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martedì 28 dicembre 2021

MISSIONE ONU IN VENETO E IL ‘DIRITTO ALLA CONOSCENZA’.

 Il gruppo educativo Zero Pfas si presenta al commissario dell’Onu il 4 dicembre 2021 a Montagnana

                    

                  Presentazione gruppo educativo  https://youtu.be/U2tzJ-7GwqM (a cura di Franz Basso) 
              
        
      (ph da archivio di Pfas.land)     


Missione ONU (la più alta autorità politica internazionale, garante di tutte le Nazioni)  

Di fronte ad uno dei più gravi casi di inquinamento a livello internazionale (PFAS), di fronte al crimine ambientale e sociale, permesso dalle forze politiche italiane, è sceso in campo Marcos Orellana - Special Rapporteur delle azioni Unite sulla violazione dei diritti umani in relazione alle sostanze tossiche-.

 Il focus sul Veneto, dal 30 novembre al 4 dicembre 2021, (le sostanze tossiche che ci affliggono, PFAS, inodori, incolori, insapori e che scorrono nella falda sotto di noi, si accumulano negli alimenti coltivati nei terreni sovrastanti, fuoriescono  tutt' oggi  dai nostri rubinetti e  operano in barba ai ‘limiti di legge, in quanto per molecole chimiche create dall’uomo, interferenti endocrini bioaccumulabili nel sangue e negli organi umani, non ci sono limiti a norma di legge che possano salvaguardare la nostra salute) è partito da una lettera spedita dagli attivisti di PFAS. land e Mamme No Pfas, sollecitati da Greenpeace Italia. In essa, si è chiesto di indagare su quelli che, a parere nostro, sono Diritti umani violati dalle Industrie e dalle nostre Istituzioni che hanno consentito di produrre tali sostanze senza un serio controllo. Sono il diritto a una vita sicura, il diritto a un ambiente sano(il diritto alla informazione), il diritto a un rimedio effettivo ed efficace.   

Diritti umani negati... e tanti silenzi in questa terra devastata in attesa di essere guarita, prima di tutto dalla Giustizia.



Il 13 dicembre 2021, chiusa ufficialmente la visita ONU in Italia, Marcos Orellana nella sua relazione finale ha sottolineato l’assenza di trasparenza e la scarsa condivisione delle informazioni con la popolazione contaminata da parte delle autorità regionali del Veneto. Giuseppe Ungherese, della dirigenza di Greenpeace Italia ha sottolineato: «Parole che pesano come un macigno quelle pronunciate oggi dall’inviato Onu. La popolazione per anni non è stata adeguatamente informata sull'inquinamento e non ha potuto difendersi dal nemico chiamato Pfas. Ancora oggi ci sono delle difficoltà ad accedere all’informazioni sulla presenza di Pfas negli alimenti. Mr. Orellana invita l’Italia a varare una legge che vieti subito l’uso di tutti i Pfas. Le autorità devono assicurare che le industrie non danneggino la salute delle persone garantendo un diritto fondamentale: vivere in un ambiente pulito e privo di sostanze tossiche».

 Attendiamo con interesse, a settembre 2022, la relazione finale della Missione ONU che si presenterà al Palazzo delle Nazioni di Ginevra, con il pronunciamento finale per quanto avvenuto in Veneto. Il nostro Alberto Peruffo, coordinatore di PFAS. land lo definisce“…il più grande inquinamento delle acque potabili nella storia dell'Occidente moderno. Un fallimento di civiltà, sull'altare del profitto malato, frutto inevitabile del capitalismo avanzato. Prendiamone atto e cambiamo strada, per sempre».

 Intanto, ritorniamo al focus sul Veneto e facciamo mente locale sulla tappa del 4 dicembre da parte dell’alto commissario ONU, precisamente sullincontro di Montagnana, riservato agli attivisti delle zone contaminate.

