CONCLUSO IL SESTO ANNO DI INTERVENTI NELLE SCUOLE
Donata, coordinatrice del gruppo educativo Zero Pfas del Veneto in uno dei tanti momenti di confronto con gli studenti |
Il dott. Giovanni Fazio (medici per l'Ambiente) all'IIS Boscardin VI
La RELAZIONE FINALE del percorso educativo "PFAS INQUNANTI ETERNI", a. s..2023 2024, appare integrale in PFAS. land
Quanto più una società si allontana dalla verità,
tanto
più odierà quelli che la dicono.
Poiché
nel tempo dell’inganno universale,
dire
la verità è un atto rivoluzionario.
George
Orwell
I PFAS (PerFluorinated Alkylated Substances), sostanze alchiliche perfluorurate
e polifluorurate, praticamente indistruttibili, inquinanti per sempre, il nuovo amianto,
problema mondiale, ci presentano, oggi, ottant’anni dopo l’inizio del loro utilizzo, un conto
salatissimo da pagare in termini di salute e di ambiente. Si sono riversate nell’aria, nel suolo e
nell’acqua, contaminando l’intero pianeta e ogni sua creatura. Nessun vaccino o farmaco può
fermare questa esposizione. Continuerà ad accumularsi nei nostri corpi per anni e rimarrà nel
nostro ambiente praticamente per sempre. Una minaccia creata esclusivamente dall’uomo.
Contestualizzo il problema nella Regione
dove vivo e opero quotidianamente come cittadina attiva.
Il Veneto è la terra dove per
sessant’anni si è permesso ad una multinazionale di inquinare una vastissima
area compresa la parte meridionale dei territori di tre province, Vicenza,
Padova e Verona, coinvolgendo, attraverso l’acqua degli acquedotti e i prodotti
agro alimentari, più di trecentonovanta mila persone, secondo i dati ufficiali.
In realtà la contaminazione è molto più estesa perché i cosiddetti “punti di
pressione”, cioè i luoghi in cui le acque sotterranee sono più cariche di PFAS,
continuano a moltiplicarsi in tutto il territorio regionale. Alcuni mesi fa, il
presidente della Regione ha inaugurato il nuovo acquedotto che rifornisce
di acqua potabile Montagnana, in sostituzione di quello che proveniva da
Lonigo, reso ormai inutilizzabile dall’inquinamento della falda. «È l’inizio di
un nuovo corso che simbolicamente significa purificare le fonti del Veneto per
la sicurezza di cittadini, coltivazioni e allevamenti».
Ovviamente, i campi e gli
allevamenti del Veneto non usano l’acqua degli acquedotti ma quella dei pozzi
(circa diecimila, nella zona contaminata, e non ci sono informazioni se quelli
inquinati siano stati effettivamente dismessi o siano ancora usati, nonostate i
controlli imposti dalla Regione). Oltre ai Pfas, l’Istituto Superiore per la
Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ci informa che nel Nord Italia la
presenza dei pesticidi risulta più elevata di quella media nazionale, arrivando
a interessare il 67% dei punti delle acque superficiali e il 34% delle acque
sotterranee. Lo sottolineo perché il 76% dei pesticidi con
cui si irrorano prati e vigneti contiene molecole PFAS. Le parole
esultanti del presidente della Regione Veneto appaiono, pertanto, stonate in un
territorio in cui le acque, dal trattato di Campoformio in poi, non sono state
al centro dell’attenzione da parte dei governanti. Trovare nuove sorgenti
incontaminate è quasi impossibile in un territorio devastato dagli scarichi
industriali, dai veleni con cui vengono irrorati i campi, dalle emissioni degli
inceneritori e dei cementifici, dal consumo di suolo che accelera a ritmi
angoscianti. Panorama preoccupante, soprattutto per l’avanzare della siccità
(anche se quest’anno abbiamo registrato un mese di marzo e aprile
particolarmente piovosi), eppure le persone continuano a essere ignare del
rischio di contaminazione da PFAS rappresentato dagli alimenti, oltre che
dall’acqua.
Si vive come se la catastrofe
sistemica, ampiamente annunciata dai rilevamenti dell’Agenzia Regionale
per la Prevenzione e Protezione Ambientale
del Veneto (ARPAV), da ISPRA, dall’Istituto Superiore di
Sanità (ISS) e dall’informazione scientifica internazionale, non esistesse.
Attraverso i messaggi dei media il
Veneto, nella coscienza delle persone, è “la terra dove le promesse vengono mantenute” (GdV 9 marzo 2024) e il futuro è ”sostenibile”. Vani i tentativi degli
ecologisti (molti sul territorio) di riportare le persone alla realtà dei
fatti. Si va avanti a slogan, inaugurazioni di opere devastanti e brindisi a
base di “prosecco”.
GRUPPO EDUCATIVO
Nel suddetto clima, si è appena
concluso il sesto anno scolastico per un gruppo di professionisti volontari,
incaricato dal Movimento No Pfas di portare nelle scuole venete una
informazione scientifica sui Pfas onde sottrarre le nuove generazioni a un destino
di rischi inaccettabili. Trattasi del Gruppo
educativo Zero PFAS del Veneto. Sono state attuate due
modalità di incontri per i minori, tenuto conto della disponibilità di ore a
disposizione: quella più completa, che ha previsto la realizzazione di un vero
e proprio progetto di cittadinanza attiva da parte degli
studenti nel corso di alcuni mesi e una forma meno impegnativa, basata su
interventi ben articolati, finalizzata all’apertura di un dialogo con i giovani
sulle problematiche aperte dalla contaminazione da PFAS.
