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mercoledì 23 marzo 2016

IL BRAVO DOCENTE

IL BRAVO DOCENTE
 “Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto.”
  

 IN FILA PER TRE   http://youtu.be/OFRad3PiW0I


Il bravo docente sa che insegnare non è mai stato facile e non lo è nemmeno oggi.

Il bravo docente sa che La scuola non è una fabbrica di robot, che la scuola non è il luogo dove il Mercato impone le sue Leggi e la sua Ideologia, né è un luogo dove gli studenti si allineano” in fila per tre’ come cantava nel 1974 Edoardo Bennato, raccontando di una maestra che ai suoi buoni e bravi alunni insegnava “la morale, a recitar le preghiere, ad amar la patria e la bandiera”, facendo così la satira della scuola autoritaria .

Insegnare è altro e un bravo docente lo sa.
Insegnare richiede "conoscenza e conoscenze, metodo e volontà, capacità didattica e relazionale, apertura mentale e rigore, autorevolezza e autorità, empatia e distacco, motivazione e gioia personale nel praticare l’insegnamento". Obiettivi difficilmente raggiungibili in classi fatiscenti, con un numero elevato di studenti, risorse sempre insufficienti, incombenze burocratiche crescenti e contesti relazionali compromessi dalla percezione che studenti e insegnanti hanno della realtà esterna.
 E’ difficile per un ragazzo essere tranquillo e motivato e mantenere alta l’attenzione e la concentrazione, quando a casa la situazione
è diventata precaria per problemi di lavoro dei genitori è diventata precaria per problemi di lavoro dei genitori.
E’ complicato per gli insegnanti mantenere alta l’affabilità e la disponibilità quando la vita scolastica è sempre più noiosa e stressante, il reddito sempre meno incentivante e la considerazione sociale sempre più calpestata.

Il bravo docente, però, non rinuncia mai al suo ruolo di ‘capitano’ nei confronti degli allievi che gli sono affidati



Grandi maestri del passato gli fanno da faro, accumunati dal pensiero pedagogico antiautoritario e democratico che hanno riversato nel grande rispetto e amore verso gli allievi (da Montessori a don Milani )  .  
Il bravo docente, nella quotidianità del suo lavoro, sa che si deve mobilitare contro il rischio che  l’istruzione non sia più un  diritto ma un business da regalare ai privati .

Il bravo docente è un educatore per il quale la speranza di un mondo migliore  rimane sempre e comunque il sogno da instillare alle nuove generazioni, anche nei tempi più bui (I have a dream).



Il bravo docente è’ magari classificato come “contrastivo  perché non rimane neutrale,  asettico di fronte a un contesto sociale opportunista e criminogeno.

Mafia, corruzione, inquinamento, violenza , terrorismo, fanatismo , razzismo, degrado, bullismo, qualunquismo, ideologie fuorvianti  religiose e partitiche ,  guerre , povertà , diritti negati , crisi dei rapporti interfamiliari, sessismo , omofobia,   problematiche dei nostri giorni, sono il terreno quotidiano all’interno del quale, il bravo docente opera criticamente insieme agli allievi sapendo che ogni  tragedia  non è un fatto individuale e che contro di essa bisogna operare con consapevolezza e solidarietà

Come spiega bene Claudia Pepe  in un suo articolo: “  Noi insegnanti non dobbiamo fare Scuola, dobbiamo essere Scuola di questi tempi. 
Dovrò far capire ai miei alunni, che quando vedono la rabbia e l’indecenza che colpiscono  vittime soprattutto degli strati sociali più indifesi, e nelle creature umane più esposte, come i bambini, le donne, i giovani, i vecchi e i poveri, devono dire no. 
Devono dire no quando vogliono far credere loro che solo usando l’arroganza e il non  rispetto, si può arrivare ad essere qualcuno. 
Devono dire no quando vedono che la prepotenza diventa offesa alla dignità, alla coscienza e ad una morale che spesso viene confusa come segno di superiorità. Sarà molto difficile, soprattutto quando hanno il mondo per esempio. Ma perché la vita ritorni ad avere dei contorni di viso da bambino, non potranno chiudersi nella corazza dell’egoismo e voltare la faccia. 
No, dovranno avere la schiena ben diritta e guardarlo in faccia il male oscuro di questa epoca devastante. 
Perché solo loro potranno essere quella voce fuori dal coro, quella che ci farà intonare le parole della speranza”.

Il bravo docente - per dirla con Alain Goussot -  non è  suddito, reagisce  e ridiventa cittadino. 

Il bravo docente non ha paura di farsi valutare ma certamente  non da  'dilettanti' della Valutazione quali presidi, genitori, studenti ( essi  al massimo possono esprimere  il giudizio di gradimento) ma da specialisti  terzi (esterni) che agiscono in work shop finalizzati al miglioramento delle performance del personale e non alla selezione o  peggio ancora a graduatorie di merito

Il bravo docente fa di ogni momento scolastico un momento di vita reale.
Lo ispira  Il motto  “non uno di meno”: quell’abbraccio forte che i ragazzi sapranno interiorizzare  e ricordare nella vita 


 E’ la passione che lo anima e che sa comunicare allo studente.
“Noi stessi, ci ricorda Galimberti, abbiamo studiato volentieri le materie dei professori di cui eravamo innamorati e abbiamo tralasciato quelli di cui non avevamo alcun interesse. A scuola è importante saper appassionare perché gli adolescenti vivono l’età per cui l’unica cosa che conta è l’amore, e se gli adolescenti si occupano dell’amore bisogna andare là a cercarli. Attirarli a livello emotivo significa trovare la breccia per passare poi al livello intellettuale. Se invece si scarta la dimensione emotiva, sentimentale, affettiva allora non si arriva neppure alle loro teste”.

Il bravo docente è quello che, spesso,   la cosiddetta  "Buona Scuola "  non conosce, mortifica ed espelle.


Donata Albiero

Nota aggiuntiva
LE RICHIESTE SILENZIOSE DEI NOSTRI RAGAZZI
        http://donataalbiero.blogspot.it/2016/01/le-richieste-silenziose-dei-nostri.html

sabato 5 marzo 2016

LA RESILIENZA DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI DETERMINA IL LORO FUTURO

Le avversità possono essere delle formidabili occasioni 

https://youtu.be/2j_5Le9kg54   resilienza è risalire


   Di resilienza si sente parlare sempre più spesso.  
Il suo significato rimanda a un concetto complesso  e a una capacità affascinante che appartiene sia ai sistemi ecologici, biologici e sociali, sia alle singole persone: riguarda il risorgere e il risollevarsi dagli eventi negativi.
"Quelllo che non uccide ci rende più forti"" l'ha scritto nel 1888 il filosofo tedesco  Friedrich Nietzsche.