IL SISTEMA SCOLASTICO DEVE RIMANERE UNITARIO E NAZIONALE
Da molti anni denuncio il pericolo che comporta la regionalizzazione della nostra nazione soprattutto nell'ambito della sanità e dell'istruzione.
Siamo contrari – spiegano – per quanto riguarda la scuola al disegno di “autonomia differenziata”, inizialmente avanzato dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e rilanciato dalla attuale maggioranza di governo.
"Tale progetto, invece di consolidare il carattere unitario e nazionale del sistema pubblico di istruzione, rafforzando la capacità di risposta dello Stato di cui si è avvertita l’estrema necessità durante la recente pandemia, ripropone un’ulteriore frammentazione degli interventi indebolendo l’unità del Paese, col rischio di aumentare le disuguaglianze senza garantire la tutela dei diritti per tutti i cittadini e ampliando i divari territoriali".
La questione centrale è legata al concetto stesso di scuola, di accesso e di opportunità, di programmi, di personale scolastico, ed anche di mobilità e di stipendi. La riduzione dei divari territoriali, il superamento della dispersione scolastica sono gli obiettivi da raggiungere assolutamente. La scuola rappresenta il luogo principale per la costituzione dell’uguaglianza sociale. Quindi dobbiamo unire ancor più la scuola non dividerla.
Qui non si tratta semplicemente di dividere le regioni cosiddette ricche da quelle povere, qui c'è il rischio reale di regredire sia a livello sociale che storico, mentre il mondo va avanti e progredisce.
Il tutto in un Veneto che esempio di eccellenza proprio non è.
Siamo la Regione degli inceneritori e delle discariche, senza contare i cementifici e le discariche abusive, non di rado nascoste sotto le nuove strade.
Abbiamo uno dei siti più inquinati d’Italia, Porto Marghera.
Siamo la Regione che utilizza più pesticidi di tutto il Paese, per non parlare dell’inquinamento dell’aria e delle falde acquifere con i Pfas o di città come Venezia, Padova e Vicenza che per numero di sforamenti di polveri sottili all’anno sono tra le città più inquinate d’Italia.
Siamo la Regione, laboratorio del sistema di Grandi Opere, nato col Mose e proseguito con il Tav e la Pedemontana, volto ad impostare un sistema di corruzione che ha letteralmente espropriato la democrazia grazie ad un iter collaudato di commissariamenti e leggi in deroga.
Chi denuncia i limiti e i rischi di una politica del consenso propagandistica a spese dell’ambiente viene dipinto come un nemico del benessere diffuso.
Per carità, NO NO NO.