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domenica 22 dicembre 2024

VORREI UN MONDO SENZA GUERRE

  IL MIO PERSONALE  AUGURIO  DI BUONE FESTE     


“Forse la minaccia maggiore che pesa sul pianeta deriva dall’alleanza fra due barbarie: la prima risale al profondo delle età storiche e provoca la guerra, il massacro, la deportazione, il fanatismo; La seconda, gelida e anonima, deriva dalla nostra civiltà tecnico-industriale: essa conosce solo il calcolo e ignora gli individui, le loro carni, i loro sentimenti, le loro anime”.  Edgar Morin

Ho quattro nipotini, in scala, cinque, sei, otto, dieci anni. Ho seguito le loro recite natalizie, perché ci tenevano. Le hanno vissute con partecipazione e gioia e non li ho delusi nel complimentarmi con loro per i messaggi portati. 

Io, però, ho delle riserve quando l’azione educativa della Scuola tralascia con gli auguri di Buon Natale, l’argomento PACE. Possibile ricevere nelle recite tanti discorsi di amore, gioia, famiglia, solidarietà, integrazione, ma nessun, dico, nessun cenno alla Guerra, alle Guerre nel mondo e ai tanti BAMBINI in pericolo? 

Una bandiera della pace accanto  all’albero di Natale e al presepe, sarebbe stata, politicamente, scorretta?                                                  

Che diamine… Il 2024 ha registrato 56 conflitti nel mondo, il più alto numero dal tempo della Seconda guerra mondiale. Per oltre 470 milioni di bambini che vivono in aree di conflitto, la quotidianità non è fatta di giochi o spensieratezza, ma di violenza e paura. Sono bambini sotto attacco. Alcuni non hanno conosciuto altro che violenze o campi profughi, da quando sono nati e hanno bisogno di essere protetti dalle ferite fisiche ed emotive che inevitabilmente riportano. 

Non mi si ricordi che bisogna tutelare i piccoli, che noi  gli adulti abbiamo  il dovere di proteggere i bambini di fronte a immagini e notizie della guerra trasmesse dai media. Tuttavia, essi vivono con noi questo mondo; non possiamo ignorare il coinvolgimento loro. È dovere di chi li  accompagna nella crescita rispondere ai loro bisogni emotivi e intellettuali e non lasciarli da  soli con le notizie che ricevono anche di seconda mano.   
I bambini sentono parlare di guerra e hanno il diritto di ottenere risposte alle loro domande o preoccupazioni. 



Le spiegazioni devono essere sempre filtrate da noi  adulti ed essere adeguate all’età e alla capacità di elaborazione…

Ho discusso in famiglia su siffatta questione. Io credo che, al di là del giusto e corretto senso di protezione nei confronti dei piccoli,  dobbiamo essere pronti ad affrontare l’argomento quando arrivano da loro domande in merito, fornendo gli strumenti giusti per comprendere i grandi avvenimenti di attualità. Non far vedere loro quello che succede nel mondo può anche sviluppare un senso di passività rispetto a ciò che ci circonda e certamente non è quello che vogliamo. Il nostro compito è spiegare loro che la guerra è una scelta, così come fare la pace e costruire una cultura di pace è una scelta, e lo si può fare attraverso il rispetto delle persone e quindi dei diritti umani, non voltandosi dall’altra parte”. 

Buon Natale allora, con l’augurio di essere, ognuno di noi, il cambiamento che si desidera vedere nella società .


Chi può aiuti gli altri, perché siamo tutti altri per qualcuno. 

Donata Albiero 

Approfondimenti 

Bimbi sotto attacco:                                                                                     https://youtu.be/9NO4eUQpvrQ?si=IfNnhxA-_eulvDsU

Un gioco disarmante:                                                                                        https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/campagne/stop-alla-guerra-sui-bambini