Visualizzazioni totali

domenica 3 marzo 2019

QUANDO I CITTADINI ATTIVI ENTRANO NELLE SCUOLE


CRISI AMBIENTALE CAMBIAMENTI CLIMATICI  


Un corso di aggiornamento nazionale per docenti organizzato dal CESP di Padova il 27 febbraio 2019 sui temi ambientali, quasi un centinaio i docenti presenti, una declinazione didattica da illustrare, come coordinatrice del progetto educativo “Salvaguardare la salute dei cittadini minacciata dalla contaminazione PFAS nel Sud ovest Veneto”, su mandato del Movimento No pfas del Veneto ( PFAS, per chi ancora non lo sapesse, sono composti chimici che hanno avvelenato e continuano ad avvelenare le acque di gran parte del Veneto e a contaminare i cibi).
Si è trattato ‘formalmente’ di esplicitare un ‘format’ progettuale ben strutturato, impostato sulla metodologia dell’apprendimento attivo, con una equipe di esperti a disposizione a titolo gratuito, trasferibile in ogni scuola, ma per me, il convegno è stato un pretesto, una occasione imperdibile per condividere con i professionisti dell’educazione, i docenti, la ragione per cui i cittadini attivi hanno voluto e vogliono ancora penetrare nelle scuole. Raccontiamo il dramma PFAS agli studenti, per sollecitarli a prendere coscienza dei pericoli che corrono per la loro salute, per scuoterli contro l’inerzia, la superficialità, le omissioni, la connivenza delle autorità competenti che non hanno mai allertato la popolazione.
Il motto che ripetiamo, con l’occasione, agli studenti è che devono “non essere sudditi ma cittadini attivi”, mobilitandosi per difendere se stessi e il territorio in cui vivono. Lo colleghiamo a un altro che caratterizza le azioni che compiamo “Pensare globalmente e agire localmente”. 
Sappiamo che sono temi scomodi, temi scottanti, temi attuali, temi vivi: toccano la mala politica, la mala sanità, il ruolo delle lobby di potere miranti al profitto ad ogni costo, calpestando i diritti del cittadino, in primis la salvaguardia della salute.
Sappiamo che qui si gioca il ruolo spesso ‘falsamente neutrale ‘ che talvolta la Scuola mira ad assumere non prendendo posizione (Ponzio Pilato). Mi si perdoni la durezza, ma conosco il mondo della Scuola (se 41 anni vi sembran pochi…).
Il convegno mi ha dato l’occasione di chiarire la mia posizione personale e, sono certa, anche quella del movimento di cui faccio parte.  
Noi siamo entrati a scuola per rompere il silenzio e il muro di omertà delle Istituzioni, per dare informazioni INDIPENDENTI, ai nostri figli sui pericoli e sui rischi che causano i pfas, suffragate da risultati scientifici, da dati ufficiali, da sentenze emesse.  
E’ un dato di fatto che per cinquant’anni, in natura sono stati sversati gli scarti delle sostanze utilizzate per impermeabilizzare abiti e pelli, produrre pentole antiaderenti o carta da forno. A questo e altro servono i Pfas, che hanno contaminato nel tempo 180 mila chilometri quadrati fra le tre province venete coinvolgendo 50 comuni e quasi 400 mila persone.
E‘ un fatto che, prima che scoppiasse quella che oramai per tutti è l’ultima grande emergenza ambientale del nostro Paese, questo oscuro acronimo era una sigla nota solo a pochi addetti ai lavori. Sarebbe rimasto occulto se il movimento allarmato per la salute dei propri figli, non avesse preso in mano la situazione e non si fosse mosso nel suo insieme per chiedere acqua pulita e garanzie per la salute.
Gli ultimi studi in ordine di tempo hanno mostrato come gli Pfas siano causa di tumori e infertilità.
 Una storia fatta di inquinamento industriale, ma anche di reticenze, assenza delle istituzioni e finanza corsara.
“Da almeno due anni -   scrive LINKIESTA (01 marzo 2019)   le ricerche sui Pfas trovano sempre più spazio su riviste scientifiche di primaria importanza che stanno delineando un quadro preoccupante per le popolazioni colpite. Ultimo in ordine di tempo uno studio durato due anni del gruppo di ricerca dell’Università di Padova coordinato dal professor Carlo Foresta che ha analizzato i livelli ormonali delle ventenni residenti nell’area rossa della contaminazione: i risultati individuano il composto come responsabile dell’alterazione della fertilità della donna, provocando la poliabortività”  
Di questi studi parlano i nostri esperti agli studenti.   

