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sabato 24 ottobre 2015

SLOT MACHINE PER BAMBINI E DIPENDENZA


UNA VERA PIAGA SOCIALE

Le Iene | Slot machine e sale giochi per bambini
https://youtu.be/knkTLy5H2SA


Allarme: le slot  machine non sono più soltanto un passatempo o un “azzardo” per   gli adulti, ma
stanno diffondendosi anche tra i minori.
Allarme: lo lanciavo anch’io, quattro anni fa, nel CTP(Centro Territoriale Permanente) di Arzignano che dirigevo.   

 Tutto è fatto ad arte.
 Persino i  “tintinnii“ sono gli stessi: imitano la cascata di soldi delle slot per adulti.


La slot per bambini “ non succhia soldi è vero, si vincono 'upgrade', ma induce alla dipendenza e fatte le dovute proporzioni è paragonabile a quella che provano gli adulti, on line o nelle sale giochi di cui sono piene le strade”, scriveva l’anno scorso  Alessandra Magliaro


 Le app (applicazioni che si scaricano nei dispositivi mobili) di giochi d’azzardo per bambini si moltiplicano e si rendono sempre più seducenti agli occhi dei piccoli giocatori. Fino a pochi mesi fa si contavano sulle dita di una mano, ora sono più di 30 e sono in costante aumento. Si parla  delle app che mascherate da giochi innocenti, celano dietro alla loro grafica accattivante e colorata, un vero e proprio embrione di gioco d’azzardo. I premi sono virtuali (come l’accesso ai livelli successivi per esempio) ma l’accanimento e la dipendenza sviluppati nei bambini sono più che reali.
Basta fare una piccola ricerca  per averne la riprova e rabbrividire, ci racconta Enzo Santonicola:  .      Il pericolo più grave sta nel fatto che le app in generale, sono spesso motivo di confronto e dialogo tra i bambini e, in alcuni casi, uniscono fasce d’età diverse: i più piccoli, per sentirsi “grandi”, scaricano le app dei loro amici delle medie. E così il tam tam corre veloce e l’app viene scaricata da migliaia di ragazzini. In un’epoca in cui la paghetta può essere versata su una carta di credito ricaricabile che poi il ragazzino connetterà al proprio store, il passo tra giocatore e dipendente dal gioco d’azzardo è veramente troppo breve. Il boom delle scommesse virtuali tra i ragazzi del liceo ne è un triste esempio.

 Esistono dei movimenti contro il gioco d’azzardo, come il Movimento No Slot,
''Non c'è da fare del proibizionismo o al contrario 'legalizzare', a monte del tema slot c'è un problema culturale che è urgente risolvere'', continua a ripeterci  Simone Feder del movimento  No-slot, figura tra le più note della battaglia che tenta di arginare un fenomeno  sempre più pericoloso per le conseguenze devastanti . 

Cosa ci salverà? 
Simone Feder, psicologo, giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, tra i fondatori del Movimento, in prima fila contro le ludopatie, conoscitore del mondo giovanile dalla sua esperienza concreta nella Casa del giovane di Pavia, è in sintonia con le giovani generazioni e la risposta per lui è una sola: ''I nostri ragazzi. Ogni giorno entro nelle scuole a spiegare e ogni giorno vedo il loro stupore quando racconto cosa c'è dietro una slot machine, cosa provoca. Educazione e cultura sono le nostre uniche armi per far capire far capire che il futuro non è tentare la fortuna con una slot o un gratta e vinci. La gran parte di loro è privilegiata, non sa cosa significa soffrire, non sa come ci si può ridurre con genitori che si giocano lo stipendio o chiedono i soldi agli usurai. Bisogna dirglielo, farglielo sapere perchè loro non siano indifferenti. E quanto questo accade il risultato è immediato: scrivono lettere, si impegnano con il movimento, convocano assemblee, si fanno protagonisti. Sono sicuro: i giovani ci salveranno''.
I ragazzi stessi insomma diventano, una volta capito il pericolo da evitare, gli ambasciatori di una cultura della legalità. Cultura che i genitori dovrebbero trasmettere ai figli fin da piccolissimi perché, in definitiva, il nodo si stringe sempre intorno alla CULTURA della famiglia.