I numeri
possono servire a dare un quadro complessivo della mansione svolta.
Dal 2018 al 2024, la
nostra equipe di lavoro è stata accolta da quaranta scuole secondarie
di primo e secondo grado in Veneto (con “richiami” successivi da parte di
tredici istituti che hanno voluto progettare per due, tre, quattro anni i
percorsi con nuovi studenti), incontrando, numeri in difetto, più di ottomila
cinquecento studenti (8500 studenti, si aggiungano diverse migliaia di
altri allievi, raggiunti con la Peer Education, o educazione tra pari,
metodologia didattica operata in diverse scuole come pratica di cittadinanza
attiva: processo di trasmissione di conoscenze ed esperienze tra compagni
di scuola, con finalità, tempi, modi, ruoli e strumenti predisposti al
meglio, in altre classi e/o in assemblee di istituto) e circa mille
cinquecento adulti genitori/docenti (1500 adulti). Diecimila
unità (10000 unità de visu).
Nel corrente anno scolastico ci
siamo rapportati con quattordici scuole di tre province, di
cui la metà nuove. Nove sono state le scuole con incontri di
sensibilizzazione, sette quelle impegnate in percorsi di cittadinanza attiva,
due con uscite didattiche. Gli appuntamenti sono stati per cinquantasei
classi, in trentadue riunioni: totale settantasei
ore. Più di millecinquecento sono stati gli studenti
coinvolti e più di quattrocento gli adulti.
Le giornate hanno visto la partecipazione di quindici docenti referenti del percorso educativo. Complessivamente, hanno collaborato almeno novanta, novantacinque docenti delle classi interessate. Abbiamo realizzato una rete internet con l’adesione di ventun docenti “No Pfas” delle varie province, rivelatasi preziosa per la reciproca conoscenza, per lo scambio di informazioni, osservazioni, critiche e iniziative.
STUDENTI PROTAGONISTI
Malgrado la catastrofica
contaminazione abbia interessato centinaia di migliaia di persone, sembra
non avere lasciato alcuna traccia nella memoria e nelle coscienze delle
famiglie e dei ragazzi che, ai nostri questionari di ingresso, oggi
come ieri, dimostrano ancora scarsa conoscenza di quanto avvenuto e di quanto
avviene a causa dell’inquinamento da perfluorati nei luoghi dove loro stessi
vivono.
I ragazzi si sentono al sicuro. Credono di vivere in una zona non
a rischio se non fanno parte della zona cosiddetta “rossa”. Coloro
che hanno avuto sentore di quanto provocato dalla fabbrica inquinante,
la Miteni, confidano che tutto sia stato risolto con il suo smantellamento,
con la realizzazione di alcuni nuovi acquedotti e con il processo penale in
atto a Vicenza. Nelle famiglie non si parla di PFAS, evidentemente, né nella
scuola se non contestualmente alla nostra presenza. Del resto, è questo il
“clima” che si respira all’interno delle stesse comunità colpite
dall’inquinamento e, generalmente, in tutta la Regione.
Ne è prova l’indagine
effettuata a Barbarano Mossano, un comune della provincia di Vicenza,
da due classi di studenti di terza media a duecento ventuno cittadini del
Paese per capire quale fosse la conoscenza sul veleno PFAS, pericolo per la
salute dell’uomo e dell’ambiente. Risultati? Il 67% non conosce o conosce
poco la problematica Pfas; il 63% non sa per niente o sa poco relativamente sul
perché i Pfas sono dannosi per la Salute. Lo stesso dicasi per le interviste
audio realizzate dagli studenti del Fogazzaro (VI) in città. A
distanza di undici anni, da quando è stata ufficializzata la “vicenda Miteni”,
inizia ora ad esserci informazione, ma è davvero incerta, insufficiente. Si
aggiungano, per un quadro più completo, le settantacinque persone di varie
età intervistate dagli studenti dell’Itis S. De Pretto Schio: «Dai dati
raccolti, abbiamo osservato che una percentuale significativa non è a
conoscenza dei PFAS e dei rischi ad essi associati. Le risposte riguardo alla
percezione del rischio sono state variegate: alcune persone si sono dimostrate
preoccupate e interessate a ottenere ulteriori informazioni, mentre altre
sembravano essere meno consapevoli dei potenziali pericoli».
Tocca a noi affrontare
l’incresciosa questione nella sua dimensione umana e scientifica, riportando i
ragazzi alla realtà, creando al contempo le basi culturali per
fronteggiarla positivamente e propositivamente, tenendo conto della loro
età e sensibilità. Gli studenti sperimentano percorsi di attivismo civico per
intervenire su vari piani, quello informativo, innanzitutto, contro la
disinformazione di cui essi per primi si sentono vittime e quello politico,
sanitario, artistico, creativo.
Monitoriamo, con scrupolo e
coscienza, ciò che gli studenti ci dicono. È un déjà-vu, per la verità, ma sempre
nuovo è l’entusiasmo espresso dalla ragazza, dal ragazzo che, a turno, si alza
e riferisce, a nome del gruppo di lavoro cui ha partecipato o della classe di
riferimento, la questione che sta a cuore, sia essa una domanda, una considerazione,
una critica, una proposta, una buona pratica da attuare.
