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venerdì 6 dicembre 2013

A SCUOLA NESSUNO E' STRANIERO

Contro le  geografie di separazione


Il mio no alle classi ponte
Il mio no alle classi di soli stranieri
 


 1° PREMIO NAZIONALE
Concorso Tutti  DIVERSI tutti UGUALI







http://youtu.be/5DWbNbhGHHQ  
Premio Scuole Superiori Marano Ragazzi
                                                                              Il  



Scrivo questo post con commozione, dopo aver appreso della morte di Nelson Mandela, il padre della lotta contro la segregazione razziale in Sud Africa, 
premio  Nobel per la pace nel 1993: un colosso, un esempio di umiltà, pace, uguaglianza, giustizia, speranza per milioni di uomini e donne.

Nessuno  ha parole adatte per rendere onore alla memoria di  Madiba  sopravvissuto alla stortura più atroce dell’umanità: il razzismo. Ogni parola suonerebbe stonata di fronte alla grandezza “semplice” di quella superiorità espressa dalla sua capacità di perdonare.





Leggo in facebook tanti 'grazie', tanti 'mi piace', tanti commenti positivi alla sua azione. Io credo che vi ci voglia qualcosa di più.
Dobbiamo fare nostra la sua battaglia contro il razzismo. 
Il vuoto che ci lascia Mandela può essere riempito solo se  combattiamo nella nostra casa le intolleranze e le discriminazioni.  
Continuiamo a farlo  a scuola! 

Sono passati cinque anni dalla proposta di realizzare classi di inserimento separate per gli alunni stranieri, contenuta nella mozione presentata dal leghista Roberto Cota  e approvata alla Camera nel 2008.

Le  società linguistiche bocciarono, allora, le ‘classi ponte’, ovvero le classi di inserimento per soli  alunni stranieri.  Anche lasciando da parte la questione delle ‘discriminazioni’, le dichiararono, motivando, del tutto  inefficaci.

Ricordo bene  quel periodo perché la scuola media A. Giuriolo  di Arzignano, da me diretta per dieci anni (periodo che coincise con il più alto flusso migratorio di stranieri in zona)  fu oggetto di attenzione di RAI  EDUCATIONAL  (Mondo a colori - Minoli ).
Correva l'anno 2008  
Tale servizio televisivo della rai italiana documentò  come avveniva  l’integrazione degli alunni stranieri    nella nostra scuola che si muoveva rifiutandosi di  realizzare classi di soli stranieri,  o - cambiando termine ma non sostanza- classi ponte  


http://youtu.be/8mmBqx8mI9s    
    ARZIGNANO UNA SCUOLA
SENZA FRONTIERE

Un altro servizio giornalistico/  televisivo mise in luce le modalità  condivise tra l' amministrazione  comunale di  allora e la Scuola  per realizzare il progetto  di inclusione  scolastica nel territorio arzignanese.

http://youtu.be/VzCJUm8glOc     
 NON  CLASSI  SEPARATE  MA  INTEGRAZIONE  AD  ARZIGNANO 

Le interrogazioni consigliari di un Partito, in quell'epoca all'opposizione, sulla scuola media , tacciata di essere un 'covo rosso' , non fermavano  la stessa che perseverava ostinatamente nel  difendere il diritto allo studio di tutti gli allievi, compresi gli stranieri e  marciava  a Barbiana per ricordare il prete scomodo, don Milani e il suo messaggio educativo.     



http://youtu.be/OUSeWPLBt5U   ARZIGNANO A BARBIANA 

L’istituto, grazie anche alla collaborazione dell'università di Padova, interessata allo studio del fenomeno degli alunni stranieri di seconda generazione, pubblicava, contestualmente, il libro 
 UNA BARBIANA PER NUOVI ITALIANI”  

La dirigente scolastica nel presentarlo dichiarava pubblicamente: 
 “I have a dream:  
 la scuola, una nuova Barbiana, a
colori, dinamica, aperta ai bisogni di tutti i ragazzi stranieri che, espiantati dal loro habitat naturale, cercano tra noi una nuova Patria, una nuova Identità , una nuova Dignità ;
 la scuola, terreno ideale di incontri, di scambio, vero laboratorio nel quale sperimentare quotidianamente la conoscenza, il riconoscimento e la valorizzazione della diversità . 
Il mio sogno è una sfida, una Barbiana per nuovi Italiani” (D. A.)  




Oggi, anno 2013, si ripropone il dibattito sulle classi ‘ponte’: cause scatenanti  la scelta di una scuola bolognese che ha istituito una classe media a settembre scorso composta da soli alunni stranieri e, più vicino a noi, la scelta di Alte - Montecchio  Maggiore con  la formazione di due classi prime delle primarie composte  quasi esclusivamente da alunni di cittadinanza non italiana (ma nati qui) 

Non entro nel merito delle scelte operate dalle due scuole: c'è un ampio dibattito pubblico in corso. 

