Contro le geografie di separazione
Il mio no alle classi ponte
Il mio no alle classi di soli stranieri
1° PREMIO NAZIONALE
Concorso Tutti DIVERSI tutti UGUALI
http://youtu.be/5DWbNbhGHHQ
Premio Scuole Superiori Marano Ragazzi
Il
Scrivo
questo post con commozione, dopo aver appreso della morte di Nelson
Mandela, il padre della lotta contro la segregazione razziale in Sud Africa,
premio Nobel per la pace nel
1993: un colosso, un esempio di umiltà,
pace, uguaglianza, giustizia, speranza per milioni di uomini e donne.
Nessuno
ha parole adatte per rendere onore alla
memoria di ‘Madiba’ sopravvissuto alla stortura più atroce
dell’umanità: il razzismo. Ogni parola
suonerebbe stonata di fronte alla grandezza “semplice” di quella superiorità
espressa dalla sua capacità di perdonare.
Leggo
in facebook tanti 'grazie', tanti 'mi
piace', tanti commenti positivi alla sua azione. Io
credo che vi ci voglia qualcosa di più.
Dobbiamo fare nostra la sua
battaglia contro il razzismo.
Il vuoto che ci lascia Mandela
può essere riempito solo se combattiamo nella nostra casa le intolleranze
e le discriminazioni.
Continuiamo a farlo a scuola!
Sono passati cinque anni dalla proposta di
realizzare classi di inserimento separate per gli alunni stranieri, contenuta
nella mozione presentata dal leghista Roberto Cota e approvata alla Camera nel 2008.
Le società
linguistiche bocciarono, allora, le ‘classi ponte’, ovvero le classi di
inserimento per soli alunni
stranieri. Anche lasciando da parte la
questione delle ‘discriminazioni’, le dichiararono, motivando, del tutto inefficaci.
Ricordo bene quel periodo perché la scuola media A. Giuriolo di Arzignano, da me diretta per dieci anni (periodo che coincise con il più alto flusso migratorio di stranieri in zona)
fu oggetto di attenzione di RAI
EDUCATIONAL (Mondo a colori -
Minoli ).
Correva l'anno 2008
Tale servizio televisivo
della rai italiana documentò come
avveniva l’integrazione degli alunni
stranieri nella nostra scuola che si muoveva
rifiutandosi di realizzare classi di
soli stranieri, o - cambiando termine ma
non sostanza- classi ponte
http://youtu.be/8mmBqx8mI9s
ARZIGNANO UNA SCUOLA
SENZA FRONTIERE
Un altro servizio giornalistico/ televisivo mise in luce le modalità condivise tra l' amministrazione comunale di allora e la Scuola per realizzare il progetto di inclusione
scolastica nel territorio arzignanese.
http://youtu.be/VzCJUm8glOc
NON CLASSI SEPARATE
MA INTEGRAZIONE AD ARZIGNANO
Le interrogazioni consigliari di un Partito, in quell'epoca all'opposizione, sulla scuola media , tacciata di essere un 'covo rosso' , non fermavano la stessa che perseverava ostinatamente nel difendere il diritto allo studio di tutti gli
allievi, compresi gli stranieri e
marciava a Barbiana per ricordare
il prete scomodo, don Milani e il suo messaggio educativo.
http://youtu.be/OUSeWPLBt5U ARZIGNANO A BARBIANA
L’istituto, grazie anche alla collaborazione dell'università di Padova, interessata allo studio del fenomeno degli alunni stranieri di seconda generazione, pubblicava,
contestualmente, il libro
“UNA BARBIANA PER NUOVI ITALIANI”
La dirigente scolastica nel presentarlo dichiarava pubblicamente:
“I have a dream:
la scuola, una nuova
Barbiana, a
colori, dinamica, aperta ai bisogni di tutti i ragazzi stranieri
che, espiantati dal loro habitat naturale, cercano tra noi una nuova Patria,
una nuova Identità , una nuova Dignità ;
la scuola, terreno ideale di incontri,
di scambio, vero laboratorio nel quale sperimentare quotidianamente la conoscenza,
il riconoscimento e la valorizzazione della diversità .
Il mio sogno è una sfida, una Barbiana per
nuovi Italiani” (D. A.)
Oggi, anno
2013, si ripropone il dibattito sulle
classi ‘ponte’: cause scatenanti la
scelta di una scuola bolognese che ha istituito una classe media a settembre scorso composta da soli alunni stranieri e, più vicino a noi, la scelta di Alte - Montecchio Maggiore con la
formazione di due classi prime delle primarie composte quasi esclusivamente da alunni di cittadinanza non italiana (ma nati qui)
Non entro nel merito delle scelte operate dalle due scuole: c'è un ampio dibattito pubblico in corso.
Noi parliamo solo per quanto da direttamente sperimentato.
Fanno testo le azioni concrete effettuate nel territorio, documentate e sempre rese pubbliche.
