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mercoledì 12 giugno 2024

UN ANNO DI LAVORO NELLE SCUOLE RACCONTATO IN PFAS.LAND

 CONCLUSO IL SESTO ANNO DI INTERVENTI NELLE SCUOLE 


Donata, coordinatrice del gruppo educativo Zero Pfas del Veneto 
 in uno dei tanti momenti di confronto con gli studenti  


        

                            

                            Il dott. Giovanni Fazio (medici per l'Ambiente) all'IIS Boscardin VI 


La  RELAZIONE FINALE  del percorso educativo "PFAS INQUNANTI ETERNI", a. s..2023 2024, appare integrale in PFAS. land


In siffatta relazione, come diario di bordo, ho inserito la documentazione, evidenziando le PRATICHE di CITTADINANZA ATTIVA attuate dagli studenti.

a.s. 2023 /2024 IIS DE PRETTO SCHIO . Il owercorso di cittadinanza attiva dei ragazzi.

Ecco la RELAZIONE  della sottoscritta

 11 giugno 2024 | LA QUESTIONE PFAS NEL VENETO OGGI – «SICURO», OVVERO OMERTOSO E DI FATTO NEGAZIONISTA – DOPO 10 ANNI DI LOTTA E 6 DI SCUOLA. RENDICONTO E RIFLESSIONE ANALITICA SULL’ANNO SCOLASTICO 2023/24


Quanto più una società si allontana dalla verità,
tanto più odierà quelli che la dicono.
Poiché nel tempo dell’inganno universale,
dire la verità è un atto rivoluzionario.
George Orwell

 

I PFAS (PerFluorinated Alkylated Substances), sostanze alchiliche perfluorurate

 e polifluorurate, praticamente indistruttibili, inquinanti per sempre, il nuovo amianto,

 problema mondiale, ci presentano, oggi, ottant’anni dopo l’inizio del loro utilizzo, un conto

 salatissimo da pagare in termini di salute e di ambiente. Si sono riversate nell’aria, nel suolo e

 nell’acqua, contaminando l’intero pianeta e ogni sua creatura. Nessun vaccino o farmaco può

 fermare questa esposizione. Continuerà ad accumularsi nei nostri corpi per anni e rimarrà nel

 nostro ambiente praticamente per sempre. Una minaccia creata esclusivamente dall’uomo.

Robert Bilott

 

Contestualizzo il problema nella Regione dove vivo e opero quotidianamente come cittadina attiva.

Il Veneto è la terra dove per sessant’anni si è permesso ad una multinazionale di inquinare una vastissima area compresa la parte meridionale dei territori di tre province, Vicenza, Padova e Verona, coinvolgendo, attraverso l’acqua degli acquedotti e i prodotti agro alimentari, più di trecentonovanta mila persone, secondo i dati ufficiali. In realtà la contaminazione è molto più estesa perché i cosiddetti “punti di pressione”, cioè i luoghi in cui le acque sotterranee sono più cariche di PFAS, continuano a moltiplicarsi in tutto il territorio regionale. Alcuni mesi fa, il presidente della Regione  ha inaugurato il nuovo acquedotto che rifornisce di acqua potabile Montagnana, in sostituzione di quello che proveniva da Lonigo, reso ormai inutilizzabile dall’inquinamento della falda. «È l’inizio di un nuovo corso che simbolicamente significa purificare le fonti del Veneto per la sicurezza di cittadini, coltivazioni e allevamenti». 

Ovviamente, i campi e gli allevamenti del Veneto non usano l’acqua degli acquedotti ma quella dei pozzi (circa diecimila, nella zona contaminata, e non ci sono informazioni se quelli inquinati siano stati effettivamente dismessi o siano ancora usati, nonostate i controlli imposti dalla Regione). Oltre ai Pfas, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ci informa che nel Nord Italia la presenza dei pesticidi risulta più elevata di quella media nazionale, arrivando a interessare il 67% dei punti delle acque superficiali e il 34% delle acque sotterranee. Lo sottolineo  perché il 76% dei pesticidi con cui si irrorano prati e vigneti contiene molecole PFAS. Le parole esultanti del presidente della Regione Veneto appaiono, pertanto, stonate in un territorio in cui le acque, dal trattato di Campoformio in poi, non sono state al centro dell’attenzione da parte dei governanti. Trovare nuove sorgenti incontaminate è quasi impossibile in un territorio devastato dagli scarichi industriali, dai veleni con cui vengono irrorati i campi, dalle emissioni degli inceneritori e dei cementifici, dal consumo di suolo che accelera a ritmi angoscianti. Panorama preoccupante, soprattutto per l’avanzare della siccità (anche se quest’anno abbiamo registrato un mese di marzo e aprile  particolarmente piovosi), eppure le persone continuano a essere ignare del rischio di contaminazione da PFAS rappresentato dagli alimenti, oltre che dall’acqua.                                                 

Si vive come se la catastrofe sistemica, ampiamente annunciata dai rilevamenti dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV), da ISPRA, dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dall’informazione scientifica internazionale, non esistesse.

Attraverso i messaggi dei media il Veneto, nella coscienza delle persone, è “la terra dove le promesse vengono mantenute (GdV 9 marzo 2024) e il futuro è ”sostenibile”. Vani i tentativi degli ecologisti (molti  sul territorio) di riportare le persone alla realtà dei fatti. Si va avanti a slogan, inaugurazioni di opere devastanti e brindisi a base di “prosecco”.