DOMANDANO
Perché si
utilizzano queste sostanze che danneggiano l’ambiente e sono cancerogene per
l’uomo? Esiste sul mercato un’alternativa ai PFAS meno dannosa, che abbia la
stessa funzione?
Cosa possiamo
fare noi giovani?
Perché le
aziende che inquinano in questo modo non chiudono, non pagano multe anzi,
riescono a continuare a fare quello che vogliono?
Liceo Cornaro PD
Siamo in tempo
per incidere e dare un contributo contro il degrado ambientale?
Se i PFAS
rimangono per sempre nell’ambiente, c’è una soluzione per eliminarli?
Liceo Fogazzaro VI
Se siamo
consapevoli che queste sostanze sono così pericolose perché non si è fatto
qualcosa per vietarne l’utilizzo dalle industrie?
Cosa si fa per
informare e sensibilizzare le persone riguardo i pfas?
Perché non
hanno ancora bonificato la zona?
Ci sono dei
modi per sostituire l’utilizzo dei pfas nei vari settori industriali?
Itis De Pretto Schio VI
Quali danni
provocano i pfas all’ambiente?
IIS Cattaneo Monselice PD
Cosa
bisognerebbe fare per bonificare l’area inquinata dai PFAS e perché non sono
ancora state avviate le procedure?
IIS Boscardin VI
Perché tutti
si lamentano di questo problema ma nessuno fa del suo meglio per risolverlo?
IPSS Montagna VI
RIFLETTONO
L’incontro ci
è servito per acquisire consapevolezza sulla gravità dell’inquinamento da PFAS
per la salute delle persone e dell’ambiente, per conoscere problematiche di cui
non sapevamo nulla.
Itset Martini Castelfranco TV
Argomenti che
ci riguardano in prima persona. Interessante scoprire una realtà vicina a noi e
conoscere i rischi dei PFAS sulla nostra salute.
IIS. Cattaneo Monselice PD
Molto
interessante perché racconta informazioni che difficilmente si trovano sui
media in quanto sfruttati dai poteri forti per tenerci all’oscuro.
IIS. J.Da Montagnana PD
La lotta
contro i PFAS è collegata alla sostenibilità ambientale, contribuendo a ridurre
l’inquinamento. Riducendo l’uso di sostanze chimiche dannose, si può
contribuire a preservare l’ambiente e combattere la distruzione del pianeta.
Inoltre, ridurre l’inquinamento può essere parte di una strategia più ampia
contro il riscaldamento globale.
IIS. Sartori Lonigo VI
Io collegherei
i Pfas con la distruzione del pianeta, perché i Pfas stanno inquinando la
terra, l’acqua e di conseguenza il cibo (animali compresi) che mangiamo. Il
pianeta rischia sempre di più di rovinarsi e quindi di distruggersi. –
Ogni cittadino
deve fare la sua parte e sapere come comportarsi, non si può far finta di
niente. – Occorrerebbe fare pressione perché maggiore tutela venga fornita ai
cittadini dalla sanità. –
La
responsabilità del diffondersi della contaminazione in Veneto e delle
conseguenze nefaste della stessa, sta nelle Istituzioni. –
Il governo sta
con gli industriali. –
Questa
giornata è principalmente per l’argomento PFAS, perché noi abbiamo diritto di
sapere quali rischi corriamo. Ma è anche una giornata per capire che dobbiamo
agire noi quando lo Stato non se ne occupa. –
IC Montegrotto PD
È un problema
che ricade su ognuno di noi e in modo grave, non bisogna sottovalutare la
questione.
Liceo Fogazzaro VI
PROPONGONO
La prima cosa
è restare aggiornati sul tema attraverso giornali, social o anche le stesse
associazioni ambientaliste. –
Nel nostro
piccolo potremmo di sicuro parlarne di più, far arrivare il problema a più
persone possibili. –
Bisogna fare
appello alle Autorità competenti e manifestare per l’eliminazione di tali
sostanze, anche protestando. –
Liceo Cornaro PD
Vorremmo
promuovere la creazione di un programma di mentoring tra studenti più anziani e
più giovani, incoraggiando lo scambio di conoscenze e l’impegno civico
attraverso progetti comunitari e dibattiti su questioni sociali e politiche.
Protestare scendendo in luoghi maggiormente colpiti da certi problemi. –
Gli studenti
dovrebbero avere maggior interesse riguardo questa tematica. Le scuole
dovrebbero organizzare più incontri a riguardo. Per far girare più velocemente
le notizie tra noi giovani, sicuramente funzionano molto bene i social.
Bisognerebbe “pubblicizzare “queste notizie; io userei piattaforme come
Instagram.
