OTTO MARZO 2022
È un 8 marzo molto particolare quello del 2022.
Ancora alle prese con il coronavirus, una
pandemia che è costata molto a tutti e in particolare alle donne, ci troviamo
immersi in scenari di guerra in Europa, una minaccia alla pace addirittura a
livello mondiale.
La guerra è entrata
nelle nostre vite con tutto il pesante fardello della distruzione, delle
lacrime dei bambini, dei visi smarriti degli anziani e della morte. E tali
brutture hanno cancellato la voglia di incontrarsi per celebrare una data,
peraltro, molto importante.
Nell’angoscia che mi
sta accompagnando, porto, quale contributo alla riflessione che mi preme in
questo particolare momento storico, una lettera scritta da donne americane e
russe che hanno partecipato a un'iniziativa di dialogo e costruzione della pace
fondata nel 2021 da Women Transforming our Nuclear Legacy (WTONL) e dal
Comitato americano per l'accordo USA-Russia.
“Siamo
donne degli Stati Uniti e della Russia profondamente preoccupate per il rischio
di una possibile guerra tra i nostri due paesi, che insieme possiedono oltre il
90% delle armi nucleari del mondo. Siamo madri, figlie, nonne e siamo sorelle,
l'una per l'altra.
Oggi stiamo con le nostre sorelle dell’Ucraina, dell'est e dell'ovest, le cui famiglie e il cui paese sono stati dilaniati, hanno già subito più di 14.000 morti. Siamo unite e chiediamo pace e diplomazia, nel rispetto di tutti.
Siamo
unite nella convinzione che la diplomazia, il dialogo, l'impegno e lo scambio
siano urgentemente necessari per porre fine alla crisi attuale ed evitare un
conflitto militare catastrofico che potrebbe sfuggire al controllo e persino
spingere il mondo sull'orlo di una guerra nucleare.
Per gli
Stati Uniti e la Russia, l'unica via d'azione sicura e umana ora è un impegno
di principio per una diplomazia chiara, creativa e persistente, non un'azione
militare.
In
questo momento pericoloso, piuttosto che rivolgere accuse, si dovrebbero
cercare alternative degne del 21° secolo agli insensati conflitti militari e
alle inutili spese per la guerra. È il momento di ridefinire la sicurezza affinché
le donne, le famiglie e i nostri figli possano vivere in pace.
Mentre
ci troviamo forse nel momento più pericoloso dalla crisi dei missili cubani,
chiediamo ai media di entrambi i nostri paesi di smettere di alimentare il
fuoco della guerra. Chiediamo ai giornalisti dei media di adempiere alla loro
responsabilità etica e ricordarci il prezzo della guerra, dello spargimento di
sangue e della perdita di vite umane, di richiedere prove quando vengono fatte
affermazioni che possono aggravare le tensioni e di avere il coraggio di dare
l'allarme sul rischio di escalation verso una guerra nucleare che
significherebbe la fine della vita come la conosciamo.
In un
momento in cui la povertà sta aumentando negli Stati Uniti, in Ucraina e in
Russia, in cui il mondo deve affrontare collettivamente la minaccia
esistenziale del cambiamento climatico, una pandemia che ha fatto 5,8 milioni
di vittime e causato crescenti "morti per disperazione", calo
dell'aspettativa di vita ed estrema disuguaglianza, non è tempo di ripensarci?
Come
potremmo cogliere il momento e delineare una visione del 21° secolo - che non
solo promuova la pace e la sicurezza, ma possa unire il mondo - essenzialmente
un nuovo realismo? Come potrebbe essere una diplomazia creativa e umana? Se
fatta in modo ponderato, potrebbe ottenere di più della risoluzione della
situazione di stallo in Ucraina: potrebbe aprire la strada a una più ampia
cooperazione tra Stati Uniti, Russia ed Europa e non solo, sul clima, il
disarmo e altro ancora. Potrebbe gettare i semi per una nuova architettura di
sicurezza smilitarizzata e condivisa.
Noi
donne indipendenti, cercatrici di pace e sicurezza, comprendiamo l'importanza
vitale di coinvolgere menti e cuori. Vi invitiamo a condividere questo appello
alla pace e sollecitiamo i nostri governi a continuare a parlare, a perseguire
una diplomazia chiara, creativa e persistente.
Questi
sono tempi di paura ma anche di speranza e possibilità. Il mondo è in
movimento, il futuro non è ancora scritto. Come americane e russe abbiamo un interesse
ineludibile ad attenuare le tensioni tra i nostri paesi. L'approccio che
suggeriamo è sicuramente più realistico, più saggio, che non la preparazione ad
un conflitto militare che potrebbe portare a un'impensabile guerra nucleare.
Noi siamo unite nel chiedere la pace. State con noi.” WOMENPEACEBUILDERS
Buon otto marzo a tutte e tutti!
Donata Albiero
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