GRUPPO EDUCATIVO   

Nel suddetto clima, si è appena concluso il sesto anno scolastico per un gruppo di professionisti volontari, incaricato dal Movimento No Pfas di portare nelle scuole venete una informazione scientifica sui Pfas onde sottrarre le nuove generazioni a un destino di rischi inaccettabili. Trattasi del Gruppo educativo Zero PFAS del Veneto. Sono state attuate due modalità di incontri per i minori, tenuto conto della disponibilità di ore a disposizione: quella più completa, che ha previsto la realizzazione di un vero e proprio progetto di cittadinanza attiva da parte degli studenti nel corso di alcuni mesi e una forma meno impegnativa, basata  su interventi ben articolati, finalizzata all’apertura di un dialogo con i giovani sulle problematiche aperte dalla contaminazione da PFAS.

I numeri possono servire a dare un quadro complessivo della mansione svolta.

Dal 2018 al 2024, la nostra equipe di lavoro è stata accolta da quaranta scuole secondarie di primo e secondo grado in Veneto (con “richiami” successivi da parte di tredici istituti che hanno voluto progettare per due, tre, quattro anni i percorsi con nuovi studenti), incontrando, numeri in difetto, più di ottomila cinquecento studenti (8500 studenti, si aggiungano diverse migliaia di altri allievi, raggiunti con la Peer Education, o educazione tra pari, metodologia didattica operata in diverse scuole come pratica di cittadinanza attiva: processo  di trasmissione di conoscenze ed esperienze tra compagni di scuola, con finalità, tempi, modi, ruoli e strumenti predisposti al meglio, in altre classi e/o in assemblee  di istituto) e circa mille cinquecento adulti genitori/docenti (1500 adulti).  Diecimila unità (10000 unità de visu).

Nel corrente anno scolastico ci siamo rapportati con quattordici scuole di tre province, di cui  la metà nuove. Nove sono state le scuole con incontri di sensibilizzazione, sette quelle impegnate in percorsi di cittadinanza attiva, due con uscite didattiche. Gli appuntamenti sono stati per cinquantasei classi, in trentadue riunioni: totale settantasei ore. Più di millecinquecento  sono stati gli studenti coinvolti e più di quattrocento gli adulti.

Le giornate hanno visto la partecipazione di quindici docenti referenti del percorso educativo. Complessivamente, hanno collaborato almeno novanta, novantacinque docenti delle classi interessate. Abbiamo realizzato una rete internet con l’adesione di ventun docenti “No Pfas” delle varie province, rivelatasi preziosa per la reciproca conoscenza, per lo scambio di informazioni, osservazioni, critiche e iniziative.  


STUDENTI  PROTAGONISTI   

Malgrado la catastrofica contaminazione abbia interessato centinaia di migliaia di persone, sembra non avere lasciato alcuna traccia nella memoria e nelle coscienze delle famiglie e dei ragazzi che, ai nostri questionari di ingresso, oggi come ieri, dimostrano ancora scarsa conoscenza di quanto avvenuto e di quanto avviene a causa dell’inquinamento da perfluorati nei luoghi dove loro stessi vivono.

I ragazzi si sentono al sicuro. Credono di vivere in una zona non a rischio se non fanno parte della zona cosiddetta “rossa”. Coloro che hanno avuto sentore di quanto provocato dalla fabbrica inquinante, la  Miteni, confidano che tutto sia stato risolto con il suo smantellamento, con la realizzazione di alcuni nuovi acquedotti e con il processo penale in atto a Vicenza. Nelle famiglie non si parla di PFAS, evidentemente, né nella scuola se non contestualmente alla nostra presenza. Del resto, è questo il “clima” che si respira all’interno delle stesse comunità colpite dall’inquinamento e, generalmente, in tutta la Regione

Ne è prova l’indagine effettuata a Barbarano Mossano, un comune della provincia di Vicenza, da due classi di studenti di terza media a duecento ventuno cittadini del Paese per capire quale fosse la conoscenza sul veleno PFAS, pericolo per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Risultati? Il 67% non conosce o conosce poco la problematica Pfas; il 63% non sa per niente o sa poco relativamente sul perché i Pfas sono dannosi per la Salute. Lo stesso dicasi per le interviste audio realizzate dagli studenti del Fogazzaro (VI) in città. A distanza di undici anni, da quando è stata ufficializzata la “vicenda Miteni”, inizia ora ad esserci informazione, ma è davvero incerta, insufficiente. Si aggiungano, per un quadro più completo, le settantacinque persone di varie età intervistate dagli studenti dell’Itis S. De Pretto Schio«Dai dati raccolti,  abbiamo osservato che una percentuale significativa non è a conoscenza dei PFAS e dei rischi ad essi associati. Le risposte riguardo alla percezione del rischio sono state variegate: alcune persone si sono dimostrate preoccupate e interessate a ottenere ulteriori informazioni, mentre altre sembravano essere meno consapevoli dei potenziali pericoli».

Tocca a noi affrontare l’incresciosa questione nella sua dimensione umana e scientifica, riportando i ragazzi alla realtà, creando al contempo le basi culturali per fronteggiarla positivamente e propositivamente, tenendo conto della loro età e sensibilità. Gli studenti sperimentano percorsi di attivismo civico per intervenire su vari piani, quello informativo, innanzitutto, contro  la disinformazione di cui essi per primi si sentono vittime e quello politico, sanitario, artistico, creativo.

