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Colgo l'occasione per ringraziare CiLLSA per l'ìospitalità che dà al nostro lavoro nel suo sito
https://sites.google.com/view/cillsacom/gruppo-educativo-zero-pfas-del-veneto
BLOG DI DONATA ALBIERO
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Colgo l'occasione per ringraziare CiLLSA per l'ìospitalità che dà al nostro lavoro nel suo sito
https://sites.google.com/view/cillsacom/gruppo-educativo-zero-pfas-del-veneto
CITTADINANZA ATTIVA
Un altro esempio, dopo il presidio degli studenti davanti al tribunale di Vicenza, di partecipazione attiva degli stessi e del loro contributo concreto per informare e sensibilizzare compagni e comunità, dando una dimostrazione concreta di cosa si possa fare. L’itinerario “One health: un percorso di cittadinanza attiva per mettere la bando i pfas” trova il loro impegno che vuole dimostrare, come dicono “non solo agli adulti ma anche a noi stessi che non siamo in completa balia delle scelte dei ‘potenti’, che si può cambiare e non accettare le ingiustizie che ci piovono addosso” (Vedi sito CiLLSA dove il lavoro nelle scuole è ospitato, da Home page: blog Generazione Speranza; pagina PFAS: manuale di sopravvivenza quotidiana; pagina Rete Zero Pfas Italia, fino a pagina Gruppo educativo con archivio lavori nelle scuole https://sites.google.com/view/cillsacom/home-page?authuser=0 ).
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Studenti del De Pretto di Schio al presidio di Vicenza il 7 febbraio 2025 |
L’articolo sotto riportato, è scritto da Linda Maggiori per Envi info e pubblicato il 4 MARZO 2025
https://www.envi.info/it/2025/03/04/il-progetto-scolastico-per-mettere-al-bando-i-pfas/?fbclid=IwY2x
PFAS fuori dalle scatole nasce dall’adesione al
progetto One Health del Gruppo
Educativo Zero PFAS ed è sviluppato dai ragazzi delle classi quarta
e quinta dell’Itis de Pretto di Schio, indirizzo biologico ambientale, insieme
ai loro professori.
La
professoressa Laura Rossi di biologia e microbiologia ha partecipato
all’intervista insieme a quattro studenti.
Professoressa,
in primo luogo, che cosa sono i PFAS?
I PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) sono una famiglia di
molecole formate da fluoro e carbonio. Sono detti inquinanti eterni, in quanto il legame fluoro carbonio
è così potente che non si biodegrada, si accumulano nella catena alimentare e
possono causare danni alla salute (interferenti endocrini). I PFOA sono
cancerogeni certi e i PFOS cancerogeni probabili.
La loro
presenza nell’ambiente è molto estesa, per questo da più parti giunge l’appello
per metterli a bando.
Perché vi
sentite così coinvolti nel tema PFAS?
Frequentando
l’indirizzo biologico ambientale siamo molto appassionati alle tematiche
ambientali. Inoltre viviamo in un territorio vicino alla zona rossa contaminata
dai PFAS. Abbiamo studiato il processo
Miteni e non potevamo rimanere indifferenti e passivi. Abbiamo quindi deciso
di prendere posizione e cercare di diffondere conoscenza anche
tra i nostri coetanei.
Il nostro impegno serve a
dimostrare non solo agli adulti ma anche a noi stessi che non siamo in completa
balia delle scelte dei “potenti”, che si può cambiare e non accettare le
ingiustizie che ci piovono addosso.
In cosa
consiste il progetto PFAS fuori dalle scatole?
Ci siamo
concentrati sull’utilizzo di contenitori per il cibo da asporto perché questi imballaggi sono molto
utilizzati da noi ragazzi e possono contenere PFAS.
Vorremmo che ogni materiale sia PFAS free e stiamo facendo pressione sulle ditte ma anche sulla politica affinché queste sostanze siano messe a bando.
Nello specifico, abbiamo raccolto campioni di scatole da asporto, studiato i materiali, inviato questionari a sette aziende produttrici, per chiedere se e quali PFAS venivano usati. Alcune aziende sono state disponibili, altre un po’ meno. Quelle più collaborative ci hanno inviato schede tecniche con tutte le sostanze usate. Ma stiamo continuando con la nostra ricerca.
