"I have to go to school"
http://youtu.be/661Dc2f9qoY
Malala "Voglio andare a scuola"
E' diventata una icona della resistenza all'ingiustizia, affermava un diritto negato per il quale i talebani le hanno sparato alla testa e al
collo nell'ottobre scorso perché ... diffondeva idee laiche e occidentali, quindi oscene .
Idee come queste: ” Dateci penne oppure i
terroristi metteranno in mano alla mia generazione le armi".
Malala non è morta; si è salvata.
La sua storia mi ha imposto una riflessione, la stessa che ho
indirizzato agli studenti dell’ITIS di
Arzignano l’8 marzo 2013, nella giornata dedicata alle donne.
A volte non apprezziamo adeguatamente
ciò che abbiamo, ci sembra scontato.
Suscita sgomento l’idea che qualcuno possa
essere ucciso perché afferma l’importanza della scuola al di là della
differenza di genere, ma a questo sentimento occorre far seguire la
riflessione.Si tratta di un fenomeno ancora molto vasto. Secondo l’Unesco sono almeno 67 milioni i minori che non vanno a scuola, e per 28 milioni di essi, la causa principale è lo stato di guerra. Vi sono ragazzi che desidererebbero studiare ma sono arruolati per combattere; vi sono ragazze costrette a stare a casa per il timore che nel tragitto per andare a scuola siano oggetto di violenze e di sevizie.
Ci dice anche quanto non sia affatto scontata l’accettazione dell’accesso universale all’istruzione, che non a caso è una conquista recente dell’umanità.
La scuola è una risorsa potente, che plasma le menti degli allievi,
che promuove competenze, che può aiutare a pensare, che può spingere verso
l’autonoma personale.
Per questo chi nega la libertà la colpisce. La
formazione, come ci insegnano molte vicende storiche passate e attuali, può
anche fare paura.
Ecco allora che le storie drammatiche degli
altri possono insegnare ai ragazzi,
ai giovani, innanzitutto ad apprezzare il bene prezioso di cui dispongono.
La considerazione dello sfruttamento minorile nel mondo ai giovani, innanzitutto ad apprezzare il bene prezioso di cui dispongono.
http://donataalbiero.blogspot.it/2013/04/guardami-negli-occhi.html
e la conoscenza delle esperienze dei loro coetanei che lottano per l’istruzione
possono essere uno stimolo per farli valorizzare la scuola e lo studio.
Possono aiutarli a concepire i diritti dell’infanzia non solo come una proprietà da custodire, ma come un bene fragile da conoscere meglio e da promuovere.
La scuola può salvare il destino dei bambini del mondo
http://donataalbiero.blogspot.it/2013/03/saper-ascoltare-una-allieva-puo.html
Allo stesso modo hanno
agito oggi, 23 maggio, gli studenti d’Italia che hanno affollato le strade di Palermo nella
giornata della legalità affermando i
valori e le speranze delle nuove generazioni.
Sono i giovani che, come Malala, non intendono accettare incondizionatamente la
realtà, rifiutano le ingiustizie, lottano
contro la mafia, esercitano la
cittadinanza attiva e responsabile. I giovani - l'ho sottolineato in un precedente post- se vogliono avere un futuro devono essere gli agenti del cambiamento, i portatori di un nuovo
messaggio culturale fondato sul rispetto delle persone, della legalità,
sulla difesa dei diritti umani.
Bisogna solo avere la voglia di cambiare.
Malala voleva studiare e ci è riuscita.
Prendiamo appunti .
Donata Albiero