Il mio no alle classi di soli stranieri
Il
Scrivo questo post con commozione, dopo aver appreso della morte di Nelson Mandela, il padre della lotta contro la segregazione razziale in Sud Africa,
premio Nobel per la pace nel
1993: un colosso, un esempio di umiltà,
pace, uguaglianza, giustizia, speranza per milioni di uomini e donne.
Nessuno
ha parole adatte per rendere onore alla
memoria di ‘Madiba’ sopravvissuto alla stortura più atroce
dell’umanità: il razzismo. Ogni parola
suonerebbe stonata di fronte alla grandezza “semplice” di quella superiorità
espressa dalla sua capacità di perdonare.
Leggo in facebook tanti 'grazie', tanti 'mi piace', tanti commenti positivi alla sua azione. Io credo che vi ci voglia qualcosa di più.
Il vuoto che ci lascia Mandela può essere riempito solo se combattiamo nella nostra casa le intolleranze e le discriminazioni.
Continuiamo a farlo a scuola!
Sono passati cinque anni dalla proposta di
realizzare classi di inserimento separate per gli alunni stranieri, contenuta
nella mozione presentata dal leghista Roberto Cota e approvata alla Camera nel 2008.
Le società
linguistiche bocciarono, allora, le ‘classi ponte’, ovvero le classi di
inserimento per soli alunni
stranieri. Anche lasciando da parte la
questione delle ‘discriminazioni’, le dichiararono, motivando, del tutto inefficaci.
Ricordo bene quel periodo perché la scuola media A. Giuriolo di Arzignano, da me diretta per dieci anni (periodo che coincise con il più alto flusso migratorio di stranieri in zona)
fu oggetto di attenzione di RAI
EDUCATIONAL (Mondo a colori -
Minoli ).
Correva l'anno 2008
Tale servizio televisivo
della rai italiana documentò come
avveniva l’integrazione degli alunni
stranieri nella nostra scuola che si muoveva
rifiutandosi di realizzare classi di
soli stranieri, o - cambiando termine ma
non sostanza- classi ponte Correva l'anno 2008
http://youtu.be/8mmBqx8mI9s
ARZIGNANO UNA SCUOLA
SENZA FRONTIERE
Un altro servizio giornalistico/ televisivo mise in luce le modalità condivise tra l' amministrazione comunale di allora e la Scuola per realizzare il progetto di inclusione
scolastica nel territorio arzignanese.
http://youtu.be/VzCJUm8glOc
NON CLASSI SEPARATE MA INTEGRAZIONE AD ARZIGNANO
http://youtu.be/VzCJUm8glOc
NON CLASSI SEPARATE MA INTEGRAZIONE AD ARZIGNANO
Le interrogazioni consigliari di un Partito, in quell'epoca all'opposizione, sulla scuola media , tacciata di essere un 'covo rosso' , non fermavano la stessa che perseverava ostinatamente nel difendere il diritto allo studio di tutti gli
allievi, compresi gli stranieri e
marciava a Barbiana per ricordare
il prete scomodo, don Milani e il suo messaggio educativo.
http://youtu.be/OUSeWPLBt5U ARZIGNANO A BARBIANA
L’istituto, grazie anche alla collaborazione dell'università di Padova, interessata allo studio del fenomeno degli alunni stranieri di seconda generazione, pubblicava,
contestualmente, il libro
“UNA BARBIANA PER NUOVI ITALIANI”
“UNA BARBIANA PER NUOVI ITALIANI”
La dirigente scolastica nel presentarlo dichiarava pubblicamente:
“I have a dream:
la scuola, una nuova Barbiana, a
colori, dinamica, aperta ai bisogni di tutti i ragazzi stranieri che, espiantati dal loro habitat naturale, cercano tra noi una nuova Patria, una nuova Identità , una nuova Dignità ;
la scuola, terreno ideale di incontri, di scambio, vero laboratorio nel quale sperimentare quotidianamente la conoscenza, il riconoscimento e la valorizzazione della diversità .
Il mio sogno è una sfida, una Barbiana per nuovi Italiani” (D. A.)
