Promo film
E' un documentario del 2008 realizzato da Jean-Paul Jaud che ha fatto il giro del mondo.
Ne propongo la visione ai docenti e ai comitati degli studenti in zona come tematica ambientale, la sollecito agli amministratori locali , la caldeggio ai comitati dei genitori
Esso è basato sulla vera storia di un piccolo paese del sud della Francia, Barjac, dove il sindaco ha deciso di introdurre nella mensa scolastica solo alimenti biologici, pagando la differenza rispetto alla mensa tradizionale.
Questo gesto di per sé geniale nella sua banalità – ma certo ci vuole volontà politica e impegno –ha creato un effetto a catena perché i bambini ne hanno parlato a casa e il dibattito si è aperto.
Il film
denuncia inoltre il tasso altissimo di malattie croniche fra i bambini dovuti
all’utilizzo di pesticidi nelle coltivazioni.
Riporta dati
che non lasciano dubbi sui rischi legati
all’inquinamento e al cibo: in
Europa il 70% dei cancri è legato all’ambiente; tra questi il 30% è dovuto
all’inquinamento e il 40% all’alimentazione. In Europa, ogni anno, 100.000 bambini muoiono per malattie
causate dall’ambiente; in 50 anni il declino della concentrazione spermatica è
aumentato del 50%; in Europa, ogni anno i tumori infantili aumentano dell’1,1%.
Dunque, perché, almeno per cominciare, non passiamo tutti al biologico?
E’ solo una questione di denaro?
Sappiamo sempre cosa contengono gli alimenti che compriamo?
Per esempio, nel documentario si riportano i seguenti dati: nei fagiolini e nelle lenticchie in scatola si trovano: pesticidi e nitrati, metalli pesanti, ftalati; nelle salsicce: metalli pesanti (piombo), conservanti (E120-127-132), esaltatori di gusto, fosfati, nitriti; nel pane: piombo, cadmio, pesticidi; nel formaggio fuso: piombo, mercurio, cadmio, fosfati clorurati; nelle banane: piombo, pesticidi, solo per fare alcuni esempi.
Qualcuno potrebbe dire che i prezzi sono troppo alti.
Io credo che, anche in tempi di crisi come questi, ci sia molto da rivedere e da rivalutare sul modo in cui mangiamo, il che significa, in parole povere, mangiare meno , diversamente e prodotti di stagione.
Gli esperti suggeriscono un ulteriore passo: mense biologiche in tutte le scuole
Concludo
con una riflessione che potrebbe diventare dibattito nelle scuole, nei circoli
culturali, negli incontri pubblici.
Perché non scegliere la strada di un'economia della decrescita serena? Dell'abbondanza frugale?
Al Festival dell'economia, il filosofo francese Serge Latouche ha spiegato le sue teorie sulla decrescita serena e sull'abbondanza frugale (3/06/2012)
"Innanzitutto occorre diminuire drasticamente l'impronta ecologica, e cioè le conseguenze del peso dell'Uomo sull'ambiente, sulla Natura sulla terra.
Dobbiamo quindi abbracciare un'economia circolare, un'economia che non produce rifiuti o che, se è costretta a farlo, pensa fin dall'inizio a come riciclarli per produrre nuovi manufatti, nuovi utensili, nuovi prodotti.
Dobbiamo ridurre la dipendenza dal mercato, dobbiamo demercificare la terra, il lavoro e il denaro, riappropriandoci del tempo, riducendo le distanze, riscoprendo la lentezza, lavorando di meno per poter godere di più del proprio tempo libero, ritrovando la vita contemplativa e non solo quella attiva...
È il cosiddetto circolo virtuoso delle otto erre:
-
rivalutare i
valori;
- riconcettualizzare
le idee;
- ristrutturare
i pensieri;
- rilocalizzare
la vita;
- ridistribuire
le ricchezze;
- ridurre gli
sprechi, l'impronta ecologica, l'orario di lavoro;
- riutilizzare
ciò che prima veniva gettato e quindi riciclare il più possibile.
- vivere con
spirito di resilienza, e cioè ritrovando la capacità di resistere
positivamente a tutti questi cambiamenti".
Io spero nella scuola, nel cambiamento culturale che può portare in noi adulti attraverso i suoi allievi .
La Transizione va a scuola
A San Giovanni a Piro, l’Istituto scolastico comprensivo Teodoro Gaza (preside Maria De Biase) è la prima scuola in Italia ad aver approvato un Piano dell’Offerta Formativa ispirato alla transizione con l’obiettivo di formare cittadini resilienti.
Sono stati inseriti ufficialmente nella programmazione didattica i principi permaculturali e i modelli necessari per affrontare il futuro di una civiltà Post Carbon.
L’Istituto scolastico comprensivo Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro, nel cuore del Cilento, non è una scuola come le altre. Certo, come nelle altre scuole gli alunni (l'istituto comprende scuola infanzia, primarie e medie) imparano la grammatica, la matematica, la geografia e la storia.
Ma a differenza degli altri istituti imparano anche a vivere senza produrre rifiuti, a fare a meno (per quanto possibile) del petrolio e dei suoi derivati, a coltivare le piante secondo i principi della permacultura.