Le voci nostre hanno messo in luce il significato che diamo, quali attivisti del Movimento No Pfas, ai diritti umani violati. Hanno testimoniato (report completo in PFAS land): le mamme Michela Piccoli, Ivana Schiavo, Patrizia Zuccato, Michela Zamboni, la dott.ssa Elisa Dalla Benetta, per raccontare la storia della contaminazione subita dalla cittadinanza, i diritti negati e le violenze subite a vari livelli; il geologo Dario Zampieri (Uni PD – Pfas. land) per fare il punto sulla questione idrogeologica; Marzia Albiero (Rete GAS Vicentina – Cittadini ZeroPfas) sulla questione alimenti e la negazione del diritto ad accedere alle analisi del sangue se residenti al di fuori della zona rossa; Maria Chiara Rodeghiero di Medicina Democratica per sottolineare il «crimine ambientale» contro l’umanità; Donata Albiero (CiLLSA) sui diritti alla conoscenza e sulla nostra supplenza (nelle scuole) alle istituzioni mancanti; Giovanni Fazio (Isde-Cillsa) sulla prevenzione negata; il sindacalista Cgil Cdlt di Vicenza Giampaolo Zanni sui diritti dei lavoratori; Viola Cereda (Comitato Stop Solvay) sull’esportazione del crimine a Spinetta Marengo (e in India); Franco Sarto (Medicina del Lavoro,  Legambiente Alto Padovana) sull’indagine epidemiologica della Dott.ssa Canova della Regione Veneto ancora non consegnata e avvolta nel mistero istituzionale; Vasco Carradore (NO TAV Veneto) sul pericolo imminente e trascurato della TAV che incide sul plume PFAS ; Alessandro Tasinato nell’ auspicare la rinascita del Fratta Gorzone con un nuovo progetto nato dal Coordinamento Acqualiberadaipfas.

 In tale contesto, la scrivente ha illustrato il senso del progetto nelle scuoleLa salute nella terra dei Pfas. Nuove pratiche di cittadinanza attiva”.

Dopo esserci presentati come gruppo educativo e riferito la composizione di esperti attivisti, professionisti siamo entrati nel vivo della questione DIRITTI NEGATI.                                                                         

https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2021/12/ven-Verona-Pfas-Studenti-18126f48-6e8d-4ff4-b60d-782cd77b735e.html

 
Di fronte a un disastro ambientale di così vaste proporzioni, con pesanti ricadute sulla salute della popolazione, siamo entrati e entriamo nelle scuole per sopperire al diritto che ci è stato negato e ci è negato tuttora, quello di conoscere le cause, le modalità, le responsabilità del disastro, gli effetti sulla salute e la possibilità di soluzioni. 

I bambini, i ragazzi, i giovani sono i primi ad essere colpiti e a subire le conseguenze più gravi se i pfas entrano nel loro corpo, per le caratteristiche di tali sostanze (interferenti endocrini, POP e bioaccumulabili) ma sono anche i bambini, i ragazzi, i giovani quelli che non hanno avuto l’opportunità di sapere che fare. Non sanno nulla.

Lo confermiamo noi che da quattro anni entriamo nelle scuole e ci siamo confrontati finora con più di 5000 studenti, covid o non covid, scuola in presenza o in didattica a distanza. Nei questionari di entrata, compilati dagli studenti all'inizio del percorso, prima dei nostri interventi e del materiale di studio fornito, per saggiare le loro aspettative e conoscenze, i loro bisogni, questi hanno, per lo più, dichiarato di non conoscere il problema e quindi di non esserne coinvolti. 

Ebbene, giriamo le scuole per affermare il diritto alla trasparenza e all’informazione, per sopperire al vuoto delle Istituzioni, alla loro narrativa ’edulcorata’ e falsata su quanto accaduto, su quanto accade. Crediamo nel ruolo attivo dei giovani, perciò ne stimoliamo la cittadinanza attiva per la difesa del diritto alla salute. Trasformiamo la CULTURA IN AZIONE. Operiamo, dunque, cercando di attivare nei ragazzi la coscienza critica, innescando un processo di autocoscienza e di consapevolezza, necessario alla crescita della loro autonomia intellettuale.