E sarebbe terrorismo psicologico? 
I nostri ragazzi a scuola non devono essere informati e formati, in maniera chiara esaustiva senza censure e reticenze, sulla contaminazione in atto?  
E sarebbe POLITICA?
Ma allora, ci pare cosa buona e giusta, perché la politica a scuola, per noi, è parlare dei beni comuni e della loro amministrazione, di cittadinanza attiva e consapevole, di ambiente e della sua distruzione, di sistemi corrotti, di uguaglianza di tutti gli esseri umani, di rispetto dei diritti di tutti gli esseri viventi per poter salvare la Madre Terra.
Cerchiamo nei nostri interventi a scuola di rendere protagonisti i nostri giovani.                                                                                                              
Ripetiamo agli interessati, nella presentazione del progetto, quale nostro contratto formativo: “ Noi non vogliamo che voi, le nuove generazioni, il cosiddetto futuro della nostra società, continuiate  ad essere “invisibili” nelle scelte della Politica o vi rendiate voi  stessi in quanto sfiduciati ‘invisibili!’…E’ necessario che  partecipiate  attivamente e civilmente alle battaglie in difesa della salute e l’ambiente. Confidiamo nelle vostre capacità, nei vostri ideali, nei vostri sogni per un mondo più vivibile”.                                                       Insistiamo: "Questa è politica, nel senso nobile del termine, avulsa da interessi partitci ".

Quando entro nelle classi e mi rivolgo agli studenti, penso sempre al mio territorio martoriato e avvelenato, al movimento di cittadini …in movimento.
Sento che tutti noi cittadini, formatori, genitori, dobbiamo riappropriarci del termine e del significato di comunità; serve, un'assunzione di responsabilità.
Dobbiamo, in definitiva, riappropriarci del significato di cittadinanza attiva.
A tutti i ragazzi incontrati finora nelle scuole, per ‘raccontare’ di beni comuni da difendere, di salute da proteggere, di legalità da attivare, ripeto loro le parole di Bertrand Russel: “Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi… Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro… Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma
E concludo sempre con un appello speranza:   
Dovrete essere Voi, già da oggi, a dar vita a dei progetti destinati a invertire il processo di degrado globale, partendo dalla realtà in cui vivete, il vostro territorio e lo scempio che esso subisce.
 Fatevi protagonisti, inventate progetti, sullo sviluppo sostenibile; imparate a coordinarvi, a elaborare insieme analisi e strategie, a utilizzare le nozioni che avete appreso e che apprendete a scuola.
Smentite quanti vi dicono di essere solo dei bamboccioni, senza interessi e senza sogni. Non hanno fiducia in voi.
Prendete coscienza che adesso è la vostra generazione che deve intervenire, giacché la nostra, quella dei vostri genitori, purtroppo, ha causato danni ambientali ormai irreversibili
Cambiate paradigma culturale: da società dei consumi a società del benessere che pone al primo posto sempre la salute dell’uomo, senza ricatti, senza compromessi.
 Ricordatevi sempre che aria, acqua, suolo, sono beni comuni, di tutti i cittadini, da proteggere e difendere contro la rapacità di chi li vuole utilizzare per profitti privati. 
 Fate appello alle vostre capacità, ai vostri ideali, ai vostri sogni per un mondo più vivibile.
Pensate, organizzatevi, protestate se occorre, proponete, agite.   
Voi potete fare la differenza, voi siete la generazione speranza …per un mondo migliore, per un mondo sostenibile”

Che dire ancora? 


Dall’esempio di decenni fa, correva l’anno 1992, della dodicenne   Suzuki (Noi siamo quello che facciamo) a quello di oggi, anno 2019, della sedicenne  Greta Thunberg, che sta trascinando i coetanei del mondo allo sciopero generale contro i cambiamenti climatici, mi appare chiaro che “i giovani possono insegnare agli adulti”  









Per fortuna, grazie alle nuove generazioni , forse, siamo ancora in tempo tutti per salvarci.


Donata Albiero

Allegati
Politica a scuola

Trasformare i sudditi cittadini e’ un miracolo che solo la scuola può compiere

Educazione alla cittadinanza

La luce della speranza e la concretezza della partecipazione

Il movimento zero pfas nelle scuole

Ambiente i bambini possono fare la differenza


Nessun commento:

Posta un commento