Professoressa,
questo è un progetto multidisciplinare?
Sì perché
porta a studiare non solo la biochimica, ma anche i meccanismi di partecipazione popolare. Parlando di cittadinanza
attiva, sono coinvolte anche le discipline del diritto. I ragazzi si stanno
infatti organizzando per proporre ai consigli comunali dei loro comuni ordini
del giorno per la messa a bando dei PFAS.
Anche i
genitori sono coinvolti?
Certamente,
dato che tutta la scuola ha aderito al progetto One
Health. La componente genitoriale del consiglio di istituto è molto
attiva. Abbiamo ottenuto grazie ad un genitore una fornitura gratuita di
contenitori di una ditta locale che sono certificati PFAS free, da distribuire ai ragazzi, ma stiamo
valutando anche contenitori lavabili, di acciaio, buoni dal profilo sanitario e
che possano anche essere utilizzati nel microonde, questo per incentivare
ragazzi e ragazze a portarsi il pranzo da casa.
Gli studenti
sono consapevoli che bisogna ridurre i rifiuti derivati da prodotti monouso: i
PFAS non si distruggono e se inceneriti vengono dispersi in aria. Peraltro il
problema è molto sentito perché qui a Schio è presente da quarant’anni un
inceneritore e ora si vorrebbe ampliarlo ulteriormente.
In che modo
cercate di divulgare questo progetto al pubblico e alla popolazione in
generale?
Dopo aver
studiato per mesi la questione Miteni, il 7 febbraio abbiamo partecipato
al presidio presso il Tribunale di Vicenza, dove si
stanno svolgendo le ultime fasi del processo ai dirigenti. Abbiamo raggiunto il
luogo in autonomia, con i mezzi pubblici. È stato molto soddisfacente,
un’occasione per leggere una nostra dichiarazione, per far emergere la nostra
voce e tessere legami con le associazioni presenti.
Vorremmo primariamente fare un’assemblea di istituto sul tema, e organizzare serate divulgative aperte a tutta la comunità, invitando esperti, giornalisti e associazioni coinvolte.
Abbiamo anche creato
il gruppo ITIS
per l’Ambiente, insieme alla divulgazione di queste tematiche sul profilo Instagram
appena nato, con contenuti interattivi e accattivanti.
Il nostro
obiettivo è dunque informare in modo puntuale i nostri coetanei e la comunità,
per accrescere la consapevolezza e prendere una posizione chiara, per la nostra
salute e quella del Pianeta.
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Un grazie alla giornalista e alla scuola: ci sentiamo incoraggiati a proseguire nel nostro non facile cammino di informazione / formazione sensibilizzazione
Donata Albiero
https://comune-info.net/scuole-aperte/se-i-ragazzi-vogliono-scendere-dal-treno-dei-pfas/?fbclid=IwY
In Veneto da alcuni anni bambini e bambine, ragazzi e ragazze hanno approfondito in diversi modi il tema dell’inquinamento da Pfas, sostanze chimiche utilizzate dalle industrie per conferire proprietà resistenti a tanti prodotti, dannose per l’ambiente e per la salute delle persone. Fermate il “treno” dei Pfas che corre sempre più veloce, gridano, mentre imparano a prendersi cura del territorio
Lì, al presidio, hanno
parlato con foga, passione e determinazione gli studenti della scuola media
Zanella di Arzignano. Precise sono state le loro rivendicazioni: il diritto
alla vita, il diritto alla salute il diritto all’Informazione, la trasparenza
contro il silenzio delle istituzioni, la conoscenza scientifica contro la
disinformazione, l’attivismo contro la sudditanza. “… Oggi siamo qui, insieme
ai nostri compagni e ai nostri professori, per dire il nostro No a tutte le
forme di inquinamento che avvelenano l’ambiente e i nostri fiumi…. Negli anni
Settanta gli studenti della nostra scuola, guidati dal loro professore di
Tecnologia, Antonio Boscardin, hanno denunciato il grave degrado del torrente
Chiampo, documentandone l’inquinamento con fotografie, misurazioni e relazioni
dettagliate. Il suo impegno ha portato all’organizzazione di una delle prime
marce ecologiche dell’epoca, contribuendo a sensibilizzare l’intera comunità
sulla necessità di tutelare l’ambiente. Abbiamo visto le sue foto, letto le
testimonianze e seguito il loro lavoro nel corso degli anni. Abbiamo capito il
loro spirito, il loro insegnamento e la loro passione. Oggi, il nome di Antonio
Boscardin è legato alla pista ciclabile lungo il torrente Chiampo, un
riconoscimento per il suo impegno ecologista e per l’eredità che ha lasciato a
noi studenti. Siamo qui per raccogliere quel testimone e portare avanti il suo
messaggio. Vogliamo un futuro ecologico e un ambiente pulito, non solo con le
parole, ma con il nostro esempio e la nostra voce. Perché il futuro non si
aspetta, si costruisce…”.
