Per più di
trenta anni ho fatto la dirigente scolastica e ho dovuto imparare il mestiere
severo di fare i conti con la realtà: con gli insegnanti che avevo, con le
risorse di cui disponevo, con l'ambiente in cui lavoravo.
È
quanto riferisce anche il collega Rosario Giunta in facebook.
La bacchetta magica non ce l'ha nessuno per trasformare la
scuola della Repubblica in un sistema d'istruzione di altissima qualità. Bisogna però ascoltare chi nella scuola insegna e chi
lavora nelle segreterie. Perché le persone che vivono quotidianamente negli
istituti hanno la percezione di cosa non va e cosa invece funziona.
Per quanto mi riguarda, non ho fatto la scuola che volevo, ma quella che
potevo fare, andando avanti ogni giorno e tenendo sempre fede al progetto
educativo che mi sembrava rispecchiasse le finalità sancite nella
Costituzione. Ero contenta quando riuscivo a portarmi appresso nelle
innovazioni la quasi totalità dei docenti, anche se questo talvolta comportava
la scontentezza di quelli che volevano spostare più avanti la meta da
raggiungere. Stavo in mezzo ai docenti (e al personale Ata), conoscendo la fatica
di saper loro parlare e di convincerli ad andare avanti. Il consenso me lo
conquistavo, non lo imponevo.
Ho vissuto direttamente l’intero impianto fallimentare dell’“autonomia
scolastica” su cui nel 2000 avevo riposto la speranza di poter come dirigente
scolastica modificare in meglio la SCUOLA senza burocrazie, lacci e puntando a
realizzare un servizio ‘statale’ per tutti e di tutti. Purtroppo essa, da oltre
vent’anni a questa parte ha trasformato la Scuola pubblica nazionale, –
“organo costituzionale della democrazia”, nelle parole di
Calamandrei – in una serie di para-aziende in assurda concorrenza tra loro per
la conquista della clientela, in inutili progettifici, in centri di
potere e di proliferazione burocratica fine a se stessa, nei quali l’ambigua
figura del dirigente-manager subordina quasi inevitabilmente le finalità
didattiche ed educative della scuola, le uniche che la fanno esistere e le
danno senso, a esigenze burocratico-gestionali ed amministrative.
In questi ultimi dieci anni poi la situazione è precipitata. È
indispensabile restituire alla scuola l’orizzonte pubblico, democratico e
nazionale che le è proprio, in modo che nessuna finalità estranea possa
interferire con l’unica attività che la scuola è chiamata a compiere, quella
cioè di istruire ed educare, difendendo la Costituzione e i supi principi
Lo sanno i Politici, che ora si danno un gran da fare, a parole, in vista delle Elezioni del 25 settembre 2022?
“Una politica seria definirebbe delle
azioni comuni e concrete per migliorare la scuola pubblica laica statale,
personalizzandone in parte secondo il proprio programma politico.
Non è fantascienza perché fino ad oggi centro destra e centro sinistra cosa
hanno fatto? Hanno tolto il termine statale dalla definizione della scuola
pubblica per permettere alle scuole paritarie religiose di inserirsi
nell'istruzione pubblica ricevendo oltre 500 milioni di euro di contributi
statali annuali
Hanno ridotto di 200 mila insegnanti il comparto scuola eliminando 8 miliardi
di euro (2011) prima dal ministro Gelmini governo Berlusconi e poi confermati
dai successivi governi di centro sinistra.
Hanno aumentato il carico di lavoro riducendo il numero di ore di insegnamento
per singola materia triplicando il numero di classi assegnate agli insegnanti
(…).
Hanno di fatto ridotto lo stipendio senza che nessun politico evidenziasse
questa "anomalia di sistema (…)” scrive Paolo Latella, docente, giornalista, da me
conosciuto come ex sindacalista della Scuola, impegnato nella nostra
comune battaglia contro la “Buona Scuola“ di Renzi .
E si potrebbe continuare.
Il mio sogno
continua ad essere quello di assistere alla
crescita della consapevolezza collettiva del Parlamento che esalti la scuola
pubblica laica statale, che esalti la figura dei docenti e il loro ruolo.
Bisognerebbe che la scuola ritornasse al centro del dibattito politico e si
trovassero le risorse economiche per aumentare gli stipendi di tutto il
personale della scuola e migliorare le strutture scolastiche rendendole
vivibili da parte degli studenti (mi ritrovo in questi anni a entrare in
scuole prive ancora di certificazioni di sicurezza, sprovviste di palestre, di
“aula magna”, di mense.
“Si è vero non esiste la bacchetta magica ma la volontà dell'essere umano
consapevole, a volte diventa una forza irresistibile, in grado di cambiare gli
eventi e la storia. Ecco è questo che serve alla politica seria al
servizio dei cittadini!”.
AMEN.
Donata
Albiero
Arzignano 16 agosto 2022