J. Da Montagnana PD
Sarebbe
importante istituire delle giornate scolastiche in cui noi studenti andiamo a
pulire da plastica e rifiuti in zone degradate. Inoltre, sempre nelle ore
scolastiche proporrei di fare dei laboratori in cui si trasformano i rifiuti in
oggetti e materiale che possiamo usare in aula e/o che possiamo rivendere
(tramite mercatini della scuola) e usare il ricavato per sostenere
organizzazioni ambientali. –
Si potrebbe creare un gruppo in un social media, in cui si discute
di ambiente e ogni studente può invitare le sue conoscenze a partecipare in
modo che le informazioni si divulghino sempre più. –
Non comprare oggetti contaminati da pfas, accurando i controlli su
ogni oggetto possibilmente contratto da pfas. –
Potremmo fare un’ intervista con il sindaco di Montegrotto Terme,
parlare di questo, sperando di andare magari nei giornali in modo da fare
capire a tutti il disastro che è successo e che sta succedendo. –
IC Montegrotto Terme PD
INCORAGGIANO
Il progetto
dovrebbe essere portato in molte più scuole, non solo del Veneto, ma in tutte
le regioni d’Italia, perché è importante diffondere la conoscenza di questo
problema. –
Questa
esperienza ci è piaciuta, perché crediamo che sia molto importante diffondere
tale problema anche tra i giovani che magari hanno più possibilità di
darsi da fare. –
Liceo Cornaro PD
AGISCONO
Preparano lettere, incontri col
sindaco (IIS Sartori Lonigo VI , IC Barbarano Mossano VI); effettuano
inchieste in città, per saggiare la conoscenza del problema da parte della
comunità civile (IC Barbarano Mossano VI, liceo Fogazzaro VI, Itis De Pretto
Schio ); realizzano numeri speciali di giornalini per coinvolgere i
ragazzi che non partecipano agli incontri (liceo Cornaro PD),
cortometraggi, podcast (liceo Fogazzaro VI), nuovi orizzonti virtuali di
comunicazione con PFAS nel Metaverso (IC Thiene VI), mostre e
cartelloni (tutte le scuole); studiano relazioni in Power Point da illustrare
ad altre classi, o in assemblea: peer tutoring /peer to peer (IIS
Sartori Lonigo VI, Liceo Fogazzaro VI, IIS Boscardin VI); progettano
un percorso di controllo, da continuare negli anni scolastici, sugli imballaggi
del cibo take-away (panini, pizze, patatine) in città, onde evidenziare quelli
pfas free (Itis S. De Pretto Schio).
Una fucina di attività da
parte dei cinquecentotrentaquattro studenti nei nuovi ruoli di
intervistatori, giornalisti, formatori, tutor, scrittori, registi, curatori di
mostre, grafici, videogamer e videomaker, nonché esploratori e sentinelle di
territori gravati da un degrado inarrestabile e perverso. È la loro “cittadinanza
attiva” per contrastare abusi, soprusi, violenza ambientali; è il loro modo di
parlare dei pfas inquinanti eterni a scuola e fuori, superando la “tattica” del
silenzio di aziende produttrici o di istituzioni “accomodanti” rispetto alla
capacità di usare la testa muovendosi e agendo in modo critico.
[Vedasi allegate
le pratiche di cittadinanza attiva portate avanti dalle scuole, ndr]
DIVENTANO PROTAGONISTI
Promuovono, a tutti gli effetti,
un’azione sociale nuova che ci ripaga degli sforzi non indifferenti che
compiamo. Prendono sul serio il compito di informare i compagni chiedendo
a questi ultimi, a lezioni impartite, di girare le informazioni ricevute sui
PFAS ad amici, conoscenti, ottenendo risposte lusinghiere (85% risposte
affermative). Non solo, si fanno poi valutare sull’efficacia dei loro
interventi (come è stato fatto attraverso un questionario
finale, all’IIS Boscardin, dagli studenti delle classi impegnate nel
progetto Pfas, nei confronti di quattrocento trentuno loro
compagni che li avevano ascoltati in assemblea). Dichiarano: «Primo passo
verso la costruzione di un mondo sano è la conoscenza, il secondo passo è la
diffusione della conoscenza. Il passo successivo è l’impegno a tutelare il
diritto ad un ambiente pulito. Il nostro lavoro è un piccolo passo in questa
direzione» (IC Thiene).
E NOI?
Sosteniamo l’appello lanciato da
Giuseppe Ungherese (Greenpeace): «In un rinnovato civismo, ognuno per la sua parte,
si può cambiare lo stato delle cose […] Facciamo sentire la nostra presenza in
ogni sede […] Facciamo sentire la nostra voce con numerosi mezzi di protesta
pacifica e nonviolenta che abbiamo a disposizione, online ma anche
scendendo in piazza. Sono azioni sicuramente alla portata di tutti. In un’epoca
i cui diritti minimi essenziali come l’accesso ad acqua, aria, cibo pulito e
non contaminato sono tutto fuorché garantiti, è imperativo richiedere a coloro
che detengono responsabilità nella vita politica di tradurre in azioni concrete
tutte le misure necessarie per tutelare noi, l’ambiente e la vita dei nostri
cari. Solo attraverso il nostro impegno dalla base possiamo conferire ulteriore
forza a richieste più che legittime, senza timore di avanzarle […].
Ragioniamo con la nostra testa e non rassegniamoci ai soliti compromessi al
ribasso che la politica è in grado di produrre. Facciamo la nostra parte per
disegnare, fin da subito, un futuro diverso in cui la contaminazione da
inquinanti eterni sia solo un ricordo. Insieme pretendiamo che chi finora ci ha
tradito non sia legittimato a farlo grazie al nostro silenzio. Non avvaliamo un
mondo che ci vuole ciechi, muti, sordi. Di PFAS si muore, non rassegniamoci
passivamente a questo triste destino che incombe su ognuno di noi».
PFAS. GLI INQUINANTI ETERNI E INVISIBILI NELL’ACQUA, Altreconomia.
Le domande non mancano, le
richieste di soluzioni concrete nemmeno. Oltre alle azioni collettive
generali su cui noi spingiamo, i ragazzi ci chiedono quali azioni
intraprendere a livello individuale per abbassare il livello di rischio.