Le marce a
Barbiana, della scuola media Giuriolo di Arzignano con il suo CTP (Centro Territoriale Permanente /Istruzione Adulti ), vincitore nel 2005 del Premio nazionale
"Tutti Diversi, tutti Uguali", per difendere, nel nome della Costituzione Italiana, il diritto allo studio degli stranieri in una scuola accogliente e interculturale;
i
libri offerti alla cittadinanza “ Le ricette del ctp e altro ancora”
“Una Barbiana per nuovi italiani ” per
ribadire l’impegno di una scuola aperta
ad Arzignano;
le contrapposizioni avute
con l’attuale amministrazione comunale che ci
aveva nel 2011 tacciato di essere “dirigente buonista” verso gli stranieri, per la quale, dunque, il sindaco stesso solennizzava “tolleranza
zero”
nel Giornale di Vicenza;
il
premio, a pochi mesi di distanza dalla
‘diffida’ del sindaco, ricevuto invece dal Prefetto di Vicenza, per l’impegno civile in difesa della costituzione italiana profuso dalla scuola Giuriolo, parlano da
sé .
Mi limito solo
ad alcune inevitabili osservazioni , per dissipare ogni dubbio che ad Arzignano mascherata ci sia l'apartheid:
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/11/apartheid-ad-arzignano.html
Oggi, è l’occasione per discutere, ancora una volta, sui modi più o meno efficaci dell’integrazione/inclusione degli alunni non (ancora) italofoni, sulle forme spesso silenziose della separazione educativa che si sono nel frattempo diffuse, sull’idea di scuola che vogliamo e che prefigura e costruisce il nostro futuro insieme.
“E’ anche l’occasione , osserva la pedagogista Graziella Favaro, per proporre e mettere in comune le soluzioni
più efficaci, a partire dalle esperienze condotte in questi anni, che le
istituzioni scolastiche e gli insegnanti hanno costruito e sperimentato, con
fatica e competenza, e spesso con risorse limitate, linee guida e modalità di
inserimento specifiche; strumenti
didattici mirati: indicazioni, pratiche e materiali”.
La scuola media A. Giuriolo di Arzignano ha costruito il percorso d’integrazione, anno dopo anno, nel mito di don Milani e contando su normative nazionali che propongono una scuola integrativa, accogliente, interculturale.
In questo periodo, tuttavia, sono avvenuti importanti
cambiamenti.
Uno di questi ha certamente a che fare con la
diffusione di situazioni educative che hanno il segno della “separazione di fatto” e che dà origine
a micro-concentrazioni di bambini e ragazzi stranieri in determinate scuole, in
determinate classi (Vedi Bologna, vedi Alte) .
E dunque, oltre che sulla scelta di istituire
classi separate, è il momento di interrogarsi sul tema più ampio e
spinoso della mescolanza e dell'eterogeneità,
delle condizioni che possono
favorirle e, viceversa, sui modi di prevenzione
di ogni forma di
marginalizzazione.
Serve una visione strategica e pubblica per
contrastare le geografie della separazione e per fare davvero della scuola il
luogo dell’incontro e dello scambio interculturale a partire dai più piccoli.
Il tema
della mescolanza nella scuola e nei servizi educativi ci riguarda, riguarda tutti e si coniuga strettamente con
quello dell’uguaglianza, della coesione
sociale e culturale.
Per quanto riguarda, invece, in modo specifico l’inserimento degli alunni
stranieri neoimmigrati,
sono chiari i principi e le
attenzioni che regolano l’accoglienza degli alunni stranieri NAI (neo-arrivati
in Italia), desunti dalla normativa e che condensano vent’anni di buone
pratiche.
La scuola
Giuriolo ha raccontato il suo percorso dall’anno 2002 al 2008
in un ipertesto, allegato al libro “Una Barbiana per
nuovi italiani” .
In esso ha delineato un cammino chiaro in termini di:
a) modalità e diritti
-gli alunni
stranieri entrano a scuola in qualunque momento dell’anno essi arrivino;
-vengono
inseriti nella classe corrispondente all’età anagrafica, salvo delibera motivata
del collegio dei docenti con la quale si può stabilire l’inserimento in una
classe inferiore (o superiore) di un anno;
b) risposte a bisogni specifici
-nella prima
fase dopo l’arrivo vengono predisposti moduli per l’insegnamento dell’italiano
come L2 per un certo numero di ore settimanali: durante questo tempo l’alunno
frequenta l’attività laboratoriale specifica soprattutto durante l’insegnamento
di discipline a forte carattere verbale;
-viene
predisposto un piano personalizzato transitorio (“il necessario adattamento del
programma”: DPR 394/99) che tiene conto delle competenze già acquisite (un
alunno straniero può, ad esempio, avere un livello buono e perfino superiore a
quello della classe nella quale si inserisce in lingua straniera, matematica,
materie scientifiche …) e sulla base dei bisogni linguistici specifici;
c) attenzioni e accompagnamento
-in orario
extrascolastico, l’alunno neo arrivato viene sostenuto e accompagnato
attraverso dispositivi e azioni di aiuto allo studio grazie alle iniziative di
volontariato, alle attività di doposcuola e di aggregazione presenti nella
città, all’impegno e alla presenza di tutor giovani o adulti.