Oggi, anno 2013, si ripropone il dibattito sulle classi ‘ponte’: cause scatenanti la scelta di una scuola bolognese che ha istituito una classe media a settembre scorso composta da soli alunni stranieri e, più vicino a noi, la scelta di Alte - Montecchio Maggiore con la formazione di due classi prime delle primarie composte quasi esclusivamente da alunni di cittadinanza non italiana (ma nati qui)
Non entro nel merito delle scelte operate dalle due scuole: c'è un ampio dibattito pubblico in corso.
Noi parliamo solo per quanto da direttamente sperimentato.
Fanno testo le azioni concrete effettuate nel territorio, documentate e sempre rese pubbliche.
Fanno testo le azioni concrete effettuate nel territorio, documentate e sempre rese pubbliche.
Le marce a Barbiana, della scuola media Giuriolo di Arzignano con il suo CTP (Centro Territoriale Permanente /Istruzione Adulti ), vincitore nel 2005 del Premio nazionale
"Tutti Diversi, tutti Uguali", per difendere, nel nome della Costituzione Italiana, il diritto allo studio degli stranieri in una scuola accogliente e interculturale;
i libri offerti alla cittadinanza “ Le ricette del ctp e altro ancora”
“Una Barbiana per nuovi italiani ” per ribadire l’impegno di una scuola aperta ad Arzignano;
le contrapposizioni avute con l’attuale amministrazione comunale che ci aveva nel 2011 tacciato di essere “dirigente buonista” verso gli stranieri, per la quale, dunque, il sindaco stesso solennizzava “tolleranza zero” nel Giornale di Vicenza;
il premio, a pochi mesi di distanza dalla ‘diffida’ del sindaco, ricevuto invece dal Prefetto di Vicenza, per l’impegno civile in difesa della costituzione italiana profuso dalla scuola Giuriolo, parlano da sé .
Mi limito solo ad alcune inevitabili osservazioni , per dissipare ogni dubbio
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/11/apartheid-ad-arzignano.html
Oggi, è l’occasione per discutere, ancora una volta, sui modi più o meno efficaci dell’integrazione/inclusione degli alunni non (ancora) italofoni, sulle forme spesso silenziose della separazione educativa che si sono nel frattempo diffuse, sull’idea di scuola che vogliamo e che prefigura e costruisce il nostro futuro insieme.
“E’ anche l’occasione , osserva la pedagogista Graziella Favaro, per proporre e mettere in comune le soluzioni più efficaci, a partire dalle esperienze condotte in questi anni, che le istituzioni scolastiche e gli insegnanti hanno costruito e sperimentato, con fatica e competenza, e spesso con risorse limitate, linee guida e modalità di inserimento specifiche; strumenti didattici mirati: indicazioni, pratiche e materiali”.
La scuola media A. Giuriolo di Arzignano ha costruito il percorso d’integrazione, anno dopo anno, nel mito di don Milani e contando su normative nazionali che propongono una scuola integrativa, accogliente, interculturale.
In questo periodo, tuttavia, sono avvenuti importanti cambiamenti.
Uno di questi ha certamente a che fare con la diffusione di situazioni educative che hanno il segno della “separazione di fatto” e che dà origine a micro-concentrazioni di bambini e ragazzi stranieri in determinate scuole, in determinate classi (Vedi Bologna, vedi Alte) .
E dunque, oltre che sulla scelta di istituire classi separate, è il momento di interrogarsi sul tema più ampio e spinoso della mescolanza e dell'eterogeneità,
delle condizioni che possono favorirle e, viceversa, sui modi di prevenzione
di ogni forma di marginalizzazione.
Serve una visione strategica e pubblica per contrastare le geografie della separazione e per fare davvero della scuola il luogo dell’incontro e dello scambio interculturale a partire dai più piccoli.
Il tema della mescolanza nella scuola e nei servizi educativi ci riguarda, riguarda tutti e si coniuga strettamente con quello dell’uguaglianza, della coesione sociale e culturale.
Per quanto riguarda, invece, in modo specifico l’inserimento degli alunni stranieri neoimmigrati,
in un ipertesto, allegato al libro “Una Barbiana per nuovi italiani” .