Consegniamo documenti, alla fine o all’interno del percorso educativo, dove si
elencano modalità e azioni da effettuare a livello alimentare e domestico. Per
esempio cambiare le stoviglie che contengono PFAS, eliminare i contenitori di
plastica per gli alimenti adottando quelli in vetro, leggere le etichette dei
prodotti, limitare l’uso di prodotti impermeabili, individuare le marche delle
ditte che hanno eliminato i PFAS nei propri prodotti, controllare bevande
e cibo presenti nelle apposite macchinette nella propria scuola, usare le
borracce di acqua, ecc. Li invitiamo a controllare i Report di qualità
dell’acqua forniti dalle compagnie idriche locali perché
essi devono includere informazioni sulle contaminazioni, compresi i
PFAS, se presenti.
CAMBIAMENTO CULTURALE
Capiscono i ragazzi, molto bene, il
nostro messaggio e il fatto che la cultura, per essere realmente tale
deve produrre azione e cambiamento. E in ciò ci supporta l’apporto
fattivo degli insegnanti, che partecipano al percorso, nelle loro classi.
Sicuramente qualcosa di positivo si sta muovendo: «Le gocce
scavano le rocce». La battaglia contro i Pfas non l’abbiamo ancora vinta. Ma
di sicuro abbiamo vinto quella contro la cortina di colpevole silenzio che, per
decenni, ha tenuto, volutamente sottotraccia, una delle più grandi emergenze
ambientali mai scoppiate in Italia.
Dal 2018 cerchiamo di fare
corretta informazione, staniamo il negazionismo strisciante da parte di molte
istituzioni. I docenti ci cercano. La dirigente dell’IIS Sartori di Lonigo,
dott.ssa Lucia Russo, ci ringrazia, con una nota scritta, per il contributo
dato ai ragazzi allo studio dell’impatto dei PFAS sull’Ambiente sulla Salute.
Lo stesso fa, per il CPIA di Arzignano, il dott. Rinaldo Coggi. La dirigente
dell’IIS Cattaneo di Monselice, prof.ssa Nicoletta Bosello, indice una
assemblea pubblica per affrontare la problematica nella cittadinanza attiva,
con il plauso dei suoi studenti sensibilizzati che avevano indicato come
proposta finale un «incontro
di più giornate, includendo magari anche le famiglie, così da condividere la
problematica con più persone possibili». Il dirigente dell’ITIS Martini di Castelfranco,
dott. Pier Antonio Perazzetta, in un colloquio privato, ci conferma
l’importanza del nostro percorso educativo.
Negli esperti
che si sottopongono, gratuitamente, alla realizzazione delle schede, alla
costruzione dei contenuti, alla ricerca continua delle pubblicazioni
scientifiche, ai viaggi per recarsi nelle scuole, in luoghi a volte molto
lontani dalla propria residenza, gli incontri riverberano nuove idee e
consapevolezze, in uno scambio proficuo con le giovani intelligenze e con le
loro esigenze. Negli attivisti, chiamati a testimoniare il loro vissuto di
cittadini la contaminazione dei propri figli, è una carica di adrenalina, utile
per ulteriori battaglie civili e pacifiste.
NUOVO CIVISMO
Intanto, nel
tempo, la nostra iniziativa si perfeziona.
Diffondiamo il concetto di ONE
HEALTH, una salute unica per gli umani e per ogni essere che
costituisce, insieme a noi, ciò che chiamiamo ambiente. Allarghiamo il
discorso, dal Veneto all’Italia, al mondo; dai PFAS agli altri interferenti
endocrini e inquinanti globali.
Il senso di far parte del
tutto fa comprendere agli studenti (lo capiamo dalle loro riflessioni) come una
ideologia liberista, che considera oggetto e merce la stessa salute, sia
destinata a portare il mondo verso catastrofi inevitabili. Le patologie
provocate dalla contaminazione da PFAS sono il prodotto di una parte di
umanità totalmente irresponsabile e cinica nel perseguimento di criminali
profitti. Sottolineiamo la caratteristica della nuova era o fase geologica
in cui si svolge la nostra esistenza, che la si chiami “Antropocene” o
“Capitalocene” o che addirittura non la si menzioni o la si neghi: un
progressivo degrado dell’abitabilità della Terra mette a rischio molte
specie viventi, compresa quella umana. La natura, intanto, sta
presentando il conto: il prezzo da pagare in termini di salute è altissimo.
Affiora, allora, una nuova linea
del fronte a cui aspirano gli studenti: una linea rossa che si oppone, da un
lato, ad un sistema economico che, per perpetuarsi, non esita a distruggere le
stesse basi della nostra sopravvivenza e, dall’altro, lotta per la difesa della
vita e della salute del pianeta, indispensabile habitat per la nostra specie.
È l’alternativa ecologica alla cultura destruens del liberismo
economico.
Nell’ultimo incontro effettuato al
liceo Cornaro la dott.ssa Franca Milani, nel ringraziarci, sottolinea «l’importanza e
le difficoltà delle battaglie per l’Ambiente e la Salute, contro gli interessi
economici e il disinteresse della Politica, non sempre sufficientemente attenta
alla vita umana». Colpisce l’intervento, tanto che viene riportato dal giornalista
Cristiano Cadoni – Il Mattino di Padova – presente in questa specifica
occasione. Nuove sensibilità, sociale ed ecologica, si fanno strada. Attraverso
le uscite didattiche di quest’anno (centoventi alunni del Liceo Cornaro di PD e
dell’IC Barbarano Mossano di VI), lungo il Retrone e le Poscole, con le
preziose guide Pierangelo Miola e Alberto Peruffo, si
realizza un modo concreto di rispondere al dramma della terra causato
dall’inquinamento da PFAS. I giovani recepiscono una consapevolezza
“responsabile” del fatto che essere cittadini significa soprattutto
essere custodi della propria terra e della propria gente, di oggi e di
domani.