La scuola può fornire un valido aiuto educativo. Nel 2012, per portare un esempio diretto,  aderii con il CTP di Arzignano alla campagna nazionale "Mettiamoci in gioco" messa in campo in quell’anno,  da 17 organizzazioni di vario genere (tra cui LIBERA, Gruppo ABELE)   contro i rischi del gioco d'azzardo nel giovani. 

Numerose sono a tutt’ oggi, del resto,  le iniziative di comitati , associazioni , volontari,  Comuni che hanno a cuore la loro  comunità ,  per contrastare il fenomeno di DIPENDENZA , informando , formando, progettando, coinvolgendo i giovani nella scuola , nelle parrocchie, nelle biblioteche civiche, nei vari luoghi di aggregazione sociale .



Certo che  una considerazione, l’ultima, è , a questo punto , d’obbligo.   
Ben vengano le  campagna di educazione all’interno delle scuole (splendida anche  la mostra , mi pare del 2014,  con  60 vignette graffianti di 36 noti vignettisti dal titolo eloquente  Azzardo: non chiamiamolo giocoa disposizione gratuitamente di Istituti Scolastici e Comuni che vogliano  richiederla, contattando gli enti promotori Mail: rischio@exodus.it  

Ma lo Stato ?  
Gioco d’azzardo. In Italia c’è una slot machine ogni 143 abitanti. Un record inquietante che però porta nelle casse dello Stato quasi cinque miliardi l’anno.
Il  governo deve  scegliere da che parte stare
Vienna , ad esempio , ha messo al bando il gioco d’azzardo.
Slot-machine non se ne vedono più in giro. Scomparse da bar e birrerie. La legge è in vigore da gennaio scorso e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

In Italia?
Non oso pensare che il Governo voglia far cassa sulla disperazione e sull'ignoranza, alimentando  le mafie del gioco d'azzardo e  pensando appunto  di lucrare con quest'affare miliardario.
Se così fosse, (lo è?), ci darebbe la misura del basso livello di etica, di responsabilità e di attenzione al bene comune a cui è pervenuta la classe politica in questo paese.




È urgente una scossa morale capace di liberarsi dal peso delle lobby, del condizionamento delle mafie, delle massonerie e dei potentati economici, che stanno riducendo gli spazi della democrazia....prima che sia troppo tardi!

Donata Albiero                                                       24 OTTOBRE 2015 


Nota a margine

Mi presento
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/08/bambini-ragazzi-giovani-soggetti-attivi.html



































venerdì 9 ottobre 2015

MONSIGNOR DELLA CASA A SCUOLA


UNA CIRCOLARE NON FA IL GALATEO   

                               testo di prima elementare degli anni sessanta 
I bambini ci guardano            https://youtu.be/2EioSHrivj4

A un liceo di Empoli è arrivata in questi giorni una circolare un po' insolita. La raccomandazione fatta agli studenti era di... dire "buongiorno". Insomma un invito alla buona educazione. " I ragazzi  avevano l’abitudine di non salutare", ha spiegato il preside. «Può sembrare scontato, invece è importante: a scuola non si insegnano solo materie culturali, ma anche l’educazione. E il saluto è un principio». Il preside aveva notato infatti che i ragazzi avevano perso l'abitudine a salutare la mattina e ha così ritenuto necessario un piccolo richiamo collettivo. 
Dopo la circolare pare che le cose siano migliorate.
In rete l'iniziativa ha suscitato un grande entusiasmo. Si ritiene che quello del liceo di Empoli sia un buon esempio da imitare. Anzi, forse addirittura da ampliare, istituendo nelle classi seppur brevi corsi di bon ton, anche per dare un nuovo e più forte significato al voto in condotta. 


