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domenica 3 novembre 2019

LA SCUOLA NON IN FESTA PER IL 4 NOVEMBRE



   FESTA DEL'UNITA' NAZIONALE E DELLE FORZE ARMATE 


QUALE FESTA?

Non c’è nulla da festeggiare il 4 novembre a SCUOLA, nemmeno quest’anno.

L’ho già detto e lo ripeto.  

Plaudo, pertanto, alla scelta di alcuni insegnanti di un liceo di Venezia di non alimentare la retorica militarista di tale giorno.  La scuola ha il dovere storico e morale di ricordare che il 4 novembre non vi è nulla da festeggiare. È in realtà un giorno di lutto, come spiega Matteo Saudino (insegnante di filosofia a Torino), "poiché in quella data termina una delle guerre più violente della storia, costata la vita a oltre 13 milioni di uomini..., una scellerata macelleria sociale dal cui sangue sbocciarono i frutti velenosi del fascismo e del nazismo..."

Non commento le assurde accuse di “non meritare di insegnare in una scuola italiana”, rivolte dall’assessora veneta all’Istruzione, la leghista Eleonora Donazzan ad essi. Un personaggio politico che ho contestato tante volte in nelle sue inopportune interferenze nel campo scolastico   
Constato invece, e me ne rammarico, sempre più la subdola invadenza del mondo delle istituzioni militari nella scuola senza…reazioni da parte di quest’ultima.
Di fatto, dal Lupetto Vittorio, la mascotte dell’Esercito per i più piccoli, alle linee di tiro nelle caserme aperte anche ai bambini, dai simulatori di software militari all’addestramento sportivo: oltre che nella realtà digitale, nel mondo accademico e nell’informazione, le Forze Armate sono entrate purtroppo nei progetti (DIS)EDUCATIVI delle istituzioni scolastiche  
E’ tempo di reagire.
La scuola italiana, come comunità educante, deve rivendicare con orgoglio le radici pacifiste della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza alla violenza nazifascista 

«La scuola ripudia la guerra»

 E’ questo il nome di una campagna sulla smilitarizzazione delle scuole che Pax Christi porta avanti dal 2013, che ho più volte evidenziato nei post di Generazione Speranza, da me scritti in questi ultimi anni.

 La proposta è contenuta in un manifesto con alcune linee guida pacifiste da inserire nel Piano di Offerta formativa delle scuole, tra le quali, appunto, la non organizzazione a conferenze con le forze armate, oltre che promozione di attività per sensibilizzare alla non-violenza

“Riteniamo sia grave responsabilità la contaminazione dell’attività didattica con la promozione di una cultura di guerra in cui il soldato è proposto come colui che diffonde la pace e sacrifica la sua vita, sorvolando sul fatto che lo fa armi in pugno, imparando ad eliminare l’altro…

La scuola deve ripudiare la guerra.

A oltre cento anni dalla fine della prima guerra mondiale, a 20 anni dai bombardamenti su Belgrado che prolungarono la guerra nei Balcani e diedero avvio alla stagione delle guerre travestite da ingannevoli alti proclami ("umanitaria", "per la democrazia" e simili), a 18 anni dall'inizio della "guerra al terrore" che ha distrutto l'Afghanistan e l'Iraq e reso il mondo molto più insicuro e disumano: basta guerre, basta armi, basta sofferenze e lutti.
E' l'ora di una svolta, in nome dell'umanità e della pace.
Ripropongo la campagna "Un'altra difesa è possibile" che può ancora rappresentare questa svolta.

Il Parlamento approvi finalmente la proposta di legge d'iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Pace, disarmo, smilitarizzazione. Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la pace salva le vite. Salvare le vite è il primo dovere
 Solo realizzando una pace stabile e duratura, fatta di giustizia sociale, solidarietà, diritti civili, sviluppo economico equo, ecologia e dignità gli uomini e le donne potranno realizzarsi come esseri liberi e felici.
Donata Albiero                        3 novembre 2019

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