DUE RIVISTE ECOLOGISTE, A DICEMBRE, DANNO UN RESOCONTO DEL LAVORO SVOLTO DAL GRUPPO EDUCATIVO ZERO PFAS DEL VENETO
TERRA NUOVA EDIZIONI
nel suo articolo del 18 dicembre 2023 “Donata Albiero. Andiamo nelle scuole per sensibilizzare sul problema PFAS”, dà VOCE alle mie considerazioni sul perché entriamo nelle scuole Venete.
«Quando abbiamo avuto
l’idea di entrare nelle scuole cercavamo un modo per informare la cittadinanza
sui rischi alla salute causati dai PFAS – spiega Donata – Siamo partiti dal presupposto che la scuola, struttura
educante per eccellenza, poteva aiutarci con le nuove generazioni, dando loro
gli strumenti culturali e morali per far fronte alle grandi problematiche del
territorio inquinato. Il mandato era preciso. Avendo io una lunga esperienza
lavorativa nella scuola, ho avuto il ruolo di coordinatrice del gruppo, che è composto
da sei-otto persone, principalmente esperti, a cui si aggiungono, di volta in volta,
alcuni attivisti del Movimento che chiamiamo a seconda delle esigenze espresse
dalle singole scuole. A tale percorso educativo, nel Movimento no Pfas, aderiscono,
undici sigle di gruppi, associazioni, comitati: CiLLSA, Medicina Democratica,
Isde, Libera, Gruppo mamme No PFas, Acqua bene comune di VI , Rete Gas
vicentina, Zero Pfas PD, Comitato Agno Chiampo, Cittadini Zero Pfas, Pfas.land.
Si aggiunge poi l’Osservatorio nazionale
Pfas».
«Ci confrontiamo sul
disastro ambientale derivante dalla contaminazione delle falde acquifere
superficiali e profonde del territorio veneto, sulla minaccia per la salute di
oltre 350.000 cittadini, principalmente per le nuove generazioni, sulle
legittime richieste del popolo inquinato, sulle proposte e soluzioni – prosegue
Donata - Ciò che ci interessa è
contribuire a sviluppare nei
giovani maggiore consapevolezza degli
eventi che riguardano la comunità in cui vivono affinché divengano una risorsa per il territorio. Vogliamo rendere protagonisti i ragazzi.
Offriamo una serie di sollecitazioni, talvolta provocatorie, atte a stimolare
curiosità, coinvolgimento. Ci mettiamo a disposizione delle scuole attraverso
le conoscenze e il tam tam di attivisti, docenti, genitori, cittadini sensibili
alla questione».
Sono trentadue gli istituti scolastici veneti (secondarie di primo e secondo grado) «che ci hanno
accolto, undici per più anni scolastici – spiega ancora Donata - cinque sono le province attraversate, settemila gli studenti e mille i genitori incontrati.
Il criterio formativo utilizzato è l’apprendimento attivo. Coltiviamo negli
allievi il senso di responsabilità, anima e motore per essere cittadini attivi.
Interloquiamo con una
generazione tradita che scopre un modo diverso di confrontarsi con la realtà.
Costruiamo con essa nuovi percorsi esistenziali in cui la linfa della
ribellione emerge dal sopravvenire della conoscenza e della
consapevolezza. Puntiamo al cambio di paradigma culturale: dare un senso
compiuto alla società in cui viviamo creando una connessione tra noi, gli altri
e l’ambiente di cui tutti facciamo parte. Ricordiamo ai ragazzi che nessuno si
salva da solo. La condivisione moltiplica le possibilità, dando speranza di
risultati. Le esperienze più significative sono le pratiche attuate nei percorsi
autonomi di cittadinanza attiva delle scuole, previste nel progetto, su cui ci
confrontiamo alla fine dell’anno scolastico: dalla creazione di video ironici a
interviste ai cittadini, a mostre, giochi, locandine, canzoni rap, laboratori
creativi, petizioni, lettere a candidati sindaci, slide esplicative ai
compagni, a giornalini di istituto, a riunioni tenute dagli studenti per i loro
genitori».