Monitoriamo, con scrupolo e coscienza, ciò che gli studenti ci dicono. È un déjà-vu, per la verità, ma sempre nuovo è l’entusiasmo espresso dalla ragazza, dal ragazzo che, a turno, si alza e riferisce, a nome del gruppo di lavoro cui ha partecipato o della classe di riferimento, la questione che sta a cuore, sia essa una domanda, una considerazione, una critica, una proposta, una buona pratica da attuare.   

DOMANDANO

Perché si utilizzano queste sostanze che danneggiano l’ambiente e sono cancerogene per l’uomo? Esiste sul mercato un’alternativa ai PFAS meno dannosa, che abbia la stessa funzione?
Cosa possiamo fare noi giovani?
Perché le aziende che inquinano in questo modo non chiudono, non pagano multe anzi, riescono a continuare a fare quello che vogliono?
Liceo Cornaro PD
   

Siamo in tempo per incidere e dare un contributo contro il degrado ambientale?
Se i PFAS rimangono per sempre nell’ambiente, c’è una soluzione per eliminarli?
Liceo Fogazzaro VI

Se siamo consapevoli che queste sostanze sono così pericolose perché non si è fatto qualcosa per vietarne l’utilizzo dalle industrie?
Cosa si fa per informare e sensibilizzare le persone riguardo i pfas?
Perché non hanno ancora bonificato la zona?
Ci sono dei modi per sostituire l’utilizzo dei pfas nei vari settori industriali?
Itis De Pretto Schio VI

Quali danni provocano i pfas all’ambiente?
IIS Cattaneo Monselice PD

Cosa bisognerebbe fare per bonificare l’area inquinata dai PFAS e perché non sono ancora state avviate le procedure?
IIS Boscardin VI

Perché tutti si lamentano di questo problema ma nessuno fa del suo meglio per risolverlo?
IPSS  Montagna VI

RIFLETTONO

L’incontro ci è servito per acquisire consapevolezza sulla gravità dell’inquinamento da PFAS per la salute delle persone e dell’ambiente, per conoscere problematiche di cui non sapevamo nulla.
Itset Martini Castelfranco TV

Argomenti che ci riguardano in prima persona. Interessante scoprire una realtà vicina a noi e conoscere i rischi dei PFAS sulla nostra salute.
IIS. Cattaneo Monselice PD

Molto interessante perché racconta informazioni che difficilmente si trovano sui media in quanto sfruttati dai poteri forti per tenerci all’oscuro.
IIS. J.Da Montagnana PD

La lotta contro i PFAS è collegata alla sostenibilità ambientale, contribuendo a ridurre l’inquinamento. Riducendo l’uso di sostanze chimiche dannose, si può contribuire a preservare l’ambiente e combattere la distruzione del pianeta. Inoltre, ridurre l’inquinamento può essere parte di una strategia più ampia contro il riscaldamento globale.
IIS. Sartori Lonigo VI

Io collegherei i Pfas con la distruzione del pianeta, perché i Pfas stanno inquinando la terra, l’acqua e di conseguenza il cibo (animali compresi) che mangiamo. Il pianeta rischia sempre di più di rovinarsi e quindi di distruggersi. –
Ogni cittadino deve fare la sua parte e sapere come comportarsi, non si può far finta di niente. – Occorrerebbe fare pressione perché maggiore tutela venga fornita ai cittadini dalla sanità. –
La responsabilità del diffondersi della contaminazione in Veneto e delle conseguenze nefaste della stessa, sta nelle Istituzioni. 
Il governo sta con gli industriali. –
Questa giornata è principalmente per l’argomento PFAS, perché noi abbiamo diritto di sapere quali rischi corriamo. Ma è anche una giornata per capire che dobbiamo agire noi quando lo Stato non se ne occupa. –
IC Montegrotto PD

È un problema che ricade su ognuno di noi e in modo grave, non bisogna sottovalutare la questione.
Liceo Fogazzaro VI

PROPONGONO

La prima cosa è restare aggiornati sul tema attraverso giornali, social o anche le stesse associazioni ambientaliste. –
Nel nostro piccolo potremmo di sicuro parlarne di più, far arrivare il problema a più persone possibili. –
Bisogna fare appello alle Autorità competenti e manifestare per l’eliminazione di tali sostanze, anche protestando. –
Liceo Cornaro PD 

Vorremmo promuovere la creazione di un programma di mentoring tra studenti più anziani e più giovani, incoraggiando lo scambio di conoscenze e l’impegno civico attraverso progetti comunitari e dibattiti su questioni sociali e politiche. Protestare scendendo in luoghi maggiormente colpiti da certi problemi. –
Gli studenti dovrebbero avere maggior interesse riguardo questa tematica. Le scuole dovrebbero organizzare più incontri a riguardo. Per far girare più velocemente le notizie tra noi giovani, sicuramente funzionano molto bene i social. Bisognerebbe “pubblicizzare “queste notizie; io userei piattaforme come Instagram.
J. Da Montagnana PD

