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martedì 16 agosto 2022

BACCHETTA MAGICA PER LA SCUOLA IN TEMPO DI ELEZIONI POLITICHE

 





























Per più di trenta anni ho fatto la dirigente scolastica e ho dovuto imparare il mestiere severo di fare i conti con la realtà: con gli insegnanti che avevo, con le risorse di cui disponevo, con l'ambiente in cui lavoravo.

 È quanto riferisce anche il collega Rosario Giunta in facebook.    

 

La bacchetta magica non ce l'ha nessuno per trasformare la scuola della Repubblica in un sistema d'istruzione di altissima qualità. Bisogna però ascoltare chi nella scuola insegna e chi lavora nelle segreterie. Perché le persone che vivono quotidianamente negli istituti hanno la percezione di cosa non va e cosa invece funziona.

 Per quanto mi riguarda, non ho fatto la scuola che volevo, ma quella che potevo fare, andando avanti ogni giorno e tenendo sempre fede al progetto educativo che mi sembrava rispecchiasse le finalità sancite nella Costituzione. Ero contenta quando riuscivo a portarmi appresso nelle innovazioni la quasi totalità dei docenti, anche se questo talvolta comportava la scontentezza di quelli che volevano spostare più avanti la meta da raggiungere. Stavo in mezzo ai docenti (e al personale Ata), conoscendo la fatica di saper loro parlare e di convincerli ad andare avanti. Il consenso me lo conquistavo, non lo imponevo.
 

Ho vissuto direttamente l’intero impianto fallimentare dell’“autonomia scolastica” su cui nel 2000 avevo riposto la speranza di poter come dirigente scolastica modificare in meglio la SCUOLA senza burocrazie, lacci e puntando a realizzare un servizio ‘statale’ per tutti e di tutti. Purtroppo essa, da oltre vent’anni a questa parte ha trasformato la Scuola pubblica nazionale, – “organo  costituzionale della democrazia”,  nelle parole di Calamandrei – in una serie di para-aziende in assurda concorrenza tra loro per la conquista  della clientela, in inutili progettifici, in centri di potere e di proliferazione burocratica fine a se stessa, nei quali l’ambigua figura del dirigente-manager subordina quasi inevitabilmente le finalità didattiche ed educative della scuola, le uniche che la fanno esistere e le danno senso, a esigenze burocratico-gestionali ed amministrative.

In questi ultimi dieci anni poi la situazione è precipitata. È indispensabile restituire alla scuola l’orizzonte pubblico, democratico e nazionale che le è proprio, in modo che nessuna finalità estranea possa interferire con l’unica attività che la scuola è chiamata a compiere, quella cioè di istruire ed educare, difendendo la Costituzione e i supi principi 

 Lo sanno i Politici, che ora si danno un gran da fare, a parole, in vista delle Elezioni del 25 settembre 2022?

 “Una politica seria definirebbe delle azioni comuni e concrete per migliorare la scuola pubblica laica statale, personalizzandone in parte secondo il proprio programma politico.
Non è fantascienza perché fino ad oggi centro destra e centro sinistra cosa hanno fatto?  Hanno tolto il termine statale dalla definizione della scuola pubblica per permettere alle scuole paritarie religiose di inserirsi nell'istruzione pubblica ricevendo oltre 500 milioni di euro di contributi statali annuali
Hanno ridotto di 200 mila insegnanti il comparto scuola eliminando 8 miliardi di euro (2011) prima dal ministro Gelmini governo Berlusconi e poi confermati dai successivi governi di centro sinistra.
Hanno aumentato il carico di lavoro riducendo il numero di ore di insegnamento per singola materia triplicando il numero di classi assegnate agli insegnanti (…). 
Hanno di fatto ridotto lo stipendio senza che nessun politico evidenziasse questa "anomalia di sistema (…)” 
scriv
Paolo Latella, docente, giornalista, da me conosciuto  come ex sindacalista della Scuola, impegnato nella nostra comune battaglia contro  la “Buona Scuola“ di Renzi .
 E si potrebbe continuare.

Il mio sogno continua ad essere quello di assistere alla crescita della consapevolezza collettiva del Parlamento che esalti la scuola pubblica laica statale, che esalti la figura dei docenti e il loro ruolo. 
Bisognerebbe che la scuola ritornasse al centro del dibattito politico e si trovassero le risorse economiche per aumentare gli stipendi di tutto il personale della scuola e migliorare le strutture scolastiche rendendole vivibili da parte degli studenti (mi ritrovo in questi anni a entrare in scuole prive ancora di certificazioni di sicurezza, sprovviste di palestre, di “aula magna”, di mense.

 “Si è vero non esiste la bacchetta magica ma la volontà dell'essere umano consapevole, a volte diventa una forza irresistibile, in grado di cambiare gli eventi e la storia. Ecco è questo che serve alla politica seria al servizio dei cittadini!”.

 AMEN.


Donata Albiero                                                     Arzignano 16 agosto 2022