A seguire una delegazione di
studenti di alcune classi dell’Istituto Tecnico ITIS De Pretto di Schio, con le
loro rivendicazioni sottoscritte anche da docenti e dirigente scolastico, arrivati da soli: atto autonomo di cittadinanza
attiva. Rivendicano diritti negati. “La contaminazione da PFAS ci nega il
diritto ad avere un futuro in salute e a pagarne il prezzo più alto sono i
giovani e le generazioni future. Anche in questo caso, come per i cambiamenti
climatici e, in generale, per ogni tipo di inquinamento, le conseguenze più
pesanti ricadono su chi non ha nessuna responsabilità per questo disastro. A
tale proposito è opportuno richiamare l’articolo 9 della Costituzione (…) e l’articolo
32 (…) . La vicenda Miteni, evidentemente, non ha insegnato nulla, considerando
che gli impianti per la produzione di PFAS che erano a Trissino sono stati
portati in India, mentre la bonifica dei territori contaminati su cui sorgeva
l’azienda rimane ancora un miraggio, in contrasto con l’articolo 41 della
Costituzione (…) Appellandoci al rispetto degli articoli 9, 32 e 41 della
Costituzione Italiana e all’osservanza del principio di precauzione, stabilito
dall’articolo 191 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, chiediamo
agli adulti di oggi di impegnarsi a cambiare strada, affrontando questo grave
problema attraverso: l’immediata messa al bando della produzione di sostanze
perfluoroalchiliche, con l’unica eccezione nel settore medico fino a quando non
saranno disponibili soluzioni alternative rispettose della salute e
dell’ambiente; la bonifica delle matrici ambientali e dei siti inquinati a
spese dei responsabili, in base al principio “chi inquina paga”; il
finanziamento alla ricerca di modalità efficaci per la degradazione dei Pfas
ancora presenti nell’ambiente; il finanziamento alla ricerca di sostanze
alternative e rispettose dell’ambiente e della salute. Chiediamo sia rispettato
il nostro diritto ad avere un futuro da vivere in un ambiente sano”.
E ancora, un appello degli studenti
ITET Pasini di Schio al tribunale di Vicenza. Richieste precise: “… Noi, chiediamo: Giustizia per la
nostra salute violata da anni di contaminazione da Pfas. Desideriamo che venga
bandito immediatamente l’utilizzo di Pfas nel nostro territorio, in conformità
con il principio di precauzione e con le più recenti evidenze scientifiche
sulla loro pericolosità. Salute, perché non possiamo più vivere con la paura di
bere acqua contaminata e mangiare cibi avvelenati. Chiediamo che venga
garantito un monitoraggio costante e trasparente della presenza di Pfas nell’ambiente
e negli alimenti, informando tempestivamente la popolazione sui rischi e sulle
misure di protezione da adottare. Bonifica immediata e totale delle aree
contaminate, per restituire al nostro territorio la sua salubrità. I Pfas ci
stanno rubando il futuro. Non possiamo più aspettare!”.
Le iniziative dei ragazzi hanno
sorpreso, “incantato”, commosso gli adulti presenti: il frutto di una azione
didattica che perseguiamo da anni che produce consapevolezza e azione in tutte
le scuole dove siamo andati. Al di là di tutte le sciocchezze che si sono scritte e si scrivono
sui giovani, quei ragazzi erano i rappresentanti di una generazione che non si
arrende.
