La scuola migliore http://youtu.be/1eCjj05KRVk
Visita ispettiva (dr. Gian Antonio Lucca) nella sc. elementare di San Vitale Montecchio M. 1992
Ho letto in un articolo, non ricordo quale, un mese fa: ”La valutazione a scuola appare come scoglio duro, traliccio ad alta tensione, pietra d’inciampo e causa di caduta di ministri; la parola “valutazione” risuona come uno scandalo quando investe i docenti e il sistema scolastico”.
Ho vissuto
in prima persona a scuola nell’ultimo
trentennio, come direttrice didattica, preside, dirigente scolastica, le tappe che hanno segnato il percorso storico di essa.
Dalla prima conferenza nazionale sulla scuola del 1990, quando fu annunciato un “servizio nazionale di valutazione” e il “governo della scuola attraverso l’autonomia”, ai successivi passaggi del regolamento dell’autonomia (1999) e quindi al “concorsone” che annunciava premialità e differenziazione tra i docenti (lo trovavo … interessante, sia pure con dei distinguo), il fallimento del tentativo ha coperto con un velo nero la parola “valutazione” ed ogni volta che si tenta di scoprirla succedono eventi imprevisti e drammatici.
Il primo decennio dell’anno Duemila ha segnato alcune tappe significative per la valutazione del sistema scolastico: dalla sperimentazione del Sidavis (valutazione volontaria del dirigente scolastico, iniziata nel 2003) a cui ho aderito per due volte consecutive facendomi valutare esternamente, al monitoraggio Invalsi, alla sperimentazione “Valorizza” (2010) con il progetto “Valutazione per lo sviluppo della qualità” (2011) –PQM – prima rivolto ad alcune scuole pilota (anch’esso da me seguito direttamente), poi esteso come “Valutazione e merito” e quindi ampliato con il progetto “Vales” articolato in tre annualità.
Tutti questi strumenti e progetti hanno avviato, di fatto, una nuova ottica di valutazione per il miglioramento del sistema scolastico.
Vedremo gli sviluppi ulteriori; i tempi sono maturi.
Mi sono
chiesta spesso e me lo chiedo tuttora perché gli operatori della scuola in generale siano così
contrari alla valutazione del loro operato (contrari al Sivadis
furono allora molti dirigenti scolastici); ritengo che molto dipenda dal fatto che non abbiano
ricevuto alcuna vera formazione alla
valutazione; intanto, il giusto principio costituzionale della
libertà d’ insegnamento è stato da molti male interpretato trasformandosi in “Nessuno mi può giudicare”».Dalla prima conferenza nazionale sulla scuola del 1990, quando fu annunciato un “servizio nazionale di valutazione” e il “governo della scuola attraverso l’autonomia”, ai successivi passaggi del regolamento dell’autonomia (1999) e quindi al “concorsone” che annunciava premialità e differenziazione tra i docenti (lo trovavo … interessante, sia pure con dei distinguo), il fallimento del tentativo ha coperto con un velo nero la parola “valutazione” ed ogni volta che si tenta di scoprirla succedono eventi imprevisti e drammatici.
Il primo decennio dell’anno Duemila ha segnato alcune tappe significative per la valutazione del sistema scolastico: dalla sperimentazione del Sidavis (valutazione volontaria del dirigente scolastico, iniziata nel 2003) a cui ho aderito per due volte consecutive facendomi valutare esternamente, al monitoraggio Invalsi, alla sperimentazione “Valorizza” (2010) con il progetto “Valutazione per lo sviluppo della qualità” (2011) –PQM – prima rivolto ad alcune scuole pilota (anch’esso da me seguito direttamente), poi esteso come “Valutazione e merito” e quindi ampliato con il progetto “Vales” articolato in tre annualità.
Tutti questi strumenti e progetti hanno avviato, di fatto, una nuova ottica di valutazione per il miglioramento del sistema scolastico.
Vedremo gli sviluppi ulteriori; i tempi sono maturi.
Primo circolo di Montecchio Maggiore anni '90
Per quanto riguarda la mia esperienza professionale , ho sempre sottolineato pubblicamente l’importanza della valutazione delle scuole (non tanto dei singoli docenti) e la formazione del personale, così come ho sempre concretizzato le azioni della scuola sulla necessità per così dire di
“ umanizzare la valutazione” privilegiando l’ottica del miglioramento e non della sanzione.