Sarebbe importante istituire delle giornate scolastiche in cui noi studenti andiamo a pulire da plastica e rifiuti in zone degradate. Inoltre, sempre nelle ore scolastiche proporrei di fare dei laboratori in cui si trasformano i rifiuti in oggetti e materiale che possiamo usare in aula e/o che possiamo rivendere (tramite mercatini della scuola) e usare il ricavato per sostenere organizzazioni ambientali. –
Si potrebbe creare un gruppo in un social media, in cui si discute di ambiente e ogni studente può invitare le sue conoscenze a partecipare in modo che le informazioni si divulghino sempre più. –
Non comprare oggetti contaminati da pfas, accurando i controlli su ogni oggetto possibilmente contratto da pfas. –
Potremmo fare un’ intervista con il sindaco di Montegrotto Terme, parlare di questo, sperando di andare magari nei giornali in modo da fare capire a tutti il disastro che è successo e che sta succedendo. –
IC Montegrotto Terme PD

INCORAGGIANO

Il progetto dovrebbe essere portato in molte più scuole, non solo del Veneto, ma in tutte le regioni d’Italia, perché è importante diffondere la conoscenza di questo problema. –
Questa esperienza ci è piaciuta, perché crediamo che sia molto importante diffondere tale problema anche tra i giovani che magari hanno più possibilità di darsi da fare. –
Liceo Cornaro PD

AGISCONO

Preparano lettere, incontri col sindaco (IIS Sartori Lonigo VI , IC Barbarano Mossano VI); effettuano inchieste in città, per saggiare la conoscenza del problema da parte della comunità civile (IC Barbarano Mossano VI, liceo Fogazzaro VI, Itis De Pretto Schio ); realizzano numeri speciali di giornalini per coinvolgere i ragazzi che non partecipano agli incontri (liceo  Cornaro PD), cortometraggi, podcast (liceo Fogazzaro VI), nuovi orizzonti virtuali di comunicazione con PFAS nel Metaverso (IC Thiene VI), mostre  e cartelloni (tutte le scuole); studiano relazioni in Power Point da illustrare ad  altre classi, o in assemblea: peer tutoring /peer to peer (IIS Sartori Lonigo VI, Liceo Fogazzaro VI, IIS Boscardin VI); progettano un percorso di controllo, da continuare negli anni scolastici, sugli imballaggi del cibo take-away (panini, pizze, patatine) in città, onde evidenziare quelli pfas free (Itis S. De Pretto Schio).

Una fucina di attività da parte dei cinquecentotrentaquattro studenti nei nuovi ruoli di intervistatori, giornalisti, formatori, tutor, scrittori, registi, curatori di mostre, grafici, videogamer e videomaker, nonché esploratori e sentinelle di territori gravati da un degrado inarrestabile e perverso. È la loro “cittadinanza attiva” per contrastare abusi, soprusi, violenza ambientali; è il loro modo di parlare dei pfas inquinanti eterni a scuola e fuori, superando la “tattica” del silenzio di aziende produttrici o di istituzioni “accomodanti” rispetto alla capacità di usare la testa muovendosi e agendo in modo critico.                      [Vedasi allegate le pratiche di cittadinanza attiva portate avanti dalle scuole, ndr]

DIVENTANO PROTAGONISTI

Promuovono, a tutti gli effetti, un’azione sociale nuova che ci ripaga degli sforzi non indifferenti che compiamo. Prendono sul serio il compito di informare i compagni chiedendo a questi ultimi, a lezioni impartite, di girare le informazioni ricevute sui PFAS ad amici, conoscenti, ottenendo risposte lusinghiere (85% risposte affermative). Non solo, si fanno poi valutare sull’efficacia dei loro interventi (come è stato fatto  attraverso un questionario finale, all’IIS Boscardin, dagli studenti delle classi impegnate nel progetto Pfas, nei confronti di quattrocento trentuno loro compagni che li avevano ascoltati in assemblea). Dichiarano: «Primo passo verso la costruzione di un mondo sano è la conoscenza, il secondo passo è la diffusione della conoscenza. Il passo successivo è l’impegno a tutelare il diritto ad un ambiente pulito. Il nostro lavoro è un piccolo passo in questa direzione» (IC Thiene).     


E NOI?

Sosteniamo l’appello lanciato da Giuseppe Ungherese (Greenpeace): «In un rinnovato civismo, ognuno per la sua parte, si può cambiare lo stato delle cose […] Facciamo sentire la nostra presenza in ogni sede […] Facciamo sentire la nostra voce con numerosi mezzi di protesta pacifica e nonviolenta che abbiamo a disposizione, online ma anche scendendo in piazza. Sono azioni sicuramente alla portata di tutti. In un’epoca i cui diritti minimi essenziali come l’accesso ad acqua, aria, cibo pulito e non contaminato sono tutto fuorché garantiti, è imperativo richiedere a coloro che detengono responsabilità nella vita politica di tradurre in azioni concrete tutte le misure necessarie per tutelare noi, l’ambiente e la vita dei nostri cari. Solo attraverso il nostro impegno dalla base possiamo conferire ulteriore forza a richieste più che legittime, senza timore di avanzarle […]. Ragioniamo con la nostra testa e non rassegniamoci ai soliti compromessi al ribasso che la politica è in grado di produrre. Facciamo la nostra parte per disegnare, fin da subito, un futuro diverso in cui la contaminazione da inquinanti eterni sia solo un ricordo. Insieme pretendiamo che chi finora ci ha tradito non sia legittimato a farlo grazie al nostro silenzio. Non avvaliamo un mondo che ci vuole ciechi, muti, sordi. Di PFAS si  muore, non rassegniamoci passivamente a questo triste destino che incombe su ognuno di  noi».
PFAS. GLI INQUINANTI ETERNI E INVISIBILI NELL’ACQUA, Altreconomia.

