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martedì 15 ottobre 2013

I NOSTRI FIGLI CI ACCUSERANNO

 "Questo non deve accadere 
 L’attuale generazione di bambini è la prima nella storia moderna che non godrà della stessa salute dei genitori”
(Richard Clapp, professore di salute ambientale all’università di Boston).


 http://youtu.be/mQ7FOZOdha4            
  Promo film                  Nos enfants nous accuseront 

E' un documentario del 2008 realizzato da Jean-Paul Jaud che  ha fatto il giro del mondo.  

Ne propongo la visione  ai docenti e ai comitati degli studenti in  zona come tematica ambientale, la sollecito agli amministratori locali , la caldeggio ai comitati dei genitori

Esso  è basato sulla vera storia di un piccolo paese del sud della Francia, Barjac, dove il sindaco ha deciso di introdurre nella mensa scolastica solo alimenti biologici, pagando la differenza rispetto alla mensa tradizionale.

Questo gesto  di per sé geniale nella sua banalità – ma certo ci vuole volontà politica e impegnoha creato un effetto a catena perché i bambini ne hanno parlato a casa e il dibattito si è aperto.   
Non solo, i bambini sono stati coinvolti nella realizzazione di un orto biologico scolastico; poco a poco nelle loro case qualcosa è cominciato a cambiare ed ora la maggior parte delle famiglie mangia bio. 


Il film denuncia inoltre il tasso altissimo di malattie croniche fra i bambini dovuti all’utilizzo di pesticidi nelle coltivazioni.
Riporta dati che non lasciano dubbi sui rischi legati all’inquinamento e al cibo: in Europa il 70% dei cancri è legato all’ambiente; tra questi il 30% è dovuto all’inquinamento e il 40% all’alimentazione. In Europa, ogni anno, 100.000 bambini muoiono per malattie causate dall’ambiente; in 50 anni il declino della concentrazione spermatica è aumentato del 50%; in Europa, ogni
anno i tumori infantili aumentano dell’1,1%.

 Dunque, perché, almeno per cominciare, non passiamo tutti al biologico?
 E’ solo una questione di denaro?
Sappiamo sempre cosa contengono gli alimenti che compriamo?

Per esempio, nel documentario si riportano i seguenti dati: nei fagiolini e nelle lenticchie in scatola si trovano: pesticidi e nitrati, metalli pesanti, ftalati; nelle salsicce: metalli pesanti (piombo), conservanti (E120-127-132), esaltatori di gusto, fosfati, nitriti; nel pane: piombo, cadmio, pesticidi; nel formaggio fuso: piombo, mercurio, cadmio, fosfati clorurati; nelle banane: piombo, pesticidi, solo per fare alcuni esempi.


 Il  documentario  denuncia senza mezzi termini lo spropositato uso di sostanze chimiche in agricoltura e nella preparazione dei cibi.  
 Perciò,  se non si prendono in considerazione efficaci misure che aumentino il ritorno al cibo naturale e a coltivazioni biologiche, il processo sarà irreversibile e le generazioni future non potranno perdonare il fatto che noi contemporanei non abbiamo fatto nulla per invertire la tendenza.
Qualcuno potrebbe dire che i prezzi sono troppo alti.

Io credo che, anche in tempi di crisi come questi, ci sia molto da rivedere e da rivalutare sul modo in cui mangiamo, il che significa, in parole povere, mangiare meno , diversamente  e prodotti di stagione.  


Gli esperti suggeriscono un ulteriore passo: mense biologiche in tutte le scuole





Perché ci sia questa continuità tra casa e scuola e viceversa, perché anche –e soprattutto- il cibo è una questione di educazione, che porta al rispetto di sé e dell’agricolture e gli ridia la dignità sociale ed economica che gli spetta.
  
Concludo con una riflessione che potrebbe diventare dibattito nelle scuole, nei circoli culturali, negli incontri pubblici.
 
Perché  non  scegliere la strada di    un'economia della decrescita serena? Dell'abbondanza frugale?


Al Festival dell'economia, il filosofo francese Serge  Latouche ha spiegato le sue teorie sulla decrescita serena e  sull'abbondanza frugale (3/06/2012)

"Innanzitutto occorre  diminuire drasticamente l'impronta ecologica, e cioè le conseguenze del peso dell'Uomo sull'ambiente, sulla Natura sulla terra.
 
Dobbiamo quindi abbracciare un'economia circolare, un'economia che non produce rifiuti o che, se è costretta a farlo, pensa fin dall'inizio a come riciclarli per produrre nuovi manufatti, nuovi utensili, nuovi prodotti.

