Sistema integrato 0 – 6. Poi si va in classe
Importanza scuola infanzia
https://youtu.be/RZV-GTYtWkk
Io temo per il futuro della scuola d’infanzia statale.
Lo Stato nel 1968 aveva riconosciuto lo spessore culturale e
pedagogico della scuola dell’infanzia emanando la legge n. 444, che
istituiva le scuole materne statali « con fini di educazione, di sviluppo della
personalità infantile, di assistenza, di preparazione alla frequenza della
scuola dell’obbligo, integrando l’opera della famiglia” (Art 1). L’importanza della scuola dell’infanzia è
stata chiaramente espressa negli
Orientamenti del 1969 e del 1991, tanto
che anche la dicitura “scuola materna”
cambiava in “scuola dell’infanzia”, sottolineando la
centralità del bambino nel processo educativo, poi
ribadita nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’
infanzia e del primo ciclo di istruzione del 2004, 2007 e 2012.
Essa è «il primo segmento del percorso scolastico che
concorre all’elevazione culturale, sociale ed economica del Paese»,
promuovendo nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della
competenza, l’avvio alla cittadinanza.
Lo affermano le vigenti Indicazioni
Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo
d’istruzione 2012 che ricordano «I bambini sono il nostro futuro e la ragione più
profonda per conservare e migliorare la vita comune sul nostro pianeta. Sono
espressione di un mondo complesso e inesauribile, di energie, potenzialità, sorprese e anche di fragilità – che vanno conosciute, osservate e accompagnate
con cura, studio, responsabilità e attesa. Sono portatori di speciali e inalienabili
diritti, codificati internazionalmente, che la scuola per prima è chiamata a
rispettare».
Su tali principi si è sviluppato il
modello pedagogico ed organizzativo della scuola dell'infanzia statale, un’esperienza
di qualità del nostro sistema scolastico.
Ne
sono stata testimone,
come direttrice didattica dal 1981al 2002 (nel vicentino), attivando,
soprattutto con le scuole d’infanzia di Montecchio Maggiore che ho avuto
l’onore di guidare dal 1989, importanti sperimentazioni nazionali e europee che
ponevano la centralità della scuola d’infanzia nel percorso scolastico.
Un percorso educativo e didattico con
progetti importanti , vagliati a livello
nazionale:
progetto europeo triennale sulla
educazione AFFETTIVO SESSUALE,
progetti nazionali ASCANIO
e ALICE,
LOCUS
e LOTUS (inglese per i bambini dai
tre ai sei anni),
nonché la messa in cantiere di forme di raccordo pedagogico,
curricolare ed organizzativo nella direzione didattica tra scuole dell’infanzia e scuola
primaria, mediante diverse modalità operative (team integrati di docenti dei due livelli
scolastici, curricoli di lingua
verticali , progetti comuni negli
anni ponte, ultimo infanzia prima
elementare, quali costruzione libri di favole, educazione
ambientale, educazione alimentare)
https://youtu.be/RZV-GTYtWkk
educazione AFFETTIVO SESSUALE,
Il progetto Ascanio (Attività Sperimentale Coordinata Avvio Nuovi Indirizzi Organizzativi), nato dall’esigenza di fornire la scuola dell’infanzia di un impianto organizzativo coerente con il progetto culturale previsto dagli Orientamenti, che ho coordinato per 4 anni in tutto il vicentino, con l’ispettore Gianantonio Lucca, ha indicato gli elementi essenziali del nuovo modo di essere della scuola dell’infanzia. La ricerca di più alti e intenzionali risultati formativi, la sollecitazione verso una sedimentazione diffusa di percorsi sperimentali, l’individuazione di soluzioni organizzative volte a tradurre il complessivo impianto progettuale sono stati i cambiamenti più significativi su cui faceva leva il progetto Ascanio e ben recepite dalle scuole di Montecchio e Bassano. Alcune acquisizioni di Ascanio sono orami diventate patrimonio della scuola dell’infanzia e la stagione dell’autonomia scolastica ha ancor più sottolineato la loro attualità (pensiamo al lavoro in team dei docenti, l’attenzione alla progettualità, alla documentazione, alla qualità degli aspetti organizzativi);
il progetto Alice (Autonomia: un Laboratorio per l’Innovazione dei Contesti Educativi) seguito da me per un solo anno in quanto poi , nel 2002, a capo di altro ordine di scuola (secondaria con CTP), si è caratterizzato come un itinerario di ricerca, formazione, documentazione, produzione di materiali intorno a quattro ambiti tematici strettamente connessi al processo di riforma della scuola italiana (ambito organizzativo, curricolare, professionale e quello di interazione con il territorio). Alice ha puntato sulla partecipazione e sul protagonismo degli insegnanti nei processi di formazione in servizio consentendo loro di elaborare strategie per riflettere criticamente sul proprio operato e per acquisire attitudini e metodologie adeguate ad affrontare i problemi della scuola.