 Già, le buone maniere non guastano mai ma non credo proprio, da educatrice e conoscitrice del mondo scolastico, che basti una circolare, un corso ad hoc per risolvere la questione della buone maniere dei nostri ragazzi, né ritengo che si debba o possa delegare solo alla scuola le deficienze delle famiglie e della società in tal senso.
Tutte le volte che sento un adulto lamentarsi dell’educazione dei giovani e contestualmente non capacitarsi del perché la scuola non riesca nell’intento di educarli  alle buone maniere mi viene voglia di regalargli uno specchio: dentro il quale potrebbe osservare i volti di tutti noi adulti, certo differenti gli uni dagli altri, ma caratterizzati nella grande maggioranza dagli stessi difetti che poi
rinfacciamo ai ragazzi e alle ragazze: poca serietà, tentativi sistematici di aggirare tutte le norme e tutte le regole, superficialità, volgarità, rifiuto di qualsiasi cosa abbia a che fare con la cultura, incapacità di discutere, di prendere decisioni democraticamente, di fare autocritica.

La nostra vita è inquinata da sgarberie, furberie, maleducazione; i minori fanno quello che vedono da noi, come ben evidenziato dal video              "I BAMBINI CI GUARDANO”

Sembra ormai che le buone maniere siano un ricordo di altri tempi; al volante, a tavola, in ufficio, a scuola, la cattiva educazione ha preso il sopravvento.
Tutti i giorni siamo in presenza di episodi di cattiva educazione, l’automobilista che ignora totalmente la presenza di pedoni che cercano invano di attraversare la strada, il signore che porta a spasso il cane evitando di raccogliere i suoi bisogni, chi grida al cellulare pensando che il mondo intero debba essere interessato ai fatti suoi, chi getta dal finestrino carte e cartacce, chi parcheggia sulle strisce o sul marciapiede impedendo ai pedoni il passaggio, chi camminando sul marciapiede tra il viavai della folla ti viene addosso e non chiede neanche scusa perché evidentemente pensa che lo spazio sia solo suo, o peggio chi non lascia il passaggio ai più anziani costringendoli a fermarsi in un angolino


Penso ai nostri parlamentari e alle loro volgarità oscene, esibite recentemente anche al senato con gesti sessisti nei confronti di una loro collega; penso alla TV , spesso pollaio mediatico dove ministri, parlamentari senatori inveiscono contemporaneamente l’uno contro l’altro togliendosi la parola , cercando di sovrastare l’interlocutore alzando la voce sotto lo sguardo soddisfatto dei conduttori cui interessa di più la rissa che il confronto delle idee 
A chi tocca insegnare le buone maniere?  

Innanzitutto deve essere chiaro che più di insegnare un comportamento si tratta di essere educati, a cominciare dai genitori.   
 I bambini emulano il comportamento dei grandi: se vedono che i loro genitori si rivolgono in modo gentile agli altri, che dicono grazie o per favore, che salutano entrando e uscendo da un negozio o dalle case altrui allora anche essi  si comporteranno di conseguenza.
L’esempio dei genitori prima; sta alla scuola ribadire contestualmente che l’educazione è lo strumento che ci fa ricordare l’esistenza degli altri e ci fa apprezzare la libertà individuale.  

Naturalmente diventa significativo e determinante il rapporto tra alunni e insegnanti: il sorriso, il saluto, l’autorevolezza, non si impartiscono, si vivono quotidianamente  

Se oggi c’è un’emergenza educativa questa riguarda prima di tutto gli adulti: essa è lo specchio dei nostri disorientamenti, delle nostre “dimissioni”, del basso profilo della nostra visione della vita. L’attuale crisi dell’educazione si affronta solo se la generazione adulta sarà disponibile a rimettersi in gioco e a rivedere il proprio progetto di vita a cominciare dalle buone maniere con gli altri.

L'esempio dei grandi come faro per i bambini vale non solo per la buona educazione , ovviamente.

Mi riferisco alla nostra umanità (prima le persone poi le cose)
alla nostra solidarietà  (antidoto contro il razzismo) 
http://donataalbiero.blogspot.it/2015/02/solidarieta-valore-irriso.html


alla nostra apertura mentale ( contro le barriere ideologiche e le strumentalizzazioni dei politici )
http://donataalbiero.blogspot.it/2015/01/alt-assessore-donazzan.html


C'è da meditare , non pensate?  

Donata Albiero