Le domande non mancano, le richieste di soluzioni concrete nemmeno. Oltre alle azioni collettive generali su cui noi spingiamo, i ragazzi ci chiedono quali azioni intraprendere a livello individuale per abbassare il livello di rischio. Consegniamo documenti, alla fine o all’interno del percorso educativo, dove si elencano modalità e azioni da effettuare a livello alimentare e domestico. Per esempio cambiare le stoviglie che contengono PFAS, eliminare i contenitori di plastica per gli alimenti adottando quelli in vetro, leggere le etichette dei prodotti, limitare l’uso di prodotti impermeabili, individuare le marche delle ditte che hanno eliminato i PFAS nei propri prodotti, controllare  bevande e cibo presenti nelle apposite macchinette nella  propria scuola, usare le borracce di acqua, ecc. Li invitiamo a controllare i Report di qualità dell’acqua forniti dalle compagnie idriche locali perché essi devono includere informazioni sulle contaminazioni, compresi i PFAS, se presenti.

CAMBIAMENTO CULTURALE  

Capiscono i ragazzi, molto bene, il nostro messaggio e il fatto che la cultura, per essere realmente tale deve produrre azione e cambiamento. E in ciò ci supporta l’apporto fattivo degli insegnanti, che partecipano al percorso, nelle loro classi. Sicuramente qualcosa di positivo si sta muovendo: «Le gocce scavano le rocce». La battaglia contro i Pfas non l’abbiamo ancora vinta. Ma di sicuro abbiamo vinto quella contro la cortina di colpevole silenzio che, per decenni, ha tenuto, volutamente sottotraccia, una delle più grandi emergenze ambientali mai scoppiate in Italia. 

Dal 2018  cerchiamo di fare corretta informazione, staniamo il negazionismo strisciante da parte di molte istituzioni. I docenti ci cercano. La dirigente dell’IIS Sartori di Lonigo, dott.ssa Lucia Russo, ci ringrazia, con una nota scritta, per il contributo dato ai ragazzi allo studio dell’impatto dei PFAS sull’Ambiente sulla Salute. Lo stesso fa, per il CPIA di Arzignano, il dott. Rinaldo Coggi. La dirigente dell’IIS Cattaneo di Monselice, prof.ssa Nicoletta Bosello, indice una assemblea pubblica per affrontare la problematica nella cittadinanza attiva, con il plauso dei suoi  studenti sensibilizzati che avevano indicato come proposta finale un «incontro di più giornate, includendo magari anche le famiglie, così da condividere la problematica con più persone possibili». Il dirigente dell’ITIS Martini di Castelfranco, dott. Pier Antonio Perazzetta, in un colloquio privato, ci conferma l’importanza del nostro percorso educativo.

Negli esperti che si sottopongono, gratuitamente, alla realizzazione delle schede, alla costruzione dei contenuti, alla ricerca continua delle pubblicazioni scientifiche, ai viaggi per recarsi nelle scuole, in luoghi a volte molto lontani dalla propria residenza, gli incontri riverberano nuove idee e consapevolezze, in uno scambio proficuo con le giovani intelligenze e con le loro esigenze. Negli attivisti, chiamati a testimoniare il loro vissuto di cittadini la contaminazione dei propri figli, è una carica di adrenalina, utile per ulteriori battaglie civili e pacifiste.

NUOVO CIVISMO

Intanto, nel tempo, la nostra iniziativa si  perfeziona.

Diffondiamo il concetto di ONE HEALTH, una salute unica per gli umani e per ogni essere che costituisce, insieme a noi, ciò che chiamiamo ambiente. Allarghiamo il discorso, dal Veneto all’Italia, al mondo; dai PFAS agli altri interferenti endocrini e inquinanti globali. 

Il senso di far  parte del tutto fa comprendere agli studenti (lo capiamo dalle loro riflessioni) come una ideologia liberista, che considera oggetto e merce la stessa salute, sia destinata a portare il mondo verso catastrofi inevitabili. Le patologie provocate dalla contaminazione da PFAS sono il prodotto di una parte di umanità totalmente irresponsabile e cinica nel perseguimento di criminali profitti. Sottolineiamo la caratteristica della nuova era o fase geologica in cui si svolge la nostra esistenza, che la si chiami “Antropocene” o “Capitalocene” o che addirittura non la si menzioni o la si neghi: un  progressivo degrado  dell’abitabilità della Terra mette a rischio molte specie viventi, compresa quella umana. La natura, intanto, sta presentando il conto: il prezzo da pagare in termini di salute è altissimo.  

Affiora, allora, una nuova linea del fronte a cui aspirano gli studenti: una linea rossa che si oppone, da un lato, ad un sistema economico che, per perpetuarsi, non esita a distruggere le stesse basi della nostra sopravvivenza e, dall’altro, lotta per la difesa della vita e della salute del pianeta, indispensabile habitat per la nostra specie. È l’alternativa ecologica alla cultura destruens del liberismo economico. 

