Il 20 giugno, nella giornata mondiale del Rifugiato, manifestavo a Padova; raccogliendo l’appello di Unicef, di Save the Children, di tante altre organizzazioni umanitarie, davo voce ai quasi 2.000 bambini e minori stranieri non accompagnati, in fuga dai conflitti in Siria, Iraq, Palestina, Somalia e Libia, o dall’arruolamento militare senza termine per la dittatura in Eritrea, che chiedono oggi all’Europa di poter crescere in pace, giocare, andare a scuola e costruire con dignità la loro vita come i milioni di loro coetanei che vivono nell’Unione. Guidava la mia testimonianza la consapevolezza che tutti i bambini hanno diritto alla protezione, come sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, e in particolare (art. 22) i bambini rifugiati.
Contestualmente, in altre città d’Italia, compreso nella capitale, per l’intera giornata si svolgevano manifestazioni, cortei, sit-in, iniziative tese a stringersi in una azione solidale attorno ai fratelli del mondo più sfortunati, i MIGRANTI, i RIFUGIATI , i popoli dell’Europa in sofferenza tra cui oggi la Grecia”
Nella stessa giornata, però, una imponente manifestazione, che nulla aveva a che vedere con la giornata mondiale del Rifugiato, dal mio punto di vista vista oltranzista e assurda, si è svolta a Roma, all’interno del mondo cattolico più intransigente, raccogliendo anche diverse forze politiche, in nome della famiglia tradizionale, ‘ETEROSESSUALE’, per una presunta difesa dei loro figli da qualcosa che non esiste: l’ideologia gender (genere) nelle scuole.
E’ una campagna cresciuta negli ultimi mesi,
che mette in allarme contro pericoli inesistenti e chiama alla mobilitazione.
E’ venata di omofobia, transfobia, razzismo, diffonde
paure isteriche tramite facebook, whatsapp e in conferenze nelle parrocchie, nei
centri ricreativi, nei locali scolastici, anche nella zona in cui vivo (Ovest
vicentino).
Diversi genitori sono venuti a casa mia chiedendomi lumi quale persona ‘informata dei fatti’ (ex dirigente scolastica), terrorizzati che fossero possibili o addirittura obbligatori certi progetti scolastici, atti solo per “deviare le menti dei bambini e privarli della loro innocenza” . Sono rimasta allibita.
Non ci potevo credere.
A chi giova delegittimare la scuola pubblica ed evitare che in classe entrino educatori ed animatori ? Perché questa violenta propaganda che fa leva sulle paure profonde degli sprovveduti per suscitare odio ?
Preciso intanto che il ‘genere’
(gender) non è un’ideologia, ma criterio di analisi che parte dalla differenza sessuale fra uomini e donne e analizza i modi in cui i loro ruoli sono socialmente costruiti.
Serve a trattare donne, uomini, bambine e bambini con meno violenza, a garantire e rispettare i loro diritti umani, ad avere giustizia.
Perché mistificare? Diversi genitori sono venuti a casa mia chiedendomi lumi quale persona ‘informata dei fatti’ (ex dirigente scolastica), terrorizzati che fossero possibili o addirittura obbligatori certi progetti scolastici, atti solo per “deviare le menti dei bambini e privarli della loro innocenza” . Sono rimasta allibita.
Non ci potevo credere.
A chi giova delegittimare la scuola pubblica ed evitare che in classe entrino educatori ed animatori ? Perché questa violenta propaganda che fa leva sulle paure profonde degli sprovveduti per suscitare odio ?
Preciso intanto che il ‘genere’
(gender) non è un’ideologia, ma criterio di analisi che parte dalla differenza sessuale fra uomini e donne e analizza i modi in cui i loro ruoli sono socialmente costruiti.
Serve a trattare donne, uomini, bambine e bambini con meno violenza, a garantire e rispettare i loro diritti umani, ad avere giustizia.
Il volantino diffuso per invitare le famiglie alla manifestazione nazionale critica le linee guida dell’Organizzazione Mondiale Sanita’ (OMS) sull’educazione sessuale dei bambini e adolescenti in poche righe (il documento consta di 65 pagine), completamente decontestualizzate e quindi chiaramente mistificatrici e di sola propaganda
Vedasi il Documento dell’OMS:
http://www.uppa.it/elfinder_vfs/1108/educazione_sessuale_oms_europa.pdf
Non
posso qui dilungarmi sulla serietà del documento dell' OMS in questione, rivolto non certo ai bambini ma agli
educatori: ha il merito di
sottolineare l’importanza di una
educazione sessuale formale nel bambino che, se organizzata correttamente, può portare grandi benefici allo sviluppo affettivo dello stesso.
