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lunedì 20 maggio 2024

PFAS RACCONTARE LA NOSTRA PRESENZA NELLE SCUOLE

 

 «ANDIAMO NELLE SCUOLE PER SENSIBILIZZARE GLI STUDENTI  SUL PROBLEMA PFAS »



 Incomincia sempre così l'intervista con il giornalista di turno che mi chiede, quale coordinatrice del  Gruppo Educativo Zero Pfas del Veneto, cosa facciamo a scuola e se il mio  ruolo di essere stata dirigente scolastica influisca nelle relazioni all'interno delle strutture scolastiche.     

“Andiamo nelle  scuole per informare insegnanti e studenti sulla pericolosità dei PFAS e sul problema della loro persistente presenza nell’ambiente, per sensibilizzare la popolazione e motivarla all’impegno per contrastare questa forma di inquinamento”. 

 «Quando abbiamo avuto l’idea di entrare nelle scuole cercavamo un modo per informare la cittadinanza sui rischi alla salute causati dai PFAS. Siamo partiti dal presupposto che la scuola, struttura educante per eccellenza, poteva aiutarci con le nuove generazioni, dando loro gli strumenti culturali e morali per far fronte alle grandi problematiche del territorio inquinato. Il mandato era preciso ». 


"Abbracciamo, in una visione olistical’approccio “One Health”. Diamo forza ad una percezione della vita in cui natura e società sono  integrate in un unico concetto di salute. Offriamo  strumenti e opportunità agli studenti di divenire i protagonisti del cambiamento, tutor di altri compagni, promotori di azioni individuali e collettive volte a interfacciarsi con la politica, in difesa del territorio in cui vivono e in un contesto più generale in difesa della giustizia sociale e ambientale; un richiamo, a trecentosessanta gradi, alla cittadinanza attiva. Coltiviamo il senso di responsabilità, anima e motore della cittadinanza attiva".   

Riconosco che il  ruolo ricoperto per decenni all'interno della scuola mi abbia facilitato nell'azione di stabilire i primi agganci e contatti per partire con il percorso educativo. Ma poi, la credibilità, la fiducia, ce la siamo giocata insieme come equipe di lavoro.   

«Ci confrontiamo sul disastro ambientale derivante dalla contaminazione delle falde acquifere superficiali e profonde del territorio veneto, sulla minaccia per la  salute di  oltre 350.000 cittadini, principalmente per le nuove generazioni, sulle legittime richieste del popolo inquinato, sulle proposte e soluzioni – proseguo Ciò che ci interessa  è contribuire  a sviluppare nei giovani  maggiore consapevolezza degli eventi che riguardano la comunità in cui vivono affinché  divengano una risorsa per il territorio. Vogliamo rendere protagonisti i ragazzi. Offriamo una serie di sollecitazioni, talvolta provocatorie, atte a stimolare curiosità, coinvolgimento”.    

"Sono quaranta  gli istituti scolastici veneti (secondarie di primo e secondo grado) «che ci hanno accolto, tredici  per più anni scolastici  cinque sono le province attraversate, ottomila cinquecento  gli studenti mille cinquecento i genitori incontrati.    

Il criterio formativo utilizzato è l’apprendimento attivo. Coltiviamo negli allievi il senso di responsabilità, anima e motore per essere cittadini attivi. Interloquiamo con una generazione tradita che scopre un modo diverso di confrontarsi con la realtà. Costruiamo con essa nuovi percorsi esistenziali in cui la linfa della ribellione emerge dal sopravvenire della conoscenza e della consapevolezza. 

Puntiamo al cambio di paradigma culturale: dare un senso compiuto alla società in cui viviamo creando una connessione tra noi, gli altri e l’ambiente di cui tutti facciamo parte. Ricordiamo ai ragazzi che nessuno si salva da solo. La condivisione moltiplica le possibilità, dando speranza di risultati. Le esperienze più significative sono le pratiche attuate nei percorsi autonomi di cittadinanza attiva delle scuole, previste nel progetto, su cui ci confrontiamo alla fine dell’anno scolastico" .

Una fucina di attività da parte degli studenti nei ruoli di intervistatori, giornalisti, formatori, tutor, scrittori, registi, curatori di mostre, grafici, videogamer e videomaker, nonché esploratori e sentinelle di territori gravati da un degrado inarrestabile e perverso. È la loro ‘cittadinanza attiva’ per contrastare abusi, soprusi, violenza ambientali; è il loro modo di parlare dei pfas inquinanti eterni a scuola e fuori, superando la ‘tattica’ del silenzio di aziende produttrici o di istituzioni ‘accomodanti’ rispetto alla capacità di usare la testa muovendosi e agendo in modo critico.



"Siamo convinti che soltanto attraverso la creazione di una coscienza critica delle persone, in particolare delle giovani generazioni, si possa contribuire alla costruzione di una nuova società civile più attiva, capace di incoraggiare quei cambiamenti politici, economici e sociali coerenti con uno sviluppo umano sostenibile.                           Perciò continuiamo nel nostro percorso"


"Procediamo, sapendo qual è lo scopo. Sperimentiamo nuovi percorsi, nuovi incontri, nuovi compagni di strada, nuovi confronti, pronti a rivedere tutto e a ricominciare da capo. Il nostro è un lungo percorso che  persegue unità di intenti e di visione. Non raccogliamo subito i frutti ma seminiamo".        

 Ci rinfranca un’ osservazione  di un attivista di primo ordine all’interno del movimento No Pfas “Il tuo, il vostro  lavoro nelle scuole è la cosa più importante e meravigliosa che abbiamo fatto”.                                                                                                                

Donata Albiero 


PS 

Due recenti articoli spiegano il significato del nostro percorso educativo sui PFAS 

***VITA.it 

https://www.vita.it/veneto-a-lezioni-di-veleni-cosi-combattiamo-i-pfas/?fbclid=IwZXh

***IL GIORNALE  DELL'AMBIENTE 

https://ilgiornaledellambiente.it/pfas-e-consapevolezza-intervista-alla-d-ssa-donata-albiero/?fbclid=IwZXh0b

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Un exscursus sintetico del percorso dal 2018 al 2024 

https://donataalbiero.blogspot.com/2024/05/pfas-excursus-educativo-dal-2018-al-2024.html


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