Il lavoro nelle scuole del Gruppo
educativo Zero Pfas del Veneto (esperti della Salute, del territorio,
attivisti) di cui sono coordinatrice consiste nel far conoscere il
problema Pfas per poi acquisire consapevolezza e da essa decidere
l’azione. Sanno i nostri studenti, dopo gli interventi ad hoc, cosa sono i
pfas. Parliamo di prodotti chimici per sempre (“Forever
chemicals”), indistruttibili, circa diecimila composti chimici di sintesi,
ampiamente utilizzati dalle industrie per conferire proprietà resistenti,
idrorepellenti, antifiamma a una infinità di prodotti di largo consumo
(imballaggi alimentari, carta forno, filo interdentale, cosmetici, capi di
abbigliamento, schiume antincendio, rivestimenti metallici, antiaderenti per
padelle, creme e cosmetici, vernici e fotografia, cromatura, pesticidi,
prodotti farmaceutici eccetera), ci minacciano ogni giorno. Sembra un catalogo
di Amazon e, letto così, non sconvolge nessuno anche se il messaggio è quello
della diffusione universale di un tossico cancerogeno perenne che mette in
discussione la stessa capacità riproduttiva del genere umano. Tonnellate
di Pfas si riversano, ogni giorno, nell’ambiente e fanno parte degli oggetti
della nostra vita ordinaria. Amorevolmente, rimpinziamo con tali molecole i
nostri ignari bambini.
John Holloway scrive in La Speranza. In
un tempo senza speranza:
“Il treno corre nella notte, sempre
più veloce. Dove sta andando, dove ci sta portando? Ai campi di concentramento?
Alla guerra nucleare? A un susseguirsi di pandemie? Noi non lo sappiamo. Ma ora
(…) appare un messaggio sullo schermo in fondo alla carrozza ‘Destinazione
Estinzione’. Il riscaldamento globale, la distruzione della biodiversità, la
scarsità d’acqua, più pandemie distruttive, le crescenti tensioni tra stati, le
disuguaglianze sempre più grandi e oscene… puntellano la strada per quel destino.
Ferma il treno, ferma il treno, ferma il treno!”.
Ma non lo stiamo guidando. Non lo
controlliamo. Un fenomeno di rimozione collettiva ci consente di
continuare a vivere la nostra quotidianità senza il problema di “fermare il
treno”. Prenotiamo le ferie, portiamo ai centri estivi i nostri
bambini, ci lamentiamo dell’aumento del costo della vita… Ciò significa
che la conoscenza non è sufficiente per fermare il treno. È
fondamentale che essa si evolva in consapevolezza. Solo allora nasce in
noi la necessità di agire, di tirare il freno a mano. Tuttavia, non il terrore
e la paura debbono essere alla base di una nostra azione consapevole ma la
speranza.
Noi, gruppo educativo Zero Pfas del
Veneto (Il gruppo educativo è nato all’interno del comitato di redazione PFAS Land nel
2018 su mandato del Movimento No Pfas del Veneto), non siamo ritornati,
perciò, nelle scuole, per il settimo anno consecutivo, a ripetere “bla bla,
bla”, a ribadire quello che tutti, almeno nel Veneto, bene o male, dovrebbero
già sapere sulle cause, sugli effetti per la salute e l’Ambiente di quelle sostanze
chimiche. Non vogliamo sprecare tempo perché di tempo ce n’è concesso poco,
anzi pochissimo. Nella manciata di ore a disposizione nelle scuole, irrisoria
per la complessità e la vastità del problema che trattiamo, per l’empatia da
instaurare con ragazzi e ragazze, cerchiamo di suscitare un sentimento
positivo di speranza. La speranza che il treno si possa fermare, la
speranza che, nell’immediato, produce azione. Quale sia l’azione che i giovani
intraprendono lo decidono loro. L’esperienza di questi anni è stata
significativa e tanto numerose sono state le iniziative dei ragazzi da
sorprenderci. Di certo, non faremo educazione di “economia domestica”. Come si
fa a credere ancora che la siccità che avanza dipenda dal fatto che ci laviamo
i denti senza chiudere il rubinetto del lavandino? Come si fa, in qualità di
medici, a dire a una donna in gravidanza, per quanto riguarda i pfas, di stare
attenta alla dieta? Nemmeno nei negozi biologici si riesce a rinvenire un
prodotto, uno solo, su cui ci sia scritto “Pfas Free”. Troviamo, tali sostanze
chimiche, nell’acqua “potabile”, probabilmente anche in quella minerale, ma non
ce lo dicono. Sono certamente presenti in una grande quantità di alimenti che
compriamo al mercato.