Ottimi spunti si possono trarre anche visitando il
sito dell ‘ IIS Silvio Ceccato di
Montecchio Maggiore con la cui
dirigente scolastica, Antonella Sperotto , noi abbiamo in passato sempre lavorato in continuità, anche approfittando
di un rapporto personale di amicizia e stima (era una giovane maestra
appassionata quando ero direttrice didattica a Montecchio 1°): indagine
conoscitiva per alunni stranieri, protocollo accoglienza, piano personalizzato per
stranieri
Sito http://www.iismontecchio.it/indexe.php
Negli
ultimi quattro anni ad Arzignano (ma è un fatto nazionale) la consistenza, sia in numeri assoluti che in
percentuale degli alunni stranieri neo arrivati, ha
continuato a diminuire, anche a causa della crisi economica che riduce i nuovi
ingressi, mentre è aumentato in
maniera costante il numero di coloro che
sono nati in Italia e che vengono inseriti in larga parte nella scuola italiana
già dalla prima infanzia.
Adesso, ad Alte, ad Arzignano (per parlare di due
realtà a noi vicine) le tendenze
consolidate sono quelle di un generale assestamento delle presenze degli alunni
stranieri e di un calo costante degli arrivi per ricongiungimento famigliare.
Non vi sono quindi ragioni strutturali o dettate dall’emergenza
degli arrivi tali da richiedere interventi che abbiano il segno dell’urgenza e
della separatezza, seppure temporanea.
Auspichiamo che non siano questioni legate alla
xenofobia di alcuni partiti che amministrano i nostri comuni
Si sono invece registrate negli ultimi anni a livello nazionale e locale, in particolare, nelle scuole
secondarie di primo e secondo grado - difficoltà
di inserimento degli alunni neo arrivati in corso d’anno scolastico.
Ci sono stati casi di adolescenti e preadolescenti
“rimbalzati” da una scuola all’altra anche per alcuni mesi e messi in una sorta
di “lista d’attesa” perché nelle classi “non c’era posto”.
Noi ad
Arzignano l’abbiamo vissuta con il CTP,
‘contenitore’ di non scelte di altre scuole.
Questa “descolarizzazione” di fatto,
oltre a discriminare e a escludere i bambini e i ragazzi in cerca di scuola,
lede il principio irrinunciabile del diritto/dovere all’istruzione.
La soluzione
alle difficoltà di inserimento va trovata nella
gestione responsabile e condivisa, da parte di tutte le scuole, dell’accoglienza immediata ed efficace di ogni
alunno, qualunque siano la nazionalità e il luogo di nascita.
Il CTF ‘Vicenza Ovest’
si è adoperato in tal senso.
Le scuole dovrebbero seguire il modello integrato ( avviene
nella maggior parte dei Paesi europei )
che prevede l’inserimento da subito nella classe comune e il
contemporaneo insegnamento della seconda lingua (da noi,l’italiano, per alcune
ore settimanali (da 6 ore a 10 a seconda dell’età, della lingua d’origine, dei
bisogni linguistici), radunando in questi momenti “dedicati” gli alunni, anche
al di fuori della classe, in piccolo gruppo.
Il
cosiddetto modello “separato”, non ha fortuna in Europa.
La scuola Giuriolo, nel corso
degli anni, ritenendo le modalità più efficaci
essere quelle che prevedono l’inserimento
da subito nelle classi comuni e la contemporanea predisposizione dei
dispositivi di aiuto, adeguati e specifici, per l’apprendimento linguistico e
lo studio (es. progetto “Scuole aperte” con patti territoriali tra scuola e Enti
Locali) ha adottato la logica degli alunni stranieri “né separati, né invisibili’ (G.Favaro)
:
Solo una scuola di qualità senza recinti e
separazioni può cercare di includere, a partire dai talenti e dalle
fragilità di tutti e di ciascuno e può costruire le condizioni per una positiva
con-cittadinanza.
Possiamo scegliere, e Mandela ce lo
ha insegnato, fra dedicare la nostra vita a qualcosa che vale, come insegnare l’amore, l’uguaglianza, la
fratellanza o sprecarla inutilmente.
Noi
educatori sappiamo da che parte stare .
Voglio dare questo messaggio alle scuole del padovano prossimamente, nel corso di aggiornamento, quando narrerò le esperienze condotte finora nella nostra zona del vicentino.
Sì, perché
"La storia siamo noi" e l'educazione è futuro
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/09/la-storia-siamo-noi.html
Donata
Albiero
Arzignano 6 dicembre 2013
APPROFONDIMENTO
http://donataalbiero.blogspot.it/2013/02/italiano-sono-anchio.html