La storia non si azzera!
L’esperienza
fu esaltante; divenni convinta sostenitrice delle generalizzazione e obbligatorietà della scuola d’infanzia statale
nell’ultimo anno (5 anni), contro
l’idea paventata dell’anticipo a cinque anni della scuola elementare che cominciava
a ventilarsi nel dibattito alla fine degli anni ’90 (legge n. 30
del 10-2-2000 su riordino dei cicli).
Cosa sta succedendo ora?
La legge n 107 , del 13 luglio 2015, cosiddetta
“buona scuola”, ha riservato alla Scuola dell’Infanzia una delega in bianco per procedere all’istituzione di un “Servizio
integrato di educazione e istruzione dalla nascita ai 6 anni”, costituito
dai servizi educativi per l’Infanzia e dalle Scuole dell’Infanzia.
Personalmente vi colgo l’ennesimo intervento
contrario ai principi informatori della scuola della Costituzione
Dalla lettura di detta legge si evince, infatti, una
totale rivisitazione organizzativa e strutturale della Scuola dell’Infanzia
Statale che, nell’unificazione tout court del segmento 0 - 6, pare dimenticare il percorso compiuto
dalla scuola dell’infanzia statale, di cui ho accennato sopra, che mi ha visto
come capo di istituto coinvolta.
Un percorso che ha fatto assurgere la scuola
dell’infanzia a scuola inserita a
pieno titolo nel sistema d’istruzione, scuola gratuita, con l’assoluta scomparsa di qualsiasi
tratto assistenzialistico e con la puntuale definizione dei livelli essenziali
del curricolo, della definizione dei titoli di studio per l’accesso a tale
insegnamento…
Rispetto a queste conquiste la delega della
L.107/15 arretra e rimette in primo piano finalità legate alla custodia dei
figli rispetto ai tempi di lavoro dei genitori.
Il comma 181 e) pone infatti fra le prime finalità la “conciliazione tra tempi di
vita, di cura e di lavoro dei
genitori”, mettendo in secondo piano la centralità del
bambino. E propone una “compartecipazione delle famiglie utenti del
servizio” alle spese per la scuola dell’infanzia.
Due ipotesi che vanno con forza respinte: la scuola dell’infanzia ha al centro il bambino, non
i bisogni del mondo del lavoro ed è e deve rimanere gratuita.
Ho perciò firmato la petizione on line di AND
(Associazione Nazionale Docenti) in cui mi riconosco quasi completamente.
Occorre rimettere
al centro del dibattito la scuola dell’infanzia, con l’obiettivo di potenziarla
e non di impoverirla. Anche
il rapporto Ocse pubblicato il 12 Settembre 2012 ribadisce la necessità di potenziare
la scuola dell’infanzia, invitando il Governo ad aumentare gli investimenti.
Dall’indagine in questione emerge che tale scuola ha elevati livelli di
frequenza (97% per i bambini di 4 anni). L’autonomia organizzativa
regolamentata dal DPR 275/99 riguarda anche la scuola dell’infanzia e non vedo
perché essa debba ricevere un trattamento diverso.
Per me, come per moltissimi cittadini e docenti delle Scuole Statali Italiane, il sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni “non s’ha da fare”!
Donata
Albiero 15 novembre 2015
P.S
Mi presento
Generazione speranza
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/08/bambini-ragazzi-giovani-soggetti-attivi.htmlP.S
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