Il Teodoro Gaza infatti è la prima e forse unica scuola “di transizione” e a “rifiuti zero” d’Italia. L’istituto ha fatto propri i principi di Paul Connet relativi alla strategia rifiuti zero, e quelli del movimento Transition Town a cui ha aderito.
Oggi la scuola ha quattro orti – più uno sperimentale su balle di fieno -, che i ragazzi coltivano assieme ai genitori sotto la supervisione di dieci docenti e due collaboratori che si sono formati facendo corsi di permacultura. Nel giardino sono stati piantati ben trenta alberi da frutto autoctoni, donati dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Parte dei prodotti degli orti e del frutteto diventano la merenda quotidiana degli alunni e degli insegnanti. Il pane con l’olio dell’albero millenario che sta nel giardino della scuola, pane e broccoli, pane e marmellata; il tutto consumato in piatti di ceramica, con posate di metallo e bicchieri di vetro. Un’abitudine che è diventata un progetto, EcoMerenda, diventato presto oggetto di interesse nazionale al punto di meritare, a Torino, il premio "Agricoltura Civica Award 2013".
I bambini di quinta elementare hanno imparato a costruire delle compostiere domestiche;
quelli di elementari e medie hanno dato il via alla raccolta dell'olio alimentare esausto realizzando migliaia di saponette assieme alla collaborazione delle nonne.
Ogni anno alunni e insegnanti allestiscono un mercatino della solidarietà nel quale vendono i prodotti realizzati nei laboratori scolastici per sostenere vari progetti di solidarietà: da una scuola e un laboratorio medico in Senegal, a un orfanotrofio in India, all’aiuto alle famiglie in difficoltà per l’acquisto di libri, materiale scolastico, ticket mensa, trasporti ecc.
Quando
Jairo Restrepo
Rivera, uno dei maggiori esperti mondiali di agricoltura organica, venne a
parlare al Gaza, rimase talmente colpito che affermò “una pequeña escuela
puede cambiar el mundo!” (una piccola scuola può cambiare il mondo)
Un esempio di
un possibile percorso di transizione che prende avvio dalla scuola.
Perché non imparare?
Per saperne di più
http://transitionitalia.wordpress.com/2011/02/14/la-transizione-va-a-scuola-lesperienza-dellistituto-teodoro-gaza-di-san-giovanni-a-piro/
Terra Nuova Edizioni "Liberi di imparare": le esperienze di scuola democratica libertaria in Italia e all'estero raccontate dai protagonisti.
A San Giovanni a Piro, l’Istituto scolastico comprensivo Teodoro Gaza (preside Maria De Biase) è la prima scuola in Italia ad aver approvato un Piano dell’Offerta Formativa ispirato alla transizione con l’obiettivo di formare cittadini resilienti.
Sono stati inseriti ufficialmente nella programmazione didattica i principi permaculturali e i modelli necessari per affrontare il futuro di una civiltà Post Carbon.
L’Istituto scolastico comprensivo Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro, nel cuore del Cilento, non è una scuola come le altre. Certo, come nelle altre scuole gli alunni (l'istituto comprende scuola infanzia, primarie e medie) imparano la grammatica, la matematica, la geografia e la storia.
Ma a differenza degli altri istituti imparano anche a vivere senza produrre rifiuti, a fare a meno (per quanto possibile) del petrolio e dei suoi derivati, a coltivare le piante secondo i principi della permacultura.
Il Teodoro Gaza infatti è la prima e forse unica scuola “di transizione” e a “rifiuti zero” d’Italia. L’istituto ha fatto propri i principi di Paul Connet relativi alla strategia rifiuti zero, e quelli del movimento Transition Town a cui ha aderito.
Oggi la scuola ha quattro orti – più uno sperimentale su balle di fieno -, che i ragazzi coltivano assieme ai genitori sotto la supervisione di dieci docenti e due collaboratori che si sono formati facendo corsi di permacultura. Nel giardino sono stati piantati ben trenta alberi da frutto autoctoni, donati dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Parte dei prodotti degli orti e del frutteto diventano la merenda quotidiana degli alunni e degli insegnanti. Il pane con l’olio dell’albero millenario che sta nel giardino della scuola, pane e broccoli, pane e marmellata; il tutto consumato in piatti di ceramica, con posate di metallo e bicchieri di vetro. Un’abitudine che è diventata un progetto, EcoMerenda, diventato presto oggetto di interesse nazionale al punto di meritare, a Torino, il premio "Agricoltura Civica Award 2013".
I bambini di quinta elementare hanno imparato a costruire delle compostiere domestiche;
quelli di elementari e medie hanno dato il via alla raccolta dell'olio alimentare esausto realizzando migliaia di saponette assieme alla collaborazione delle nonne.
Ogni anno alunni e insegnanti allestiscono un mercatino della solidarietà nel quale vendono i prodotti realizzati nei laboratori scolastici per sostenere vari progetti di solidarietà: da una scuola e un laboratorio medico in Senegal, a un orfanotrofio in India, all’aiuto alle famiglie in difficoltà per l’acquisto di libri, materiale scolastico, ticket mensa, trasporti ecc.
Perché non imparare?
Per saperne di più
Terra Nuova Edizioni "Liberi di imparare": le esperienze di scuola democratica libertaria in Italia e all'estero raccontate dai protagonisti.