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mercoledì 30 dicembre 2020

PER RITROVARE GLI ALTRI E NOI STESSI, UN AUGURIO

 BUON 2021 

"Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione. Perché è proprio la crisi a portare progresso...Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia…Cerchiamo di lavorare sodo, invece. Smettiamola, una volta per tutte, l'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla” (Albert Einstein -1955)

Un Concetto espresso 65 anni fa, ancora attuale in questo terribile 2020 che volge, per fortuna, al termine. Lo rimugino da giorni cercando, dopo aver camminato in un tunnel al buio da quasi un anno, di guardare avanti per trovare la luce. La pandemia, meglio la sindemia da covid -19, in particolare il lockdown, mi ha costretto a cambiare le consolidate abitudini, togliendomi alcune certezze e rendendomi più vulnerabile.  Allo stesso tempo però l'emergenza sanitaria mi ha dato la possibilità di riflettere su cosa è davvero importante ed essenziale nella vita e cosa è superfluo.  

 Spero, non ne sono sicura, che da siffatto momento difficile io possa trovare risorse nuove e cogliere nuove opportunità.

 Come scrive, a tal proposito, Giuseppe Grisi, prof ordinario di Diritto privato, Università Roma tre

"…Un organismo invisibile e invincibile ha messo a nudo la nostra fragilità, ci ha costretti a riflettere sugli errori compiuti, sull’egoismo e lo scarso senso del bene comune che troppo spesso ispirano o accompagnano le nostre azioni 91; ci ha brutalmente fatto intendere che l’uomo non è padrone della natura, né è in grado di dominare e vincere ogni sfida, che il benessere conquistato non è perpetuo, che la crescita e lo sviluppo non sono fattori ineluttabili: dovremmo, insomma, avere imparato che limiti esistono e non vanno varcati. Altro che avvertimento. È una lezione di vita quella che il coronavirus ci ha impartito”.      

L’obiettivo unico a cui tendere è indicato, forte e chiaro: uno sviluppo sostenibile per superare la logica tutta individualista che ha caratterizzato gli ultimi decenni e per collocarla dentro un percorso che abbia al centro il benessere e la qualità della vita delle persone, oltre la ristretta dimensione economicistica.    Ci sarà pure qualcuno che ne farà tesoro, che si scoprirà emancipato dalla ‘normalità’ precedente ed impegnato nella consapevole e matura accoglienza di una nuova ‘normalità’, nel quotidiano vivere e, in ogni campo, nell’economia, nella politica, nella società? E che altri seguano l’esempio? Sarebbe un piccolo grande passo avanti per l’umanità.


Confido nel 2021 con il mio comportamento di essere uno di questi qualcuno che hanno fatto tesoro della lezione di vita imposta dal coronavirus
.

Niente può essere come prima.                                                                                                      

Da laica, trovo rifugio nelle parole illuminanti di Papa Francesco: 

«La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruitole nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità. Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella(benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli». 

Lo strumento più potente che abbiamo, noi tutti, per superare la crisi è la nostra capacità di sostenerci a vicenda, di cooperare e remare tutti nella stessa direzione. Lo strumento più potente come genere umano è il mutuo appoggio, l’aiuto reciproco, la solidarietà.

Mi ritorna in mente la canzone struggente di MannoiaCombattente, una strofa in particolare chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso”.                                                                      

Ognuno di noi, ogni giorno, si trova a confrontarsi con dei limiti: i propri o quelli che ci impongono o circondano. È il nostro atteggiamento che ne determina la natura: possono essere degli ostacoli insormontabili che ci indicano un percorso da seguire, o delle sfide che ci permettono di travalicare le nostre possibilità’, rendendo possibile anche ciò che pensavamo che fosse impossibile.                          

La pandemia, intanto, ha squarciato il velo e mostrato in modo definitivo una tara di sistema della nostra società e delle istituzioni che la governano: l’incapacità di mettere al centro la “cura” intesa non solo in senso sanitario, ma come sistema integrato di politiche imperniate sui diritti individuali, collettivi, ambientali (cambio di paradigma): i cittadini e il loro diritto alla salute al primo posto.

Ho aderito da poco alla Società della Cura, un percorso di convergenza di centinaia tra organizzazioni sociali, movimenti e gruppi locali che ha come obiettivo un cambiamento radicale a livello economico e sociale. Nel suo Manifesto ‘di visione’, che nel 2021 dovrà diventare una piattaforma di rivendicazioni condivise tra associazioni e comitati aderenti, descrive la società a cui tendere e che anch’io vorrei: diritti per tutte e tutti, transizione ecologica e sociale, democrazia partecipata, scuola e sanità pubbliche, una vera e propria inversione di rotta rispetto alle politiche neoliberiste degli ultimi anni. Trattasi di un percorso permanente di convergenza, cooperazione e mobilitazione, una finestra di opportunità che, ora più che mai, indica la strada da seguire per tutte e tutti noi.

 La salute come diritto universale e prioritario è l’obiettivo per il 2021 anche del Movimento No Pfas che entra nelle scuole con il progetto educativo di cui sono coordinatriceLA SALUTE NELLA TERRA DEI PFAS. Nuove prove di cittadinanza attiva”: individuare le criticità, gli errori e i crimini contro l’ambiente, denunciare i misfatticercare con gli stessi ragazzi risposte, possibilità di soluzioni, che non si riducano solo a stili di vita individuali virtuosi ma ad azioni collettive rivolte alle istituzioni. 

Capovolgiamo il punto di osservazione, guardando il fenomeno nel suo insieme dal punto di vista dei ragazzi e dei cittadini e non da quello delle lobby, delle industrie, di coloro che le sostengono o le rappresentano, reali responsabili di quanto avvenuto e di quanto avviene quotidianamente sotto i nostri occhi. Conoscere per capire ed agire. 