LEGGI ANCHE: I RAGAZZI DELLA VIA PFAS /https://comune-info.net/scuole-aperte/i-ragazzi-della-via-pfas/
C’è chi produce i Pfas, c’è chi ne
consente la produzione e l’uso, c’è chi finge di prendere misure cautelative,
autorizzandone l’assunzione giornaliera fino a un certo limite (ovviamente
incommensurabile poiché nessuno sa quanti Pfas ingoia, respira, beve). C’è chi
firma petizioni ai parlamentari nazionali ed europei perché venga bandita la
produzione. Lo facciamo anche noi, anche se abbiamo scarsissima fiducia di un
interessamento reale da parte del governo e dei parlamenti. Nel frattempo,
Francesco Bertola, medico e presidente ISDE di Vicenza, con la sua meritoria
ricerca sui ragazzi nati da madri contaminate da Pfas, scopre che molti di loro
hanno problemi importanti della sfera riproduttiva. Lo confermano anche gli
studi in vitro di Calo Foresta dell’Università di Padova.
Il problema dunque non è tecnico
bensì politico. È il risultato di una società ingiusta dove prevalgono gli
interessi economici e commerciali sul diritto alla vita e alla salute. Non prenderne atto, non agire, di conseguenza, è
pura ipocrisia o connivenza (a rischio) col sistema. Ribellarsi è
giusto. Ribellarsi significa agire, impedire il male adesso, tutti insieme. Il
destino non è segnato, il futuro non è scritto, nessuno può prevederlo, lo
costruiamo noi stessi, giorno per giorno, attraverso ogni decisione presa (o
non presa). Possiamo creare ogni giorno un mondo basato sul mutuo
riconoscimento della dignità umana. Bisogna fermare il treno, salvarsi
la pelle e scendere. Poi si vedrà il da farsi.
Jane Goodall, etologa e
antropologa (la citiamo speso nel Blog Generazione Speranza), in un testo
prezioso, Il libro della speranza. Manuale di sopravvivenza
per un pianeta in pericolo (Bompiani) avvisa: “La speranza non
cancella le difficoltà e i pericoli che esistono, ma allo stesso tempo non si
fa sconfiggere da questi. C’è tanta oscurità, ma sono le nostre azioni a
riportare la luce”. Noi proviamo a farne tesoro insieme a tanti bambini e
bambine, ragazzi e ragazze.
Donata Albiero, insegnante, è stata
anche dirigente scolastica
SIT IN DAVANTI AL TRIBUNALE DI VICENZA IL 7 FEBBRAIO
Parlano gli studenti: https://www.youtube.com/watch?v=OAB-_iecqJ0
Dapprima la lettura del comunicato stampa del Movimento
Poi la parola alle scuole
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ph di Federico Bevilacqua - Presidio 7 febbraio 2025 |
Presenti studenti della scuola media ZANELLA di
Arzignano accompagnati dalle loro prof.sse, studenti dell’ITIS De Pretto di
Schio venuti in treno autonomamente e autorizzati per leggere un comunicato da
loro steso controfirmato anche dai professori e un appello al tribunale steso
da loro coetanei dell’ITE Pasini di Schio.
Hanno tutti rivendicato il Diritto alla Vita, il diritto alla Salute il diritto all’Informazione: la trasparenza contro il silenzio, la conoscenza contro la disinformazione, l’attivismo contro la sudditanza.
Siamo le classi 4^ e 5^ EA dell’indirizzo Chimica, Materiali e Biotecnologie Ambientali dell’Istituto Tecnico I.T.I.S. De Pretto di Schio.