«Siamo convinti che soltanto attraverso la
creazione di una coscienza critica delle persone, in particolare delle giovani
generazioni, si possa contribuire alla costruzione di una nuova società civile
più attiva, capace di incoraggiare quei cambiamenti politici, economici e
sociali coerenti con uno sviluppo umano sostenibile – prosegue Donata - Perciò
continuiamo nel nostro percorso che per l’anno scolastico 2023/24 si sviluppa
in tre opzioni: Progetto educativo “One Health. Salute e pratiche di
cittadinanza attiva nella Terra dei Pfas” (alcuni mesi con uscite didattiche
di “geografia concreta” nei luoghi particolarmente
contaminati, presentazione di libri di attivisti e attivazione pratiche di
cittadinanza attiva); incontro strutturato di sensibilizzazione “One Health.
Ruolo attivo dei giovani contro il degrado ambientale” (con materiali di
riflessione, incontri con esperti, analisi generali); serata per adulti “One
Health. Pfas: confronto tra generazioni nella cittadinanza attiva”».
Solo attraverso la creazione di una
coscienza critica delle persone, in particolare dei giovani, si può contribuire
alla costruzione di una nuova società civile più attiva capace di incoraggiare
quei cambiamenti coerenti con uno sviluppo umano sostenibile.
È partendo da questo assunto che ogni anno, ogni singolo anno, il Gruppo educativo Zero PFAS del Veneto – costola del grande Movimento No PFAS – va a parlare ai giovani, entrando letteralmente nelle scuole, per offrire un vero e proprio percorso pedagogico sul più grande inquinamento da PFAS d’Europa. (…)
“Parliamo di salute e di PFAS per
collegare le due questioni all’epoca in cui viviamo – ci racconta Donata
Albiero, coordinatrice del gruppo educativo Zero PFAS del Veneto –
caratterizzata da cambiamenti di proporzioni enormi e senza precedenti. Ci
confrontiamo con i ragazzi su grandi questioni ambientali ed esistenziali che
riguardano tutti: l’aggressione alla salute, la violenza contro la natura, il
cambiamento climatico, la violazione dei diritti umani, tra cui quello del diritto all’acqua non inquinata, ai cibi non
contaminati, alla platea di inquinati Pfas coinvolgente almeno 350 mila persone
nel Veneto occidentale.
Si riparte dalle scuole, quindi, da
quelle giovani menti nelle quali è necessario accendere la miccia
dell’autocoscienza e della consapevolezza, perché gli errori che abbiamo fatto
oggi non si ripetano più.
Interloquiamo, infatti, con una
generazione tradita che scopre un modo diverso di confrontarsi con la realtà.
Costruiamo con i ragazzi nuovi percorsi esistenziali in cui la linfa della
ribellione emerge dal sopravvenire della conoscenza e della consapevolezza.
Puntiamo al cambio di paradigma
culturale, dare un senso compiuto alla società in cui viviamo creando una
connessione tra noi, gli altri e l’ambiente di cui tutti facciamo parte, dare
in altre parole un senso ecologico alla nostra esistenza, “one health” appunto.
“ONE HEALTH- SALUTE E PRATICHE DI
CITTADINANZA ATTIVA NELLA TERRA DEI PFAS” è il sesto progetto educativo rivolto
alle scuole secondarie di primo e secondo grado del Veneto tuttora in corso. Il
primo fu “Salvaguardare la salute minacciata dalla contaminazione Pfas nelle
falde e nelle acque superficiali del Sud Ovest Veneto”.
Un cammino lungo e articolato, non facile,
ma necessario. Soltanto con la scuola, sviluppando nei giovani una maggiore
consapevolezza degli eventi che coinvolgono la comunità in cui vivono e facendo
di loro dei cittadini attivi, è possibile cambiare in qualche modo le cose.
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