Di qui, la logica conseguenza fu quella di mettermi in gioco a mò di esempio per essere credibile con i docenti del mio istituto a cui poi poter proporre il cammino di … qualità insieme
Il percorso per me è iniziato nel 1992 come una riflessione e 'rielaborazione' personale di quanto avevo appreso al seminario universitario di educazione Ambientale ed Ecologia Umana per dirigenti scolastici, indetto dall'IRRSAE Veneto con la collaborazione del Centro di Ecologia Umana di Padova durante l'anno scolastico precedente.
Indagini, bisogni, rilevazioni nel Territorio erano modalità di agire al di fuori della realtà scolastica in cui operavamo e che il seminario metteva al primo posto .
Rendicontazione sociale
Coglievo l'occasione della commissione provinciale sui Nuovi Ordinamento per la Scuola Materna istituita nell'anno scolastico 1992\93 per confrontarmi con colleghi, ispettori, operatori sulla importanza di capire quale tipo di servizio scolastico stavamo offrendo ai cittadini.
Aderivo, poi, a un percorso triennale di formazione sulla managerialità promossa dall’IRRSAE Veneto (FOREMAS) .
Iniziavo nel 1994, facendo un mio profilo auto - diagnostico (MEA uno) , ripetuto tre anni dopo per un confronto (MEA due) sul modo in cui vivevo nel tempo le varie dimensioni dell'essere capo di istituto.
Nel Mea due anche otto osservatori nella Scuola dovevano compilare un profilo di me Capo di Istituto.
Le indicazioni erano precise:
"Scelta degli osservatori:
Affinché i risultati emersi dalla tabulazione degli otto questionari degli osservatori le possano offrire elementi utili ad una riflessione, vanno seguite con cura prima di compilare il profilo queste indicazioni. Individuare gli otto osservatori tra il personale docente e non docente (ausiliari esclusi) che lavora nel suo circolo da almeno un anno e che abbia avuto modo di lavorare con lei a stretto contatto, procedendo secondo l'ordine seguente:
il coordinatore amministrativo ‑ un collaboratore amministrativo ‑ il vicario ‑ il secondo collaboratore ‑ eventuale psicopedagogista ‑ fiduciari di plesso ‑ altri docenti appartenenti a plessi diversi o alla scuola materna.
Nel consegnare il questionario agli osservatori va chiarito che le modalità di restituzione e spedizione dei questionari garantiscono l'anonimato .
Il direttore didattico verrà a conoscenza dei dati dei suoi osservatori in forma aggregata.
I risultati gli consentiranno di confrontare il profilo emerso dalla propria autopercezione con il profilo che emergerà dalla percezione degli osservatori, riferita al suo modo di dirigere.
Il Mea è uno strumento formativo che fornisce ai direttori didattici informazioni sui punti forti e punti deboli che maggiormente caratterizzano il loro modo di dirigere, per individuare eventuali aree di miglioramento"
Era stato un rischio, per così dire, essere valutata dai docenti (me lo ripetevano diversi colleghi) ma non potevo tirarmi indietro.
Ne è valsa la pena, per quel che ho imparato dalle osservazioni degli operatori nei miei confronti e per la credibilità acquisita.
Avevo dato una nuova misura del mio operare: la mia autovalutazione confrontata con la 'percezione esterna', il mio vissuto professionale confrontato con ciò che pensavano del mio modo di lavorare altri operatori scolastici.
Si rompeva …l'autoreferenzialità.
Poteva diventare un modo di agire di tutti i professionisti del circolo.
Da lì è nato il mio bisogno di coinvolgere anche il collegio con siffatta metodologia per verificare lo stato di salute della scuola, il clima che vi regnava dentro.
C'era il bisogno di uno strumento che fosse al contempo capace di coinvolgere attivamente l’intero collegio dei docenti e restituire al capo di istituto l’immagine della scuola qual era vissuta dagli operatori.
Ancora una volta, per avere una immagine reale dei rapporti interpersonali all'interno dell'istituto, per coinvolgere emotivamente i docenti, liberandoli dalla naturale diffidenza nei confronti del Superiore, tendenzialmente vissuto come controllore fiscale del loro operato, ho fatto la scelta, come direttrice di mettere in discussione, nella ricerca, anche me stessa, insieme a tutto il resto. Ho presentato così una lista di indagine che rendeva gli insegnanti protagonisti, 'valutatori' di se stessi in rapporto agli altri: rapporti tra insegnanti e colleghi, rapporti tra insegnanti e Capo di Istituto, rapporti tra insegnanti e genitori.
Il lavoro è partito a dicembre 1995 con la somministrazione al collegio dei docenti di scuola elementare di 5 check list , cioè elenchi di argomenti in numero di dieci ciascuno, intesi come mete o come condizioni in cui si effettua il lavoro scolastico .