Dobbiamo ridurre la dipendenza dal mercato, dobbiamo demercificare la terra, il lavoro e il denaro, riappropriandoci del tempo, riducendo le distanze, riscoprendo la lentezza, lavorando di meno per poter godere di più del proprio tempo libero, ritrovando la vita contemplativa e non solo quella attiva...


È il cosiddetto circolo virtuoso delle otto erre:
  • rivalutare i valori;
  • riconcettualizzare le idee;
  • ristrutturare i pensieri;
  • rilocalizzare la vita;
  • ridistribuire le ricchezze;
  • ridurre gli sprechi, l'impronta ecologica, l'orario di lavoro;
  • riutilizzare ciò che prima veniva gettato e quindi riciclare il più possibile.
  • vivere con spirito di resilienza, e cioè ritrovando la capacità di resistere positivamente a tutti questi cambiamenti".

http://youtu.be/W4uV7R5OdlQ   
 I nostri figli ci accuseranno -  Film integrale   


Io spero nella scuola, nel cambiamento culturale che può portare in noi adulti attraverso i suoi allievi .

  Donata Albiero                                                               

APPROFONDIMENTI
La Transizione va a scuola

A San Giovanni a Piro, l’Istituto scolastico comprensivo Teodoro Gaza (preside Maria  De Biase)  è la prima scuola in Italia ad aver approvato un Piano dell’Offerta Formativa ispirato alla transizione con l’obiettivo di formare cittadini resilienti.
Sono stati inseriti ufficialmente nella programmazione didattica i principi permaculturali e i modelli necessari per affrontare il futuro di una civiltà Post Carbon.

L’Istituto scolastico comprensivo Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro, nel cuore del Cilento, non è una scuola come le altre. Certo, come nelle altre scuole gli alunni (l'istituto comprende scuola infanzia, primarie e medie) imparano la grammatica, la matematica, la geografia e la storia.                               
Ma a differenza degli altri istituti imparano anche a vivere senza produrre rifiuti, a fare a meno (per quanto possibile) del petrolio e dei suoi derivati, a coltivare le piante secondo i principi della permacultura.                                                                                                                                      
  Il Teodoro Gaza infatti è la prima e forse unica scuola “di transizione” e a “rifiuti zero” d’Italia. L’istituto ha fatto propri i principi di Paul Connet relativi alla strategia rifiuti zero, e quelli del movimento Transition Town a cui ha aderito.          
 Oggi la scuola ha quattro orti – più uno sperimentale su balle di fieno -, che i ragazzi coltivano assieme ai genitori sotto la supervisione di dieci docenti e due collaboratori che si sono formati facendo corsi di permacultura. Nel giardino sono stati piantati ben trenta alberi da frutto autoctoni, donati dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Parte dei prodotti degli orti e del frutteto diventano la merenda quotidiana degli alunni e degli insegnanti. Il pane con l’olio dell’albero millenario che sta nel giardino della scuola, pane e broccoli, pane e marmellata; il tutto consumato in piatti di ceramica, con posate di metallo e bicchieri di vetro. Un’abitudine che è diventata un progetto, EcoMerenda, diventato presto oggetto di interesse nazionale al punto di meritare, a Torino, il premio "Agricoltura Civica Award 2013".
I bambini di quinta elementare hanno imparato a costruire delle compostiere domestiche;
quelli di elementari e medie hanno dato il via alla raccolta dell'olio alimentare esausto realizzando migliaia di saponette assieme alla collaborazione delle nonne.
Ogni anno alunni e insegnanti allestiscono un mercatino della solidarietà nel quale vendono i prodotti realizzati nei laboratori scolastici per sostenere vari progetti di solidarietà: da una scuola e un laboratorio medico in Senegal, a un orfanotrofio in India, all’aiuto alle famiglie in difficoltà per l’acquisto di libri, materiale scolastico, ticket mensa, trasporti ecc.
 Quando Jairo Restrepo Rivera, uno dei maggiori esperti mondiali di agricoltura organica, venne a parlare al Gaza, rimase talmente colpito che affermò “una pequeña escuela puede cambiar el mundo!” (una piccola scuola può cambiare il mondo)
 
 Un  esempio di un possibile percorso di transizione che prende avvio dalla scuola.
  Perché non imparare?


Per saperne di più
 http://transitionitalia.wordpress.com/2011/02/14/la-transizione-va-a-scuola-lesperienza-dellistituto-teodoro-gaza-di-san-giovanni-a-piro/

Terra Nuova Edizioni  "Liberi di imparare":   le esperienze di scuola democratica libertaria in Italia e all'estero raccontate dai protagonisti.