L’attività che stiamo svolgendo,
“Pfas fuori dalle scatole”, riguarda gli imballaggi utilizzati a contatto
diretto con il cibo da asporto, spesso acquistato da noi studenti, che
potrebbero contenere PFAS. Per questo motivo stiamo contattando le aziende
produttrici chiedendo loro informazioni riguardo alla composizione chimica di
questi prodotti, con lo scopo finale di proporre nel nostro territorio
imballaggi alimentari PFAS-free.
Ma perché questo progetto a
scuola? Perché persone della nostra età dovrebbero interessarsi a questo
problema?
Conoscere la pericolosità di
tali sostanze, la loro persistenza e la loro grande diffusione ci ha portato a
capire che nessuno può rimanere indifferente e passivo davanti ad un
inquinamento ambientale così esteso e grave.
I dati rivelati in questi
giorni da Greenpeace sono oltremodo allarmanti, dimostrano che nelle acque
potabili di molte città italiane sono presenti queste sostanze, compresi PFOA
(cancerogeno certo) e PFOS (cancerogeno probabile).
I danni causati alla biosfera
sono incommensurabili: i PFAS, grazie alla loro natura chimica, sono altamente
persistenti e pertanto si sono diffusi ovunque, anche in ambienti dove non ci
sono sorgenti di emissione, dai ghiacci del Polo Nord all’Altopiano del Tibet.
Come ci ricordano i numeri
scritti sulle magliette delle mamme no PFAS, i cui figli hanno nel sangue
concentrazioni elevate di sostanze che non dovrebbero neppure esistere, la
contaminazione da PFAS ci nega il diritto ad avere un futuro in salute e a pagarne
il prezzo più alto sono i giovani e le generazioni future. Anche in questo
caso, come per i cambiamenti climatici e, in generale, per ogni tipo di
inquinamento, le conseguenze più pesanti ricadono su chi non ha nessuna
responsabilità per questo disastro.
A tale proposito è opportuno
richiamare l’articolo 9 della Costituzione Italiana:
La Repubblica promuove lo
sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio
e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la
biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.
La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
e l’articolo 32:
La Repubblica tutela la
salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività,
e garantisce cure gratuite agli indigenti. (...).
La vicenda Miteni,
evidentemente, non ha insegnato nulla, considerando che gli impianti per la
produzione di PFAS che erano a Trissino sono stati portati in India, mentre la
bonifica dei territori contaminati su cui sorgeva l’azienda rimane ancora un
miraggio, in contrasto con l’articolo 41 della Costituzione Italiana che
recita:
L'iniziativa
economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità
sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza,
alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli
opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere
indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.
Pagheremo non solo con la
salute, ma anche da un punto di vista economico: è stato infatti stimato che il
costo per la bonifica nella sola Europa richiederebbe una spesa di circa 100
miliardi di euro all’anno per un totale di 2.000 miliardi di euro per i
prossimi 20 anni, con risultati peraltro non certi. Poiché la maggior parte di
queste sostanze sono ancora resistenti ad ogni tipo di trattamento, compreso il
calore, dove dovremmo metterle finché non avremo scoperto una modalità efficace
per la loro degradazione?
Sulla base di queste
considerazioni e in qualità di cittadine e cittadini, esigiamo di essere
ascoltati dalle Istituzioni italiane ed europee.
Appellandoci al rispetto degli
articoli 9, 32 e 41 della Costituzione Italiana e all’osservanza del principio
di precauzione, stabilito dall’articolo 191 del Trattato sul Funzionamento
dell’Unione Europea, chiediamo agli adulti di oggi di impegnarsi a cambiare
strada, affrontando questo grave problema attraverso:
l'immediata messa al bando della produzione di
sostanze perfluoroalchiliche, con l’unica eccezione nel settore medico fino a
quando non saranno disponibili soluzioni alternative rispettose della salute e
dell’ambiente;
la bonifica delle matrici ambientali e dei siti
inquinati a spese dei responsabili, in base al principio “chi inquina paga”
(art.191 TFUE);
il finanziamento alla ricerca di modalità efficaci per
la degradazione dei PFAS ancora presenti nell’ambiente;
il finanziamento alla ricerca di sostanze alternative
e rispettose dell’ambiente e della salute.
Chiediamo sia rispettato il
nostro diritto ad avere un futuro da vivere in un ambiente sano.