Nell’ultimo incontro effettuato al liceo Cornaro la dott.ssa Franca Milani, nel ringraziarci, sottolinea «l’importanza e le difficoltà delle battaglie per l’Ambiente e la Salute, contro gli interessi economici e il disinteresse della Politica, non sempre sufficientemente attenta alla vita umana». Colpisce l’intervento, tanto che viene riportato dal giornalista Cristiano Cadoni – Il Mattino di Padova – presente in questa specifica occasione. Nuove sensibilità, sociale ed ecologica, si fanno strada. Attraverso le uscite didattiche di quest’anno (centoventi alunni del Liceo Cornaro di PD e dell’IC Barbarano Mossano di VI), lungo il Retrone e le Poscole, con le preziose guide Pierangelo Miola e Alberto Peruffo, si  realizza  un modo concreto di rispondere al dramma della terra causato dall’inquinamento da PFAS. I giovani recepiscono una consapevolezza “responsabile” del fatto che essere cittadini significa soprattutto essere custodi della propria terra e della propria gente, di oggi e di domani.

«Il suolo non ha voce. Subisce in silenzio. Muore senza rantolii. Soffre senza gemere. La sua unica possibilità di dire qualcosa è affidata a noi, alle nostre parole, alla nostra denuncia, al nostro sguardo compassionevole, al nostro attivismo ecologico, al nostro lavoro di restituzione dei significati giusti a quei concetti che altri manomettono per propria avidità e comodità» – ricorda  Paolo Pileri che insegna Pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano. Ognuno di noi ha un suo accento  per dare voce al suolo salvandolo. Gli esperti naturalisti ci aiutano ad apprendere, direttamente dall’esperienza sul territorio, il rispetto per la Natura di cui l’uomo è parte non dominatore. Sono emozioni importanti, una nuova forma di conoscenza “critica” e brilla il  nuovo civismo, di chi  trova la forza e il coraggio per cercare di cambiare lo stato delle cose.

«L’esperienza ha evidenziato la necessità della consapevolezza individuale e dell’azione collettiva nella lotta contro l’inquinamento da PFAS e, più in generale, nella tutela del nostro territorio. La gita lungo il fiume Poscola ha dimostrato che l’educazione ambientale e l’esperienza pratica sono fondamentali per affrontare le sfide globali e promuovere uno stile di vita sostenibile. Torna in mente quanto letto in un sito che parla di questi territori, in cui Dario Dalla Costa, docente di Montecchio Maggiore impegnato in un “Pfas-tour” simile al nostro aveva osservato. Quel tour didattico” è stato davvero speciale perché rappresenta una nuova forma di conoscenza “critica” del/sul territorio, una geografia concreta [definizione coniata dall’attivista Alberto Peruffo, durante la lotta no pfas], essa è la scoperta/difesa attiva” del territorio mettendoci i propri piedi, uscendo dalle scuole e dai libri, dagli uffici e dalle mappe istituzionali, condividendo l’esperienza con altri e grazie a qualcuno che ti aiuta a leggere il territorio» (Francesco 1BL liceo Cornaro).

Meditano i ragazzi  su una economia diventata il solo metro di valutazione della realtà. Ragionano sui costi ambientali prodotti dallo sfruttamento intensivo dei terreni (inquinamento dei terreni causati da fertilizzanti chimici), dagli allevamenti intensivi (inquinamento dei terreni, di acque e dei mari, con tossine potenzialmente mortali), dalle trivellazioni petrolifere, dallo stoccaggio delle scorie petrolifere, dalle sostanze chimiche diffuse ovunque. Promettono di far propria la campagna contro la plastica, particolarmente a scuola (Itis De Pretto Schio). Rimuginano sul fatto che i costi provocati da inaccettabili guadagni non siano  a carico di chi ne ricava i profitti ma diventino un costo per tutta la società. Noi adulti stiamo consumando le risorse indispensabili alla vita futura dei nostri figli, dei nostri ragazzi. 

Ovunque nel mondo suscitiamo conflitti spaventosi. Sottraiamo risorse alla sanità, al lavoro, alle pensioni e le dissipiamo in spese per armamenti. Gli studenti che incontriamo  cominciano a prendere coscienza della necessità di  invertire la rotta.

IMPEGNO COLLETTIVO 

Rifiutano, i nostri studenti, la metafora della rana bollita, raccontata dal filosofo e anarchico statunitense Noam Chomsky, per descrivere la pessima capacità dell’essere umano moderno di adattarsi a situazioni spiacevoli e deleterie senza reagire, se non quando ormai è troppo tardi.                   

Non accettano più una società nella quale la gente è schiacciata da un senso comune aberrante in cui economia, politica e media, sono al servizio di una logica fittizia, quella di uno sviluppo infinito e di un mercato che diventa padrone assoluto della società. Cominciano a prendere atto di vivere in una società che non riesce più a svezzarsi dalla droga televisiva, che accetta passivamente degrado, vessazioni, scomparsa dei valori e dell’etica in nome di un consumismo assoluto.

Imparano la necessità di studiare, di documentarsi, di controllare le fonti da cui attingono le notizie, di citarle sempre nei loro lavori (IIS Sartori di Lonigo, IIS Boscardin VI). E noi li allertiamo sulle  notizie false o tendenziose (fake news) che girano grazie alla velocità dei nuovi media e alla loro capacità di “inganno”(click-baiting). Spieghiamo che non possiamo ”fidarci” di quanto riferiscono le industrie. Specie quando spendono milioni di euro per veicolare notizie false o fare pressione sulla politica, distruggendo la salute del pianeta e delle nostre società. Insistiamo sulla capacità di dare corrette informazioni ai cittadini e sullo sforzo in tal senso che  caratterizza noi del gruppo educativo Zero Pfas. 