Ci dà speranza che la rappresentanza dell’Onu sia qui a sentire il 'popolo inquinato'. Ma la nostra vera speranza, come gruppo educativo, è quella che riponiamo nei giovani, per un cambio di paradigma culturale, che difenda davvero la salute contro il Profitto e il Mercato ad ogni costo, un fallimento di civiltà

L 'informazione e la conoscenza critica da trasferire ai giovani restano la nostra priorità: esercitiamo gli studenti a giudizi riflessivi, non omologati, a formulare soluzioni possibili in questa nostra complessa postmodernità; li esercitiamo ad essere non spettatori passivi ma partecipanti dinamici nella comunità in cui vivono e viviamo. La nostra, nelle scuole del Veneto, è una voce libera da qualsiasi appartenenza partitica, che fa del concreto legame con il territorio la sua cifra di riconoscibilità, voce non asservita ai poteri, che difende i diritti dei cittadini e, soprattutto, che fa della cittadinanza attiva il principale antidoto in difesa della salute delle persone.

 Per questo non ci fermiamo e ricominciamo dalle Scuole l’undici gennaio 2022

Donata Albiero  


 

mercoledì 22 dicembre 2021

ANNO 2021 QUALE NATALE?

 

Un Natale vero   

https://youtu.be/zAINayy4H8o

"Finché l'uomo sfrutterà l'uomo, finché l'umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo...è qui" (Pier Paolo Pasolini)

 

ph Nino Fezza 

Impotente, assisto a un dramma globale che imperversa da due anni. Constato che il killer silenzioso (Sars Covid) che si aggira nel Pianeta e che ha sconvolto le nostre vite, oltre al dramma dell’emergenza sanitaria, ha portato tragiche conseguenze sul piano sociale e politico, con l’acuirsi delle diseguaglianze in tutto il mondo: chi gode di una posizione favorevole sotto il profilo sociale e politico vede questa posizione rafforzarsi, mentre chi viveva situazioni di fragilità vede questa fragilità aumentare, sia nel Nord che nel Sud del mondo, sebbene con diversi impatti nella popolazione.

 


Ci sono otto milioni di bambini nel mondo per cui il Natale non esiste. Per loro poter avere cibo, acqua potabile, istruzione e cure adeguate sarebbe un vero regalo. Sono i più indifesi tra gli indifesi. Di loro ci si accorge solo quando vediamo in prima pagina una foto che strappa lacrime. Lacrime di coccodrillo per un bambino siriano, o yemenita, o palestinese morto per fame, sotto le bombe o affogato nel Mediterraneo. In tutto il mondo milioni di bambini costretti a fuggire dalle proprie case e ad attraversare confini a causa di fame, conflitti, violenze, effetto dei cambiamenti climatici.


Succede ogni giorno, succede nella indifferenza del mondo. La parola solidarietà sembra scomparsa dal nostro vocabolario. La solidarietà è un valore che si costruisce giorno per giorno, in grado di unire le persone e colmare le distanze  che rendono difficile la costruzione di un mondo più giusto ed equo. Ma quanti tra noi la adottiamo?  

Tutti festeggiano il Natale, anch’io, da laica, con la mia famiglia e i miei quattro nipotini. Ho bisogno di calore vero, di affetti sinceri.


E mi sento, però, in colpa.                                                                                                                            
Penso alla tradizione cattolica che vuole il bambinello Gesù nascere in una grotta. Se potesse parlarci sicuramente direbbe: “Io ero un bambino palestinese, i romani che occupavano il mio Paese volevano uccidermi come tutti gli altri bambini. Oggi voi festeggiate il Santo Natale in mio onore. Ma io mi riconosco solo in uno dei tanti bambini che muoiono annegati perché scappano dalla loro terra per non morire di fame. E voi li rifiutate. Il buon Natale non ve lo dovete augurare a voi stessi mentre mangiate e bevete. Ma a loro aiutandoli a non morire di fame” (web)

 Allora auguro, senza false retoriche, buon Natale vero, ispirato a  un bambino, dei tanti nel Mondo, nato in una stalla. Lo auguro a tutti gli uomini di buona volontà affinché non la smarriscano per strada.

