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martedì 3 aprile 2018

PER VINCERE NELLA VITA BISOGNA SAPER PERDERE


 IMPARARE DALLE SCONFITTE PER ESSERE PIU’ FORTI

Il segreto del successo       https://youtu.be/1dGOpPLLC2A


Charles Darwin, il biologo evoluzionista iniziò la carriera medica per abbandonarla.
Winston Churchill andava male a scuola, eppure vinse poi addirittura il Nobel per la letteratura.
Walt Disney è stato licenziato per mancanza di immaginazione.
 Bill Gates, genio del pc, è fallito a inizio carriera.
Hanno imparato dalle lro sconfitte per essere più forti.
 Saper perdere infatti è un requisito fondamentale per costruire un sé migliore.
Vivere implica la possibilità di sbagliare.
La resilienza è la capacità di non abbattersi di fronte alle sconfitte. Ma anzi, di rialzarsi e “ricostruire” le proprie certezze. Partendo ogni volta da zero.

Della resilienza e del ruolo della scuola ho già parlato due anni fa.



La resilienza delle bambine e dei bambini determina il loro futuro” così intitolavo un post nel mio blog generazione Speranza il 5 marzo 2016. 

E davo un grande ruolo alla scuola oltre che alla famiglia, una scuola che doveva incentrarsi, scrivevo allora, “… sull’ascolto, sulla partecipazione attiva,  sul protagonismo dei ragazzi, per aprire, contro  l’indifferenza il grande male del nostro tempo, agli allievi la  strada dell’assunzione di responsabilità,  della cittadinanza attiva, della cooperazione, della solidarietà, nella consapevolezza che ciò comporta  impegno.

Le inevitabili sconfitte e le frustrazioni sono il percorso attraverso il quale si deve innescare il processo di resilienza.  
Il tutto si interseca con un ambiente   accogliente, gratificante, sicuro, valoriale (scuola di don Milani: non uno di meno) dove ogni studente con orgoglio si identifica.                                                       
 La scuola della resilienza prima di tutto insegna a vivere   
Le 101.521 visualizzazioni fino ad oggi che ha ottenuto il post, e i molti commenti nel merito hanno dimostrato che la questione è sentita.

Spendo ancora una parola nei confronti del ruolo famiglia.                                                                                                           
Tutti gli alibi che spesso, come genitori, garantiamo ai nostri figli, per evitare loro la frustrazione delle sconfitte, sono di fatto deleteri per la loro crescita.  
 La frustrazione del perdere aiuta a crescere.                                        
  Inutile insegnare loro quando imparano a camminare che cadendo si impara, se poi qualche anno dopo siamo pronti a giustificarli quando perdono la partita di pallone, fornendo alibi: “hai ragione, oggi non sei in forma, non ti hanno passato bene la palla, l’arbitro era scorretto”
Dobbiamo insegnare ai nostri figli a perseguire degli obiettivi personali e non generalizzati, cioè dare il meglio di se stessi che per ognuno dei nostri figli sarà diverso.

Dobbiamo far loro porre l’attenzione non tanto sul NON raggiungimento dell’obiettivo ma su cosa si è imparato nel cercare di raggiungerlo, cosa si è scoperto di nuovo, cosa si è guadagnato dall’esperienza.                  non sminuiamo il s
entimento del bambino di amarezza, di delusione e rafforziamo quanto di positivo potrà imparare dalla sconfitta

Insomma, per far diventare i nostri figli degli adulti consapevoli delle proprie forze, sarà necessario che affrontino le naturali delusioni che incontreranno nel loro cammino: dovranno solo imparare a saper perdere senza perdersi.

In ciò conta l’esempio di noi adulti