Un progetto positivo e di speranza, una dimensione di cura e responsabilizzazione, una maturazione civica, un praticare la politica come condizione comune di cittadinanza, che il gruppo Educativo estensore del progetto Pfas porta  nella scuola condividendolo con gli studenti (e i docenti)  per sperare davvero, senza retorica, in un 2021 migliore.

Un 2021 di rinnovata energia positiva, lo auguro ai giovani impegnati per il clima, i Fridays for future e agli studenti che sostengono il movimento "Priorità alla scuola” che si batte per avere la scuola in presenza e in sicurezza”.


 Confermo il mio impegno con loro e il mio sostegno alla scuola pubblica di tutti e per tutti.

 Un augurio, infine, a me, affinché, non trovi pretesti per rinunciare ad essere ‘cittadina attiva’, nel nuovo anno che si presenta, pur se incerto.

Ogni lotta, ogni lacrima o goccia di sudore versato, ogni singolo bambino aiutato, ogni nostro giorno vissuto nell’impegno sociale significa cambiare le cose, comunque vada. Comunque vada, l’importante è dare un contributo, mostrare che esiste un'altra possibilità, segnare la differenza rispetto all'inerzia, sperare che possa cambiare qualcosa, dare un piccolo segno di vita"... Una sorta di riflesso etico ed estetico, incontrollabile, irriducibile.

 E allora, nel ritrovare gli altri e nel ritrovare noi stessi, brindiamo.

 Buon 2021 a tutti!

Donata Albiero                                  Arzignano 1 gennaio 2021



Approfondimento 

Natale al tempo del covid 

https://donataalbiero.blogspot.com/2020/12/natale-al-tempo-del-covid.html

 


  

 

sabato 19 dicembre 2020

NATALE AL TEMPO DEL COVID

 BUON NATALE VERO  

foto da web
         

Anno 2020, Natale diverso, Natale solitario: lo impone la situazione. Per me una occasione per amare riflessioni e considerazioni.

Cantavo “Andrà tutto bene” nella prima ondata,’ primaverile’ della pandemia causata dal covid-19, anche dopo essere stata colpita dallo stesso. Ora, nella seconda ondata, non canto più.

Impotente assisto a un dramma globale. Constato che il killer silenzioso che si aggira nel Pianeta e che ha sconvolto le nostre vite, oltre al dramma dell’emergenza sanitaria, ha portato tragiche conseguenze sul piano sociale e politico, con l’acuirsi delle diseguaglianze in tutto il mondo: chi gode di una posizione favorevole sotto il profilo sociale e politico vede questa posizione rafforzarsi, mentre chi viveva situazioni di fragilità vede questa fragilità aumentare, sia nel Nord che nel Sud del mondo, sebbene con diversi impatti nella popolazione.

Il mio pensiero va ai 70 milioni di rifugiati nel mondo tra cui più di 12 milioni di bambini.  Vivono in campi profughi in condizioni di sovraffollamento al limite, spesso senza accesso all’assistenza sanitaria, senza acqua corrente, con cibo scarso e igiene inesistente.

foto da web

In SIRIA sono cifre allarmanti, quasi un milione di persone costrette a fuggire negli ultimi mesi a causa della recrudescenza del conflitto: bambini, donne, anziani vivono in campi profughi improvvisati.

In BANGLADESH, a Cox’s Bazar, si trova il più grande insediamento di rifugiati del mondo, ma non esiste alcun sistema di screening o test per il Covid-19.

Nella STRISCIA DI GAZA, sono accampati due milioni di persone in soli 360 chilometri quadrati: Il 97% di tutta l’acqua di Gaza non è adatta al consumo umano.

Ph di Nino Fezza cinereporter 

Noi ‘restiamo’ obbligatoriamente a casa come misura di prevenzione contro il Covid-19. Loro starebbero volentieri a casa se ne avessero una. Sono centinaia di migliaia, se non forse milioni, i bambini affamati, impauriti, deprivati, abusati; sono solo bambini, come i miei nipotini amati, curati, vezzeggiati, viziati, coccolati. 

Mi sento ‘inutile’. Quello che faccio per tenere desta l’attenzione dei cittadini sulla loro drammatica esistenza è ben poco e non so nemmeno se sia utile allo scopo. So, però, che ogni lotta, ogni lacrima o goccia di sudore versato, ogni singolo bambino aiutato significano che la nostra voce di volontari e\o attivisti è ascoltata. So che ogni nostro giorno vissuto nell’impegno sociale significa cambiare le cose, comunque vada.

 Spesso, esco sconfitta. Ho scoperto, da poco, le ragioni della mia penosa attitudine a ingaggiare battaglie perse. Le ha spiegate Corrado Augias: lo si fa per "dare un contributo, mostrare che esiste un'altra possibilità, segnare la differenza rispetto all'inerzia, sperare che possa cambiare qualcosa, dare un piccolo segno di vita"... Una sorta di riflesso etico ed estetico, incontrollabile, irriducibile.

 Non ho più, come ieri, la forza della ‘combattente’, ma nei momenti di frustrazione mi risuona in mente il ritornello della canzone meravigliosa di Mannoia

E’ una regola che vale in tutto l’universo

chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso   

e anche se il mondo può far male 

non ho mai smesso di lottare 

è una regola che cambia tutto l’universo   

perché chi lotta per qualcosa non sarà mai perso   

e in questa lacrima infinita    

c’è tutto il senso della mia vita.


E allora auguro, senza false retoriche,  buon Natale vero, ispirato a un bambino, dei tanti nel Mondo, nato in una stalla. Lo auguro a tutti gli uomini di buona volontà affinché non la smarriscano per strada.

Donata Albiero