In esso ha delineato un cammino chiaro in termini di:
a) modalità e diritti
-gli alunni stranieri entrano a scuola in qualunque momento dell’anno essi arrivino;
-vengono inseriti nella classe corrispondente all’età anagrafica, salvo delibera motivata del collegio dei docenti con la quale si può stabilire l’inserimento in una classe inferiore (o superiore) di un anno;
b) risposte a bisogni specifici
-nella prima fase dopo l’arrivo vengono predisposti moduli per l’insegnamento dell’italiano come L2 per un certo numero di ore settimanali: durante questo tempo l’alunno frequenta l’attività laboratoriale specifica soprattutto durante l’insegnamento di discipline a forte carattere verbale;
-viene predisposto un piano personalizzato transitorio (“il necessario adattamento del programma”: DPR 394/99) che tiene conto delle competenze già acquisite (un alunno straniero può, ad esempio, avere un livello buono e perfino superiore a quello della classe nella quale si inserisce in lingua straniera, matematica, materie scientifiche …) e sulla base dei bisogni linguistici specifici;
c) attenzioni e accompagnamento
-in orario extrascolastico, l’alunno neo arrivato viene sostenuto e accompagnato attraverso dispositivi e azioni di aiuto allo studio grazie alle iniziative di volontariato, alle attività di doposcuola e di aggregazione presenti nella città, all’impegno e alla presenza di tutor giovani o adulti.
Ottimi spunti si possono trarre anche visitando il
sito dell ‘ IIS Silvio Ceccato di
Montecchio Maggiore con la cui
dirigente scolastica, Antonella Sperotto , noi abbiamo in passato sempre lavorato in continuità, anche approfittando
di un rapporto personale di amicizia e stima (era una giovane maestra
appassionata quando ero direttrice didattica a Montecchio 1°): indagine
conoscitiva per alunni stranieri, protocollo accoglienza, piano personalizzato per
stranieri
Sito http://www.iismontecchio.it/indexe.php
Non vi sono quindi ragioni strutturali o dettate dall’emergenza degli arrivi tali da richiedere interventi che abbiano il segno dell’urgenza e della separatezza, seppure temporanea.
Auspichiamo che non siano questioni legate alla xenofobia di alcuni partiti che amministrano i nostri comuni
Ci sono stati casi di adolescenti e preadolescenti “rimbalzati” da una scuola all’altra anche per alcuni mesi e messi in una sorta di “lista d’attesa” perché nelle classi “non c’era posto”.
Noi ad Arzignano l’abbiamo vissuta con il CTP, ‘contenitore’ di non scelte di altre scuole.
Questa “descolarizzazione” di fatto, oltre a discriminare e a escludere i bambini e i ragazzi in cerca di scuola, lede il principio irrinunciabile del diritto/dovere all’istruzione.
La soluzione alle difficoltà di inserimento va trovata nella gestione responsabile e condivisa, da parte di tutte le scuole, dell’accoglienza immediata ed efficace di ogni alunno, qualunque siano la nazionalità e il luogo di nascita.
Il CTF ‘Vicenza Ovest’ si è adoperato in tal senso.
Le scuole dovrebbero seguire il modello integrato ( avviene nella maggior parte dei Paesi europei ) che prevede l’inserimento da subito nella classe comune e il contemporaneo insegnamento della seconda lingua (da noi,l’italiano, per alcune ore settimanali (da 6 ore a 10 a seconda dell’età, della lingua d’origine, dei bisogni linguistici), radunando in questi momenti “dedicati” gli alunni, anche al di fuori della classe, in piccolo gruppo.
Possiamo scegliere, e Mandela ce lo ha insegnato, fra dedicare la nostra vita a qualcosa che vale, come insegnare l’amore, l’uguaglianza, la fratellanza o sprecarla inutilmente.
Noi
educatori sappiamo da che parte stare .
Voglio dare questo messaggio alle scuole del padovano prossimamente, nel corso di aggiornamento, quando narrerò le esperienze condotte finora nella nostra zona del vicentino.
Sì, perché
"La storia siamo noi" e l'educazione è futuro
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/09/la-storia-siamo-noi.html
Donata Albiero Arzignano 6 dicembre 2013
APPROFONDIMENTO
http://donataalbiero.blogspot.it/2013/02/italiano-sono-anchio.html
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