Ennesimo specchietto per allodole?
Il compito della scuola è quello di trasformare un gregge passivo in un popolo di cittadini pensanti (Mario Lodi)
Educare
alla cittadinanza a scuola
Un'ora di educazione alla cittadinanza, come materia
autonoma, con voto, nei curricula scolastici delle scuole di ogni
ordine e grado, strumento per coltivare il senso di appartenenza alla comunità, per insegnare il valore della responsabilità
e della memoria attraverso lo studio della Costituzione, dei diritti umani, di
elementi di educazione alla legalità, all'educazione ambientale, alla educazione
alimentare e digitale: ecco la proposta di legge popolare presentata dall’Anci, partita
già il 20 luglio 2018 con la raccolta delle firme di adesione da parte dei cittadini e conclusa a fine anno.
Molti sindaci sono entusiasti, molte amministrazioni se ne
fanno portavoce e anche l’opinione pubblica è per lo più favorevole.
Io però sono perplessa e apro una
discussione piuttosto accesa con mio marito che da ambientalista e cittadino
attivo invece la sostiene tout court.
Sia ben chiaro, non metto minimamente in
discussione l’importanza della educazione alla cittadinanza a scuola.
Rivendico il fatto di aver fatto della
cittadinanza attiva la punta di diamante della scuola“Giuriolo” di Arzignano.
In essa, arricchita dalla esperienza pregressa avuta a Montecchio
Maggiore, ho impostato (con il parere favorevole del collegio dei docenti) percorsi
trasversali alle discipline di educazione civica per dieci anni consecutivi, precisando
il tempo da dedicare, nel rispetto del monte ore complessivo della scuola, degli
ambiti disciplinari e della flessibilità
Un breve filmato “Insegnare cittadinanza a scuola” e una
pubblicazione “Villaggio Adolescenza” hanno esplicitato il percorso
pluriannuale ottenendo poi anche la qualifica di “Scuola amica” dei ragazzi e un riconoscimento dal
Prefetto di Vicenza
Perché
allora sono perplessa?
Ritorno al blog che ho scritto dal titolo
provocatorio “Se ai ragazzi insegniamo la
diseducazione
civica” che fa riferimento a un articolo
interessante di Benedetto
Vertecchi in cui scriveva:
Vertecchi in cui scriveva:
“Non serve l’educazione alla cittadinanza se
non c’è un’assunzione collettiva di responsabilità: si può insegnare l’educazione civica se si contrasta la disoccupazione, se non si
considerano furbi ma criminali gli evasori fiscali, se non si approvano (e neanche si
propongono) leggi ad personam, se tutti fruiscono di un’istruzione di qualità elevata, se non si devasta il territorio e via
seguitando.
La scuola può rendere
sistematico l’apprendimento, ma i valori sui quali si fonda l’educazione civica non possono che costituire
il riflesso delle scelte prevalenti
nella società.”
E a me dà l’impressione che la scuola, in realtà, venga strattonata
ora in una direzione, ora in un’altra, a seconda del momento
politico, delle discussioni in atto, degli umori dell’opinione
pubblica, mentre intanto le ore curricolari di altre discipline fondamentali scompaiono e il tempo scolastico si riduce.
La formazione del cittadino è senza dubbio
una delle finalità ultime della scuola.
Ben venga che anche l’esame di maturità 2019 preveda, all'orale, domande di cittadinanza e costituzione.
Ma facciamo chiarezza e non pensiamo di risolvere il tutto solo introducendo un’ora di educazione alla cittadinanza nei curriculi già troppo affollati.
Ben venga che anche l’esame di maturità 2019 preveda, all'orale, domande di cittadinanza e costituzione.
Ma facciamo chiarezza e non pensiamo di risolvere il tutto solo introducendo un’ora di educazione alla cittadinanza nei curriculi già troppo affollati.
Scrive, a ragione, Emanuele Contu “La cittadinanza non è un insieme di
contenuti da apprendere o di abilità da esercitare, elementi minimi che possano essere
ricondotti nel cerchio stretto di una materia scolastica e tradotti poi in un
voto…”
Si è buoni
cittadini, quando si possiedono salde quelle competenze trasversali
che consentono di esprimere un giudizio
fondato sulla realtà e di orientarsi efficacemente in una selva di informazioni
spesso contraddittorie quando non false; quando si dispone degli strumenti per
procurarsi di che vivere onestamente e senza correre il rischio di diventare un
peso per la società; quando si acquisisce la capacità di imparare non soltanto
tra i banchi di scuola, ma per tutta la vita e facendo tesoro di ogni apprendimento
(formale, non formale, informale) sia dato di acquisire nei molteplici contesti
in cui si svolge la nostra esistenza.
Gli strumenti per giungere a questo
profilo di buona cittadinanza sono molteplici e non possono esaurirsi o riassumersi nel concentrare in un’ora di lezione
settimanale (soprattutto se fosse sottratta ad altri insegnamenti di ambito
storico-sociale)
E poi chiariamoci.
La consapevolezza di essere cittadini si costruisce
tramite pratiche concrete e esperienze in cui gli allievi possano condividere
valori comuni esperiti tramite percorsi pensati e programmati come parte
integrante dei PTOF (piano triennale offerta formativa) d’Istituto.
Occorre passare da
un’impostazione formale e teorica a realizzazione di progetti basati su azioni
civiche che sviluppino la responsabilità civica attiva.
L’educazione alla cittadinanza attiva, oltre che
essere intesa come spazio conoscitivo, diventa così anche spazio per
trasmettere valori e rendersi consapevoli della problematicità
del reale, è esercizio di
quell’abitudine mentale che rende i soggetti capaci di giudizi riflessivi, non omologati ma
impegnati a formulare soluzioni possibili e risposte plurali in questa
nostra complessa postmodernità.
In ciò dobbiamo essere uniti, scuola e
società civile.
L'ora a scuola da sola non fa buoni
cittadini se la società… se ne lava le mani.
Donata Albiero 14 02 2019
APPROFONDIMENTI
EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA SERVE DARE
UN VOTO SCOLASTICO ?
SE AI RAGAZZI INSEGNIAMO LA DISEDUCAZIONE CIVICA
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