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9 settembre 2025 Sara Rossi
Con l’avvio dell’anno scolastico 2025/26, riparte nelle scuole del Veneto l’attività del Gruppo Educativo Zero PFAS, espressione del Movimento No PFAS. L’iniziativa, avviata nel 2018, ha già raggiunto più di 10mila studenti e 2mila adulti tra docenti e genitori in 46 istituti scolastici delle province maggiormente colpite dalla contaminazione: Vicenza, Verona, Padova. Proprio qui, infatti, si è verificato uno dei più gravi casi in Europa di inquinamento ambientale da sostanze perfluoroalchiliche, composti altamente persistenti nell’ambiente e negli organismi, tanto che hanno ricevuto l’appellativo di forever chemicals (sostanze chimiche eterne).
Il percorso è nato per fornire
conoscenze scientifiche e strumenti di cittadinanza attiva alle giovani
generazioni, rendendole protagoniste nella difesa del territorio e della salute
pubblica. “Coltivate il senso di responsabilità, è l’unico che rende
cittadini attivi” è l’appello che conclude ogni incontro.
“Partigiani
del territorio” contro PFAS e microplastiche
Il nuovo itinerario didattico, che
parte a settembre, ha un titolo esplicito: “One Health. Quando la chimica è
contro la vita. Cittadinanza attiva per bandire PFAS e microplastiche”. La
prospettiva è quella di ‘One Health’, che integra salute umana, ambiente
ed ecosistemi.
L’approccio del Gruppo – formato da
medici, educatori, esperti del territorio e attivisti – si basa
sull’apprendimento attivo e sulla cittadinanza responsabile. L’obiettivo è
aiutare i ragazzi a diventare ‘sentinelle di democrazia’, consapevoli dei rischi
per la salute e per l’ambiente legati a PFAS e microplastiche. I temi vengono
affrontati in modo scientifico ma accessibile, stimolando nei ragazzi un cambio
di paradigma culturale, che mette la salute al primo posto rispetto al profitto
economico.
Sit in 07/02/2025 degli studenti della scuola media Zanella, presenti con
cartelloni (Ph di Federico Bevilacqua, cortesia di Donata Albiero)
La spinta del
processo Miteni
Il percorso educativo si intreccia
con la vicenda giudiziaria che ha visto protagonista lo stabilimento Miteni di
Trissino (Vicenza), riconosciuto responsabile della contaminazione da PFAS
delle falde acquifere di un’area di 180 km2, che comprende 30 comuni tra le
province di Vicenza, Verona e Padova e che interessa circa 350mila cittadini.
La recente sentenza di primo grado (ne abbiamo parlato in questo articolo), che ha individuato i responsabili, è stata definita
una “vittoria legale, sociale, politica e morale”.
Per molti studenti che hanno
seguito il processo fin dal 2021, il verdetto ha rappresentato un momento di
svolta: il riconoscimento formale che i danni ambientali e sanitari non sono
una fatalità, ma il risultato di scelte industriali e di mancate vigilanze
istituzionali.
Un progetto
libero e gratuito
L’iniziativa del Gruppo Educativo
Zero PFAS si distingue perché è autonoma, gratuita e nata dal basso, frutto
dell’impegno di cittadini liberi che hanno deciso di offrire un contributo
civico alla formazione dei giovani. “Il nostro è un progetto organico, dal
valore sociale – sottolinea la coordinatrice Donata Albiero, già
dirigente scolastica. – Vogliamo rendere gli studenti protagonisti nel
territorio, capaci di prevenire e contrastare i danni delle sostanze chimiche”.
“La partecipazione conta, la
giustizia è un diritto di tutti, l’ambiente è un bene comune, la memoria è
importante” è il messaggio che il gruppo ribadirà anche nel nuovo anno
scolastico. Perché, come ricorda lo slogan scelto dal movimento: “Da soli
non si vince”.
© Riproduzione riservata Foto:
Depositphotos, Donata Albiero
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