Donata Albiero                 22 /12/ 2021 

sabato 11 dicembre 2021

DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI, CORAGGIO!


 CORAGGIO non aver paura    https://youtu.be/9BnurJntZzU

Capite che lottando per l’impossibile si comincia a renderlo possibile.                        Oscar Arias-Sanchez, premio Nobel per la pace


 Venerdì 10 dicembre 2021, giornata mondiale dei diritti umani: apprendo, prima sconvolta poi indignata, la decisione dell’Alta Corte inglese di ribaltare la sentenza di primo grado che negava l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. Ironia della sorte, accusato di cospirazione dall'America, il giornalista e attivista australiano è stato più volte proposto per il Premio Nobel per la sua attività di trasparenza. 



Così mi è ritornato in mente un opuscolo del 2016 di Amnesty International intitolato “Difensori dei diritti umani sotto attacco – sempre meno spazio per la società civile. Coraggio” 

Rileggo le quarantasette pagine ma non mi placo nella rabbia e nel senso di impotenza. 

Sono una ecologista, collaboro, nella terra in cui vivo e pratico la cittadinanza attiva, con la redazione di Pfas. land per garantire, in un tema specifico, quello dei PFAS (sostanze perfluoroalchiliche, tossiche che hanno contaminato l'acqua che beviamo e il cibo che mangiamo), la trasparenza nelle informazioni ai cittadini contro il ‘vuoto ‘ delle Istituzioni. 

Proprio il 4 dicembre di quest’anno, a Montagnana, insieme ad altri attivisti delle zone contaminate da pfas testimoniavamo al commissario dell'ONU venuto in Italia e nel nostro martoriato Veneto,  i nostri DIRITTI NEGATI.

 La storia si ripete.

Continuiamo, oggi, ad assistere a un attacco frontale, in piena regola, da parte di governi, gruppi armati, aziende e altri al diritto di difendere i diritti umani.

Viviamo in un’epoca caratterizzata dalla paura, dalla divisione e dalla demonizzazione. In ogni parte del mondo, si ricorre a narrazioni tossiche basate sulla contrapposizione “noi contro loro” per addossare a interi gruppi di persone colpe collettive legate a sentimenti sociali e politici. 

Si moltiplicano in modo allarmante i luoghi in cui chi osa schierarsi a favore dei diritti umani finisce sotto attacco. Affronta vessazioni, intimidazioni, campagne di diffamazione, maltrattamenti e detenzioni illegali, che giungono perfino all’uccisione, solo per aver preso posizione in favore di ciò che è giusto.

Coloro che difendono i diritti umani appartengono ad ogni condizione sociale. Sono studenti, esponenti di comunità, giornalisti, avvocati, vittime di abusi e loro familiari, operatori sanitari, insegnanti, sindacalisti, denunciatori di illeciti, agricoltori, ambientalisti e altro ancora. 

 Sono persone che sfidano l’abuso di potere perpetrato da governi e aziende, tutelano l’ambiente, difendono le minoranze, si oppongono alle tradizionali barriere opposte alle donne e alle persone LGBT(Transessuali e Transgender), si schierano contro le condizioni di lavoro illegali. Intralciano il passo all’ingiustizia e alle discriminazioni, agli abusi e alle demonizzazioni.                                                                                                          

 Dobbiamo avere coraggio, coraggio di non mollare, coraggio di andare avanti.

 Ora più che mai, occorrono persone che si schierino coraggiosamente contro l’ingiustizia e contro chi mina i diritti umani in cambio di una falsa promessa di prosperità e sicurezza. Abbiamo tutti il potere di sfidare le narrazioni velenose e lottare contro l’ingiustizia. 

Insieme possiamo fare la differenza.

