Visualizzazioni totali

giovedì 23 febbraio 2023

SCUOLA. UNA SCELTA IRRESPONSABILE L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

 

IL SISTEMA SCOLASTICO DEVE RIMANERE UNITARIO E NAZIONALE  

 


 Il Governo sta andando avanti con il disegno di legge Calderoli sull'autonomia differenziata.

Da molti anni denuncio il pericolo che comporta la regionalizzazione della nostra nazione soprattutto nell'ambito della sanità e dell'istruzione.

 Per fortuna Gilda degli Insegnanti insieme ad altri soggetti sindacali e associativi hanno avviato una raccolta di firme on line “in difesa del carattere unitario e nazionale del sistema pubblico di istruzione”. 

Siamo contrari – spiegano – per quanto riguarda la scuola al disegno di “autonomia differenziata”, inizialmente avanzato dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e rilanciato dalla attuale maggioranza di governo.

 "Tale progetto, invece di consolidare il carattere unitario e nazionale del sistema pubblico di istruzione, rafforzando la capacità di risposta dello Stato di cui si è avvertita l’estrema necessità durante la recente pandemia, ripropone un’ulteriore frammentazione degli interventi indebolendo l’unità del Paese, col rischio di aumentare le disuguaglianze senza garantire la tutela dei diritti per tutti i cittadini e ampliando i divari territoriali".

 Anche io sono contro l’autonomia differenziata. Il mio è un no deciso, da cittadina che conosce la scuola pubblica, avendoci lavorato dentro per quarantadue anni. La scuola deve restare fuori da ogni progetto di regionalizzazione.

La questione centrale è legata al concetto stesso di scuola, di accesso e di opportunità, di programmi, di personale scolastico, ed anche di mobilità e di stipendi. La riduzione dei divari territoriali, il superamento della dispersione scolastica sono gli obiettivi da raggiungere assolutamente. La scuola rappresenta il luogo principale per la costituzione dell’uguaglianza sociale. Quindi dobbiamo unire ancor più la scuola non dividerla.


Rinvio a un post che ho pubblicato il 10 luglio 2019 nel mio blog GENERAZIONE SPERANZA intitolato “
Scuola Regionale, distruzione nazionale” dove spiegavo che in essa si sarebbe tradita la scuola pubblica. Parlavo allora della proposta del Veneto sull’autonomia differenziata, appunto, che aveva incontrato, con mio rammarico, il parere favorevole di tutti i partiti in Regione

 Ripeto i concetti allora espressi. 

Qui non si tratta semplicemente di dividere le regioni cosiddette ricche da quelle povere, qui c'è il rischio reale di regredire sia a livello sociale che storico, mentre il mondo va avanti e progredisce.

Il tutto in un Veneto che esempio di eccellenza proprio non è.

Siamo la Regione degli inceneritori e delle discariche, senza contare i cementifici e le discariche abusive, non di rado nascoste sotto le nuove strade.

Abbiamo uno dei siti più inquinati d’Italia, Porto Marghera.

Siamo la Regione che utilizza più pesticidi di tutto il Paese, per non parlare dell’inquinamento dell’aria e delle falde acquifere con i Pfas o di città come Venezia, Padova e Vicenza che per numero di sforamenti di polveri sottili all’anno sono tra le città più inquinate d’Italia.

Siamo la Regione, laboratorio del sistema di Grandi Opere, nato col Mose e proseguito con il Tav e la Pedemontana, volto ad impostare un sistema di corruzione che ha letteralmente espropriato la democrazia grazie ad un iter collaudato di commissariamenti e leggi in deroga.

Chi denuncia i limiti e i rischi di una politica del consenso propagandistica a spese dell’ambiente viene dipinto come un nemico del benessere diffuso.

 È questo, proprio questo il Veneto che continua a invocare l’autonomia differenziata della scuola.

Per carità, NO NO NO.

 

 

 

 

1 commento:

  1. LA SCUOLA DEL NORD AL SERVIZIO DEI PADRONI
    I comitati di affari non vedono l’ora di mettere le mani sulla scuola pubblica come hanno già fatto con la sanità. Le regioni del Nord, gestite da gruppi di potere clientelare, proiettate verso un estrattivismo estremo, hanno dimostrato tutta la loro inefficienza quando le problematiche provocate dal loro malgoverno emergono drammaticamente. Indimenticabile il corteo di carri militari pieni di cadaveri che uscivano da Bergamo durante la pandemia da Covid Sars 19; indimenticabile nel Veneto, la strage di anziani nelle case di riposo nella prima fase della pandemia. Qui nel Veneto si gestiscono i tempi delle lezioni per favorire il turismo, le settimane bianche, il servizio dei pullman e altre questioni non inerenti la didattica. Patetici poi i corsi di dialetto veneto instaurati, senza vergogna, in alcune scuole dove i ragazzi non sanno parlare né in italiano né , tanto meno, in inglese. Il programma “Scuola Lavoro” non soltanto da noi in Veneto, serve esclusivamente per fornire manodopera gratuita alle industrie. Mi sembra logico che una azienda che pretenda di aprire un percorso di formazione scuola lavoro dovrebbe presentare all’istituto di riferimento un piano didattico formativo che prevedesse la presa in carico dello studente a il percorso didattico all’interno dell’azienda, in grado di dare al ragazzo gli elementi per comprendere il processi lavorativi, le modalità di gestione dell’azienda, il ruolo della manodopera, le misure di sicurezza, i rapporti commerciali e le condizioni di lavoro in azienda. Tale progetto formativo che tra l’altro dovrebbe prevedere la figura di uno o più tutor durante tutto il periodo di apprendimento, dovrebbe essere esaminato e approvato o meno da una commissione scolastica. Il progetto “scuola lavoro” o è un percorso didattico formativo o è solo una gran perdita di tempo per chi deve studiare e una forma di sfruttamento capitalistico estremo cui il ragazzo, per legge, non può sottrarsi. Chi si è inventato queste cose dovrebbe vergognarsi del modo in cui si mandano gli studenti dentro le aziende, senza nessun programma e senza piani didattici. Ma dovrebbe maggiormente vergognarsi il ministro della Pubblica Istruzione (ministero che non si chiama più così perché l’ideologia liberista pretende altre denominazioni e altri contenuti). Dovrebbero insorgere anche gli insegnanti (ma cosa insegnano gli insegnanti?) Chi si occupa della crescita culturale, etica, psicologica e politica dei ragazzi? Gli unici che si ribellano sono proprio loro che vedono questo strumento come un furto di tempo e di vita alla loro giovinezza maltrattata e violata dalla stupidità del capitalismo.

    RispondiElimina