Contro la deriva della scuola pubblica
Torno a scrivere sulla scuola, dopo la
pausa estiva, ad inizio del nuovo anno scolastico, nel momento in cui ho
appreso che il testo
della LIP ( Legge di Iniziativa Popolare) è stato
depositato in Cassazione l’8 settembre 2017
Certo, non è immune da critiche e
obiezioni.
Io stessa avrei modificato qualche punto e l’ho anche proposto,
senza successo, nelle sedi preposte (riforma cicli scolastici ad esempio).
Tuttavia, concordo con Antonia Guerra:“… sarebbe deleterio un approccio critico che, soffermandosi su singoli aspetti, non tenesse conto della portata complessiva della legge: ribaltare il paradigma corrente, privatistico e classista, disinfestare lo spazio culturale dal dominio del mercato, ricostruire l’equilibrio di diritti e poteri, restituire il sistema scolastico alla funzione di promozione del pensiero critico e della cittadinanza consapevole”.
Tuttavia, concordo con Antonia Guerra:“… sarebbe deleterio un approccio critico che, soffermandosi su singoli aspetti, non tenesse conto della portata complessiva della legge: ribaltare il paradigma corrente, privatistico e classista, disinfestare lo spazio culturale dal dominio del mercato, ricostruire l’equilibrio di diritti e poteri, restituire il sistema scolastico alla funzione di promozione del pensiero critico e della cittadinanza consapevole”.
Dunque andiamo avanti: “La
barchetta (la LIP) è pronta a navigare “
Da sempre, ho sostenuto, per la scuola
pubblica, i principi / valori della laicità, accoglienza, solidarietà, cooperazione,
integrazione, inclusione. E’ stato
pertanto inevitabile per me lottare contro la
legge 107/2015 perché
ritengo che essa violi oggi i principi fondamentali della Costituzione, diventando
una scuola selettiva, classista, meritocratica.
“L’istruzione non è una merce, la scuola
non è una azienda”.
Faccio parte del comitato LIP di Vicenza
per la difesa della scuola pubblica e come cittadina attiva mi interessano non
tanto gli aspetti sindacali dei lavoratori della scuola pur riconoscendone la
legittimità, quanto piuttosto gli articoli costituzionali e la loro
salvaguardia, su cui si fonda la scuola repubblicana e che la
cosiddetta ”Buona Scuola" sta calpestando.
Non accetto la sostanziale parità tra
scuole statali e private, chiamate tutte paritarie o paritetiche ormai. In
effetti si inviano i capitali privati a finanziare in modo generoso la scuola
mentre nello stesso tempo si aumentano i finanziamenti pubblici alle scuole
private e si danno loro privilegi mai avuti.
Non accetto, in altre parole, la privatizzazione della scuola pubblica e la pubblicizzazione delle scuole private.
Non accetto la scuola fast and furious, che non garantisce il diritto
all’istruzione per tutti, che non fornisce, pari opportunità per tutti, che non rispetta
i tempi di tutti.
Non accetto
l’addestramento dei giovani invece che lo sviluppo del pensiero critico e la
scuola china ai voleri deli mercati.
La Costituzione è stata da tempo violata
per quanto riguarda i diritti fondamentali della Scuola (come del lavoro, della
sanità). E’ bene ricordarlo a quanti
rimangono spettatori impassibili. E’
bene ricordare loro che le vittime sono i nostri figli e nipoti, i nostri
allievi se non si cambia rotta.
“L’istruzione è l’arma più potente che abbiamo per cambiare
il mondo”
lo ha detto N. Mandela.
lo ha detto N. Mandela.
L'appello dei docenti per il NO alle modifiche istituzionali lanciato nell’ottobre 2016, vale ancora e spiega la ragione del mio sostegno al nuovo testo della LIP, presentato in Cassazione nonché, se necessario, il mio impegno per la raccolta delle firme: “Crediamo in una scuola come laboratorio di democrazia. Per questo ci opponiamo a tutte le operazioni che ne stravolgono il ruolo, svilendola e deformandola a mero strumento di esercizio del potere e di omologazione, compatibile con una società basata sulla competizione e sull’individualismo, gerarchizzata e subordinata al mito del mercato e del profitto”.
Donata Albiero 16 settembre 2017
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