Ci sfidano con il loro atteggiamento proattivo, con la loro creatività. Ci disorientano, ci insegnano  nuove forme di comunicazione, ci costringono ad aggiornarci per poterci confrontare con le proposte che avanzano, come è avvenuto, nel mio caso, con gli studenti medi dell’IC di Thiene e il loro progetto “Pfas nel Metaverso”. Reagiscono all’immobilismo, all’indifferenza e noi li  sosteniamo.

«Vivere insieme significa con-dividere, dividere delle responsabilità nel lavoro quotidiano. Non tutti possono fare tutto, perciò nella comunità il dividersi le responsabilità implica anche affidarsi a ciò che sa fare e conosce il proprio vicino, amico, concittadino, il quale – prima di essere un tecnico al servizio di qualcuno – è una persona. Tale persona, e ognuno di noi, ha delle responsabilità verso la comunità nella quale vive. Il vostro futuro ruolo di tecnici o ricercatori, o qualunque altro impiego scegliate nella vostra vita, non si fermerà al vostro lavoro ma riguarderà anche coloro che vivono le loro vite fuori dall’azienda, dalla fabbrica, dal centro di ricerca dove lavorerete» – spiega Nicolò Filippi, giovane antropologo nell’incontro del 22 aprile 2024 Schio.

Alberto Peruffo condensa, nel saluto finale, l’esperienza del movimento: le mille lotte portate avanti contro i soprusi e l’arroganza del Potere, le risposte date tra cui la realizzazione di un organo on line, come PFAS.landdi contro- informazione. «Ricordate la nostra regola! Ad ogni azione prepotente che vi fanno potete rispondere con 10 azioni creative, potete in qualche modo sconfiggere l’avversario con la civiltà, la creatività che portate dentro, e che nessuno mai riuscirà a imbrigliare». Ribellarsi è giusto, perché, come ricorda Robert Bilott, l’avvocato statunitense incubo della multinazionale DuPont, «consideriamo che in questa partita per la vita siamo noi a tenere le redini del gioco. Possiamo condizionare e indirizzare il futuro che ci aspetta e, in modo pro-attivo, cambiare lo stato delle cose anziché subirle passivamente. Possiamo fare sicuramente la nostra parte perché siamo noi stessi gli artefici del nostro destino. È proprio questo il vero senso dell’attivismo».

 

ADULTI

E andiamo avanti, interloquendo anche con gli Adulti, se ne abbiamo la possibilità, siano essi genitori degli studenti (IIS Cattaneo di Monselice) o studenti lavoratori maggiorenni (CPIA di Arzignano e di Monselice) o cittadini (comune di Baone, comune di Arzignano). Spieghiamo la ragione del nostro entrare nelle scuole a confrontarci con i giovani attraverso la cittadinanza attiva. Affrontiamo nei due Centri Provinciali Istruzione Adulti il tema Pfas /Lavoro (con il documentario CGIL “Il lavoro avvelenato” grazie alla collaborazione di CiLLSA per i collegamenti al Territorio), ottenendo sinceri apprezzamenti. Veniamo a conoscenza, in questi giorni, della decisione presa da Professore/Allievi di inserire nel programma di esame il nostro lavoro. Ragioniamo con i Comuni (Vicenza e Arzignano) sull’importanza che nei PTOF delle Scuole (Piano Triennale Offerta Formativa) ci sia il nostro percorso educativo sui Pfas. Ci aiutano, nell’Ovest vicentino, l’associazione ecologista CiLLSA e l’amministrazione comunale di Arzignano, offrendoci tempi, opportunità (Ecofesta settembre 2023,  presentazione dei libri di Giuseppe Ungherese “Pfas. Gli inquinanti  eterni e invisibili nell’acqua” e  di Linda Maggiori “Mamme Ribelli”). 

«La soddisfazione sta nell’impegno, non nel conseguimento» (Mahatma Gandhi). Procediamo, sapendo qual è lo scopo. Sperimentiamo nuovi percorsi, nuovi incontri, nuovi compagni di strada, nuovi confronti, pronti a rivedere tutto e a ricominciare da capo. Il nostro è un lungo percorso che  persegue unità di intenti e di visione. Non raccogliamo subito i frutti ma seminiamo. Ci lusinga,  all’interno del Movimento, la condivisione ricevuta al percorso educativo portato avanti: «Il tuo, il vostro lavoro nelle scuole è la cosa più importante e meravigliosa che abbiamo fatto» – ci confida Alberto Peruffo, leader delle lotte, il giorno della presentazione del nuovo libro di Giuseppe Ungherese ad Arzignano, alla presenza di pù di 300 studenti, attivisti e docenti.

A quanti hanno operato con me, per il bene dei ragazzi, per il loro futuro, posso solo dire che possiamo raccontare quante volte abbiamo creduto di non farcela, quante volte la fatica si è fatta sentire, quanto tempo è stato sottratto ai nostri bisogni personali, alla nostra famiglia, quante spese abbiamo sostenuto, ma la soddisfazione sta nell’impegno.     

Donata Albiero
2 giugno 2024    


LEGENDA     

Scuole attivate: quattordici.    

