza, cooperazione e mobilitazione, una finestra di opportunità che, ora più che mai, indica la strada da seguire per tutte e tutti noi.
Capovolgiamo il punto di osservazione, guardando il fenomeno nel suo insieme dal punto di vista dei ragazzi e dei cittadini e non da quello delle lobby, delle industrie, di coloro che le sostengono o le rappresentano, reali responsabili di quanto avvenuto e di quanto avviene quotidianamente sotto i nostri occhi. Conoscere per capire ed agire.
Un progetto positivo e di speranza, una dimensione di cura e responsabilizzazione, una maturazione civica, un praticare la politica come condizione comune di cittadinanza, che il gruppo Educativo estensore del progetto Pfas porta nella scuola condividendolo con gli studenti (e i docenti) per sperare davvero, senza retorica, in un 2021 migliore.
Un 2021 di rinnovata energia positiva, lo auguro ai giovani impegnati per il clima, i Fridays for future e agli studenti che sostengono il movimento "Priorità alla scuola” che si batte per avere la scuola in presenza e in sicurezza”.
Confermo il mio
impegno con loro e il mio sostegno alla scuola pubblica di tutti e per tutti.
Ogni lotta, ogni lacrima o goccia di sudore versato, ogni singolo bambino
aiutato, ogni nostro giorno vissuto nell’impegno sociale significa cambiare le
cose, comunque vada. Comunque vada, l’importante è dare un contributo,
mostrare che esiste un'altra possibilità, segnare la differenza rispetto
all'inerzia, sperare che possa cambiare qualcosa, dare un piccolo segno di
vita"... Una
sorta di riflesso etico ed estetico, incontrollabile, irriducibile.
Buon 2021 a tutti!
Donata Albiero Arzignano 1 gennaio 2021
Approfondimento
Natale al tempo del covid
https://donataalbiero.blogspot.com/2020/12/natale-al-tempo-del-covid.html