Noi parliamo solo per quanto da direttamente  sperimentato.
 Fanno testo le azioni concrete effettuate nel territorio, documentate e sempre rese pubbliche.  

Le marce a Barbiana, della scuola media Giuriolo di Arzignano con il suo CTP (Centro Territoriale Permanente /Istruzione Adulti ), vincitore nel 2005 del Premio nazionale
"Tutti Diversi, tutti Uguali", per difendere, nel nome della Costituzione Italiana,  il diritto allo studio degli stranieri in una scuola accogliente e interculturale;
i libri offerti alla cittadinanza Le ricette del ctp e altro ancora” 
Una Barbiana per nuovi italiani ” per ribadire l’impegno di una scuola  aperta ad Arzignano;
le contrapposizioni  avute con l’attuale  amministrazione comunale  che ci  aveva nel 2011 tacciato di essere  dirigente buonista” verso gli stranieri, per la quale, dunque, il sindaco stesso solennizzava “tolleranza zero” nel Giornale di Vicenza; 
 il premio,  a pochi mesi di distanza dalla ‘diffida’ del sindaco, ricevuto invece dal Prefetto di Vicenza,  per l’impegno civile in  difesa della costituzione italiana profuso dalla  scuola Giuriolo, parlano da sé .


Mi limito solo  ad alcune inevitabili osservazioni , per dissipare ogni dubbio           che ad Arzignano mascherata ci sia l'apartheid:                 
 http://donataalbiero.blogspot.it/2014/11/apartheid-ad-arzignano.html

Oggi,  è  l’occasione per discutere, ancora una volta, sui modi più o meno efficaci dell’integrazione/inclusione degli alunni non (ancora) italofoni, sulle forme spesso silenziose della separazione educativa che si sono nel frattempo diffuse, sull’idea di scuola che vogliamo e che prefigura e costruisce il nostro futuro insieme.

E’ anche l’occasione ,  osserva  la pedagogista Graziella Favaro,  per proporre e mettere in comune le soluzioni più efficaci, a partire dalle esperienze condotte in questi anni,  che  le istituzioni scolastiche e gli insegnanti hanno costruito e sperimentato, con fatica e competenza, e spesso con risorse limitate, linee guida e modalità di inserimento specifiche;  strumenti didattici mirati: indicazioni, pratiche e materiali”.


La scuola media A. Giuriolo di Arzignano ha costruito il percorso d’integrazione,  anno dopo anno,  nel mito di don Milani e  contando su normative nazionali che propongono una scuola integrativa, accogliente, interculturale.

In questo periodo,  tuttavia, sono avvenuti importanti cambiamenti.

Uno di questi ha certamente a che fare con la diffusione di situazioni educative che hanno il segno della “separazione di fatto” e che dà origine a micro-concentrazioni di bambini e ragazzi stranieri in determinate scuole, in determinate classi (Vedi Bologna, vedi Alte) .
E dunque, oltre che sulla scelta di istituire classi separate, è il momento di interrogarsi sul tema più ampio e spinoso della mescolanza e dell'eterogeneità,
delle condizioni che possono favorirle e, viceversa, sui modi di prevenzione
di ogni forma di marginalizzazione.
Serve una visione strategica e pubblica per contrastare le geografie della separazione e per fare davvero della scuola il luogo dell’incontro e dello scambio interculturale a partire dai più piccoli.

Il tema della mescolanza nella scuola e nei servizi educativi ci riguarda,  riguarda tutti e  si coniuga strettamente con quello dell’uguaglianza,  della coesione sociale e culturale.


Per quanto riguarda,  invece, in modo specifico l’inserimento degli alunni stranieri neoimmigrati, 
sono chiari i principi e le attenzioni che regolano l’accoglienza degli alunni stranieri NAI (neo-arrivati in Italia), desunti dalla normativa e che condensano vent’anni di buone pratiche.
La  scuola Giuriolo ha raccontato il suo percorso dall’anno 2002 al 2008 
 in un ipertesto,  allegato al libro “Una Barbiana per nuovi italiani”  .
In esso ha  delineato un cammino chiaro  in termini di:
a) modalità e diritti
-gli alunni stranieri entrano a scuola in qualunque momento dell’anno essi arrivino;
-vengono inseriti nella classe corrispondente all’età anagrafica, salvo delibera motivata del collegio dei docenti con la quale si può stabilire l’inserimento in una classe inferiore (o superiore) di un anno;
b) risposte a bisogni specifici
-nella prima fase dopo l’arrivo vengono predisposti moduli per l’insegnamento dell’italiano come L2 per un certo numero di ore settimanali: durante questo tempo l’alunno frequenta l’attività laboratoriale specifica soprattutto durante l’insegnamento di discipline a forte carattere verbale;
-viene predisposto un piano personalizzato transitorio (“il necessario adattamento del programma”: DPR 394/99) che tiene conto delle competenze già acquisite (un alunno straniero può, ad esempio, avere un livello buono e perfino superiore a quello della classe nella quale si inserisce in lingua straniera, matematica, materie scientifiche …) e sulla base dei bisogni linguistici specifici;
c) attenzioni e accompagnamento
-in orario extrascolastico, l’alunno neo arrivato viene sostenuto e accompagnato attraverso dispositivi e azioni di aiuto allo studio grazie alle iniziative di volontariato, alle attività di doposcuola e di aggregazione presenti nella città, all’impegno e alla presenza di tutor giovani o adulti.