Liceo FOGAZZARO Vicenza > PROGETTO                      
IIS SARTORI Lonigo (VI) > PROGETTO + incontro SENSIBILIZZAZIONE 
IIS J. DA MONTAGNANA Montagnana (PD) > SENSIBILIZZAZIONE
ITSET MARTINI Castelfranco (TV) > SENSIBILIZZAZIONE
Liceo CORNARO Padova > PROGETTO  + PFAS tour POSCOLE
ITI DE PRETTO Schio (VI) > PROGETTO
IIS BOSCARDIN Vicenza (VI) > PROGETTO    
IPSS MONTAGNA Vicenza (VI) > SENSIBILIZZAZIONE
IIS CATTANEO Monselice (PD) > SENSIBILIZZAZIONE + ASSEMBLEA PUBBLICA
IC THIENE (VI) > PROGETTO  
IC  MONTEGROTTO (PD) > SENSIBILIZZAZIONE
IC BARBARANO MOSSANO (VI) > PROGETTO + SENSIBILIZZAZIONE + PFAS tour RETRONE
CPIA MONSELICE serale (PD) > SENSIBILIZZAZIONE “Il lavoro avvelenato”                               
CPIA ARZIGNANO (VI) > SENSIBILIZZAZIONE “Il lavoro avvelenato”

Nuove scuole incontratesette.
Liceo Cornaro PD, ITI Schio VI, IPSS Montagna VI, IIS Cattaneo Monselice PD, IC Montegrotto VI, IC Barbarano Mossano VI, CPIA Arzignano VI. 

Docenti referenti del percorso educativo: quindici.
Andrea Di Matteo, Michela Giuriato, Stefano Mano, Daniela Pizzuti, Laura Rossi,  Paola Rubinato, Cristina Zanon, Paolo Ambrosio, Gianpaolo Burlando,  Marzia Cusinato, Alessandro Moretti, Andrea Pegoraro, Michela  Pippinato,  Federica Venturini, Roberta Zermian.

Docenti aderenti  alla rete No PFAS (in presenza + internet): ventuno.
Daniela Pizzuti, Paolo Ambrosio, Giampaolo Burlando, Laura Rossi, Elena Ambrosini, Leone Cimetta, Cristina Zanon, Simone Gianesini, Giacomo Ruaro, Michela Giuriato, Salvatore Marotta, Barbara Mazzei, Andrea Pegoraro, Michela Pippinato, Paola Rubinato, Federico Soffiato, Matteo Zancan, Marzia Cusinato, Federica Lago, Lorena Medolago, Marina Romio.                                                                              

Docenti che hanno aiutato a gestire le cinquantasei classi coinvolte: novantacinque.                                    

Studenti delle classi impegnati nei percorsi di sensibilizzazione/progetto:
più millecinquecento.                                                               

Studenti coinvolti in peer education  (classi e assemblee):
più di cinquecento  

Genitori e cittadini incontrati:
più di quattrocento  

Genitori e cittadini coinvolti in questionari o interviste sui Pfas:
diverse centinaia.

Movimento No Pfas 
Associazioni, comitati, gruppi  aderenti al percorso educativo
Associazioni: CiLLSA, ISDE, Medicina Democratica, Libera Veneto, Acqua bene comune VI, Rete Gas Vicentina.
Comitati: Comitato Zero Pfas  Pd, Comitato Zero pfas Agno Chiampo (VI)
Gruppi: Cittadini Zero Pfas VI, Mamme No Pfas.
Altro: PFAS.land (organo di informazione on line del movimento), Osservatorio PFAS (nazionale).

Componenti del Gruppo educativo operante a scuola, con il coordinamento della sottoscritta.
Esperti: Francesco Basso, Francesco Bertola, Giovanni Fazio, Claudio Lupo, Dario Zampieri (hanno, con la loro presenza, garantito la scientificità di tutti gli incontri).
Attivisti: Federico Bevilacqua, Monica Buson, Domenico Callipo, Luca Cecchi, Cristina Cola, Elisabetta Donadello,  Nicolò Filippi, Francesco Miazzi, Anna Maria Panarotto, Alberto Peruffo, Michela Piccoli (si sono mossi a turno, una o due volte, in diverse scuole).

Altri  interventi
Guide PFAS tour: Pierangelo Miola, Alberto Peruffo (hanno saputo raccontare le bellezze di un territorio devastato).
Sindacalista: Giampaolo Zanni (per il docufilm “Il lavoro avvelenato”).

A Francesco Basso, Francesco Bertola, Giovanni Fazio, Claudio Lupo, Dario Zampieri, il mio personale “grazie” per la professionalità messa in campo, ‘baluardo’ contro ogni possibile attacco.  

A tutti un grazie collettivo.
Donata Albiero

+++

ALLEGATI 

Pagina di Generazione Speranza con tutti gli allegati >> https://donataalbiero.blogspot.com/2024/06/diario-di-bordo-documentazione-percorso.html 

PRATICHE DI CITTADINANZA ATTIVA NELLE SCUOLE

https://drive.google.com/drive/u/2/folders/1Vo_A_Q_P0tUpZKre2ZwY0b4j_E3Qgofr

Equipe nelle scuole

https://drive.google.com/drive/u/2/folders/15S48g9xY9Yr0gUN5n-3aVt0mYoYy6gqT

Foto interventi nelle scuole

https://drive.google.com/drive/u/2/folders/1X6DqOSeiMlrv_FX6FgoH04xVtgb9qQGa

Manifesti

https://drive.google.com/drive/u/2/folders/13ieovwU6hKzHaT5_e1PT5vzTO-MFNiKV

Tour pfas

https://drive.google.com/drive/u/2/folders/1FpDHxzORoC62E7XCgbjTvpLncAvXSmhj

Memora storica in slide

https://drive.google.com/drive/u/2/folders/1saYhLZPZjEmrOArsfJqZvtq2qIE5Pbl7

 





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