Schio, 5
febbraio 2025
FIRMATO DA 34 STUDENTI (Sottoscritto
da 58 OPERATORI: DIRIGENTE SCOLASTICO, DOCENTI E PERSONALE ATA)
ITE PASINI DI SCHIO
Giustizia per la nostra salute violata da anni di contaminazione da PFAS.
Desideriamo che venga bandito
immediatamente l’utilizzo di PFAS nel nostro territorio, in conformità con il
principio di precauzione e con le più recenti evidenze scientifiche sulla loro
pericolosità.
Chiediamo che venga garantito
un monitoraggio costante e trasparente della presenza di PFAS nell‘ambiente e
negli alimenti, informando Tempestivamente la popolazione sui rischi e sulle
misure di protezione da adottare.
Firma degli studenti (48)
Firma dei docenti (6) aderenti al progetto di Istituto per bandire i PFAS
SCUOLA MEDIA ZANELLA DI ARZIGNANO
Delegazione di 17 studenti accompagnate da 3 docenti (tra
cui vicepreside) , in rappresentanza delle classi terze
1. Oggi siamo qui, insieme
ai nostri compagni e ai nostri professori, per dire il nostro NO a tutte le
forme di inquinamento che avvelenano l’ambiente e i nostri fiumi.
Siamo una delegazione della Scuola Secondaria Zanella, parte dell’Istituto Comprensivo 1 di Arzignano.
Negli anni
’70, gli studenti della nostra scuola, guidati dal loro professore di
Tecnologia, Antonio Boscardin, hanno denunciato il grave degrado del
torrente Chiampo, documentandone l’inquinamento con fotografie, misurazioni e
relazioni dettagliate. Il suo impegno ha portato all’organizzazione di una
delle prime Marce Ecologiche dell’epoca, contribuendo a sensibilizzare l’intera
comunità sulla necessità di tutelare l’ambiente. Abbiamo visto le sue foto,
letto le testimonianze e seguito il loro lavoro nel corso degli anni. Abbiamo
capito il loro spirito, il loro insegnamento e la loro passione. Oggi, il nome
di Antonio Boscardin è legato alla pista ciclabile lungo il torrente
Chiampo, un riconoscimento per il suo impegno ecologista e per l’eredità che ha
lasciato a noi studenti. Siamo qui per raccogliere quel testimone e portare
avanti il suo messaggio. Vogliamo un futuro sostenibile e un ambiente più
pulito, non solo con le parole, ma con il nostro esempio e la nostra voce.
Perché il futuro non si aspetta, si costruisce.
2. Siamo qui oggi perché
l’inquinamento da PFAS ha segnato profondamente il nostro territorio. Abbiamo
studiato, ci siamo informati e abbiamo capito che non possiamo restare
indifferenti. Queste sostanze, invisibili ma pericolose, hanno contaminato
l’acqua, il suolo e persino il nostro corpo. Eppure, per troppo tempo, il
problema è stato ignorato.
Noi
giovani non vogliamo più voltare lo sguardo. Vogliamo risposte, vogliamo
soluzioni concrete, vogliamo che il diritto a un ambiente sano sia garantito a
tutti. L’acqua è vita, e non possiamo accettare che venga avvelenata.
Per
questo siamo qui, per dire forte e chiaro che non possiamo più permetterci
l’indifferenza. Il futuro ci appartiene, e abbiamo il dovere di proteggerlo.
3. Oggi siamo qui per
ricordare un diritto che ci riguarda tutti: il diritto all’acqua. L’acqua è
vita, è essenziale per il nostro benessere e per quello del nostro pianeta. Ma
spesso dimentichiamo che la sua tutela dipende da ciascuno di noi.
L’educazione
civica non è solo un tema che trattiamo a scuola, è un valore che dobbiamo
applicare nella vita quotidiana. Essere cittadini attivi significa prendersi
cura dell’ambiente, delle risorse che abbiamo, e fare in modo che le
generazioni future possano godere degli stessi diritti che noi abbiamo oggi. Ognuno
di noi ha il potere di fare la differenza. Con piccole azioni quotidiane,
possiamo contribuire a proteggere l’acqua, il nostro territorio, e il nostro
futuro. Siamo qui per ricordare che la responsabilità non è solo di qualcun
altro, ma di tutti noi. Siamo qui per dimostrare che possiamo essere
protagonisti del cambiamento, perché ogni gesto conta e ogni voce può fare la
differenza.