Donata Albiero

 

Approfondimenti

GIOVENTU’ PER I DIRITTI UMANI

 Caro ragazzo difendi i diritti umani

https://donataalbiero.blogspot.com/2012/12/caro-ragazzo-difendi-i-diritti-umani.html

 Diritto Umano N° 1 - Siamo Nati Tutti Liberi ed Uguali

https://youtu.be/xsm9fX7R5RA

Diritto Umano N° 2 - Non Discriminare

https://youtu.be/2Y6P4JSpD-E

Diritto Umano N° 3 - Il Diritto alla Vita

https://youtu.be/dBhRp4pjuUw

Diritto Umano N° 4 - Nessuna Schiavitù

https://www.youtube.com/watch?v=xvDUp2vr83k

Diritto Umano N° 5 - Nessuna Tortura

https://youtu.be/Ajfi1oHmNDI

Diritto Umano N° 6 - Hai i tuoi Diritti Ovunque Tu Vada

https://youtu.be/25qoqjwOPkY

Diritto Umano N° 7 - Siamo Tutti Uguali Davanti alla Legge

https://youtu.be/qO1U2neobXs

Diritto Umano N° 8 - I Tuoi Diritti Umani sono Protetti dalla Legge

https://youtu.be/8Hm87m-Q8vk

Diritto Umano N° 9 Nessuna Detenzione Ingiusta

https://youtu.be/e3u7zXOcOKs

Diritto Umano N° 10 - Il Diritto ad un Processo

https://youtu.be/wR8TWYNFbn8

Diritto Umano N° 11 - Innocenti Fino a Prova Contraria

https://youtu.be/igJl5vqfWzw

Diritto Umano N° 12 - Il Diritto alla Privacy

https://youtu.be/P1TEwcugIaQ

Diritto Umano N° 13 - Libertà di Movimento

https://youtu.be/HCosiI8XNBM

Diritto Umano N° 14 - Il Diritto di Asilo

https://youtu.be/R7ar-tRp5Jo

Diritto Umano N° 15 - Diritto alla Nazionalità

https://youtu.be/6xszZVJQbZc

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 15 novembre 2021

OSSERVATORIO SUI CONFLITTI AMBIENTALI

 


“LA SALUTE NELLA TERRA DEI PFAS. Nuove pratiche di cittadinanza attiva”

 Una domanda ci perseguita, come Gruppo EDUCATIVO Zero Pfas, la ragione per cui da 4 anni entriamo nelle scuole (abbiamo incontrato finora 5000 studenti in 20 scuole del Veneto e 700 genitori) con il nostro progetto:

“Che ne è di noi, dei nostri figli, dei bimbi che vanno a scuola se poi nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo, nella terra che tocchiamo, nei cibi che mangiamo vi è la presenza di diossina, di pcb, di pfas… sostanze soggette al bioaccumulo e catalogate dal punto di vista sanitario come interferenti endocrini, sostanze cioè che colpiscono il nostro apparato ormonale?

 USCIRE dal tunnel dell’INQUINAMENTO della nostra TERRA, a maggior ragione dopo la fase pandemica del covid, per trovare la luce, perché la Terra ci è data in prestito dai nostri figli e dobbiamo salvaguardarla … è l’imperativo che ci spinge, assieme all’ art 32 della costituzione “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse per la collettività!”



 Non siamo una organizzazione politica o confessionale; non agiamo per interessi economici né siamo sponsorizzati a livello istituzionale e amministrativo. Agiamo, a livello volontaristico, autofinanziandoci, mettendo a disposizione competenze e tempo prezioso; ci qualifichiamo una voce libera che fa del legame concreto con il territorio la sua cifra di riconoscibilità, che mette a disposizione le proprie energie, intelligenze, e, soprattutto, la propria partecipazione attiva in difesa della salute dei cittadini.

 Riteniamo che in questa fase storica caratterizzata, purtroppo, da grandi disastri ambientali, la Scuola, come struttura educante, abbia il diritto istituzionale e il dovere etico di intervenire nella formazione dei ragazzi, dando loro strumenti culturali e morali per far fronte alle grandi problematiche che caratterizzano la vita nel territorio inquinato in cui si trovano a risiedere.

 Sappiamo, realisticamente, che i nostri interventi e le nostre discussioni sono appena sufficienti per conoscerci e affrontare il problema pfas.