«Il suolo
non ha voce. Subisce in silenzio. Muore senza
rantolii. Soffre senza gemere. La sua unica possibilità di dire qualcosa è
affidata a noi, alle nostre parole, alla nostra denuncia, al nostro sguardo
compassionevole, al nostro attivismo ecologico, al nostro lavoro di
restituzione dei significati giusti a quei concetti che altri manomettono per
propria avidità e comodità» – ricorda Paolo Pileri che insegna Pianificazione
e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano. Ognuno di noi ha un suo
accento per dare voce al suolo salvandolo. Gli esperti naturalisti ci
aiutano ad apprendere, direttamente dall’esperienza sul territorio, il rispetto
per la Natura di cui l’uomo è parte non dominatore. Sono emozioni importanti,
una nuova forma di conoscenza “critica” e brilla il
nuovo civismo, di chi trova la forza e il coraggio
per cercare di cambiare lo stato delle cose.
«L’esperienza ha evidenziato la necessità della
consapevolezza individuale e dell’azione collettiva nella lotta contro
l’inquinamento da PFAS e, più in generale, nella tutela del nostro territorio.
La gita lungo il fiume Poscola ha dimostrato che l’educazione ambientale e
l’esperienza pratica sono fondamentali per affrontare le sfide globali e
promuovere uno stile di vita sostenibile. Torna in mente quanto letto in un
sito che parla di questi territori, in cui Dario Dalla Costa, docente di
Montecchio Maggiore impegnato in un “Pfas-tour” simile al nostro aveva
osservato. Quel
tour “didattico”
è stato davvero speciale perché rappresenta una nuova forma di conoscenza
“critica” del/sul
territorio, una “geografia
concreta“ [definizione
coniata dall’attivista Alberto Peruffo, durante la lotta no pfas], essa è la
scoperta/difesa “attiva”
del territorio mettendoci i propri piedi, uscendo dalle scuole e dai libri,
dagli uffici e dalle mappe istituzionali, condividendo l’esperienza con altri e
grazie a qualcuno che ti aiuta a leggere il territorio» (Francesco 1BL liceo Cornaro).
Meditano i ragazzi su una economia diventata il
solo metro di valutazione della realtà. Ragionano sui costi
ambientali prodotti dallo sfruttamento intensivo dei terreni (inquinamento dei
terreni causati da fertilizzanti chimici), dagli allevamenti intensivi (inquinamento
dei terreni, di acque e dei mari, con tossine potenzialmente mortali), dalle
trivellazioni petrolifere, dallo stoccaggio delle scorie petrolifere, dalle
sostanze chimiche diffuse ovunque. Promettono di far propria
la campagna contro la plastica, particolarmente a scuola (Itis De Pretto
Schio). Rimuginano sul fatto che i costi provocati da
inaccettabili guadagni non siano a carico di chi ne ricava i
profitti ma diventino un costo per tutta la società. Noi adulti
stiamo consumando le risorse indispensabili alla vita futura dei nostri figli,
dei nostri ragazzi.
Ovunque nel mondo suscitiamo
conflitti spaventosi. Sottraiamo risorse alla sanità, al lavoro, alle pensioni
e le dissipiamo in spese per armamenti. Gli studenti che incontriamo
cominciano a prendere coscienza della necessità di invertire la
rotta.
IMPEGNO COLLETTIVO
Rifiutano, i nostri studenti, la
metafora della rana bollita, raccontata dal filosofo e anarchico
statunitense Noam Chomsky, per descrivere la pessima capacità dell’essere umano
moderno di adattarsi a situazioni spiacevoli e deleterie senza reagire, se non
quando ormai è troppo tardi.
Non accettano più una società nella
quale la gente è schiacciata da un senso comune aberrante in
cui economia, politica e media, sono al servizio di una logica fittizia, quella
di uno sviluppo infinito e di un mercato che diventa padrone assoluto della
società. Cominciano a prendere atto di vivere in una società che non riesce
più a svezzarsi dalla droga televisiva, che accetta passivamente degrado,
vessazioni, scomparsa dei valori e dell’etica in nome di un consumismo
assoluto.
Imparano la necessità di studiare,
di documentarsi, di controllare le fonti da cui attingono le notizie, di citarle sempre
nei loro lavori (IIS Sartori di Lonigo, IIS Boscardin VI). E
noi li allertiamo sulle notizie false o tendenziose (fake
news) che girano grazie alla velocità dei nuovi media e alla loro capacità di
“inganno”(click-baiting). Spieghiamo che non possiamo ”fidarci” di quanto
riferiscono le industrie. Specie quando spendono milioni di euro per veicolare
notizie false o fare pressione sulla politica, distruggendo la salute del
pianeta e delle nostre società. Insistiamo sulla capacità di dare
corrette informazioni ai cittadini e sullo sforzo in tal senso
che caratterizza noi del gruppo educativo Zero Pfas.
Ci sfidano con il loro
atteggiamento proattivo, con la loro creatività. Ci disorientano, ci
insegnano nuove forme di comunicazione, ci costringono ad aggiornarci per
poterci confrontare con le proposte che avanzano, come è avvenuto, nel mio
caso, con gli studenti medi dell’IC di Thiene e il loro progetto “Pfas
nel Metaverso”. Reagiscono all’immobilismo, all’indifferenza e noi
li sosteniamo.