Ottimi spunti si possono trarre anche visitando il sito dell ‘ IIS Silvio Ceccato di Montecchio Maggiore con la cui dirigente scolastica, Antonella Sperotto , noi abbiamo in passato sempre  lavorato in continuità, anche approfittando di un rapporto personale di amicizia e stima (era una giovane maestra appassionata quando ero direttrice didattica a Montecchio 1°): indagine conoscitiva per alunni stranieri, protocollo accoglienza, piano personalizzato per stranieri 
Sito     http://www.iismontecchio.it/indexe.php  

 Negli ultimi quattro anni ad Arzignano (ma è un fatto nazionale)  la consistenza, sia in numeri assoluti che in percentuale degli alunni stranieri neo arrivati,  ha continuato a diminuire, anche a causa della crisi economica che riduce i nuovi ingressi, mentre è aumentato  in maniera  costante il numero di coloro che sono nati in Italia e che vengono inseriti in larga parte nella scuola italiana già dalla prima infanzia.
Adesso, ad Alte, ad Arzignano (per parlare di due realtà a noi vicine) le tendenze consolidate sono quelle di un generale assestamento delle presenze degli alunni stranieri e di un calo costante degli arrivi per ricongiungimento famigliare.
Non vi sono quindi  ragioni strutturali o dettate dall’emergenza degli arrivi tali da richiedere  interventi che abbiano il segno dell’urgenza e della separatezza, seppure temporanea.
Auspichiamo che non siano questioni legate alla xenofobia di alcuni partiti che amministrano i nostri comuni 

Si sono invece registrate negli ultimi anni a livello nazionale e locale, in particolare, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado - difficoltà di inserimento degli alunni neo arrivati in corso d’anno scolastico.
Ci sono stati casi di adolescenti e preadolescenti “rimbalzati” da una scuola all’altra anche per alcuni mesi e messi in una sorta di “lista d’attesa” perché nelle classi “non c’era posto”.

Noi ad Arzignano l’abbiamo vissuta con il CTP,  ‘contenitore’ di non scelte di altre scuole.   
Questa “descolarizzazione” di fatto, oltre a discriminare e a escludere i bambini e i ragazzi in cerca di scuola, lede il principio irrinunciabile del diritto/dovere all’istruzione.
La soluzione alle difficoltà di inserimento  va trovata nella gestione responsabile e condivisa, da parte di tutte le scuole,  dell’accoglienza immediata ed efficace di ogni alunno, qualunque siano la nazionalità e il luogo di nascita.

Il  CTF ‘Vicenza  Ovest’ si è adoperato in tal senso.
 Le  scuole  dovrebbero seguire il modello integrato  ( avviene nella maggior parte dei Paesi europei ) che prevede l’inserimento da subito nella classe comune e il contemporaneo insegnamento della seconda lingua (da noi,l’italiano, per alcune ore settimanali (da 6 ore a 10 a seconda dell’età, della lingua d’origine, dei bisogni linguistici), radunando in questi momenti “dedicati” gli alunni, anche al di fuori della classe, in piccolo gruppo.
 Il cosiddetto modello “separato”, non ha   fortuna  in Europa.

 La scuola Giuriolo, nel corso degli anni, ritenendo le modalità più efficaci  essere quelle che prevedono l’inserimento da subito nelle classi comuni e la contemporanea predisposizione dei dispositivi di aiuto, adeguati e specifici, per l’apprendimento linguistico e lo studio (es.  progetto “Scuole aperte” con  patti territoriali tra scuola e Enti Locali)  ha adottato la logica degli alunni stranieri   “né separati, né invisibili’ (G.Favaro) :
Solo una scuola di qualità senza recinti e separazioni può cercare di includere, a partire dai talenti e dalle fragilità di tutti e di ciascuno e può costruire le condizioni per una positiva con-cittadinanza.
Possiamo scegliere,  e Mandela ce lo ha insegnato, fra dedicare la nostra vita a qualcosa che vale, come insegnare l’amore, l’uguaglianza, la fratellanza o sprecarla inutilmente. 
                                  
Noi educatori sappiamo da che parte stare .

Voglio dare questo messaggio alle  scuole del padovano prossimamente, nel corso di aggiornamento, quando  narrerò le esperienze condotte  finora nella nostra zona del vicentino.   

Sì, perché
"La storia siamo noi" e l'educazione è futuro
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/09/la-storia-siamo-noi.html


Donata Albiero                                                     Arzignano  6 dicembre 2013

APPROFONDIMENTO
http://donataalbiero.blogspot.it/2013/02/italiano-sono-anchio.html


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