Non ritengo nemmeno utile spendere parole di plauso per una Organizzazione mondiale, dalla grande funzione sociale, che ci ha dato tutte le informazioni sul cibo, l’allattamento, lo svezzamento, la protezione delle malattie e la difesa della salute in generale.Rinvio all'articolo :
L’OMS, l’educazione sessuale e la disinformazione
https://ilragno.wordpress.com/2013/12/13/loms-leducazione-sessuale-e-la-disinformazione/
Nemmeno ricordo qui che la scuola potrebbe aiutare molto a evitare che il web diventi per i ragazzi un genitore palliativo al quale andare a chiedere spiegazioni, un mondo dove spesso la mala informazione regna sovrana.
Tralascio anche ciò che avviene negli altri paesi europei.
Se allarghiamo gli orizzonti e guardiamo ai Paesi confinanti, si apre un mondo di cultura ed informazione dove la materia dell’educazione sessuale è protagonista: Svezia, Danimarca. Olanda, Francia, Austria, Germania e l’elenco può continuare.
L’Italia,
paese conservatore, non ne vuole parlare. Eppure
i dati nazionali parlano chiaro: adolescenti ancora oggi non sono informati sulla
prevenzione, la contraccezione, il rischio di malattie sessuali, aumento delle
gravidanze in età adolescenziale, stupri di gruppo, evirazioni, abusi sessuali
che nella maggior parte dei casi avvengono nelle mura domestiche,
infibulazioni, pratiche sessuali antiche orientali che vengono eseguite senza
alcun tipo di norma igienica e sanitaria.
Sono
convinta che i nostri bambini e adolescenti dovrebbero essere educati a scuola per evitare di
diventare adulti che hanno ricevuto all’interno della famiglia prima, e dai
coetanei e dai media poi, messaggi sbagliati distorti, non espliciti, non
detti. Tutto ciò che riguarda l’informazione, la cultura e la diffusione del
sapere è ciò che ci distingue da una massa omogenea e uniforme; proprio per
questo facciamo il possibile per rendere liberi i nostri figli da paure e
pregiudizi, almeno nel campo della sessualità.
Rimando, per un approfondimento alla lettura dell’esauriente blog di
Sergio Stagnitta
http://www.ordinepsicologilazio.it/blog/psicologia-della-vita-quotidiana/educazione-sessuale-nelle-scuole-no-gender-no-party/
Non affronto nemmeno la questione della lettera scritta dalla preside di un istituto
scolastico romano ai genitori degli alunni, inaccettabile, dove si racconta della
approvazione di un presunto “emendamento gender” alla riforma della scuola e si
invitano i genitori a visitare il sito di una manifestazione organizzata per
sabato 20 giugno a Roma, né la secca
smentita data dal sottosegretario all’istruzione che ha deciso di avviare un’ispezione nell’istituto
diretto dalla preside autrice della lettera. Suggerisco la pepata replica di Pasquale Videtta http://videtta.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/06/19/ideologia-gender-e-corsi-di-masturbazione-non-esistono-le-seghe-mentali-si/
Quanto alla mie idee sulla educazione alla sessualità da farsi a scuola e alle modalità sono documentate e oggetto di analisi scientifica in un progetto europeo che è durato cinque anni e che ha coinvolto bambini ragazzi giovani dai 4 ai 19 anni .
SESSO A SCUOLA
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/05/sesso-scuola.html
L’educazione
sessuale è parte integrante dell’educazione affettiva, sentimentale e
dell’educazione alla vita; essa accompagna tutto il ciclo di esistenza e
intende consentire o almeno favorire una vita sessuale profondamente umana,
armonica, consapevole, ricca di significati, fondata su scelte libere, per una esperienza unica e irrepetibile e,
per quanto possibile, felice .
Se si crede che esista una età particolare in cui è opportuno ‘parlare di sesso’ rispetto a un’altra niente di più sbagliato.
L’importante è tener conto delle esigenze che per ogni fascia di età sono diverse e coinvolgere le famiglie nel percorso educativo .
Se si crede che esista una età particolare in cui è opportuno ‘parlare di sesso’ rispetto a un’altra niente di più sbagliato.
L’importante è tener conto delle esigenze che per ogni fascia di età sono diverse e coinvolgere le famiglie nel percorso educativo .
Per quanto riguarda i bambini a
scuola essi devono dar senso a ciò che vivono, che
sentono, che provano, devono avere una relazione
calda con noi educatori, perché solamente all’interno di una relazione sana, affettiva, non maturano sensazioni di inadeguatezza o atteggiamenti rinunciatari di fronte alla sessualità
calda con noi educatori, perché solamente all’interno di una relazione sana, affettiva, non maturano sensazioni di inadeguatezza o atteggiamenti rinunciatari di fronte alla sessualità
Se vogliamo prevenire lo smarrimento dei nostri figli di fronte al dramma delle droghe , della violenza, dell’ignoranza del proprio corpo e dei propri sentimenti dobbiamo smettere di raccontare la favola idiota che i bambini li porta …la cicogna.
Donata Albiero
Ps Sulla differenza di genere
COME INSEGNARE A NON UCCIDERE LE FEMMINE
http://donataalbiero.blogspot.it/2013/09/come-insegnare-non-uccidere-le-femmine.html