«Vivere
insieme significa con-dividere, dividere delle responsabilità nel lavoro
quotidiano. Non tutti possono fare tutto, perciò nella comunità il dividersi le
responsabilità implica anche affidarsi a ciò che sa fare e conosce il proprio
vicino, amico, concittadino, il quale – prima di essere un tecnico al servizio
di qualcuno – è una persona. Tale persona, e ognuno di noi, ha delle
responsabilità verso la comunità nella quale vive. Il vostro futuro ruolo di
tecnici o ricercatori, o qualunque altro impiego scegliate nella vostra vita,
non si fermerà al vostro lavoro ma riguarderà anche coloro che vivono le loro
vite fuori dall’azienda, dalla fabbrica, dal centro di ricerca dove lavorerete» – spiega Nicolò Filippi,
giovane antropologo nell’incontro del 22 aprile 2024 Schio.
Alberto Peruffo condensa, nel saluto
finale, l’esperienza del movimento: le mille lotte portate avanti
contro i soprusi e l’arroganza del Potere, le risposte date tra cui la
realizzazione di un organo on line, come PFAS.land, di
contro- informazione. «Ricordate la nostra regola! Ad ogni azione prepotente
che vi fanno potete rispondere con 10 azioni creative, potete in qualche
modo sconfiggere l’avversario con la civiltà, la creatività che
portate dentro, e che nessuno mai riuscirà a imbrigliare». Ribellarsi è giusto, perché, come ricorda Robert
Bilott, l’avvocato statunitense incubo della multinazionale DuPont, «consideriamo
che in questa partita per la vita siamo noi a tenere le redini del gioco.
Possiamo condizionare e indirizzare il futuro che ci aspetta e, in modo
pro-attivo, cambiare lo stato delle cose anziché subirle passivamente.
Possiamo fare sicuramente la nostra parte perché siamo noi stessi gli artefici
del nostro destino. È proprio questo il vero senso dell’attivismo».
ADULTI
E andiamo
avanti, interloquendo anche con gli Adulti, se ne abbiamo la possibilità, siano
essi genitori degli studenti (IIS Cattaneo di Monselice) o studenti lavoratori
maggiorenni (CPIA di Arzignano e di Monselice) o cittadini (comune di Baone,
comune di Arzignano). Spieghiamo la ragione del nostro entrare nelle scuole a
confrontarci con i giovani attraverso la cittadinanza attiva. Affrontiamo nei
due Centri Provinciali Istruzione Adulti il tema Pfas /Lavoro (con il
documentario CGIL “Il lavoro avvelenato” grazie alla collaborazione di CiLLSA
per i collegamenti al Territorio), ottenendo sinceri apprezzamenti. Veniamo a
conoscenza, in questi giorni, della decisione presa da Professore/Allievi di
inserire nel programma di esame il nostro lavoro. Ragioniamo con i Comuni
(Vicenza e Arzignano) sull’importanza che nei PTOF delle Scuole (Piano
Triennale Offerta Formativa) ci sia il nostro percorso educativo sui Pfas. Ci
aiutano, nell’Ovest vicentino, l’associazione ecologista CiLLSA e
l’amministrazione comunale di Arzignano, offrendoci tempi,
opportunità (Ecofesta settembre 2023, presentazione dei libri di
Giuseppe Ungherese “Pfas. Gli inquinanti eterni e invisibili nell’acqua”
e di Linda Maggiori “Mamme Ribelli”).
«La
soddisfazione sta nell’impegno, non nel conseguimento» (Mahatma Gandhi). Procediamo,
sapendo qual è lo scopo. Sperimentiamo nuovi percorsi, nuovi incontri, nuovi
compagni di strada, nuovi confronti, pronti a rivedere tutto e a ricominciare
da capo. Il nostro è un lungo percorso che persegue unità di intenti e di
visione. Non raccogliamo subito i frutti ma seminiamo. Ci lusinga,
all’interno del Movimento, la condivisione ricevuta al percorso educativo
portato avanti: «Il tuo, il vostro lavoro nelle scuole è la cosa più
importante e meravigliosa che abbiamo fatto» – ci confida Alberto
Peruffo, leader delle lotte, il giorno della presentazione del nuovo libro di
Giuseppe Ungherese ad Arzignano, alla presenza di pù di 300 studenti, attivisti
e docenti.
A quanti hanno
operato con me, per il bene dei ragazzi, per il loro futuro, posso solo dire
che possiamo raccontare quante volte abbiamo creduto di non farcela, quante
volte la fatica si è fatta sentire, quanto tempo è stato sottratto ai nostri
bisogni personali, alla nostra famiglia, quante spese abbiamo sostenuto, ma la
soddisfazione sta nell’impegno.
Donata Albiero
2 giugno 2024
LEGENDA
Scuole attivate:
quattordici.
