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sabato 20 ottobre 2018

TRASFORMARE I SUDDITI IN CITTADINI E' UN MIRACOLO CHE SOLO LA SCUOLA PUO' FARE

La ragione per cui il movimento No PFAS entra nelle scuole con un progetto educativo  



Un flash fotografico del movimento
 Il popolo inquinato da Pfas del Veneto, più di 350.000 persone si confronta con le scuole con un
progetto educativo specifico e “indipendente”
A chi chiede la ragione di siffatto intervento, non ho dubbi sulla risposta da dare e sono certa di
esprimere il pensiero del gruppo educativo No PFAS:

“Noi non vogliamo che le nuove generazioni, il cosiddetto futuro della nostra società, continuino ad
essere “invisibili” nelle scelte della Politica o si rendano essi stessi in quanto sfiduciati ‘invisibili!’…
Ricordiamo loro la necessità di partecipare attivamente e civilmente alle battaglie portate avanti dai
cittadini nel territorio per la salute e l’ambiente. Li spingiamo a fare appello alle loro capacità, ai loro
ideali, ai loro sogni per un mondo più vivibile”.




Questa è politica, nel senso nobile del termine, avulsa da ideologie partitiche.
Questo è rendere gli studenti protagonisti della loro vita, questo è voler trasformare gli studenti da
sudditi (privi di libertà, cioè oggetti di decisioni altrui) a cittadini (liberi, cioè titolari di diritti e soggetti di
doveri).
Lo sosteneva Piero Calamandrei, giurista e politico del secolo scorso:“Trasformare i sudditi
in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere".

Ogni inizio anno scolastico, dirigente scolastica dell’istituto “A.Giuriolo” di Arzignano, accoglievo i
ragazzini di prima media, spiegando loro che a scuola costruivamo una comunità, nel rispetto
reciproco, nella collaborazione, coltivando, quotidianamente, la cortesia delle relazioni, il valore
dell’aiuto reciproco nello studio, la libertà di opinioni e di azioni se non lesive della dignità altrui, la
partecipazione a scelte e decisioni, che a noi tutti (adulti e minori) permettessero di diventare migliori.
La scuola amica, in cui entravano per la prima volta, avrebbe dovuto perciò basarsi sull’ascolto, la
partecipazione e il protagonismo.     


Per dare la giusta definizione del concetto “Che cosa è la Libertà” e “Che cosa è la
Partecipazione”, utilizzavo il testo della canzone di Gaber  "La Libertà".  
“La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione”.
Discutevano i ragazzi e si convincevano che la ‘partecipazione’ richiedeva la collaborazione, la
condivisione di regole e valori, l’apertura al dialogo, la trasparenza delle informazioni, la capacità
di valutazione, la cittadinanza attiva.   
Arrivavamo, dopo il dibattito, impostato nei primi giorni di accoglienza, alla conclusione condivisa che
la partecipazione fosse l’unica risorsa affinché la libertà non si riducesse, come dice Gaber all’uomo
"che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare e nel farsi comandare ha trovato la
sua nuova libertà”.


Ieri come oggi
La partecipazione aiuta a trasformare i sudditi in cittadini.



La scuola può far molto nell’educare alla partecipazione e alla cittadinanza attiva.

Noi del Movimento No PFAS ne siamo convinti.

Io ne sono convinta, perché la  cittadinanza attiva serve per responsabilizzarci e dà ai giovani la speranza di cambiare in meglio.  
Donata Albiero