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mercoledì 21 dicembre 2022

NATALE IN TEMPO DI GUERRA

 

NATALE  TRISTE 

         

     

Stiamo vivendo, per dirla con le parole di papa Francesco, la terza guerra mondiale a pezzetti.

“Quella dell'Ucraina ci sveglia un po’ perché è vicina, ma la Siria da 13 anni che è in guerra

terribile. Lo Yemen quanto? Myanmar, dappertutto in Africa. Il mondo è in guerra. Fa soffrire

tanto, fa soffrire tanto… È una pazzia la guerra, distrugge sempre...Siamo pazzi“.

Sono cinquntanove i conflitti in corso nel mondo, conflitti aperti di cui nessuno parla.

E le vittime sono prima di tutto i bambini.

Sono oltre un milione i bambini in fuga dalle bombe russe in Ucraina. Bambini soli, spesso

affidati ad amici, parenti ma anche a sconosciuti, come i soldati alla frontiera. Tutto, purché

siano messi in salvo. Ma sono 200 milioni quelli che vivono nelle zone dove si svolgono le

guerre del mondo, molti dei quali affrontano già livelli di fame senza precedenti. Un numero

che è aumentato di quasi il 20 per cento nel 2020.

Ed io?

Impotente, assisto a tale dramma globale e alle mie piccole battaglie sociali e civili per tenere

sta l’attenzione dei cittadini. Una battaglia persa in partenza.   

 Questo è un Natale triste, un Natale di guerra.

 So, però, che ogni giorno che noi viviamo nell’impegno sociale significa cambiare le cose;

diamo un contributo, mostriamo che esiste un'altra possibilità, segniamo la differenza

rispetto all'inerzia, speriamo che possa cambiare qualcosa, diamo un piccolo segno di vita.

 Passano gli anni …  Sono sempre più stanca e più fragile.

Ma ancora non mi arrendo e mi ritorna in mente il ritornello della meravigliosa canzone

di Mannoia che pare scritta per me: 

 

 E’ una regola che vale in tutto l’universo

chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso   

e anche se il mondo può far male 

non ho mai smesso di lottare 

è una regola che cambia tutto l’universo   

perché chi lotta per qualcosa non sarà mai perso   

e in questa lacrima infinita    

c’è tutto il senso della mia vita.

 E allora auguro, senza false retoriche, buon Natale vero, ispirato a un bambino,

uno dei tanti nel Mondo, nato in una ‘stalla’, in un rifugio, in un accampamento...            

 Lo auguro a tutti gli uomini di buona volontà affinché non lo smarriscano per strada.

       


 Donata Albiero

 

 

 

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