«ANDIAMO NELLE SCUOLE PER SENSIBILIZZARE GLI STUDENTI SUL PROBLEMA PFAS »
“Andiamo nelle scuole per informare insegnanti e studenti sulla pericolosità dei PFAS e sul problema della loro persistente presenza nell’ambiente, per sensibilizzare la popolazione e motivarla all’impegno per contrastare questa forma di inquinamento”.
"Abbracciamo, in una visione olistica, l’approccio “One
Health”. Diamo forza ad una percezione della
vita in cui natura e società sono integrate in un unico concetto di salute. Offriamo strumenti
e opportunità agli studenti di
divenire i protagonisti del cambiamento, tutor di
altri compagni, promotori di azioni individuali e collettive volte a
interfacciarsi con la politica, in difesa del territorio in cui vivono e in un
contesto più generale in difesa della giustizia sociale e ambientale; un
richiamo, a trecentosessanta gradi, alla cittadinanza attiva. Coltiviamo il
senso di responsabilità, anima e motore della cittadinanza attiva".
Riconosco che il ruolo ricoperto per decenni all'interno della scuola mi abbia facilitato nell'azione di stabilire i primi agganci e contatti per partire con il percorso educativo. Ma poi, la credibilità, la fiducia, ce la siamo giocata insieme come equipe di lavoro.
«Ci confrontiamo sul disastro ambientale derivante dalla contaminazione delle falde acquifere superficiali e profonde del territorio veneto, sulla minaccia per la salute di oltre 350.000 cittadini, principalmente per le nuove generazioni, sulle legittime richieste del popolo inquinato, sulle proposte e soluzioni – proseguo - Ciò che ci interessa è contribuire a sviluppare nei giovani maggiore consapevolezza degli eventi che riguardano la comunità in cui vivono affinché divengano una risorsa per il territorio. Vogliamo rendere protagonisti i ragazzi. Offriamo una serie di sollecitazioni, talvolta provocatorie, atte a stimolare curiosità, coinvolgimento”.
"Sono quaranta gli istituti scolastici veneti (secondarie di primo e secondo grado) «che ci hanno accolto, tredici per più anni scolastici cinque sono le province attraversate, ottomila cinquecento gli studenti e mille cinquecento i genitori incontrati.
Il criterio formativo utilizzato è l’apprendimento attivo. Coltiviamo negli allievi il senso di responsabilità, anima e motore per essere cittadini attivi. Interloquiamo con una generazione tradita che scopre un modo diverso di confrontarsi con la realtà. Costruiamo con essa nuovi percorsi esistenziali in cui la linfa della ribellione emerge dal sopravvenire della conoscenza e della consapevolezza.
Puntiamo al cambio di paradigma culturale: dare un senso compiuto alla società in cui viviamo creando una connessione tra noi, gli altri e l’ambiente di cui tutti facciamo parte. Ricordiamo ai ragazzi che nessuno si salva da solo. La condivisione moltiplica le possibilità, dando speranza di risultati. Le esperienze più significative sono le pratiche attuate nei percorsi autonomi di cittadinanza attiva delle scuole, previste nel progetto, su cui ci confrontiamo alla fine dell’anno scolastico" .
Una fucina di attività da parte degli studenti nei ruoli di intervistatori, giornalisti, formatori, tutor, scrittori, registi, curatori di mostre, grafici, videogamer e videomaker, nonché esploratori e sentinelle di territori gravati da un degrado inarrestabile e perverso. È la loro ‘cittadinanza attiva’ per contrastare abusi, soprusi, violenza ambientali; è il loro modo di parlare dei pfas inquinanti eterni a scuola e fuori, superando la ‘tattica’ del silenzio di aziende produttrici o di istituzioni ‘accomodanti’ rispetto alla capacità di usare la testa muovendosi e agendo in modo critico.
"Siamo convinti che soltanto attraverso la creazione di una coscienza critica delle persone, in particolare delle giovani generazioni, si possa contribuire alla costruzione di una nuova società civile più attiva, capace di incoraggiare quei cambiamenti politici, economici e sociali coerenti con uno sviluppo umano sostenibile. Perciò continuiamo nel nostro percorso"
"Procediamo, sapendo qual è lo scopo. Sperimentiamo nuovi percorsi, nuovi incontri, nuovi compagni di strada, nuovi confronti, pronti a rivedere tutto e a ricominciare da capo. Il nostro è un lungo percorso che persegue unità di intenti e di visione. Non raccogliamo subito i frutti ma seminiamo".
Ci rinfranca un’ osservazione di un attivista di primo ordine all’interno del movimento No Pfas “Il tuo, il vostro lavoro nelle scuole è la cosa più importante e meravigliosa che abbiamo fatto”.
Donata Albiero
PS
Due recenti articoli spiegano il significato del nostro percorso educativo sui PFAS
***VITA.it
https://www.vita.it/veneto-a-lezioni-di-veleni-cosi-combattiamo-i-pfas/?fbclid=IwZXh
***IL GIORNALE DELL'AMBIENTE
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Un exscursus sintetico del percorso dal 2018 al 2024
https://donataalbiero.blogspot.com/2024/05/pfas-excursus-educativo-dal-2018-al-2024.html