Accanto ad ogni argomento di ciascuna lista vi era lo spazio per il voto
(da 0 = non valutabile a 5 il massimo, l'eccellenza).
Naturalmente si concordavano prima i criteri per il punteggio da assegnare
Durante
l’anno scolastico si sono formati gruppi di lavoro per analizzare le risposte.
A maggio 1996 ci sono state le relazioni dei gruppi al collegio relativamente le varie aree trattate nelle liste con proposte per l'anno successivo di miglioramento.
Le aree di indagine hanno riguardato:A maggio 1996 ci sono state le relazioni dei gruppi al collegio relativamente le varie aree trattate nelle liste con proposte per l'anno successivo di miglioramento.
1. Area rapporti Dirigente
2.Docenti Area Rapporti tra Docenti
3. Area dei Rapporti tra Docenti e Genitori
4. Area della programmazione Educativa
5. Area della Programmazione Didattica.
Passo dopo passo …il tutto fu sempre condiviso con i professionisti della scuola tanto da puntare poi , con l’assenso del collegio, a uno strumento specifico per valutare la qualità della scuola, la "customer satisfaction", ovvero, un questionario sulla misurazione della soddisfazione del servizio rivolto ai genitori degli alunni (circa 780 famiglie).
( Non si parlava ovviamente di valutazione delle competenze dei docenti)
Non mi dilungo sui risultati .
Essi sono stati la base di lancio…. per una ricerca che sarebbe diventata nel corso degli anni sistematica su come migliorare i rapporti tra Scuola e Famiglia, rendendoli, nel contempo, trasparenti, anche attraverso un programma informatico , d’intesa con la CONFINDUSTRIA di Vicenza denominato (Si.QU.S)
Contestualmente all'azione di analisi, proseguiva sistematica la mia formazione e aggiornamento studiando i modelli europei di autovalutazione degli istituti , conoscendo nuovi metodi avendo la fortuna di potermi confrontare con il pedagogista inglese DAVID HOPKINS e il suo metodo " ricerca azione"
Ripeto.
Il tutto è stato partecipato, mai imposto dall’alto. Parola d'ordine era
'empowerment': processo di crescita, sia dell'individuo sia del gruppo, basato sull'incremento della stima di sé, dell'autoefficacia e dell'autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l'individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale.
in ogni caso
Antonella Sperotto,
Anna Tamiozzo.
I "Dieci anni di audit a Montecchio", la metodologia di "ricerca azione " di Hopkins per l'analisi e l'autovalutazione della scuola mi hanno permesso, quando nel 2002 sono
arrivata ad Arzignano, di incominciare subito, con autorevolezza, l’azione propositiva con i professori della
scuola media per quanto riguarda la valutazione formativa,
il processo da parte dell’istituto di autoanalisi, di autovalutazione, di valutazione esterna
attraverso l'aggiornamento, la formazione sul campo, il monitoraggio delle azioni condotte con precisi parametri misurabili .
Tale processo è proseguito ininterrottamente fino al 2012 .
Nel contempo chiedevo , sempre per essere di esempio, di essere , per così dire , valutata - sia chiaro la comunità scolastica non può valutare le competenze del singolo operatore scolastico, può solo dare il proprio indice di gradimento sull'operatore- , internamente dagli organi collegiali e dai genitori (questionari di gradimento e e rendicontazioni pubbliche degli stessi, esternamente dagli ispettori ministeriali nel progetto SIVADIS (da loro proprio valutata) .
Se può servire !!!
attraverso l'aggiornamento, la formazione sul campo, il monitoraggio delle azioni condotte con precisi parametri misurabili .
Tale processo è proseguito ininterrottamente fino al 2012 .
Nel contempo chiedevo , sempre per essere di esempio, di essere , per così dire , valutata - sia chiaro la comunità scolastica non può valutare le competenze del singolo operatore scolastico, può solo dare il proprio indice di gradimento sull'operatore- , internamente dagli organi collegiali e dai genitori (questionari di gradimento e e rendicontazioni pubbliche degli stessi, esternamente dagli ispettori ministeriali nel progetto SIVADIS (da loro proprio valutata) .
Se può servire !!!
APPROFONDIMENTI
Quando il tempo era disteso
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/10/quando-il-tempo-scuola-era-disteso.html
Una scuola di valori
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/12/una-scuola-arzignanese-nel-mito-di.html
Una scuola che volle FARSI VALUTARE
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/04/ti-voglio-cantare-cara-scuola-manzoni.html
hai fatto cose egregie cara amica
RispondiEliminaComplimenti Donata!
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