EDUCAZIONE DI GENERE A SCUOLA PER DIFENDERE I NOSTRI FIGLI DALL'IGNORANZA
Educazione di genere: parlano i bambini https://youtu.be/YdB0uS_5J3E
Educazione di genere: parlano i bambini https://youtu.be/YdB0uS_5J3E
Ho esplicitato allora, nel mio blog, più volte, con chiarezza la
mia posizione personale e professionale, elencando esperienze educative e didattiche nonché una
sperimentazione europea portata avanti sull’educazione affettivo sentimentale
sessuale. Il tutto è sempre partito dalla lotta alle discriminazioni.
Si fa un gran parlare di “teorie del gender”, ma quello che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni sono invece “casi pratici” di violenza e discriminazione.
Episodi di bullismo, omofobico e non, violenza contro le donne, femminicidi, discriminazioni a livello salariale e occupazionale non sono “teorie”, ma una realtà concreta da cui abbiamo il dovere di partire coinvolgendo sì le famiglie, ma anche le scuole. Da parte del Ministero, per voce del Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, c’è il costante impegno nel promuovere programmi di educazione al rispetto di genere in tutte le scuole di ogni ordine e grado, così come riportato dal c. 16 della legge 107. Il MIUR chiede esplicitamente di insegnare consapevolmente il rispetto di genere con azioni progettate e inserite nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa.
“Educazione di genere significa educare al rispetto delle
differenze per prevenire violenza o discriminazione. Non altro. Non
permetteremo alla stampa strumentalizzata o a personaggi in cerca di scena
politica di mentire sulle spalle della scuola. Negli ultimi giorni si è tornati
a diffondere leggende metropolitane sull’educazione di genere a scuola, sia con
articoli falsi e pretestuosi sia con comunicati di persone in cerca di
visibilità, millantando la difesa dei “figli degli italiani”. I figli degli
italiani li difendono già le loro famiglie, i loro docenti e i loro dirigenti,
uniti insieme nei percorsi educativi più rispondenti. Le scuole fanno già, e lo
fanno bene, educazione di genere, come indicato dal comma 16 della legge 107,
un insegnamento trasversale che altro non è che educazione alle pari opportunità e alla lotta alle discriminazioni, tutte, a partire da quella di genere. Anche come forma di
prevenzione della violenza: contro il sessismo, l’omofobia, l’intolleranza per le differenze. In nome di un rispetto per la
persona dovuto a tutti e che va ribadito e praticato a scuola fin da piccoli…. Si fa un gran parlare di “teorie del gender”, ma quello che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni sono invece “casi pratici” di violenza e discriminazione.
Episodi di bullismo, omofobico e non, violenza contro le donne, femminicidi, discriminazioni a livello salariale e occupazionale non sono “teorie”, ma una realtà concreta da cui abbiamo il dovere di partire coinvolgendo sì le famiglie, ma anche le scuole. Da parte del Ministero, per voce del Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, c’è il costante impegno nel promuovere programmi di educazione al rispetto di genere in tutte le scuole di ogni ordine e grado, così come riportato dal c. 16 della legge 107. Il MIUR chiede esplicitamente di insegnare consapevolmente il rispetto di genere con azioni progettate e inserite nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa.
Non è un optional, è già legge: comma 16,
legge 107.
….Stiamo costruendo un’Italia civile, rispettosa delle differenze e libera nella responsabilità, siamo consapevoli che questo cambiamento profondo non sia compreso da tutti, perché la libertà e il rispetto delle differenze esigono anche una responsabilità, e abbiamo contro i media, che non sempre sono maturi da questo punto di vista; stiamo chiedendo di uscire dalla comfort zone per entrare in un mondo nuovo fatto di rispetto e tolleranza, in cui razzismo, sessismo, omofobia, discriminazione del diverso sono banditi e condannati in ogni ambito della vita sociale, culturale e collettiva; lo insegniamo a scuola, credo sia un grande passo per il paese, se ne facciano una ragione coloro che marciano contro i diritti e la tolleranza.”
….Stiamo costruendo un’Italia civile, rispettosa delle differenze e libera nella responsabilità, siamo consapevoli che questo cambiamento profondo non sia compreso da tutti, perché la libertà e il rispetto delle differenze esigono anche una responsabilità, e abbiamo contro i media, che non sempre sono maturi da questo punto di vista; stiamo chiedendo di uscire dalla comfort zone per entrare in un mondo nuovo fatto di rispetto e tolleranza, in cui razzismo, sessismo, omofobia, discriminazione del diverso sono banditi e condannati in ogni ambito della vita sociale, culturale e collettiva; lo insegniamo a scuola, credo sia un grande passo per il paese, se ne facciano una ragione coloro che marciano contro i diritti e la tolleranza.”
Suggerisco ai docenti, prima di progettare le attività nel nuovo anno scolastico , di dotarsi di strumenti utili a decostruire il fondamento sessista su cui si fondano i saperi trasmessi a scuola.