In realtà, noi cercheremo di dare ai ragazzi una formazione che sia per loro un punto di partenza per responsabilizzarsi, per sé e per gli altri. I ragazzi dovranno capire che ogni singolo individuo può e deve fare qualcosa.

Tuttavia non esistono scorciatoie e vie di salvezza individuali in quanto il bene prezioso, il bene comune, sia esso l’acqua e/o il cibo e/o l’aria, va difeso collettivamente, sapendo che la salute non può essere barattata con niente altro.

Ci muoviamo nell’ottica di un cambio di paradigma culturale, valoriale e pratico: da una società che pone al primo posto il consumismo e il profitto, a vantaggio di pochi, alla società che pone al primo posto la salute, per tutti, il benessere.

 Un piano di lavoro che coinvolge prima gli studenti: ci proponiamo di innescare in essi un processo, di autocoscienza e di consapevolezza, necessario alla crescita della loro “autonomia intellettuale”, per «creare cittadinanze attive che possano portare ad un reale cambiamento in favore di una società autenticamente ecologica e democratica».

Un piano di lavoro che cerca di coinvolgere anche i professionisti dell’educazione, i docenti, per sollecitarli a trattare le nuove tematiche con gli studenti e al tempo stesso i genitori per renderli consapevoli sulle attuali criticità ambientali ed ecologiche da affrontare subito.

Ci guida la consapevolezza che l’Ambiente (la sua SALVAGUARDIA) è la priorità per il presente e il futuro.

 La salute al primo posto.

 


Donata Albiero

(coordinatrice del progetto)

In allegato comunicato stampa

https://pfasland.files.wordpress.com/2021/09/comunicato-stampa-scuola-zero-pfas-2021-2022-.pdf?

Potrebbe essere un'immagine raffigurante mappa e testo

lunedì 27 settembre 2021

L’ECOPEDAGOGIA DI PAULO FREIRE PER IL FUTURO DELLA TERRA


SI STA AL MONDO PRENDENDO POSIZIONE 

Correva l’anno 1921 (19 settembre), la bellezza di 100 anni fa, quando nacque Paulo Freire, il geniale educatore e sociologo, padre del Programma di alfabetizzazione nazionale brasiliano ed esule in Cile dal 1964 dopo aver subito la prigionia e la tortura da parte della giunta militare: uno dei più grandi Maestri della pedagogia.

Quando frequentai l’università, a metà degli anni ’70, il suo pensiero dominava i programmi che studiavo per la laurea in Pedagogia.                                                      

Rimasi colpita, allora, quando alle prese con il libro “Pedagogia degli oppressi” ci spiegarono che leggere Freire significava “misurarsi con i problemi di oggi alla luce di un pensiero che parla al nostro tempo ed è un pensiero di futuro”. Ero ancora immatura e la mia coscienza non capì in pieno la rivoluzione del suo operare, il fatto di concepire l’educazione come un momento di trasformazione sociale: una emancipazione delle persone che sono inserite in un contesto, in una comunità, in un territorio, nel mondo.

Solo dopo, con la pratica scolastica come insegnante/dirigente e oggi con quella della cittadinanza attiva come ecologista, tutto mi è diventato e mi è chiaro. 

Per FREIRE “Non si sta al mondo con i guanti bianchi. Si sta al mondo prendendo posizione”.

Ed egli aveva preso posizione, fatto la scelta dei poveri, degli oppressi, dei dimenticati.  Non come chi sa e si rivolge dall’alto di una cattedra a chi non sa, ma come chi si mette accanto e in dialogo, offrendo non risposte preconfezionate o strumentali, ma domande, ascolto profondo, condivisione.

 La sua pedagogia, spendibile a scuola, oggi, ma ancor più nel mio essere attivista, è una pratica di dialogo, nella quale, confrontando saperi diversi, si contrasta un modo di pensare acritico, conformista e omologato, si prende coscienza delle contraddizioni, dei problemi, della complessità del mondo, non per arrendersi al fatalismo dell’evidenza, ma per sentirsi chiamati in causa. Da qui prende avvio il processo che Freire chiama di coscientizzazione. "Ser mais”, “essere più”, è l’espressione che Freire utilizza per indicare tale processo, che è di liberazione e di umanizzazione.  