4. Siamo qui oggi, non solo per ricordare, ma per agire. La
sfida che abbiamo di fronte è grande, ma non è insormontabile. Il nostro
impegno non può fermarsi alle parole, deve tradursi in azioni concrete, che
partono da noi e che devono coinvolgere tutta la comunità. È necessario
lavorare insieme, unendo le forze delle scuole, delle famiglie, delle
istituzioni e delle associazioni, per costruire una società più consapevole e
responsabile.
Il cambiamento parte dalle nostre scelte quotidiane, ma deve essere supportato da politiche concrete che proteggano l’ambiente e promuovano la sostenibilità. Ogni voce conta, ma il nostro impegno sarà più forte se uniamo le forze. Oggi, più che mai, è il momento di alzare la voce e dire “Ci siamo”, con la consapevolezza che la nostra responsabilità verso la Terra è collettiva. Il futuro è nelle nostre mani, e insieme possiamo costruirlo"
I loro appelli ci accompagnano ORA nelle scuole dove ritorneremo; CONTINUEREMO a gettare i semi della consapevolezza e dell'azione.
Grazie.
Donata Albiero 8 febbraio 2025
Approfondimenti
https://donataalbiero.blogspot.com/2025/02/pfas-e-territorio-una-pratica-di.html
LA MEDIA ZANELLA ORGANIZZA IL SUO PRESIDIO
“Scuola e Territorio: educare insieme” è l’obiettivo che continuamente porto avanti per promuovere una produttiva ed efficace interazione educativa tra istituzioni scolastiche, genitori, docenti, studenti. Cerchiamo, sempre, di sviluppare sinergie operative tra noi, del GRUPPO EDUCATIVO ZERO PFAS del Veneto, gli Istituti scolastici, in modo da garantire il massimo successo alle iniziative messe in campo per informare formare gli studenti.
Il presidio del 7 febbraio 2025 davanti al
tribunale di Vicenza, con la presenza di studenti di scuola media arzignanese, l'associazione CiLLSA, il sindaco ne è un esempio.
Venerdì, 07 febbraio 2025, una delegazione di
ragazzi della Zanella, scuola secondaria di I°grado dell’ICS1 Arzignano,
sarà davanti al Tribunale di Vicenza per rivendicare la verità sul proprio
territorio, per conoscere il motivo per cui la loro acqua, i loro fiumi, i loro
prati, la loro terra siano ormai trascurati.
L’associazione ecologista CILLSA ha incontrato gli alunni delle classi terze, come ormai da tanti anni, tramite il gruppo educativo Zero Pfas, entra nelle scuole secondarie di tutto il Veneto. L’obiettivo è di parlare ai giovani, di svegliare le loro coscienze critiche, facendo loro comprendere che devono essere cittadini attivi, artefici del proprio futuro.
Lo
dimostreranno venerdì i nostri ragazzi, con la loro presenza colorata, giovane
ma sicura e convinta, in prima linea a dire: Ci siamo anche noi, diciamo NO
a tutti quelli che vogliono toglierci l’ambiente, i sogni e il futuro”.
I DOCENTI ACCOMPAGNATORI (Emma, Cristina,
Giulia)
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https://cillsa1.blogspot.com/2025/01/pfas-2025-cillsa-e-amministrazione.html?fbclid=
Il tutto si sviluppa dopo una nota dell’amministrazione rivolta alle SCUOLE SECONDARIE DI PRIMO GRADO A FINE anno 2024, a seguito del'ECOFESTA IN ARZIGNANO e dell'impegno assunto tra CiLLSA e Amministrazione comunale sul terma PFAS.
Avanti!
Approfondimenti
PFAS Per seguire e monitorare le attività nelle scuole il sito
dell'associazione rappresenta uno strumento informativo utile
https://sites.google.com/view/cillsacom/home-page?authuser=0
In esso, una pagina è dedicata alle sostanze
chimiche (scaricabile il “Manuale di sopravvivenza quotidiana” contro i Pfas),
un’altra alle attività del gruppo educativo Zero Pfas del Veneto
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