Per ben partire propongo Il libro “EDUCAZIONE SESSISTA”
Stereotipi di genere nei libri delle elementari Esso mette a disposizione un kit di strumenti (di tipo sia quantitativo che qualitativo) testati in una ricerca condotta su un campione di dieci libri di lettura della classe quarta elementare, di alcune delle maggiori case editrici italiane: De Agostini, Nicola Milano, Piccoli, Il Capitello, La Scuola, Giunti, Elmedi, Piemme, Raffaello, Fabbri. I risultati dell'indagine testimoniano l'urgenza di liberare le nuove generazioni da un immaginario di Principi Azzurri e Belle addormentate nel bosco.
Vi si analizzano gli albi illustrati pubblicati in
Italia e all'estero dal punto di vista della presenza o assenza degli
stereotipi di genere relativi alla prima infanzia e propone attività pratiche -
a partire dall'utilizzo dei libri - dirette al superamento degli stereotipi. Il
volume si articola in vari percorsi, ciascuno legato a un tema chiave per la
costruzione dell'identità di genere di bambine e bambini, e declinabili ai
diversi livelli scolastici.
Infine, caldeggio il libro MASCHI
CONTRO FEMMINE? (EricKson)
Vuole
essere un’occasione preziosa per affrontare — divertendosi — il tema
dell’educazione alla parità di genere e per superare pregiudizi e stereotipi
culturalmente radicati, attraverso materiali operativi che si snodano in un
percorso ricco di riflessioni, attività e giochi, da utilizzare sia a casa che
a scuola nelle normali attività didattiche.
Permette a genitori, educatori e insegnanti di approfondire la questione delle Pari Opportunità in modo rigoroso ma lieve, aiutando bambini e bambine a comprendere realmente il mondo in cui vivono e fornendo l’occasione di un’apertura al futuro che contempli nuove aspirazioni e possibilità.
Permette a genitori, educatori e insegnanti di approfondire la questione delle Pari Opportunità in modo rigoroso ma lieve, aiutando bambini e bambine a comprendere realmente il mondo in cui vivono e fornendo l’occasione di un’apertura al futuro che contempli nuove aspirazioni e possibilità.
Non è mai troppo presto per
iniziare a lavorare sugli stereotipi se si vuole davvero
la creazione di una
società più rispettosa, giusta ed equa
La scuola non può, per quieto vivere, voltarsi dall’altra parte .
Se volete approfondire la questione allora probabilmente vi interesserà Il gioco del rispetto. Io l'ho acquistato.
Dimenticavo, ho visto la nuova edizione di “La parola alla storia”
Il testo scolastico per ragazzi e ragazze di prima media, curato da Barbara Biggio ed edito da Fabbri Editori in collaborazione con Erickson, prevede la sezione “Cittadini si diventa”, declinata in diverse schede di approfondimento collegate al tema storico che si sta affrontando.
Ed ecco che, a pagina 71, con l’importante tema dell’uguaglianza, si parla anche del Gioco del rispetto e si invitano ragazzi e ragazze a riflettere sulle discriminazioni e sulle possibili soluzioni a questo problema.
Un altro libro?
Io l' ho preso per i miei due nipotini, Ernesto e Luna: l "FIABE IN ROSSO ". Sono piccini piccini i miei piccoli , di 1 e 3 anni, ma intanto lo consegno alle loro mamme che decideranno il da farsi .
Si tratta di una breve raccolta di fiabe della tradizione, tutte con protagoniste femminili, ma con finali rivisitati. Perché ciò che ogni bambino dovrebbe imparare è che il finale della propria storia, il finale della propria vita, non deve essere scontato, non deve essere uno solo, non deve essere – soprattutto – già deciso da qualcun altro.
La felicità non consiste necessariamente nel trovare il principe azzurro, ma nel guadagnarsi la propria strada e il proprio posto nel mondo. E' un bel libro, dunque, da leggere insieme ai nostri bambini, per raccontare loro, siano essi maschi o femmine, che la vita va vissuta in prima persona, e nel massimo rispetto di chi ci è accanto.
Auguri alla scuola nel nuovo anno scolastico , la NUOVA FRONTIERA in un mondo sempre più degradato e privo di valori.
(http://donataalbiero.blogspot.com/2016/09/scuola-maschi-nuovi-e-femmine-nuove.html?spref=fb )
A chi ha avuto la pazienza di seguirmi fino alla fine offro una 'chicca' , ringraziando pubblicamente per l'opportunità datami, la prof.ssa Graziella Priulla , di cui ho parlato ampiamente nel post " Come insegnare a non uccidere le femmine "
Il suo MANUALE/ guida è un file ricco di riflessioni, spunti, osservazioni, indicazioni bibliografiche
L'importanza di educare al genere
Donata Albiero
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