Visualizzazioni totali

lunedì 31 dicembre 2018

LA LUCE DELLA SPERANZA E LA CONCRETEZZA DELLA PARTECIPAZIONE


IL FUTURO DIPENDE DA NOI

Inizia un nuovo anno e io sono qui, parte viva di una società abbruttita che pare essere senza speranza e senza dignità.
ll 2018 è stato un anno difficile per milioni di persone, dallo Yemen alla Siria, dalla Birmania alle regioni Subsahariane, zone fragili dove uomini, donne e bambini subiscono i dolori e le ingiustizie provocati dagli squilibri sociali e politici dei paesi in cui vivono.
E’ molto più difficile là essere bambini.

Attorno a me un mondo di bambini, tanti bambini dimenticati.
Guardo le foto struggenti che il cinereporter Nino Fezza posta in internet e non ho parole   
Bambini sui barconi, da soli, messi lì dalle loro madri che sperano da salvarli da un futuro incerto...

Bambini separati dai loro genitori, negli Stati Uniti, bambini-ostaggio.
Bambini in gabbia piangenti.  Anche bambini schedati: i bambini rom, un popolo di bambini.
Bambini rohingya costretti ad assistere a indescrivibili atrocità...
Bambini palestinesi e israeliani costretti all'odio senza fine...
Bambini yemeniti e siriani sotto le bombe...
Bambini africani condannati alla fame fin dalla loro nascita...
Bambini rom condannati ad essere cacciati ed additati ovunque...
Bambini innocenti intrappolati nella tragedia umana: si potrebbe continuare
Bambini, loro sono solo Bambini, loro non hanno colpe...
Bambini, tanti bambini: un mondo di bambini
Io non voglio dimenticarli; la loro colpa è solo di non essere nati qui come Luna, Iris, Ernesto, i miei tre nipotini coccolati e viziati e …Ettore che ha deciso di far brillare il nuovo anno con la sua nuova presenza in famiglia.
Non posso dimenticare i bambini, i loro diritti calpestati e infangati.   
Posso fare poco, ma qualcosa devo pur fare: essere presente con il volontariato, sostenere le ONLUS che mi ispirano fiducia (non solo criticare  e stare a guardare), firmando le petizioni umanitarie, manifestando, raccogliendo beni di prima necessità, o regalando un sorriso, un giocattolo, o facendo una adozione a distanza. Qualcosa insomma che a me non costa nulla ma forse diventa un segnale alla cinica POLITICA che di pace e solidarietà non sa che farsene per i suoi scopi elettorali e per penetrare nelle pancia della gente.
Io no, non posso essere indifferente.
E voglio anche essere positiva e propositiva qui dove vivo, dove abito.

Scelgo di essere con l’Italia che reagisce e che non è passiva ...    
quella che scende in piazza per manifestare solidarietà a Riace.
quella che percorre la Perugia-Assisi sotto la pioggia.
quella dei movimenti di lotta per la casa,
quella delle donne che rivendicano  i diritti loro negati e che denunciano la violenza  subita,
quella degli studenti e dei docenti che difendono la scuola pubblica, laica e democratica,
quella di quanti lottano contro la disoccupazione, la precarizzazione del lavoro, le dislocazioni aziendali  e l’imposizione del lavoro nero,
quella che si identifica nella legalità e nella lotta contro la corruzione,  
quella che raccoglie storie migranti, per dare voce all'altro e all'altra,  
quella che ogni giorno abbatte stereotipi e combatte contro il razzismo,  
quella dei/lle volontari/e che insegnano l'educazione alla pace nelle scuole,  
quella dei cittadini attivi che combattono le ingiustizie sociali e difendono la Terra,
quella che più della verità ama la ricerca della verità,
quella sceglie i fatti i prima che le parole, l’etica prima che i discorsi.
 Quella, per dirla con don Ciotti, che sceglie la coerenza, il coraggio, la responsabilità e l’impegno mettendola propria libertà al servizio degli altri.


Quella, per dirla con  don Albino Bizzotto , che dà  alla Terra, la precedenza assoluta su tutte le attività antropiche; che parte  dall’acqua inquinata dai PFAS, dal territorio ferito e avvelenato, non per esaurire il nostro impegno e la nostra attività sull’acqua e sull’Autostrada Pedemontana veneta, quanto per prendere coscienza della situazione drammatica e dell’urgenza del nostro impegno condiviso su tutto il territorio, sapendo che la Terra non comprende né i nostri dibattiti, né le nostre prediche, ma solo i nostri comportamenti”
Penso al mio territorio martoriato e avvelenato, al movimento di cittadini …in movimento.
Sento che dobbiamo riappropriarci del termine e del significato di comunità.
Serve, un'assunzione di responsabilità che ci porti a non lasciare indietro nessuno, che faccia della nostra città un luogo che non lascia da solo chi è in difficoltà: le famiglie che fanno fatica tutti i giorni, i senza dimora alla ricerca di un riparo, gli anziani soli, le persone con disabilità, gli stranieri e minori che arrivano in cerca di una vita migliore, i ragazzi dei nostri quartieri, tutti coloro che semplicemente non arrivano alla fine del mese: tutti hanno necessità e diritto di essere ascoltati, accolti, sostenuti. Deve farlo l'istituzione, devono farlo le istituzioni. Ma certamente deve farlo tutta la comunità.

Dobbiamo, in definitiva, riappropriarci del significato di cittadinanza attiva.
Erich Fromm ha scritto nel suo capolavoro Avere o essere?: La democrazia può resistere alla minaccia autoritaria soltanto a patto che si trasformi da democrazia di spettatori passivi in democrazia di partecipanti attivi, nella quale cioè i problemi della comunità siano familiari al singolo e per lui importanti quanto le sue faccende private: meglio ancora, dovrebbe trattarsi di una democrazia in cui il benessere della comunità divenga la preoccupazione personale di ogni cittadino”.
Penso ai ragazzi che raggiungerò nelle scuole, per ‘raccontare’  di beni comuni da difendere, di salute da proteggere, di legalità da attivare.  

Augurerò anche a loro di essere cittadini attivi e li inciterò con le parole  di Bertrand Russel: Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma
E in effetti, sono i bambini, i ragazzi delle scuole  la "Generazione Speranza", la speranza di un mondo migliore. Io non smetto di credere in loro.


Buon anno, dunque, buon 2019 a tutti!
Donata Albiero

Generazione Speranza
https://donataalbiero.blogspot.com/