Prendo nota.

E’ una pedagogia ancora all’avanguardia ben spendibile nel progetto educativo sui Pfas che portiamo nelle scuole

Spiega Silvia Manfredi, Presidente dell’Istituto Paulo Freire Italia:                      Secondo Freire la persona cresce e si evolve non solo per acquisire nuove competenze e imparare cose nuove, ma anche per svolgere un ruolo attivo a livello politico e sociale nel contesto in cui vive…”                                                                      

Siffatta teoria sostiene che sin da bambini iniziamo a plasmare il nostro ruolo di cittadini attivi, critici i quali potranno, un domani, contribuire a trovare soluzioni diverse e creative nella comunità in cui si è immersi. "... Educare significa quindi attivare nell’individuo il desiderio e l’impegno di agire per trasformare, modificare ed innovare dal punto di vista culturale e sociale l’ambiente che ci circonda".

L’atto di problematizzare, fare domande, chiedersi, interrogarsi rispetto a una situazione implica numerosi passaggi e io ci ragiono pensando alle possibilità di confronto con gli studenti sulla questione …. Pfas con il nostro progetto educativo “La salute nella Terra dei Pfas. Nuove pratiche di cittadinanza attiva”.                                                         

La tematica da noi portata sui PFAS è tanto significativa da poter essere analizzata, approfondita e conosciuta, ma quali sarebbero i passi da compiere seguendo il metodo di Freire?

Intanto bisogna sviluppare insieme una strategia condivisa per avviare, sempre insieme, l’analisi della situazione e della tematica che si vuole affrontare. Partire dal     presente è essenziale per ripensare il domani e guardare il futuro in una prospettiva di emancipazione e trasformazione socio-culturale.                                                              

E' il contratto formativo con gli studenti all’inizio del percorso. Ci siamo.

Il passaggio successivo implica la costruzione di circoli (gruppi) di incontro e dialogo – Freire li chiamava circoli culturali – per discutere, progettare decidere le azioni da fare insieme (Noi indirizziamo i ragazzi a realizzare in autonomia a scuola le azioni di cittadinanza attiva. Questi circoli rappresentano uno spazio di dibattito e consentono di sviluppare una rete di relazioni ed interazioni sociali. Il gruppo, inteso come spazio collettivo, favorisce la democratizzazione della parola, del sapere e fornisce la struttura base per lo sviluppo del lavoro intellettuale come produzione collettiva” .      Noi alla fine ci confrontiamo con loro utilizzando l’Agora, un confronto tra pari – ATTIVISTI con le loro storie e STUDENTI con le loro proposte realizzate nel concreto. Ci siamo.  

Non male, senza mai dimenticare quello che è il nostro Obiettivo generale: educare ad un altro mondo possibile, ovvero rendere visibile ciò che era nascosto, sensibilizzare, demercificare la vita, cambiare radicalmente i sistemi di produzione e creare le condizioni per preservare l’equilibrio tra l’uomo e l’ambiente naturale.           

 Il lascito di Freire si spinge fino ad anticipare il profilo di una “pedagogia della sostenibilità”, definita “ecopedagogia”, ovvero “L’ecopedagogia per il futuro della Terra” (Andrea Mulas).

E allora utilizziamo a scuola, anche nel nostro progetto educativo sui Pfas, il metodo di Paulo Freire, estremamente efficace, non solo per “imparare”, ma anche per attivare meccanismi di cambiamento sociale attraverso dinamiche attivanti!  La “classe” con cui ci confrontiamo diventi un “circolo di cultura” in cui studenti e attivisti ed esperti no pfas possano rielaborare la propria relazione per confrontarsi ed arricchirsi. Ognuno porta esperienze diverse con la consapevolezza che “Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo. Gli uomini si educano insieme con la mediazione del mondo” (Freire).   


Avanti!

Donata Albiero  


Approfondimento 

Alla scuola italiana manca la Pedagogia