Liceo FOGAZZARO Vicenza
> PROGETTO
IIS SARTORI Lonigo (VI) > PROGETTO + incontro
SENSIBILIZZAZIONE
IIS J. DA MONTAGNANA Montagnana (PD) > SENSIBILIZZAZIONE
ITSET MARTINI Castelfranco (TV) > SENSIBILIZZAZIONE
Liceo CORNARO Padova > PROGETTO + PFAS tour POSCOLE
ITI DE PRETTO Schio (VI) > PROGETTO
IIS BOSCARDIN Vicenza (VI) > PROGETTO
IPSS MONTAGNA Vicenza (VI) > SENSIBILIZZAZIONE
IIS CATTANEO Monselice (PD) > SENSIBILIZZAZIONE +
ASSEMBLEA PUBBLICA
IC THIENE (VI) > PROGETTO
IC MONTEGROTTO (PD) > SENSIBILIZZAZIONE
IC BARBARANO MOSSANO (VI) > PROGETTO +
SENSIBILIZZAZIONE + PFAS tour RETRONE
CPIA MONSELICE serale (PD) > SENSIBILIZZAZIONE “Il lavoro
avvelenato”
CPIA ARZIGNANO (VI) > SENSIBILIZZAZIONE “Il lavoro avvelenato”
Nuove scuole incontrate: sette.
Liceo Cornaro PD, ITI Schio VI, IPSS Montagna VI, IIS Cattaneo Monselice PD, IC
Montegrotto VI, IC Barbarano Mossano VI, CPIA Arzignano VI.
Docenti referenti del percorso
educativo: quindici.
Andrea Di Matteo, Michela Giuriato, Stefano Mano, Daniela Pizzuti, Laura
Rossi, Paola Rubinato, Cristina Zanon, Paolo Ambrosio, Gianpaolo
Burlando, Marzia Cusinato, Alessandro Moretti, Andrea Pegoraro,
Michela Pippinato, Federica Venturini, Roberta Zermian.
Docenti aderenti
alla rete No PFAS (in presenza + internet): ventuno.
Daniela Pizzuti, Paolo Ambrosio, Giampaolo Burlando, Laura Rossi, Elena
Ambrosini, Leone Cimetta, Cristina Zanon, Simone Gianesini, Giacomo Ruaro,
Michela Giuriato, Salvatore Marotta, Barbara Mazzei, Andrea Pegoraro, Michela
Pippinato, Paola Rubinato, Federico Soffiato, Matteo Zancan, Marzia Cusinato,
Federica Lago, Lorena Medolago, Marina
Romio.
Docenti che hanno aiutato a gestire
le cinquantasei classi coinvolte: novantacinque.
Studenti delle classi impegnati nei
percorsi di sensibilizzazione/progetto:
più
millecinquecento.
Studenti coinvolti in peer
education (classi e assemblee):
più di cinquecento
Genitori e cittadini incontrati:
più di quattrocento
Genitori e cittadini coinvolti
in questionari o interviste sui Pfas:
diverse centinaia.
Movimento No Pfas
Associazioni, comitati, gruppi aderenti al percorso educativo
Associazioni: CiLLSA, ISDE, Medicina Democratica, Libera Veneto,
Acqua bene comune VI, Rete Gas Vicentina.
Comitati: Comitato Zero Pfas Pd, Comitato Zero pfas Agno Chiampo
(VI)
Gruppi: Cittadini Zero Pfas VI, Mamme No Pfas.
Altro: PFAS.land (organo di informazione on line del movimento),
Osservatorio PFAS (nazionale).
Componenti del Gruppo educativo
operante a scuola, con il coordinamento della sottoscritta.
Esperti: Francesco Basso, Francesco Bertola, Giovanni Fazio, Claudio
Lupo, Dario Zampieri (hanno, con la loro presenza, garantito la scientificità
di tutti gli incontri).
Attivisti: Federico Bevilacqua, Monica Buson, Domenico Callipo, Luca
Cecchi, Cristina Cola, Elisabetta Donadello, Nicolò Filippi, Francesco
Miazzi, Anna Maria Panarotto, Alberto Peruffo, Michela Piccoli (si sono mossi a
turno, una o due volte, in diverse scuole).
Altri interventi
Guide PFAS tour: Pierangelo Miola, Alberto Peruffo (hanno saputo
raccontare le bellezze di un territorio devastato).
Sindacalista: Giampaolo Zanni (per il docufilm “Il lavoro
avvelenato”).
A Francesco Basso, Francesco
Bertola, Giovanni Fazio, Claudio Lupo, Dario Zampieri, il mio personale “grazie” per la
professionalità messa in campo, ‘baluardo’ contro ogni possibile
attacco.
A tutti un grazie collettivo.
Donata Albiero
+++
ALLEGATI
Pagina di Generazione Speranza con
tutti gli allegati >> https://donataalbiero.blogspot.com/2024/06/diario-di-bordo-documentazione-percorso.html
PRATICHE DI CITTADINANZA ATTIVA
NELLE SCUOLE
https://drive.google.com/drive/u/2/folders/1Vo_A_Q_P0tUpZKre2ZwY0b4j_E3Qgofr
Equipe nelle scuole
https://drive.google.com/drive/u/2/folders/15S48g9xY9Yr0gUN5n-3aVt0mYoYy6gqT
Foto interventi nelle scuole
https://drive.google.com/drive/u/2/folders/1X6DqOSeiMlrv_FX6FgoH04xVtgb9qQGa
Manifesti
https://drive.google.com/drive/u/2/folders/13ieovwU6hKzHaT5_e1PT5vzTO-MFNiKV
Tour pfas
https://drive.google.com/drive/u/2/folders/1FpDHxzORoC62E7XCgbjTvpLncAvXSmhj
Memora storica in slide
https://drive.google.com/drive/u/2/folders/1saYhLZPZjEmrOArsfJqZvtq2qIE5Pbl7
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